Saranno state le sei di mattina, forse prima, non riuscivo a leggere bene l’ora che segnava la sveglia sul comodino.Alessandro era accanto a me che dormiva come un bambino e io non volevo svegliarlo, aveva avuto decisamente una giornata impegnativa. Gli era uscita tanta di quella sborra dall’uccello che ne ero ancora impressionata al ricordo. Povero amore mio, quando si e’ messo a letto non stava in piedi dalla stanchezza. Io pero’ non riuscivo a dormire, mi bruciava il buchino del sedere per via di quella enorme matita che Ale mi aveva sbattuto dentro con tanta violenza, mi riproposi di comperare un benedetto cazzo di lattice lubrificato perche’ non potevo andare avanti cosi’, gira gira mi sarei fatta male sul serio visto poi che in quei momenti non capisco piu’ nulla. Decisi di andare in bagno a mettere un po’ di crema. Mi alzai con attenzione per non svegliare Ale e uscii dalla mia camera. Sul letto dei miei c’erano a dormire Maurizio, Paola ed Eleonora. Silenzio di tomba. Entrai in bagno e mi tolsi le mutandine, mi misi di schiena allo specchio e divaricai le natiche con le mani, era come prevedevo, avevo il culo rotto. Notai che le mutandine erano puntinate di sangue e il mio ano era tutto slabbrato e rosso. Presi un po’ di Nivea e la spalmai nel buco e subito una sensazione di fresco mi pervase. Dio mio, non mi potevo neanche sfiorare che mi eccitavo, mi si stava gia’ bagnando la fica al pensiero e comincio’ a dispiacermi di non poter riutilizzare quella matita per un po’, almeno non nel culo. -Chi c’e’ in bagno?- era la voce di Maurizio che si vede aveva sentito qualcosa -sono io- -posso entrare?- -si’- La porta si apri’. -Che stai facendo…?- chiese lui guardandomi davanti allo specchio con le mutandine abbassate. -Mi son fatta male ieri sera con quella cavolo di matita- -Ti brucia?–mmh…un po’- -fammi vedere- alla fine dei conti Maurizio era quasi un dottore, si stava laureando in Medicina e da quel punto di vista era molto professionale. Allargai le natiche davanti alla sua faccia e lui si chino’ per guardare meglio il mio buco di culo. -ci sono delle piccole abrasioni, cosa c’hai messo..- -la nivea- -non credo faccia effetto ma ti dara’ sollievo- -infatti gia’ va meglio. Come mai ti sei alzato?- -avevo sete..- -ti piace Ale? – -Si molto, e’ simpatico, ma ancora non l’ho inquadrato bene- -in che senso?–cosi’, non lo so, a volte sembra perso nei suoi pensieri..- -guarda che mi sa che siamo noi a farglieli venire…per quello che ho capito lui non l’aveva mai fatto prima con altre persone- -Ah, si e’ possibile, l’avremo sconvolto…- -no, non credo, pero’ un po’ frastornato e’…tu oltretutto ti sei anche messo a succhiargli il coso..cosi’ la prima volta…- -Ma tu hai visto che cazzo che ha? come fai a resistere?- -tu mi sa che stai diventando un po’ frocio amore mio…- -ma che frocio, mo se uno succhia un cazzo diventa frocio, a me non piacciono gli uomini..- e sussurro – mi piacciono i cazzi..- -poi da quanto ho visto anche all’amore tuo non fa schifo succhiarlo- -era la prima volta..l’ho quasi costretto..- -guarda che se non voleva non lo faceva- -si lo so. Vabbe’ io torno a letto- -a domani- -se vi svegliate prima di noi fate la colazione per tutti–ma non e’ che tornano i tuoi?- -vengono verso le sei di pomeriggio, a volte piu’ tardi. Comunque alle quattro tutti fuori, devo far cambiare aria alla casa, ci sono certi odori di sesso che se ne accorgerebbe chiunque di quello che e’ successo qui.