Vorrei raccontare quella che ricordo come la mia prima e più bella esperienza sessuale. Avevo qualche problema con il profitto scolastico dovuto sia all’ambientamento con la nuova scuola, sia al nuovo periodo dello sviluppo che stavo affrontando: quello dell’adolescenza con tutti i cambiamenti che porta, compreso quello a livello sessuale. Avevo ancora un fisico gracile ed ero leggermente più indietro nello sviluppo puberale rispetto ad alcuni miei coetanei, da poco più di un anno mi erano comparsi i primi peli sul pube e da quel periodo avevo anche scoperto la masturbazione che praticavo regolarmente cominciando a sentirmi attratto dal gentil sesso. Ovviamente fino a quel momento non avevo avuto alcun contatto particolare con le mie coetanee se si esclude quanto successo durante un veglione di S. Silvestro organizzato a casa di un amico dove una ragazzina più esperta di me aveva passato parte della serata ad insegnarmi a baciare, compreso il bacio alla francese. Inutile negare che quel primo particolare approccio mi aveva lasciato il segno sotto forma di una bella cotta, ma la cosa non ebbe alcun seguito, quella amichetta non si fece più viva ed io oltre a rimanerci assai male rimasi con la voglia insoddisfatta di qualche altro tipo di contatto con il corpo femminile. Tutto questo mi distraeva nei momenti particolari della giornata scolastica causandomi alcune difficoltà, in particolar modo con la matematica, così i miei genitori dopo aver visto i voti del primo quadrimestre decisero di mandarmi a delle lezioni di sostegno da una insegnante che esercitava in un altro istituto della città. La professoressa si chiamava Adele A., aveva trentasei anni, i capelli castani scuri che da poco si era fatta schiarire, due occhi vispi e scuri e quando sorrideva lasciava intravedere una simpatica fessura fra i denti anteriori, di statura e corporatura normale aveva un seno di generose dimensioni che comunque non metteva mai in evidenza dato che vestiva quasi sempre in maniera sobria e non provocante, abitava a qualche isolato da casa mia ed era sola da un paio di mesi da quando si era lasciata con il suo convivente. Iniziate le lezioni pomeridiane Adele si dimostrò subito una persona molto gentile e simpatica che cercava in tutte le maniere di mettermi a mio agio e di aiutarmi il più possibile. Dopo un mese fra noi due si era stabilita una certa confidenza, durante le lezioni non trattavamo solamente la materia scolastica, ma a volte discutevamo anche dei miei problemi di giovane adolescente per i quali lei cercava sempre di darmi dei consigli visto che aveva attraversato quel particolare periodo prima di me. Quella insegnante mi stava diventando sempre più simpatica, ma da un po’ di tempo cominciavo a guardarla anche come donna, a volte il mio sguardo finiva sulle gambe che lei da seduta aveva accavallato e a volte se aveva la camicetta leggermente sbottonata ero attratto da quella parte della fessura che formano i seni stretti fra loro che riuscivo ad intravedere, lei si era certamente accorta dei miei sguardi furtivi e rispondeva, probabilmente compiaciuta, con qualche sorrisetto. Un pomeriggio di fine marzo, venuto a sapere che Adele il giorno precedente aveva compiuto gli anni mi presentai a lezione con una rosa in mano per farle gli auguri. La prof rimase sorpresa e quasi commossa, mi disse che gli anni precedenti era abituata a festeggiare il suo compleanno assieme all’ex fidanzato, ma questa volta aveva trascorso la giornata da sola, questo le aveva dato grande tristezza. Adesso però si sentiva felice per il mio gesto, perchè qualcuno si era ricordato di quella ricorrenza, a tal punto che per quella volta mi propose di fare qualcosa di diverso dalla solita lezione di matematica lanciando l’idea un bel brindisi con una bottiglia di spumante che teneva in frigorifero. Ci sedemmo ed iniziammo a bere chiaccherando allegramente ed