Mi chiamo Sabrina e ho 20 anni. Sono la terza di tre biondissime sorelle: Eva, 27 anni, e Cinzia, 24, mi precedono e con loro, scherzando, abbiamo sempre detto a papà che in casa nostra vige il matriarcato. In effetti, essendo l’unico uomo lui è sempre in minoranza e nonostante sia un omone grande grosso e severo non la spunta quasi mai con noi, soprattutto perché abbiamo dalla nostra anche la mamma. Eva è felicemente sposata da poco più di un anno con Giulio, un bel ragazzone moro molto simpatico con il quale ho sempre scherzato volentieri. Sono contenta di averlo come cognato, e lui ha sempre avuto un debole per me, chiamandomi spesso “la sua cognatina preferita”. Eva è molto divertita da questo, dice che è bello che si creino buoni legami nella famiglia. Cinzia è “insieme” a Stefano, un simpatico ragazzotto atletico e gran chiacchierone. Pur non essendo una cima né particolarmente bello, Stefano ha una grande personalità e godeva fama di conquistatore (“macinava” ragazze al ritmo di una ogni due mesi) fino a prima di conoscere Cinzia, che l’ha raddrizzato per bene. Cinzia ha un carattere molto forte, ma credo soprattutto che gli dia quello che lui vuole da una ragazza, e cioè una razione più che abbondante di sesso, cosicché Stefano non ha sentito il bisogno di cercare sfogo con altre. Noi sorelle siamo tutte e tre carine, e Cinzia è sempre stata quella più disinibita e indipendente. Non puttana, non esistono pettegolezzi su di lei, ma è evidente che le piace farlo e farlo bene. Con me e con Eva si è sempre confidata apertamente, e devo dire che io, giovane e inesperta qual ero, ho imparato molto da quello che raccontava, provando spesso una piacevole eccitazione durante le nostre conversazioni sull’argomento. Cinzia è da quasi tre mesi negli Stati Uniti per un programma di studio finanziato dall’università. Ogni tanto Stefano ci viene a trovare, da noi si trova come in famiglia, e spesso rimane a pranzo o a cena tenendo allegra la compagnia con le sue battute. Va d’accordo soprattutto con Eva e con la mamma, che lo trovano simpaticissimo. Quanto a me, pur essendo la più giovane non sono certo la più innocente. Ho avuto un paio di storie con compagni di scuola, entrambe però concluse, e al momento non sento il bisogno di legarmi a nessuno anche se qualche volta mi manca molto un po’ di sano sesso. Ho raccontato tutto questo per inquadrare la situazione familiare prima di raccontare alcuni sviluppi interessanti che si sono verificati qualche tempo fa proprio a casa nostra. Ci trovavamo in taverna, nel seminterrato, un bell’ambientino caldo e ben arredato dove intratteniamo spesso gli ospiti a pranzo o a cena. Oltre a me c’erano Eva e Giulio in visita quella domenica pomeriggio, si parlava di vacanze sulla neve. Stefano si era unito a noi verso le quattro. Papà e mamma erano da amici a 150 km di distanza e sarebbero tornati il giorno dopo. Qualcuno propose di preparare il panettone farcito con gelato, ed Eva, attiva e operosa come sempre, si mise subito al lavoro aiutata da Stefano, mentre io e suo marito Giulio ci occupavamo della musica e della tavola. Un mobile separa l’angolo cucina dalla zona divani e tavolo. Scelte le musiche adatte, Giulio e io restammo seduti a chiacchierare di vacanze. Dalla zona cucina però gli altri due ci mettevano molto a preparare il dolce, e l’operazione era per lunghi tratti stranamente silenziosa, a tratti si sentivano invece spezzoni di frasi di Eva o di Stefano, parole sibilate a bassa voce e percepite solo in parte: “Piantala”, “Non fare lo scemo”, “Eddààài…”, “Ah, questo