Quel giorno era venuta a trovarmi la mia nipotina preferita, quella che, per il suo carattere imprevedibile e la sua irrequietezza, chiamavo affettuosamente la mia Monellina. A dire il vero ormai di anni ne erano passati da quando avevo coniato quel vezzeggiativo e lei era ben cresciuta, avendo compiuto già il suo venticinquesimo compleanno, però l’avevo vista nascere e giocavamo sempre insieme perché lei aveva un debole per me ed io per lei. Non aveva mai perso quell’abitudine e ogni volta che mi veniva a trovare, mi si sedeva sulle ginocchia e mi abbracciava stretto riempiendomi di baci, poi passava a farmi una serie di dispettini come farmi il solletico, tirarmi i capelli, infilarmi le dita nelle orecchie, insomma tutto quello che la faceva ridere vedendo le smorfie che facevo io. Anche quella volta si comportò come sempre e corse subito a buttarsi sulle mie gambe soffocandomi in un abbraccio da stritolare un bue. Io la lasciai fare con la solita affettuosa sopportazione, beandomi del profumo leggero che l’avvolgeva come una fresca brezza. Immancabilmente cominciò a farmi il solletico, ben sapendo che non lo sopporto ed infatti cominciai a ridere divincolandomi mentre lei insisteva tenendosi aggrappata a me per non scivolare via. Nel movimento scomposto però accadde che i bottoni della camicetta attillata che indossava cedettero all’improvviso facendo esplodere a nudo il suo seno turgido e prorompente; lei non si accorse subito dell’incidente ed io rimasi qualche istante ad ammirare quelle due colline vellutate sormontate dai due capezzolini rosei e prominenti ballonzolarmi davanti agli occhi. La scena mi turbò al punto da provocare una immediata reazione del mio apparato genitale che si gonfiò subitaneamente premendo con forza sulle sue gambe appoggiate sulle mie. Si fermò di colpo e i suoi occhi passarono velocemente dal mio viso ormai paonazzo al suo seno scoperto facendole esclamare un “oooohhhhhhh!”. Arrossì anche lei mentre riportava i suoi occhi sui miei ma non si ritrasse ed anzi il suo sguardo si fece intenso mentre assumeva un’espressione di provocante sfida. Io avevo la salivazione azzerata mentre la volontà di mantenere un comportamento consono al mio ruolo cedeva rapidamente e rovinosamente all’eccitazione che si stava impossessando dei miei sensi; lei percepì la mia disfatta e, con sfrontata malizia, propose il suo seno generoso davanti al mio viso fino a strusciarsici contro. Sentii i capezzoli duri che sfioravano le mie guance e penso che cominciai a fumare dalle orecchie quando me ne trovai uno dritto sulle labbra. Non riuscii a resistere oltre e lo succhiai avidamente nella mia bocca percorrendone il delizioso bottoncino tutt’attorno con la lingua. Se lei se lo aspettava o no non saprei dirlo però la sentii sussultare e gemere di piacere; si agitò sopra di me, strofinandosi sopra il turgore del mio basso ventre facendomi eccitare ancora di più; le presi così entrambi i seni nelle mie mani ed accarezzai estasiato quelle meraviglie. La vidi inarcare la schiena offrendosi tutta alle mie mani che percorsero le dolci colline su e giù soffermandosi con crescente attenzione a strofinarle i capezzoli che ormai sembravano due sassolini sotto il tocco delle mie dita. Mi sembrò che stesse quasi per venire, dall’espressione che le illuminò il volto e cominciai a sentire un urgente bisogno di liberare il mio pene dalla costrizione del suo peso e dei miei indumenti; quasi mi avesse letto nel pensiero si chinò a sfiorarmi le labbra con un bacio leggero poi si tirò su in piedi e si sfilò con fare provocante i jeans rimanendo coperta solo di uno slippino minuscolo attraverso il quale si intravedevano i ghirigori dei suoi peli. Scivolò sulle ginocchia ed armeggiò maldestramente con la lampo dei miei pantaloni riuscendo però a forzarne l’apertura infilandoci quindi la mano delicata; sentii le dita agili e leggere che frugavano nella stoffa per trovare la strada che raggiunse in qualche secondo, portando la sua pelle fresca a contatto con la mia rovente. Il fresco tatto delle sue dita che si chiudevano attorno al glande duro mi strappò un sospiro al quale reagì sorridendo maliziosamente soddisfatta e, mentre estraeva la sua preda mi chiese: “zietto, mi ci fai giocare un po’?”