Giovanna abita in un paesino di provincia in Toscana Era una ragazza carina anche se un po’ in carne e aveva un carattere molto esuberante. Si vedeva che la provincia le stava stretta nonostante la sua facoltosa famiglia cercasse di non farle mancare niente. Frequentava un gruppo di amici, la classica compagnia, coetanei e altrettanto brillanti quanto lei. Era una banda che appena capita l’occasione combinava da finire sulle pagine del giornale locale, con il risultato che tutto il paese il giorno dopo pettegolava a destra e a sinistra sul figlio del farmacista o sul “quel teppista “ figlio del commercialista o peggio ancora quella puttanella figlia del sindaco. Era diventato lo sport nazionale, per la disperazione delle famiglie, che comunque proteggevano sempre i loro figli dal non mettersi in guai troppo seri. Venne anche per Giovanna il tanto atteso giorno del suo compleanno, il diciottesimo. Maggiorenne. Era una vita che lo aspettava sembrava che non volesse arrivare mai, ma ormai era alle porte e avrebbe voluto festeggiarlo nel migliore dei modi. 18 anni significa diventare indipendenti e non dover più chiedere nulla a nessuno, guidare la macchina e fare tutte quelle cose che sono “vietate ai minori di 18 anni”, insomma, 18 anni vuol dire libertà. Per l’occasione aveva prenotato un’ala della discoteca del paese dove avrebbe festeggiato questo evento. Avrebbe invitato tutti i ragazzi del posto e anche quelli delle zone vicine progettando una festa che sarebbe dovuta essere memorabile. Arrivò il giorno e la festa entrò presto nel vivo, tutti ballavano e ridevano all’impazzata e lei, al centro della pista era la protagonista. Tutti la volevano e volevano ballare con lei. Per l’occasione indossava un tubino bianco di elasticizzato che le modellava le abbondanti forme mettendo in mostra due belle gambe abbronzate e una scollatura da rabbrividire. Era veramente carina e lei, che sapeva di esserlo, non nascondeva la sua soddisfazione e anzi si mostrava sempre con grande generosità. La serata andò avanti con musica e bevande più o meno alcoliche fino al momento di aprire i regali. Tra cd, trousse di trucco, magliette e biancheria intima, non trovò il regalo della sua migliore amica Sara e lipperlì ne rimase delusa. Sara e Giovanna avevano passato insieme tutta la loro vita condividendo gioie e dolori, amici e fidanzati, facendo le prime esperienze sessuali consigliandosi reciprocamente e la loro intimità era stata anche giudicata un po’ ambigua dalle bigotte del paese. E in effetti in certe occasioni era capitato di scambiarsi effusioni con reciproca soddisfazione. – vedrai che ti farò un regalo che ti piacerà molto – le aveva detto qualche giorno prima. E siccome Sara conosceva perfettamente i suoi gusti, non vedeva l’ora di aprirlo. Sara la guardò e i loro sguardi si incrociarono. Giovanna notò che l’amica aveva un sorriso malizioso stampato sulle labbra, ma non riusciva a capire cosa stava macchinando. La serata era arrivata al culmine e a quel punto Sara le si avvicinò bisbigliandole in un orecchio di seguirla. La portò in una saletta riservata nella quale si accedeva passando da una pesante porta imbottita. La saletta era completamente buia. Giovanna era incuriosita dall’atteggiamento dell’amica ma continuava ad assecondarla. Dopo qualche secondo Sara esordì dicendo – sei pronta per ricevere il mio regalo?- – sì , sono curiosissima, ma qui è tutto buio! – Così dicendo Sara mosse un interruttore che diffuse una fioca luce rossastra nella saletta che a sua volta aveva le pareti ricoperte di velluto bordò. Sui divanetti disposti lungo le pareti erano seduti un numero imprecisato di ragazzi, completamente nudi dalla vita in giù. Giovanna guardò Sara tra lo stupito e l’eccitato – Questo è il mio regalo, hai diciotto anni e devi “spengere” queste 18 candeline. Ma siccome ti conosco fin troppo bene ho pensato che queste candeline le avresti gradite di più – I ragazzi erano già mezzi eccitati e qualcuno svettava ritto come la torre eiffel. – dai, dopo tutti gli intrugli che ti sei bevuto al bar un po’ di roba naturale ci vuole, no?- Giovanna era ancora attonita e non sapeva da che parte incominciare né cosa dire. Vista la sua reticenza, Sara aggiunse – comunque se non ti piace, il regalo posso sempre riprendermelo- e si avvicinò al primo della fila prendendogli il cazzo in mano – eh no!