mi piace”, e qualche risatina di mia sorella. La cosa mi imbarazzava alquanto e pensavo che Giulio si sarebbe alzato per andare a verificare cosa stessero combinando. Invece niente, lui continuava a parlarmi come se niente fosse e sembrava non accorgersi di alcunché. Mah. Stavo quasi per dare una voce a quei due, quando li vidi spuntare da dietro il mobile con il panettone farcito in mano, con l’aria apparente di chi ha lavorato sodo per fare le cose per bene. Ma Eva aveva il viso paonazzo e i biondi capelli leggermente scompigliati, e il vestito un po’ stropicciato. Strano, pensai, Eva è decisamente la più bella di noi tre, potrebbe essere una fotomodella con quel suo corpo perfetto e il viso d’angelo, e cura il suo aspetto in maniera quasi maniacale, scegliendo accuratamente i vestiti e abbinandoli alla perfezione, non ha mai una piega fuori posto. Possibile che preparare un dolce l’abbia ridotta così? Dal canto suo Stefano era quasi euforico, spettinato, la camicia sbottonata. Ero sempre più imbarazzata, mi aspettavo una sfuriata da parte di Giulio, insomma era evidente che i due stavano combinando qualcosa in cucina. Ah, ma certo: notavo ora che Eva non aveva più traccia di rossetto sulle labbra! Cacchio, non sapevo più cosa pensare: se da una parte mi rattristava che mia sorella stesse facendo la stupida con il ragazzo di Cinzia davanti a suo marito, dall’altra mi sconcertava che Giulio sorridesse come se niente fosse, eppure era evidente quello che era successo là dietro. Mangiammo il gelato seduti vicini, Eva e Stefano, io, Giulio. Stefano continuava a fare lo spiritoso, mia sorella era rossa in viso, silenziosa e sorridente. Giulio mi parlava amabilmente. Io rispondevo cercando di mascherare l’imbarazzo. “Cosa c’è, qualcosa non va?” mi chiese il cognato premuroso. “Niente, così,” risposi. Lui mi sorrise: “Balli?” mi chiese poi alzandosi e porgendomi la mano. Guardai Eva, ma lei stava rispondendo per le rime all’ennesima fregnaccia di Stefano, ridendo come una matta.“Volentieri,” risposi a suo marito, curiosa di vedere come avrebbe reagito mia sorella. Eva è una che sa il fatto suo, volitiva e determinata. Mi sembrava impossibile che si stesse lasciando trascinare in un flirt contro la sua volontà. O aveva tutto sotto controllo, oppure se l’era cercato lei. In tutti e due i casi la cosa si faceva intrigante e, lo confesso, cominciava a piacermi. Il CD che avevamo scelto io e Giulio lo conoscevo bene: era tutta musica soft, lenta e romantica. Avremmo potuto ballare guancia a guancia per un’ora. “Eva, balli con me? Sei bellissima!” disse Stefano invitando mia sorella che accettò subito, ma prima andò a spegnere le luci principali lasciando un chiarore soffuso proveniente dalla cucinetta. Mi strinsi a Giulio e lasciai che lui mi abbracciasse. Era bello stare tra le sue braccia, invidiavo mia sorella che lo poteva avere tutti i giorni, e tuttavia da come Eva stava ballando abbracciata al ragazzo di Cinzia avrei detto che se l’era dimenticato. Giulio intanto mi mormorava cosine carine, mi riempiva di complimenti come per consolarmi da quella specie di evidente incazzatura che mi aveva preso. Sentii le sue labbra che mi sfioravano i capelli, disse che avevano un buon profumo, io mi sentii sciogliere. Avevo una voglia matta di baciarlo, ma non volevo frappormi tra lui e mia sorella. Allora guardai l’altra coppia e… sorpresa! Nell’angolo buio i due si stavano baciando, e di gusto anche! E sorpresa numero due, Giulio si era fermato e li guardava sorridendo. Alzai il viso verso il suo, di poco più alto di me, e