. Io persi ogni reticenza a quella richiesta e, posatole una mano dietro la nuca, la spinsi delicatamente ma decisamente verso il pene che stringeva in mano, spingendolo sulle labbra morbide dischiuse in un leggero sorriso. Sentii il loro contatto sulla punta bollente e sussultai violentemente quando la sua lingua si allungò fuori a solleticarmi lungo il frenulo; ansimando la spinsi giù facendole ingoiare tutto il pene fino alla sua base e vidi che sbarrava gli occhi per il senso di soffocamento che la colse. Lasciai che si destreggiasse sul membro come più le aggradava limitandomi a trattenerla con la mano quando mi sfregava sulle parti più sensibili. Non so se fosse avvezza a quel genere di attività ma se la cavava benissimo ed in breve mi abbandonai al piacere che mi invadeva ad ondate sempre più frequenti; mi riscossi in tempo prima di venirle in bocca e bruscamente la staccai da me, fermandomi a riprendere fiato. Lei fece il gesto di riprendere in mano il pene sussultante ma la fermai dicendole: “No, aspetta, basta che mi tocchi e mi fai venire, aspetta, fammi riprendere il controllo, poi mi dedicherò a te; piuttosto sarà un problema…………….. sai……………… non ho profilattici in casa e……..”; mi interruppe con disinvoltura dicendomi: “zietto, guarda che lo so che non hai l’aids e……… per il resto…. prendo la pillola già da un po’, sai, non si sa mai e poi………………..” e qui fece una pausa un po’ lunghetta, riprendendo poi un po’ più imbarazzata: “sai, è tanto che volevo che arrivasse questo momento, ho cercato tante volte di fartelo capire, di provocarti……… ma tu continuavi sempre a vedermi come una bambina ed io invece…………. è da quando sono diventata maggiorenne che speravo che tu ti accorgessi che ero cresciuta e tu niente………. insomma, ho dovuto comprare una camicetta di due taglie più piccola e allentare tutti i bottoni per farti smuovere!…………. però mi pare che ci sono riuscita bene, eh, eh, eh!” e ammiccò al mio pisello gonfio e lucido di qualche goccia di sperma che ne era già fuoriuscito; allungò un dito e se ne bagnò la punta, infilandosela velocemente in bocca: “mmmhhhhh! È un po’ strano come sapore, voglio sentirlo meglio!” e fece il gesto di tuffarcisi sopra di nuovo; “ferma, aspetta ti dico! guarda che se mi fai venire poi mi ci vuole del tempo per poter ricominciare; non vuoi prima provare qualcos’altro?”. Lei mi guardò con sguardo obbediente e replicò accennando un tono da scolaretta: “sì zietto, farò la brava bambina, farò tutto quello che tu mi dici tu, però, alla fine, mi rifai leccare il mio gelato?”. Scoppiò a ridere e mi contagiò così in breve avevamo le lacrime agli occhi per l’ilarità e questo contribuì anche a riportarmi ad un livello di controllo completo della mia eccitazione. La presi per i fianchi e la attrassi facendola mettere a cavalcioni sopra di me, quindi la sostenni mentre la facevo scendere a sedersi sul mio bacino; quando fu a distanza giusta le scostai con un dito gli slip e le feci scorrere un dito nella spaccatura della vagina trovandola zuppa di umore. Fu facile farla scivolare attorno all’asta dritta che la penetrò fin nella più remota intimità. Vidi la sua espressione soddisfatta mentre il mio pene si faceva strada dentro di lei e la sentii mormorare: “finalmente……… erano anni che lo volevo…………. e adesso è qui, dentro di me………. bello……… bellissimo!” e si chinò a baciarmi dolcemente. Subito dopo appoggiò le mani sulle mie spalle e cominciò ad andare su e giù lentamente gustandosi lo sfregamento dei nostri organi; accompagnava i movimenti con sospiri e mugolii ed io stavo andando di nuovo nel pallone anche perché alle sensazioni tattili e uditive si accompagnava la vista del suo corpo delizioso che si contorceva sopra di me, offrendomi visioni di seni sussultanti, capezzoli turgidi, fianchi ondeggianti. Fortunatamente la vidi sciogliersi nel piacere ed abbandonarsi ad un orgasmo che si protrasse qualche secondo unendosi al mio che seguì subito dopo. Sentii lo sperma spremuto fuori dai testicoli farsi strada attraverso il pene e risalirlo mentre il piacere mi sopraffaceva ed infine irrompere violentemente dentro di lei. In quel momento vidi la sua espressione di piacere mista a gioia e soddisfazione e capii che questo momento era stato veramente da lei atteso come un sogno lontano, coltivato per anni. Vidi i suoi occhi inumidirsi e alcune lacrime rigarle le guance scivolandole fino al mento per cadere poi sul mio petto. Allungai le mani e l’attrassi contro di me, stringendola in un abbraccio mentre mille sentimenti si accavallavano nel mio cuore passando dalla passione all’esaltazione al compiacimento per finire poi in una tenerezza profonda. Lei si accoccolò su di me, tenendomi ancora stretto dentro di lei, il suo bacino schiacciato contro il mio per impedirmi di