Come tutti gli anni, ormai è una bellissima abitudine, passiamo le feste di Natale a casa della Nonna, lei abita in un paesino arroccato sopra una montagna, è una casa modesta con tre camere e la grande cucina camino immenso compreso, e andiamo noi quattro, la mamma, il papà e mia sorella Serena, lei ha 19 anni, e io 23 mi chiamo Antonio. La sera dopo aver cenato, ci mettiamo tutti a vedere la televisione, nella grande cucina c’è un divano vecchio in pelle a tre posti, una vecchia poltrona che avevamo prima a casa nostra, e delle sedie scomodissime che usiamo solo per i pasti, la mamma e il papà con la nonna si mettono sul divano, e io e serena sulla poltrona insieme, e lei è sempre in braccio a me, Serena malgrado i suoi 19 anni, continua ad essere una bambina, o perlomeno le piace molto farlo, è minuta come fisico, piccola ma perfetta, un seno seconda misura, il viso ovale bellissimo, capelli neri e occhi verdi, due gambe perfette e un culetto a mandolino meraviglioso.Era dalla mattina che mi sfotteva perché la mia ragazza non chiamava, e adesso come farai quando ritorniamo a casa mi diceva ridendo, se si è messa con un altro tu devi farti tutto da solo, poverino chissà che pena vederti li a farti senza la tua bambolina, e continuava a ridere, e poi sempre scherzando, ma se proprio non puoi farne a meno, ricordati sempre che ci sono io, non sono solo tua sorella, ma sono anche una donna, e certe cose le capisco meglio di te.Quella sera Serena aveva indossato la gonna invece della tuta, dopo la cena tutti a vedere la televisione, e come al solito lei si sedeva sopra le mie ginocchia, ma era un sedersi strano il suo, prima di poggiarsi sopra di me, aveva alzato la gonna, e si era messa sopra il mio pacco volutamente, si muoveva in continuazione, e ogni tanto si girava a guardarmi sorridendomi, io provavo vergogna, ma questo movimento mi stava eccitando da morire. Adesso lei si era accorta della mia eccitazione, la sentiva e faceva del tutto per aumentarla, poi si piegava verso il mio viso dicendomi a bassa voce, se ti apri la cerniera dei pantaloni e lo tiri fuori, ti accorgerai che sono senza le mutandine, è un consiglio che ti do, approfittane adesso che voglio, altrimenti non se ne parla più, si spostava di lato per permettermi di abbassare la lampo, lo facevo al volo abbassandomi anche gli slip, adesso avevo il cazzo dritto fuori dai pantaloni, se le si fosse alzata improvvisamente si sarebbe visto tutto.Ero completamente frastornato e confuso, ma l’eccitazione mi aveva fatto perdere tutte cautele, non mi fregava più niente che c’erano i miei genitori, mia nonna, insomma tutta la mia famiglia, ma il calore della fichetta di Serena era al disopra di tutto.Con dei minimi movimenti Serena se lo era fatto entrare nella fica, adesso si muoveva leggermente trasmettendomi delle sensazioni favolose, sentivo che il cazzo dentro scivolava molto bene, questo grazie anche hai notevoli umori che lei produceva, poi sempre a bassa voce mi diceva, quando sborri fallo tranquillo che tanto prendo la pillola, era la scintilla che mi scatenava, ho iniziato a sborrare come un pazzo in quella fichetta piccola e stretta, e lei muovendosi se lo era preso completamente tutto fino in fondo.Serena con un semplice movimento, si metteva sotto un fazzoletto che aveva, e mentre si sollevava mi strizzava l’uccello, poi tenendoselo in mezzo alle cosce evitava eventuali perdite del mio sperma, dopo circa dieci minuti ritornava dal bagno, mi faceva un sorriso radioso e mentre si sedeva, sempre bisbigliando mi dice, ho un piccolo asciugamano in mezzo alla fica, se vuoi approfittare ripetiamo la cosa, vuoi? a questo punto le dicevo, ma scusa, fra poco andiamo a letto e siamo soli nella camera, aspettiamo che si addormentano, e possiamo fare tutto quello che vuoi e molto più comodi, e soprattutto senza rischi che ci vedano, d’accordo mi diceva Serena, però a una sola condizione, che sono io a comandare, mi sta bene le rispondevo, tanto basta che si scopa o altro a me va sempre magnificamente. Lei dava la buonanotte a tutti e andava a dormire,facevo passare un quarto d’ora, poi anche io salutavo e andavo a dormire, prima andavo in bagno a rinfrescarmi e poi nella camera da