lui mi mormorò: “Ho voglia di baciarti anch’io, dolce cognatina.” Non mi trattenni più: unii la mia bocca a quella di mio cognato e iniziammo a limonare con dolce abbandono. Qualcosa si era sciolto in me, Eva stava flirtando con il ragazzo di nostra sorella davanti al proprio marito per scelta deliberata. La spudoratezza con cui l’aveva fatto mi eccitò, soprattutto perché il tutto era stato accolto da Giulio con eccitata approvazione. Io e mio cognato ci baciammo fino quasi a sfinirci, ma anche l’altra coppia stava facendo altrettanto. Eva non nascondeva i mugolii di piacere nel succhiare la bocca di Stefano e nel farsi succhiare da lui, e addirittura sentivamo i commenti arrapati dei due mentre dai baci passavano rapidamente alle reciproche palpate. “Mmmm… Eva, che bella che sei… Mi sei sempre piaciuta da morire… Mmmm…” La mia bionda sorellona era seduta sul tavolo, la corta gonna tirata su a scoprire il bordo delle autoreggenti. Il suo giovane corteggiatore le aveva aperto la camicetta di seta e scodellato i seni dalle coppe del reggipetto, iniziando a succhiare quei capezzoli che parevano roselline appuntite, mentre con le mani possedeva da vero padrone il culo di mia sorella. “Lmmmhh… Stefano, sai baciare e succhiare da Dio… E tocchi altrettanto bene… E’ tutta la sera che mi stai palpando il sedere, lo sai che mi eccita da morire…” Giulio, la bocca incollata alla mia, con una risatina mi fece intendere che era vero: Eva si eccitava moltissimo se qualcuno toccava quel suo magnifico culetto. Nessuna meraviglia, pensai io, alla sua sorellina minore succede la stessa cosa! Mio cognato era salito già da un pezzo a palparmi i seni, e io l’avevo agevolato sollevandomi la maglia e facendoglieli sentire nudi. Le sue mani calde me li stavano massaggiando divinamente e mi stavo squagliando. Sentivo le sue dita titillarmi i capezzoli e gli esprimevo il mio godimento con mugolii di soddisfazione mentre gli mordicchiavo la lingua. Quando poi con la mano scese anche a carezzarmi il sedere, credetti di venire. Diedi un gridolino eccitato, così forte che gli altri due si fermarono girandosi a vedere cosa stava succedendo. E io lì, in piedi in mezzo al salottino, abbracciata a mio cognato, con la maglia sollevata e le tettone fuori a farmele toccare, i jeans sbottonati e semiabbassati con le mani del “mio” uomo nelle mutande… Era troppo. Come se non stessero aspettando altro, Stefano ed Eva cominciarono a spogliarsi l’un l’altra mentre seguitavano a baciarsi dappertutto. Mia sorella si sdraiò sul tavolo, dove stava già seduta, con indosso la sola camicetta aperta sui seni e le calze che le avvolgevano le gambe perfette; il ragazzo di Cinzia si era spogliato nudo e le aveva sfilato gonna e mutandine, mettendosi con la testa in mezzo alle gambe di lei per leccarle la vulva bagnata. Vedevo il membro eretto e turgido del giovane, era divinamente attraente e compresi la voglia che stava evidentemente sommergendo mia sorella: Eva si stava facendo il fidanzato di nostra sorella approfittando della sua assenza, e questo non sembrava preoccupare troppo né lei né Stefano. Da parte mia, mi liberai rapidamente di maglia e jeans e lasciai che Giulio mi sfilasse le mutandine, cosa che fece con estremo piacere, accomodandomi poi sul divano di velluto dove il mio sedere morbido trovò riposo. Rimasi lì con le cosce spalancate, per farmi guardare dal marito di mia sorella che mi piaceva tanto, mentre lui si spogliava nudo e mi raggiungeva. La sua bocca prese possesso della mia vagina umida e la baciò per un tempo che mi sembrò infinito. Con