ascoltando della musica dalla radio, quasi senza accorgerci avevamo praticamente scolato buona parte della bottiglia, ad un certo punto lei riconobbe una canzone lenta che le piaceva particolarmente e così mi chiese se sapevo ballare. Io non avevo certamente grosse esperienze da ballerino ma non seppi rifiutare rispondendole con un sorriso, quando ci siamo alzati dalle sedie abbiamo avuto la sorpresa dell’effetto dello spumante dato che entrambi sentivamo le gambe traballanti. Abbiamo ballato per due o tre minuti uno stretto all’altra per paura di cadere, ma poi iniziò a girarci anche la testa così ci siamo accomodati sul divano ridendo a crepapelle per quanto era successo e per effetto dello spumante. Abbiamo scambiato qualche breve battuta seduti uno a fianco dell’altra, poi Adele guardandomi dritto sugli occhi mi chiese se oltre all’esperienza del ballo avevo già fatto anche quella del bacio. Ci fu qualche istante di silenzio e di sguardi intensi e poi all’improvviso le nostre labbra si trovarono a contatto, il primo fu un timido e veloce bacio superficiale seguito da altri che diventavano sempre più intensi man mano che ci rilassavamo, mentre le nostre lingue si incrociavano focosamente siamo scivolati giù di fianco. Una volta in posizione stesa lei prese la mia mano e la appoggiò sul suo seno sopra alla giacca di lana, quindi infilò la sua dapprima sotto alla mia felpa e di seguito sotto alla maglietta arrivando così a contatto con la liscia pelle del mio ancora gracile torace provocandomi un lungo brivido sulla schiena. Mentre Adele mi accarezzava il petto io mi ero fatto coraggio sbottonando parte della sua giacca di lana ed un paio di bottoni della camicetta, la mia mano giunse a contatto del suo reggiseno e fu riempita dalle generose dimensioni della sua mammella. Mi sentivo eccitatissimo e desideroso nel proseguire la mia esplorazione, cominciai ad infilare la punta delle mie dita all’interno della coppa del reggiseno fino ad arrivare a contatto del capezzolo che prese a crescere di dimensioni man mano che lo stuzzicavo. Adele rispose a quella mia palpazione non solo respirando più profondamente ed emettendo dei mugolii dal profondo della gola ma anche spostando la sua mano dal mio petto fino alla patta dei miei pantaloni e muovendone il palmo lentamente su e giù lungo la mia erezione. Dopo qualche istante sempre più eccitata mi sbottonò i jeans ed abbassò la cerniera, poi infilò le sue dita all’interno dei miei slip sussurrandomi all’orecchio: “cosa abbiamo quì?…” e quando arrivarono a diretto contatto della mia erezione emise un “hmmmmm…” cominciando a muovere su e giù la pelle del mio pene e dimostrando grande esperienza in materia. Superata la momentanea sorpresa per quando mi stava accadendo mi lasciai andare all’incredibile piacere che Adele mi stava provocando masturbandomi, le presi il turgido capezzolo fra pollice ed indice stringendolo sempre con maggiore intensità. Dopo circa un paio di minuti non ebbi il tempo di accorgermi che stavo per venire, lo sperma cominciò a schizzare fuori dal mio pene finendo fra il tessuto dei miei slip e le sue dita. Un attimo dopo avevamo smesso di baciarci e di toccarci, la prof forse un po’ sorpresa portò fuori la mano dai miei slip ed osservò brevemente quel poco di sperma che aveva fra le dita e mi disse sorridendo: “…hmmmm…non ti facevo già così…così maturo…”, poi si alzò dal divano ed andò a darsi una sciacquata alle mani ed al viso mentre io che avevo una vistosa macchia sugli slip cercai di rimettermi in ordine. Passarono un paio di giorni prima della lezione seguente durante i quali mi sentivo incredulo per quanto era successo, a quel punto il mio unico desiderio era che la cosa potesse avere un seguito, arrivò il momento che ci trovammo nuovamente assieme per la lezione di matematica, c’era chiaramente un po’ di imbarazzo fra noi due ma Adele cercando di fare