uscire dal suo corpo e io le passai una mano tra i capelli di seta, accarezzandola dolcemente. Rimanemmo così a lungo, coccolandoci teneramente, poi sentii la sua lingua giocare col lobo del mio orecchio e scivolarmi dietro il collo provocandomi un brivido in tutto il corpo. Le sue mani mi strinsero in modo diverso e si mossero sulla mia pelle risvegliando i miei sensi intorpiditi. Feci scivolare le mie mani attorno alle sue spalle giù fino ai seni; sentii i suoi capezzoli reagire prontamente ritornando turgidi e voglioso come prima e mi contorsi per prenderli alternativamente in bocca succhiandoli dolcemente. Sentii il sangue riaffluire veloce nel mio membro e rigonfiarlo dentro di lei. I nostri occhi si incontrarono e vidi nei suoi una nuova luce maliziosa mentre mi sussurrava: “ma, zio! Cos’è che ti succede? Che vuoi fare alla tua nipotina innocente?” e riprese ad ondeggiare sopra di me, riavvicinandomi alla sua nuova eccitazione. Mi sottopose a quel trattamento “corroborante” per qualche minuto e quando ritenne la mia erezione completamente soddisfacente, si sfilò lentamente da me, poi montò con le ginocchia sui braccioli della poltrona nella quale stavo sprofondato e, divaricando bene le gambe, offrì il suo bocciolo alla mia bocca. Il sangue ormai mi pulsava nelle tempie e mi gettai voracemente su quella delizia infilando profondamente la mia lingua dentro quelle calde labbra. Fui accolto dal sapore acre del mio sperma che ne sgocciolava ancora fuori ma non ne fui infastidito anzi, la cosa mi eccitò maggiormente e diede nuovo vigore alla lingua che le danzò dentro come impazzita, strappandole gridolini di piacere. Si sistemò meglio sulle ginocchia e si spinse ancora più giù, con forza, contro la mia bocca, spostandosi velocemente avanti ed indietro gustandosi lo sfregamento della lingua sul suo clitoride che sentivo protendersi all’infuori come un piccolo pene. Mi sforzai di concentrare su di esso la mia attenzione e continuai a leccarlo velocemente sentendo che il suo copro si tendeva sopra di me, prossimo all’orgasmo. Centuplicai i movimenti fino a farmi dolere tutti i muscoli della bocca ma fui ricompensato dal tumulto che si impossessò del suo corpo scuotendolo da capo a piedi in un orgasmo profondo e violento. Continuai a leccarla inghiottendo sorsate di saliva frammista al suo liquido finché non la sentii accasciarsi esausta sul mio viso minacciando di soffocarmi. La scostai delicatamente e la feci scivolare sulla poltrona invertendo le nostre posizioni. Mi ritrovai così sopra di lei col pisello duro e vibrante davanti alla sua bocca fino a strusciarne la punta sulle labbra che però rimanevano chiuse pur se non serrate. Le mormorai: “Monellina, adesso vuoi lasciarmi così? Vuoi che il tuo zietto resti così gonfio di voglia? Mi fai star male, lo sai?”. Lei si scosse dal torpore nel quale era caduta dopo la fatica dell’orgasmo e i suoi occhi mi sorrisero amorevolmente mentre dischiudeva le labbra tirando fuori la punta della lingua a stuzzicarmi il glande che saltò letteralmente al suo tocco. Me lo prese quindi con entrambe le mani e se lo fece scivolare lentamente in bocca assaporando il liquido che ancora lo ricopriva. Vidi le sue narici che si dilatavano a coglierne l’odore e la sentii risucchiarmi delicatamente fino al fondo della sua bocca. Mi spinse rapidamente indietro fin quasi a farmi uscire e quindi mi risucchiò di nuovo lentamente fino in gola. Continuò con questa alternanza di movimenti rapidi e lenti conducendomi nuovamente verso l’estasi del piacere che, ad ogni risucchio, sentivo sempre più vicino. Quando mi sentì vibrare dentro la sua bocca cominciò a far andare la lingua in circolo subito sotto la punta e fui afferrato da un piacere intenso e continuo che aumentò velocemente fino a farmi venire abbondantemente inondandole la bocca di sperma. Vidi che sbarrava gli occhi ma superò la difficoltà inghiottendo velocemente il liquido che la soffocava senza peraltro arrestare il movimento della lingua che mi accompagnò fino alla fine dell’orgasmo consentendomi di beneficiare di tutto il piacere che potevo trarne. Completò l’opera succhiandomi con forza per spremere quanto ancora usciva inghiottendo tutto fino all’ultima goccia; mi aveva svuotato completamente lasciandomi senza forze; questa volta fui io che crollai su di lei esausto costringendola a scansarsi per non rimanere schiacciata. Mi fece posto accanto a lei e rimanemmo abbracciati addormentandoci subito dopo.
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