la lingua mi stuzzicava il clitoride facendomi impazzire di piacere e di ulteriore desiderio di lui. “Sabrina, come sei dolce, sei la mia deliziosa cognatina… slurp… Starei ore a leccarti questa vulva così gustosa… slurp … slurp …” Le sue parole non facevano altro che eccitarmi ulteriormente e farmi bagnare ancora di più. Sentivo i miei umori colarmi tra le natiche, prontamente accolti dalla lingua adorante di Giulio. La sua bocca mi baciò il pelo biondo, l’ombelico, poi salì ai miei capezzoli durissimi e lì cominciò a poppare quasi con violenza mentre con le mani mi spremeva entrambe le mammelle. Questo mi portò all’orgasmo e venni urlando, sotto gli sguardi degli altri due che si fermarono un attimo per osservarci sorridendo. Guardai verso di loro e li vidi entrambi nudi, lei sul tavolo a gambe spalancate, indossava solo le velatissime autoreggenti color carne, lui teneva in mano il suo rigido bastone e lo stava dirigendo verso la vulva di mia sorella. Rimasi a guardarlo mentre la penetrava: pur avendo varie volte parlato di sesso con le mie sorelle maggiori non avrei mai pensato di assistere un giorno ai loro accoppiamenti, men che meno a quelli di Eva, così sobria e sempre a posto, tutt’altro che la puttana arrapata che ora stava davanti al suo giovane amante implorandolo di penetrarla. Il ragazzo di Cinzia spinse piano il membro e lo introdusse tutto nella vagina di Eva che lo accolse con un lungo sospiro. Poi si fermò a guardarla prendendole in mano le belle tette a punta. “Eva, bella figa, ho sempre desiderato scoparti… Anche quando facevo l’amore con Cinzia… Fatti montare, bella puttana, voglio che tu goda di me… Ti piace il mio bastone?…” “Mi piace da morire, tesoruccio… Mi stai riempiendo tutta… Ooohhhh… Muoviti piano, ti sento contro le pareti della mia vagina… Cazzo, che bello… E continua a palparmi le tette, mi fai impazzire!” Li vidi iniziare a scopare di gusto, senza preoccuparsi di nascondere a noi due il loro piacere che esternavano con urletti e ansimi di godimento. Stefano si abbassò a baciarla ed Eva si sollevò col busto per andargli incontro cercando la sua bocca. Si abbracciarono così, inclinati contro ogni legge di gravità, abbracciati stretti e con le bocche incollate, fottendo come animali da monta e mormorandosi tra un bacio e l’altro parole innamorate. Giulio mi era sopra, arrapato come uno stallone, e d’altra parte io ero così bagnata dopo quel meraviglioso orgasmo che non desideravo altro che farmi chiavare dal marito di mia sorella. Scivolai in avanti in posizione orizzontale spingendo il pube contro il suo. Sentii il membro duro premere contro il mio pelo e la sua mano che lo guidava dentro di me. Forse non ero esperta come la mia sorellona, ma ero altrettanto arrapata e fui ben lieta di lasciare ogni iniziativa al di lei marito, che con la mano introdusse la punta del pene nella mia vulva e spinse fino a penetrarmi completamente. Un lungo “Aaaahhhhh!…” uscì dalla bocca di entrambi per il piacere provato e per la soddisfazione di quel delizioso adulterio consumato proprio davanti agli occhi compiacenti della consorte che a sua volta stava chiavando con un altro. I due maschi ci montarono per un bel po’, con grande diletto di noi femmine che non avremmo voluto mai smettere. Lo sciaquettio dei nostri sessi riempiva di suoni osceni la taverna aumentando la nostra eccitazione. Il primo a godere fu Stefano che sborrò gridando nella vagina di Eva mentre lei, che aveva orgasmato già varie volte durante quel rapporto, urlava “Ti amo! Ti amo! Ti amo!” Giulio resistette per molto tempo