letto, Serena era sotto le coperte e mi sorrideva, chiudevo la porta a chiave, era una cosa che facevamo sempre, dal momento che non chiudeva bene, si apriva leggermente e entrava il cane della nonna che ci disturbava il sonno, pertanto eravamo giustificati da questa cosa.Mi stavo spogliando quando mia sorella mi dice, dai avvicinati un momento che voglio vedere una cosa, quando le stavo vicino, mi ha abbassato i pantaloni insieme agli slip, e quando le è apparso il mio randello dritto e duro, lo ha scappellato e preso in bocca, ha iniziato a succhiarmelo divinamente, e con la manina mi massaggiava le palle, mi stupiva la sua esperienza nel trattarmi il bastone, ma dovevo riconoscere che ci sapeva fare veramente, era seduta sul letto con le gambe incrociate alla Mussulmana, non portava le mutandine, e la fichetta nera spiccava in mezzo alla sua carnagione bianca, gia quello era uno spettacolo meraviglioso, mi stava facendo un bocchino da vera esperta del cazzo, gli alzavo la giacchetta del pigiama e mi apparivano i suoi seni piccoli e perfetti, anche i capezzoli erano piccoli ma duri ed eretti veramente stupendi, cercavo con la mano di raggiungere quel piccolo paradiso nero, ma lei mi fermava con la mano facendomi il segno del poi, sentivo che non sarei durato molto con quella bocca da favola, ma lei voleva assolutamente farmi sborrare in quel modo.Continuava con quella bocca favolosa a succhiarmi il bastone, io le dicevo che stavo per sborrare ma lei continuava imperterrita, e al primo schizzo di sperma, si affondava ancora di più il cazzo nella gola, si lamentava e chiudeva gli occhi per il godimento, e poi tremava come una foglia,anche lei strava avendo un orgasmo insieme a me.Adesso si era sdraiata sul letto sorridente e soddisfatta, continuava a leccarsi le labbra per non perdere neanche una goccia del mio miele, poi si allargava le gambe e mi diceva, adesso leccamela molto bene, voglio che mi fai sborrare almeno due volte.Questo era l’ordine che aspettavo, mi sdraiavo davanti a questa fichetta bellissima e nera, con le dita le allargavo le labbra scoprendo la clitoride dura e fuori dal suo alveolo, iniziavo a leccare prima l’esterno delle labbra, e poi le giravo intorno alla clitoride facendo attenzione a non toccarla, volevo farla morire dal desiderio che aveva di sborrare, ma la fichetta continuava a colare senza sosta, aveva cominciato a lamentarsi sempre più forte, ero intenzionato a farla morire dal desiderio, volevo che fosse lei a supplicarmi di farla sborrare, continuavo nella mia leccata sempre attentissimo a non procurarle più piacere del necessario, aveva preso la mia testa con ambo le mano e me la spingeva sulla fica, adesso le ero sceso fino al buchetto e cercavo di infilarle dentro la lingua, si era presa le gambe e se le stringeva sul seno, adesso era veramente tutta spalancata pronta ad offrirsi, mi io insistevo nella mia idea di farla impazzire, ma questo per lei era troppo, e mentre avevo ripreso a leccarle il buchetto del culo, lei si stava masturbando sempre più svelta, avevo alzato il viso e presa la sua mano la fermavo, aveva gli occhi di fuoco, non riusciva più a parlare per l’enorme eccitazione che aveva, la fica continuava a colare senza sosta, poi improvvisamente le dicevo, vuoi godere adesso? il si era prolungato e ripetuto, non ce la faceva più, allora se vuoi che ti faccio sborrare, mi devi promettere che dopo mi dai il culo, se accetti adesso ti faccio impazzire, la sua risposta era, si fammi sborrare adesso e tu dopo puoi mettermelo dove vuoi, ti do tutta me stessa senza condizioni, ma ti prego adesso leccami il bottoncino altrimenti scoppio, le prendevo la clitoride con le sole labbra e iniziavo a succhiarla, si inarcava con il corpo come una contorsionista, e dopo iniziava a tremare e lamentarsi sempre più forte, poi da sola si metteva la mano sulla bocca e iniziava una contorsione spasmodica incredibile, io avevo le mia mano sotto al suo culetto per spingermela il più possibile sul viso, e la sborrata che ricevevo era veramente una cascata di umori, continuava a lamentarsi, io non mi fermavo di leccarle il punto migliore del suo piacere, e dopo poco che aveva sborrato, si ripeteva quasi urlando con un’altra