- -notte- -ciao- Ritornai in camera e il sederino stava un po’ meglio. Ale si era scoperto e aveva il bozzo dell’uccello che si vedeva bene. Mi era venuta un po’ di voglia, ma dormiva cosi’ bene che non volevo svegliarlo per farmi fottere dinuovo. Forse Maurizio era ancora in cucina, forse avrei potuto chiedere a lui… E se Ale si incazzava? Mi misi sotto le coperte, decisi di farmela passare o al massimo mi sarei fatta un ricco ditalino. Non c’era verso. Mi ero messa su un fianco e la fica si stava scaldando, avevo il bisogno di cazzo iniziava ad aumentare e piu’ cercavo di non pensare piu’ la mia testa si fissava li’. Dovevo trovare il modo di calmarmi. Sentivo i capezzoli che si inturgidivano e da dentro la pancia dei strani rumorini mi facevano capire che mi stavo bagnando ancora. Mi girai supina, scansai le mutandine e lentamente mi infilai due dita nella figa. Ero umida. Le tirai fuori e le leccai. La figa ha un buon sapore, capisco gli uomini che amano cosi tanto leccarla. Mi rinfilai le dita e le leccai dinuovo. Se almeno si fosse alzata Paola o Ele, potevo leccare la loro di fica. Quella di Paola mi eccitava dippiu’ perche’ Maurizio l’aveva fatta depilare, e poi quando veniva si bagnava talmente tanto che sembrava pisciasse, decisi di depilarmi anche io, avrei fatto una sorpresa ad Ale domani mattina, nella speranza che abbia avuto ancora voglia di fottermi e che gli si sia ricreato un po’ di sperma…non mi piace quando non schizza…Dio se ci penso come mi ha riempito il culo ieri sera…Ale -pensai- Ti prego svegliati… Diedi due colpi ti tosse ma niente. Con la mano destra mi sfioravo le grandi labbra della figa e le sentivo che si bagnavano sempre dippiu’. -Voglio il cazzo, perche’ non ti giri e mi fotti tesoro? svegliati- pensai piu’ intensamente e cominciai a sditalinarmi lentamente. Le dita entravano e uscivano facendo quel caratteristico ‘clok, clok’ di quando sei bagnata. -Oddio datemi un cazzo…- Cercai con gli occhi la matitona che mi aveva sfondato il culo, non la trovai, Eleonora o Paola se la erano portata di la’.-Cazzo…che faccio? – pensai in preda all’angoscia Continuai a passare le dita sopra il clitoride, era gonfio, e mi dava sollievo farlo. Sapevo che pero’ non sarei venuta cosi’ e stavo peggiorando la situazione. Tolsi le dita e mi fermai. -Basta! Sono malata cazzo, possibile che io non riesca a fermarmi?- Abbracciai il cuscino e decisi di dormire. L’odore penetrante della mia fica sulle dita umide mi faceva diventare matta, misi la mano sotto il cuscino per non sentirlo. Ero sveglia. Il sonno era passato nonostante gli occhi fossero stanchi. Il sedere mi faceva meno male di prima e il pensiero mi sollevo’. -Pensa che bello se ora si gira e me lo sbatte dentro…- -Calmati Anna…-pesai dinuovo -Calmati…cosi’ e’ peggio- Credo di essere riuscita a prendere sonno per una mezz’ora, poi il bruciorino dietro torno’ a farsi sentire dinuovo e mi risvegliai. Saranno state le sette, sette e mezza al massimo. La luce fioca del giorno filtrava dalle persiane e sentivo distintamente le auto fuori in strada. Cosa avevo sognato? Non me lo ricordavo ma ero ancora eccitata. Mi passai velocemente una mano sul taglio della figa e sentii che si era asciugata. Meno male voleva dire che mi stavo calmando. Guardai Ale, era su un fianco e mi dava le spalle. Credo di aver capito allora che lo amavo cosi’ tanto. Era solo un mese che eravamo insieme, ci siamo conosciuti il giorno della nostra laurea..lui era due persone prima di me e vedendomi nervosa mi disse – questo e’ l’unico esame dove non ti possono bocciare…e poi sei cosi’ bella che nessuno si azzarderebbe a farlo..- Mi sciolsi…Ora era il mio uomo ed ero felice di questo. Provai un’irrefrenabile voglia di abbracciarlo e di accoccolarmi a lui. Avrebbe potuto fare qualsiasi cosa di me e so che avrei acconsentito. Decisi che non me ne fregava niente e che mi sarei stretta a lui anche a costo di svegliarlo. Gli andai vicino e lo strinsi forte. Lui se ne accorse e mi mise un braccio sulle cosce. Iniziai a baciargli il collo. -Amore mio…sei sveglio?..