ancora, continuando a pompare dentro di me portandomi a vette di piacere mai provate. Non so dire quante volte godetti, ero completamente frastornata, la testa mi girava e volevo soltanto continuare a sentire dentro di me il cazzo duro del mio bel cognatino che mi scopava così bene. Quando poi lui disse: “Sabrina cara, sto per godere!” gli risposi di non tirarlo fuori, ma di spruzzarmi dentro tutto il suo seme. Cosa che Giulio fece molto volentieri, eiaculando in me sotto gli occhi della moglie. Rimanemmo tutti accoppiati per diversi minuti, coccolandoci piacevolmente. Poi i due maschi si staccarono da noi e Eva si alzò dal tavolo ricomponendosi. “Mi è piaciuto da matti scopare così, ma… cosa ne direste di trasferirci su morbidi letti?” Tutti fummo d’accordo, e salimmo in camera mia dove c’è ancora, oltre al mio, il letto in cui Eva dormiva prima di sposarsi. Stefano si sdraiò sul letto di mia sorella, mentre Giulio si accomodò sul mio. Mi accoccolai accanto a lui e ci baciammo teneramente per un po’. Poi volli assaggiare il sapore del suo pene che sentivo appiccicoso di sperma e del mio liquido dopo l’amplesso. Lo presi in bocca e cominciai a succhiarlo amorevolmente, leccandolo lungo l’asta, succhiandogli i testicoli, baciandolo dappertutto, insinuando la punta della mia lingua nell’apertura in punta che mi piaceva tanto. Il membro del caro cognatino rispose alle mie amorevoli attenzioni iniziando di nuovo ad indurirsi. Giulio mi invitò a girarmi e ad offrigli la vulva da leccare. Non mi feci pregare e mi sdraiai su di lui in un fantastico sessantanove. La sua lingua si immergeva nella mia figa infoiata facendomi sbrodolare dal piacere. Intanto anche Eva stava spompinando Stefano e lui la incitava: “Così, così, bella figa… Cazzo, se avessi saputo prima che eri così disponibile, avrei chiesto a tua sorella Cinzia di fare un trio! di sesso puro… Che bella boccuccia di rosa… Cazzo, Giulio, hai una moglie fantastica, te la invidio davvero, sei un uomo fortunato…” Giulio sorrideva: “Ma la moglie di un altro la si gusta di più della propria, c’è il piacere del tradimento, dell’adulterio, del sottrarre a qualcuno il piacere che spetta di diritto solo a lui…” “E non sei geloso?” diceva Stefano sorpreso. “Certo che lo sono! Ma amo Eva a tal punto che vederla godere è per me fonte di appagamento. Finché mia moglie desidererà accoppiarsi e godere con te, potrà farlo liberamente.” Ero commossa a questa dichiarazione d’amore di mio cognato. Avrei voluto avere io accanto un uomo simile e davvero pensai che mia sorella era la donna più fortunata del mondo. E visto che le cose stavano così, ancora di più sorse in me prepotente la voglia di godere di Giulio e di farlo godere di me. Stavo per montargli sopra e chiedergli di chiavarmi ancora, quando lui si alzò per andare in bagno. Eva disse: “Aspetta, ti raggiungo, me la sto facendo addosso…” e lo seguì lasciando me e Stefano soli in camera. Lui cominciò a scherzare e fece battutine divertenti sulla situazione e poi su di me, sfottendomi scherzosamente con quel suo tono canzonatorio. Gli diedi una cuscinata ridendo e cominciammo a lottare sui letti, avvinghiati. Nel sentire il suo corpo muscoloso contro il mio, mi venne un improvviso desiderio di lui. Stefano lo capì, e non resistette. Eva e Giulio sembravano persi in bagno, così Stefano mi sollevò le gambe e le allargò, mentre io afferravo il suo membro turgido e lo dirigevo verso la mia vagina. Lo sentii entrare e mi mancò il respiro. Quanto era irruento, così diverso dalla dolcezza di Giulio! Forse era per questo che ad