- reclamò Giovanna, il compleanno è il mio e non è educato rifiutare i regali, per cui non ti muovere che li voglio assaggiare tutti fino all’ultima goccia, credi che non ne sarei capace? Ormai il ghiaccio era rotto e Giovanna tolse la mano dell’amica dal primo cazzo, si mise in ginocchio fra le sue gambe e iniziò a leccarlo bene. Comincio dalla punta che era ancora avvolta dalla pelle, lo insalivò ben bene e se lo tuffo tutto in bocca facendo gemere di piacere il giovane. Con la mano gli solleticava le palle che a giudicare dal peso erano particolarmente gonfie, poi, prevedendo una lunga maratona cercò di accelerare i movimenti tenendo la cappella stretta fra le labbra e movendo la mano in su e giù. Sentì ingrossarselo in bocca fino a far mugolare il ragazzo di piacere che iniziò a schizzarle sperma in bocca. Serrando ancor più le labbra per non rischiare di far uscire nulla, Giovanna continuò la sua pompa fino a che non sentì l’uccello diminuire la pressione nella sua bocca e solo allora iniziò a inghiottire il prezioso succo caldo e vischioso. Giovanna si rialzò, guardò la sua amica con segno di gratitudine e le stampò un bacio in bocca con tanto di lingua al sapore di sperma. Sara contraccambiò, ma subito la spinse verso il secondo che era già pronto. Iniziò il secondo pompino su un cazzo più piccolo ma più tozzo che la costringeva a tenere aperta completamente la bocca per poterlo far entrare, ma lo sforzo fu appagato da una sborrata memorabile, sembrava non finisse più di schizzale in bocca e in gola e fu costretta a deglutirlo in 2 sorsi per non farselo andare di fuori. Dopo un passaggio di sperma nella bocca dell’amica si mise all’attacco del terzo. A quel punto Sara le venne incontro aiutandola ad accelerare la situazione. Infatti si mise a spompinare quello successivo, attenta a non farlo godere (quello era un diritto esclusivo di Giovanna), mentre sempre d’accordo con Sara, i ragazzi che avevano già avuto il trattamento si misero a toccare e a leccare le due troiette spogliandole dei pochi indumenti che avevano ancora addosso. Così le venne in bocca anche il terzo e sempre più velocemente, grazie anche al lavoro di Sara pure il quarto le riversò una discreta quantità di sperma che inghiottì con ingordigia. Le mani che la patrugnavano aumentavano man mano che faceva pompini e anche i suoi orgasmi ormai si susseguivano ininterrottamente. Arriva al decimo cominciò a sentire le mandibole che le facevano un po’ male, ma non disse niente e continuò imperterrita a gustarsi il suo regalo. L’undicesimo era un ragazzo molto giovane e inesperto, Sara si accorse che sta per venire dopo appena due leccate, ma non voleva privare l’amica del prezioso nettare, così l’avvertì che c’era un’urgenza. Giovanna che stava ancora pompando il nono, non si perse d’animo e se li prese entrambi in bocca per una schizzata in stereofonia che fece scattare un applauso da parte di tutti i presenti. Avendo però la bocca deformata dai due cazzi, del liquido bianco inizio a colarle sulle guance e sulle labbra. Prontamente Sara lo raccolse con la lingua e glielo fece colare di nuovo nella sua bocca rimasta spalancata anche quando i due maschi si erano ritirati. Il quindicesimo aveva cazzo lunghissimo che le schizzò direttamente in gola facendola tossire. La stanchezza si stava facendo sentire e anche il suo stomaco cominciava ad avere un certo subbuglio. Finalmente arrivò al diciottesimo ed ebbe una sorpresa, Infatti era nero come il petrolio e di dimensioni equine. Apparteneva ad un senegalese che girava sempre per il paese vendendo borsette contraffatte sul le due amiche avevano sempre fatto commenti e supposizioni circa il suo batacchio. Ora ce l’aveva lì davanti ai suoi occhi si ergeva come un obelisco verso il cielo, . le ci vollero 2 mani per poterlo afferrare e ne rimaneva fuori ancora un bel pezzo. Non aveva mai succhiato un negro ed era curiosa di sentirne il sapore. Si avvicinò a quel monumento e cercò subito di metterselo tutto in bocca. Mission inpossible.. Allora chiamo vicino a sè la sua amica e accettò di condividerlo con lei Insieme fecero uno pompino a due lingue con una passione incredibile. Sembrava che fosse un anno che non vedevano un cazzo. Lo leccavano di cima a fondo incontrandosi con le loro lingue pompandolo alternativamente, rimescolando tutti i sapori di sperma che avevano in bocca fino a che anche il neurone inizio a gonfiare la cappella e cominciò a eruttare lava bianca sulle due linguette impazzite.Schizzando sperma sui loro visi stravolti che veniva reciprocamente raccolto e passato di bocca in bocca. Fino all’ultimo schizzo le due giovani si contesero quella cerchia nera fino a quando lentamente perse la pressione e divenne più malleabile. A quel punto Giovanna si stese per terra sfinita, ma soddisfatta, mentre Sara, incontentabile, mise la sua testa fra le cosce dell’amica e iniziò a leccarla furiosamente porgendo all’amica la sua michetta depilata perché facesse altrettanto. La serata finì con un orgasmo saffico che fece eccitare di nuovo i 18 giovanotti che si masturbarono godendosi quella scena schizzando sui corpi nudi delle due ragazze al grido di “Tanti auguri a teeee tanti auguri a teeeee tanti auguri a Giovanna tanti auguri a teeeeeeeee”
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