scolata notevole di liquidi.Adesso giaceva scomposta affannata e sudata, le gambe oscenamente aperte mi regalavano la completa visione di quella fichetta bellissima, era rimasta con gli occhi chiusi e ancora si beava del godimento appena provato, poi lentamente ritornava alla realtà, mi sorrideva e mi ringraziava con il suo sguardo da cerbiatta, poi con gesti molto lenti si girava e si metteva alla pecorina, il viso piegato sul cuscino verso di me, con le manine si allargava le chiappe scoprendo ancora di più il suo buchetto, e poi con un sorriso mi diceva, dai prenditi il tuo premio meritato fratellone, io iniziavo a leccare il buchetto che mi faceva impazzire al solo vederlo, poi come da predeterminazione per il progetto che avevo, tiravo fuori dal taschino della camicia appesa alla sedia il tubetto di Vasellina, lei lo guardava interessata e curiosa di sapere cosa fosse, interrompevo il suo pensiero dicendole, adesso ti metto questa crema nel culo, e vedrai che non sentirai che piacere, le poggiavo il tubetto sul buco del culo, e ne mandavo dentro una buona dose, poi con il medio iniziavo a farlo scorrere nel suo retto, il ditalino che le stavo facendo nel culo sortiva l’effetto sperato, infatti quasi subito cominciava a godere, con l’altra mano le massaggiavo lentamente la clitoride che era di nuovo dura, era sul punto di sborrare e mi fermavo improvvisamente, non faceva in tempo a chiedermene il perché, le puntavo la cappella sul buco e cominciavo a spingere, lo sfintere mi faceva resistenza, fino a che una spinta maggiore faceva entrare la cappella dentro, aveva come un sussulto di negazione, ma poi iniziava le a spingersi contro di me favorendo l’entrata del bastone dentro al culo, ero arrivato a metà e ritornavo indietro, non volevo che sentisse dolore, doveva solo godere con quel culletto favoloso, poi lentamente le rientravo dentro ancora più in fondo, infine lo sfilavo un attimo, il tempo di mettere altra Vasellina nel culo e ricominciare ad incularla, adesso la sentivo che si rilassava e iniziava a godere del mio scivolarle dentro, alla fine ero arrivato in fondo, infatti lei mi diceva, dai spingimi forte dentro, sto sentendo le palle che mi sbattono sulle chiappe, dai inculami come si deve che mi piace un mondo, continua a pomparmi il retto, ma non ti permettere di sborrare subito, questo bel cazzone me lo voglio godere il più possibile, ed infatti con un lamento sempre più forte adesso stava sborrando alla grande, io gli tenevo i seni nelle mani e le torturavo i capezzoli, lei aveva allungato la sua mano sotto di me e mi carezzava le palle, continuava a tenermele e sentire quando le entravo tutto dentro, cercava di parlare, ma le parole le uscivano spezzate dal piacere che stava provando, poi era lei che mi diceva quasi piangendo dal piacere, dai adesso puoi sborrare, ma ti prego riempimi il culo del tuo miele non resisto più, e sborrava di nuovo, come io iniziavo con il primo getto di sperma, le si afferrava la clitoride e mi diceva, dai adesso svuotati i coglioni dentro al mio culetto, lo senti che mi sto facendo per te, e quasi singhiozzando veniva di nuovo con un getto di umori notevole, lo ricevevo un po sulla mia mano e lo portavo alla bocca, mia sorella sapeva veramente di buono, e questo aumentava la sborrata che le stavo facendo dentro al retto, poi crollavamo sul fianco sinistro abbracciati e io ancora dentro di lei, passavano diversi minuti prima che ci si potesse riprendere, ma il mio bastone non aveva perso completamente la sua rigidezza, infatti provavo a muoverlo, e lui spavaldo riprendeva a scorrere in quel culo fantastico, Serena si muoveva lentamente ridendo, e mi diceva, non dirmi che tu riprenderesti ad incularmi di nuovo, io ormai completamente eccitato lo facevo muovere nel suo buchetto dicendole, se non vuoi io lo sfilo, facevo finta di togliermi, ma lei con le mani dietro di me mi teneva stretto a se dicendomi, dai muoviti piano, questa volta me lo voglio gustare molto lentamente, ai allargava con una gamba e mi diceva, vieni qui con la mano, sentimi nella fica, sto scolando di nuovo, e sto quasi per sborrare, ma ti prego, adesso fammi un ditalino mentre mi inculi, voglio sentirmi piena di te in tutte