Eva piaceva tanto amoreggiare con Stefano. Cominciammo a scopare. Mi abituai presto al suo va-e-vieni rapido e potente e al suo cazzo che, pur più piccolo di quello di Giulio, pompava tuttavia con maggior vigore. Non so se fu merito del mio arrapamento pregresso o della irruenza con cui il ragazzo di Cinzia mi stava fottendo oppure ancora della posizione con cui ci stavamo accoppiando, fatto sta che in breve raggiunsi un orgasmo potente e mi contrassi tutta in convulsioni incontrollate, schizzando un getto di liquido sulle cosce del mio giovane amante. Stefano si era fermato momentaneamente, ancora col cazzo duro e pronto a continuare la monta, quando Giulio ed Eva rientrarono dal bagno e ci apostrofarono scherzosamente. “Ma bene!” rise Eva, “Ti stai chiavando anche la mia sorellina, brutto porco! E io credevo che amassi solo me!” “Ah, traditrice!” aggiunse Giulio rivolto a me, “Non appena mi allontano vai a letto con il primo che capita!” Stefano si staccò da me, a malincuore ma pregustando nuovi piaceri con mia sorella, davanti alla quale s’inginocchiò implorando scherzosamente perdono. Le abbracciò i fianchi fingendo lacrime di pentimento, poi cominciò a baciarle il pelo biondissimo e morbido come piumino d’oca. “Ora basta, fedifrago!” disse Eva. “Sconterai la tua punizione!” “Come comandi, signora!” rispose Stefano fingendo sottomissione. La mia bella sorellona si mise sul letto a quattro zampe e spinse in fuori quel suo magnifico culo da calendario: “Adesso mi devi leccare tutti e due i buchetti finché non ti dico di smettere!” disse ridendo. Stefano si accinse alla punizione con gaudio. Le afferrò i fianchi formosi e ben fatti e cominciò piano a passare la lingua sulle natiche di lei che si trattenne a stento dal gemere di piacere. Leccò e leccò, e mordicchiò e palpò quelle belle natiche, poi finalmente inizio a penetrarle l’ano delicato con la lingua, facendola poi scivolare in basso per assaporare anche la vulva umida della sua bella amante. Continuò per un bel pezzo e ne provava piacere, a giudicare dai movimenti che faceva con la testa, quasi a volersi mangiare il bel culo di mia sorella. Non gli sembrava vero di godere così di una donna così bella, di qualche anno più grande di lui, sposata e per giunta sorella della sua fidanzata! Il membro già duro per la scopata con me divenne ancora più turgido, e quando mia sorella decise che il suo desiderio era al massimo (i suoi gemiti riempivano la stanza da diverso tempo) cominciò a chiamarlo con nomignoli affettuosi e lui capì che era giunta l’ora di farla godere come si deve. Le si avvicinò e afferratala per i fianchi la penetrò scopandola per bene. Giulio invece mi era venuto sopra e mi stava baciando fino a soffocarmi, cosa che mi piaceva tantissimo. Mi mangiò di baci dappertutto continuando a chiamarmi “deliziosa cognatina”. Mi mordicchiò un orecchio, me lo leccò, mi ciucciò i capezzoli e mi palpò le tette, mi toccò il sedere e lo massaggiò per un tempo infinito continuando a baciarmi dappertutto. Alla fine lo costrinsi a sdraiarsi e gli salii sopra, impalandomi sul suo uccello grosso e dritto. Oh cazzo, che bello sentire di nuovo mio cognato dentro di me! Lo cavalcai come un’amazzone mentre lui mi seguiva nei movimenti tenendo saldamente nelle mani le mie tette impazzite. “Aspetta, voglio ciucciarti le mammelle mentre scopiamo…” disse ad un tratto. Si tirò su seduto con me ancora in braccio, un lavoro di addominali veramente notevole che mi accese ancora di più. Mise la testa tra le mie poppe e cominciò a baciarle, leccarle e palparle mentre il suo