- gli sussurrai sorridendo. La sua mano strinse leggermente la mia gamba nuda e lo interpretai come un si. Passai la mano destra sul suo uccello che continuava ad essere gonfio, lui la prese e la spinse leggermente dippiu’. Cominciai a leccargli l’orecchio e sentivo che stavo dinuovo bagnandomi. Infilai la mano nei pantaloncini del pigiama e afferrai il suo coso che si stava gonfiando. Anche se non era rigido era pur sempre un bell’arnese. Cominciai lentamente a menarglielo. Facevo scivolare la pelle sotto la cappella e poi lo richiudevo con delicatezza giu’ e su, giu’ e su. La sua mano ando’ sulla mia fica e inizio’ a stringerla leggermente, io divaricai un po’ piu’ le gambe per permettergli di arrivarci meglio. Continuavo a masturbarlo ma era ancora asciutto e non molto piu’ duro di prima. Ale aveva ancora gli occhi chiusi e non parlava. Tolsi la mia mano, la bagnai con la saliva e gli inumidii la cappella, era calda e un po’ gonfia per il lavoro della sera prima.La pelle inizio’ a scivolare meglio e aumentai un po’ il ritmo. Il suo dito si fece largo fra le grandi labbra e si infilo’ dentro di me. Non seppi trattenere un piccolo gemito. Ci stavamo masturbando, lentamente, dolcemente quasi che la violenza della sera prima fosse meno che un ricordo. La voglia di averlo dentro di me stava aumentando ma volevo che fosse lui a decidere quando impalarmi. Sentii il suo cazzo che finalmente si induriva e le sue dita che si muovevano piu’ velocemente. D’un tratto iniziai a sentire la mia mano piu’ umida e capii che si stava bagnando anche lui. Ripresi a masturbarlo con ancora piu foga, ora potevo sentire distintamente la cappella che mi passava sotto le dita e lo scatto dell’areola dal fusto del cazzo. Lo scappellavo completamente e lo rincappucciavo, giu’ e su, giu’ e su, giu’ e su. Si giro’ e mi bacio’ sulle labbra. Gli lasciai il cazzo e mi misi sileziosamente in posizione di 69, la figa a cavallo della sua faccia sul cuscino e la testa a pochi centimetri dalla sua asta. Lentissimamente gli tolsi i pantaloncini del pigiama e vidi quell’enorme nerchia del mio uomo. Un cazzo cosi’ poteva fare impazzire chiunque, perforza Maurizio non ha resistito e l’ha succhiato. Spero che abbia ancora la forza di fottermi.Circondai la nerchia di Ale con la bocca ben divaricata (senno’ non entra!) e iniziai un lento e dolce pompino quasi supplichevole. La sua cappella scivolava lenta sulla mia lingua e lentamente continuava a gonfiarsi . -questo un giorno o l’altro mi ci ammazza co sto coso…- pensai Iniziai a succhiarlo. Sentivo il netta’re sgorgare da lui ma nemmeno una parola. A noi donne piace molto prenderlo in bocca perche’ il cazzo ha un gusto tutto suo, da soddisfazione sentire che ti si gonfia in bocca, che mano mano il sapore cambia, che la cappella si indurisce e poi ti allaga, e’il sapore dell’uomo, il suo gusto piu’ intimo. Ti senti importante quando lo succhi, dico davvero. Se solo stringessi i denti potresti staccarglielo…e invece sei li’ a fargli le coccole, a sentirlo tuo. Le su mani divaricarono la mia figa e la lingua comincio’ a passare sul clitoride, era un pennello, poi ad un tratto comincio’ anche lui a succhiarlo. Sentivo quasi che stesse succhiando dalla figa tutta me stessa e mi rilassai sopra la sua faccia senza cessare il mio bocchino. Le sue gocce continuavano ad uscire e io le gustavo con la lingua. Scesi con la testa piu’ che potevo e sentii il suo cazzo sfiorarmi la gola, risalii e dinuovo giu’ fino in gola, quasi a strozzarmi. La sua lingua si pianto’ alla base dell’utero e comincio’ a scoparmi, io iniziai a succhiare a ritmo sempre piu’ serrato. Se avesse continuato cosi’ gli avrei sborrato in faccia da un momento all’ altro. Credo che lui se ne accorse e con le mani spinse il mio sedere in modo da schiacciare ancora piu’ verso la sua bocca la mia figa. La lingua entrava e usciva velocemente, poi si fermava e mi succhiava, poi ricominciava a leccare e a scoparmi. Non ci capivo piu’ nulla, anche io un po’ lo succhiavo e un po’ gli