le parti, e mentre cominciavo a masturbarla lei aveva un orgasmo favoloso, ma proprio mentre sborrava mi dice, dai continua così che sto venendo di nuovo, ti prego non ti fermare, eccolo eccolo che sborro ancora oddio quanto è bello, e si riprendeva la clitoride godendo come una pazza, tutto questo mi aveva eccitato al massimo, e appena le dissi che stavo per sborrare, con un urlo fece una scolata che non riuscivo a capire come facesse, e anche questa volta le avevo riempito il retto del mio immenso piacere, poi ci siamo finalmente slacciati e siamo crollati in un sonno profondo.Mi sono svegliato improvvisamente ma era ancora notte, Serena mi dormiva accanto in posizione fetale, aveva il culetto che le colava tutto lo sperma che le avevo iniettato, ci mettevo sotto un piccolo asciugamano, la prendevo in braccio la mettevo nel suo letto, mi rimettevo a dormire, erano ancora le quattro del mattino, la mattina successiva, mi ero svegliato prima di lei, e fatta una doccia ero sceso per la colazione, la mamma mi chiese il perché dei rumori della notte appena passata, le rispondevo che Serena aveva avuto un incubo, e se avessi saputo che era sveglia l’avrei mandata a dormire da loro, finita la colazione prendevo il caffé e lo portavo a mia sorella, dovevo assolutamente dirle quello che avevo detto alla mamma, ci mettevo un po per svegliarla, ma messa una mano in mezzo alla fica si riprendeva quasi subito, prendeva il caffé e mi diceva, adesso se non mi finisci il ditalino che avevi iniziato comincio ad urlare, le infilavo il medio nella fica, e il pollice lo poggiavo sulla clitoride, poi mentre la masturbavo le succhiavo un capezzolo, il tutto durava meno di un minuto, la sborrata che faceva abbondante era il frutto della mia manovra giusta, poi si involtava con una coperta e andava sotto la doccia, e dalla porta del bagno prima di chiuderla mi diceva, peccato che non ti vuoi fare la doccia con me, ti avrei fatto un pompino che te lo saresti ricordato per anni, ma prima di chiuderla le dicevo, ma dimmi la verità, quante volte riesci a sborrare con un giorno, e lei prima di chiudere la porta mi sorrise dicendomi, un giorno ci ho provato per vedere quante volte riuscivo a sborrare, e mi sono fatta venti ditalini, e tutti con moltissimo piacere, venti le dicevo io, e come fai a venire così tanto, e lei veramente la sera a letto mi sono fatta il ventunesimo, e se non venivi tu, me ne sarei sparata un altro, come vedi non sei il solo a godere tanto nella famiglia, e poi guarda cosa ti faccio, con la porta socchiusa, faceva cadere a terra la coperta che la copriva, si allargava la fichetta con una mano, e con l’altra cominciava a sgrillettarsi, e in pochissimi secondi le vedevo i suoi umori colare sulle cosce, avevo gli occhi fuori dalle orbite, mi aveva fatto eccitare da morire, mi slacciavo i calzoni e mettevo il cazzo nella porta socchiusa, Serena si inchinava subito e cominciava a succhiarmelo con foga, la vedevo che mentre me lo succhiava si stava facendo un altro ditalino, e mentre lei stava sborrando, le riempivo la gola del mio piacere, non se ne perdeva una goccia, lo deglutiva tutto e infine si leccava le labbra, e prima di chiudere definitivamente la porta mi diceva, mi piace da morire la tua sborra, tieniti pronto per il dopo pranzo che ne voglio un’altra porzione, e ridendo la chiudeva definitivamente.Scendevo di nuovo in cucina, e riprendevo una tazza di latte con molti biscotti, dovevo nutrirmi bene adesso che avevo finalmente conosciuto mia sorella, anche la mamma che aveva visto questa mia doppia colazione ne era stupita, ma la montagna ti fa veramente bene per l’appetito mi diceva, eh si rispondevo, questa arietta fina mi stimola in un modo incredibile, ma la mia mente andava al pomeriggio che doveva arrivare, il pisolino dopo il pranzo sarebbe stato veramente stancante, e nel frattempo sentivo Serena che scendeva le scale dicendo, ei gente, cosa c’è per colazione questa mattina? perché ho una fame nera, e guardandomi negli occhi rideva facendomi il segno del dopo con il suo ditino, io mi sentivo di nuovo eccitato solo a vederla, e così pensavo che….ma….ma questa è un’altra storia.
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