membro non cessava quel meraviglioso andirivieni nella mia vagina impazzita di lui. Stavo gemendo e ansimando forte per il piacere provato. Ero prossima all’orgasmo e sentivo che sarebbe stato travolgente, soprattutto perché era il mio adorato cognatino a farmi godere, e per giunta sotto gli occhi di mia sorella, sua moglie, che intanto ansimava e godeva del giovane stallone rubato a nostra sorella Cinzia. Mi sentivo le tette scoppiare per il piacere e stringevo al mio seno la testa del cognatino facendomi ciucciare con! piacere. Dopo un tempo infinito sentii Giulio sborrare ansimando e godetti anch’io sbrodolandomi sull’uccello di lui che mi stava riversando nell’utero tutta la sborra calda che di solito si prendeva mia sorella. Eva raggiunse un orgasmo galattico poco dopo di me sotto i colpi del giovane fidanzato di Cinzia, che godette in lei riempiendola di sperma. Ci adagiammo tutti e quattro esausti sui nostri letti d’amore, senza fiato, continuando a coprirci di baci e di coccole, finché i nostri due stalloni si addormentarono profondamente. Io e la mia sorellona, invece, restammo a parlottare amabilmente sdraiate accanto ai nostri amanti, ancora avvolte da un piacevole languore per l’entusiasmante pomeriggio d’amore. Eva mi confidò che niente di quello che era successo quel giorno era stato preparato prima né in alcun modo discusso tra lei e Giulio. “E’ vero, Stefano mi è sempre piaciuto e qualche volta ci ho fatto un pensierino… Mi sono anche masturbata pensando a lui e Cinzia che facevano l’amore, immaginando poi che, dopo aver scopato con lei, lui dedicasse a me le sue attenzioni… Ma ti ripeto che erano solo fantasie erotiche fini a se stesse, fino ad oggi!” “Io ero molto imbarazzata quando tu e Stefano flirtavate in cucinetta, con Giulio che continuava imperterrito a parlare con me…” “Quando Stefano è arrivato, oggi, mi sono intenerita molto e ho pensato: povero cucciolo, come farà ora che Cinzia è lontana per tanto tempo? La scintilla è scoccata proprio in cucina, con lui arrapato che ha cominciato a baciarmi e a toccarmi il sedere, e poi il seno… Dapprima ero seccata, ma poi mi sono eccitata, sarà stato quel senso di proibito, il timore di essere scoperti da mio marito che era proprio dietro l’armadio e ci poteva vedere e sentire…” Sorrisi teneramente pensando a Giulio. “Ti confesso che anche a me tuo marito è sempre piaciuto, e tu lo sai. Non ho mai pensato di rubartelo, ma ho sognato spesso di farmi baciare da lui… baciare dappertutto, intendo… E quando oggi ho visto come si stavano mettendo le cose tra te e Stefano, e che Giulio vi guardava benevolo, mi sono detta: cosa potrei desiderare di meglio? Ora o mai più!” Eva rise di gusto. Parlammo di tutto, di cose intimissime, di fantasie sessuali, e pur senza esprimerlo chiaramente appariva quasi sottinteso che ci sarebbe piaciuto molto ripetere incontri come quello di oggi. Dopo quasi un’ora i due maschi uscirono dal loro torpore e si godettero le carezze di noi due femmine. Era l’ora di cena e dovevamo darci una smossa. Prima di alzarsi, dopo essersi stirata mostrando il bel corpo flessuoso, Eva disse a Stefano: “E bravo, ora ti sei chiavato tutte le femmine della nostra famiglia!” “Non tutte,” rispose lui con un sorrisetto. Eva lo guardò con aria interrogativa, io invece cominciavo a capire. “Mancherebbe ancora la vostra bella mammina…” Eva e io ci guardammo sorridendo maliziosamente. “Potremmo organizzare qualcosa…” disse la mia cara sorellona. “Si può fare…” risposi con un sorriso complice.
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