facevo una violenta sega. Ora il suo cazzo era maestoso e quando lo tiravo fuori dalla bocca e lo sbattevo con la mano gli schizzi di liquido seminale mi inondavano la faccia. Iniziai una sega furibonda, quasi a fargli male, mentre lo muovevo gli posavo la lingua sul cazzo quasi nella speranza che lui venisse li’. Non c’era verso. Io ero allo spasimo, tra pochi istanti sarei venuta e lui, nonostante fosse bagnato sembrava non voler sborrare mai. Non mi trattenni e mentre lo masturbavo con violenza venni sopra di lui. Per un attimo sentii la mia figa bollente e quella caratteristica sensazione di calore per tutto l’utero. Pensai veramente che stavo sborrando, mi sentivo quasi come se gli schizzassi sperma in faccia. La sua lingua non si fermava e continuava a leccare quel mare di umori che mi stava uscendo. Mi fermai un attimo e mi rilassai. Anche la sua lingua si fermo’. Avevo ancora in mano il suo cazzo duro come un ariete e continuavo a menarlo, questa volta lentamente. Rigoli di sperma colavano dalla mia mano fradicia e io la osservavo. Che cazzo di uccello che aveva! -non sono riuscita a farti venire..- -non ti preoccupare, non credo sarei venuto- -vuoi provare dentro di me?- -non ho la forza di tirarmi su, mi faccio una sega…- -no, ti prego…- e iniziai a menarglielo dinuovo con piu’ violenza Non c’era verso, si stava smosciando. Non avevo pero’ nessuna intenzione di lasciarlo cosi’…doveva sborrare…diventava una questione di principio… e poi a me le voglie non erano passate del tutto.. -Aspetta- dissi e mi alzai -dove vai?- mi chiese lui mente si faceva una sega da solo Mi piegai verso di lui e lo baciai sulle labbra che ancora sapevano di me -vado a chiamare rinforzi, vedi di non venire..- -ma dai..- Uscii velocemente dalla camera e andai diretta nella camera dei miei. -Siete svegli?- sussurrai nel buio -cosi’ cosi’- rispose Paola -che c’e?- chiese Maurizio -non riesco a far venire Ale- -a quest’ora?- -ma che ore sono?- domando’ la voce di Eleonora dall’ altro capo del lettone -saranno le otto- Paola sembro’ quasi scocciata -hufff lasciaci dormire..- e si abbraccio’a Maurizio che era a pancia in sotto tra le due. Ele si alzo’. Aveva un pigiama di raso bianco che metteva ben in mostra il suo fisico, non proprio perfetto ma, agli occhi di un uomo, eccitante. Aveva le tette grosse, fianchi un po’ piu’ larghi della media e vita piccola. I capelli leggrmente ondulati e castani scendevano sotto la spalla. -vado in bagno- disse -divertiti-la riprese Paola che si sistemo’ -che c’e – chiese Ele – Ale c’ha le voglie alle otto? non gli e’ bastato ieri?- -veramete le voglie sono venute a me…-risposi sorridendo – ma ora non riesco a farlo venire- Ci dirigemmo verso il bagno. -hai provato dietro? di solito vengono prima…- -non posso, ieri con la matita mi sono fatta male…approposito ce l’hai tu- -io? no, l’ho lasciata in camera tua.- -non c’e, pensavo l’avessi presa tu o Paola- Eleonora si tolse i calzoni e le mutandine e si mise a cavallo del bidet, era vero che aveva una figa enorme. Nonostante i peli si vedeva distintamente il taglio semidivaricato. -Ti lavo io- le dissi e cosi’ facendo mi avvicinai a lei. Forse Ele era la peggio di tutte e tre noi, tant’e’ che fu lei ad iniziare questa catena di sant’Antonio quando stava con Maurizio, prima che lui la mollase per Paola. Ma Ele era cosi’, si riprese dai suoi dolori il poco tempo, incontro’ un altro e alla fine divenne amica di Paola..Ora dormono insieme tutti e tre e si scopano lo stesso uomo. Misi in mano uno shcizzo di sapone intimo e iniziai a lavarle quell’enorme fica (che lei ama chiamare fregna). Passai la mano tra le labbra e con le dita cominciai ad esplorare l’utero. -Sii…lavami anche il culo…dai cosi’…- Ele era gia a duemila, era questo che la rendeva particolare. Passai la mano sull’ano di lei, e anche questo era larghissimo. -Ele, ma quanti ne hai presi per ridurlo cosi’?…-dissi ridendo sottovoce -Tanti…-rispose lei con gli occhi chiusi e l’espressione beata -Infilati…- Infilai il dito nel suo sedere e lei quasi non se ne acorse -metticene due…- -Ele, se andiamo di la in camera mia c’e’ Ale che vorrebbe venire, forse lui e’ meglio di un dito- Tolsi la mano e lei quasi si risveglio’ -Andiamo a far venire l’amore tuo…- Pantaloni e mutandine rimasero li’, sil bordo della vasca. Eleonora con l’atteggiamento di una guerriera che aveva raccolto una sfida si avvio’, a figa di fuori, verso la mia camera. -Ciao- Disse piano entrando. Ale era ancora con il cazzo difuori e se lo menava. Aveva la mano bagnata ed era riuscito a farlo indurire dinuovo -ciao- rispose lui un po’ imbarazzato Eleonora senza dire nulla gli si mise a cavallo della faccia e prendendogli la testa fra le mani disse in tono perentorio -leccamela- Ale comincio’ a leccare quell’ enorme figa che si allargava al passaggio della sua lingua, io mi avventai sul cazzo che oramai colava liquido trasparente. Dopo pochi minuti Eleonora comincio’ a gemere e a reclamare il cazzo di Ale ad alta voce. -lo vuoi il mio culo tesoro…ti va di riempirmi? dai continua a leccare che poi me lo sbatti dentro..la senti la tua fidanzatina che pompa che ti sta facendo?- E shciacciando ancora dippiu’ la figa sulla sua bocca -dai amore, fammi vedere come sborri bene…allagagli la bocca a quella troia!- Sentivo che le parole di Eleonora stavano facendo effetto, il cazzo di Ale iniziava ad ingrossarsi sempre dippiu’.Ero in ginocchio su tappetino continuavo a succhiarlo come una dannata e con una mano mi masturbavo la figa che era dinuovo fradicia. Eleonora si scavallo’ dalla bocca di Ale e si mise alla pecorina sul letto cfon la testa tra i cuscini. Con le mani si divarico’ le natiche -Presto sbattimelo dentro…- Io mollai il cazzo di Ale che ormai era divenuto una nerchia duara e fradicia, lui si alzo e impalo’ la mia amica con una facilita’ sorprendente. La sua nerchia entrava e usciva dall’ano di lei ed Ele emetteva dei sordi mugolii fra i cuscini. Io mi sedetti a terra e con la figa ben allargata cominciai a spararmi un rumororo ditalino godendomi la scena. Il cazzo di Ale entrava nel culo di lei e poi ne usciva per infilarsi nella figa. Dinuovo nel culo e poi nella figa, e ancora, ancora, ancora. Io mi masturbavo violentemete e mi pentivo di avere quel bruciore dietro perche avrei voluto essere al suo posto. -Anna..- Chiamo Eleonora Io montai sul letto e mi fu subito chiaro lo scopo del richiamo. Mi misi in posizione si sessantanove e mentre il cazzo di Ale faceva il suo dovere noi ci lecavamo le rispettive fighe. Eleonora era fradicia, completamente, gli umori colavano lentamente fra le sue cosce. L’odore della sua figa era intenso, piu’ forte del mio o dell’odore del cazzo di Ale, ma a me non dava fastidio, anzi mi eccitava dippiu’. Sentivo Eleonora che quasi voleva mangiarmi tanto ci stava sopra con avidita’ e io cercavo di fare altrettanto baciando, leccando, succhiando quanto piu’ potevo tra le sue grandi labbra umide. Vedevo da sotto il culo di lei i coglioni del mio uomo che sbattevano sulle natiche di Ele e la sua bellissima cappella gonfia, dura come un tamburo che entrava e usciva, ora dalla figa e ora dal culo. Eleonora gemeva come una vacca, lei aveva la caratteristica che quando godeva sembrava che piangesse, e con voce rotta ripeteva -si…si…che cazzo che hai..rompimi tutta..si..dai rompimi…- Una sborrata bollente mi allago’ il viso e io allargai la boca in modo da sentire il sapore del mio uomo dentro di me, lui affondo’ dinuovonel culo di lei e poi riemerse sborrando ancora e schizzando addosso alle sue cosce e a me, poi entro’ nella mia bocca e li’ rimase a darmi gli ultimi sgoccioli del suo amore.
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