l’indifferente iniziò la lezione come se nulla fosse successo in precedenza. Dopo una mezz’ora di matematica forse non potendo più reggere alla tentazione fu lei stessa ad aprire il discorso chiedendomi se avevo fatto parola con qualcuno di quanto era successo fra noi due la volta precedente e dopo aver avuto la mia risposta negativa mi chiese di non farlo mai neanche in futuro, “…se manterrai il segreto…” disse “…vedrai che saprò contraccambiare…”, mi accarezzò i miei lunghi capelli biondi e mi diede un veloce bacino sulle labbra. Io la guardai in silenzio con l’espressione di chi si aspettava qualcosa di più di quel furtivo bacetto, lei lo intuì subito e sorridendomi riavvicinò le sue labbra alle mie e fu così che ci lasciammo andare ad un bacio lungo e passionale. Quando le nostre labbra si staccarono si era ristabilita una particolare situazione elettrica fra noi due, Adele appoggiò la mia testa sulla sua spalla e mentre mi accarezzava dolcemente prese a parlarmi arrivando in breve a chiedermi le mie impressioni su quanto era successo la volta precedente e se in seguito l’avevo desiderata. Aggiunse che fino a quel momento, anche a causa del mio aspetto, mi aveva considerato poco più che un bambino, ma dopo quel nostro approccio provava una morbosa curiosità nei miei confronti, di seguito mi prese per mano e mi fece alzare. Mi guardò in silenzio per qualche istante dritto negli occhi e poi lentamente mi sollevò e mi tolse il maglione, proseguì senza sosta anche con la mia camicia e la maglietta che portavo sotto a questa. Guardò il mio gracile e liscio torace e poi portò le sue calda labbra a baciarmi sul petto, mentre mi leccava delicatamente i capezzoli facendomi provare un piacere inaspettato mi slacciò la cinta dei pantaloni, sbottonò i jeans e li fece calare a terra, quindi all’azione della sua bocca sul mio petto si aggiunse quella delle sue mani che si erano infilate posteriormente all’interno dei miei slip facendo affondare delicatamente le sue unghie sui miei glutei. Poi si staccò all’improvviso lasciandomi in piedi con i soli slip addosso ed una insistente erezione che spingeva sotto a questi improvvisando una specie di strip-tease. Sotto il mio sguardo incredulo ed eccitato in maniera inverosimile la trentaseienne rimase con le mutandine ed una attillata canottiera intima che le metteva in bella vista le prosperose forme del seno ed i capezzoli turgidi per l’eccitazione spingevano chiaramente contro il tessuto. Vedendo che si era fermata quasi sbavando la pregai di proseguire, Adele era ben conscia di avermi in pugno e di potermi manovrare a suo piacere, mi rispose con un sorriso chiedendomi se desideravo vederla a seno nudo, ero talmente in sua balìa che arrivò a farmi confessare che mi ero anche masturbato pensando alle sue tette. Rimase piacevolmente eccitata nel sentirmelo ammettere che mi propose di mettere in atto la cosa e disse con voce languida: “…mi eccita un casino sapere che un ragazzino si masturba desiderando il mio corpo e mi piacerebbe moltissimo togliermi la canottiera mentre tu ti tocchi per me…”. Non avrei mai pensato di essere capace di fare una cosa del genere, ma oramai mi aveva soggiogato, vedendomi titubante mi disse: “…coraggio cosa aspetti, comincia col toglierti gli slip…”. Mentre abbassavo il mio ultimo indumento lei puntò lo sguardo curioso ed impaziente fra le mie gambe ripassandosi le labbra con la punta della lingua, il mio giovanissimo pene svettò fuori dritto e lei compiaciuta si lasciò scappare un commento: “…hmmmmm ma che bel cespuglietto…” aggiungendo subito dopo: “…ora comincia a toccarti mentre io mi tolgo la canottiera…”. Mi vergognavo a farlo di fronte ad una donna, ma non seppi resisterle così la mia mano indecisa cominciò a muoversi lentamente, Adele osservò con lo sguardo eccitato per qualche istante e poi iniziò a sollevare con estrema lentezza la canottiera scoprendo centimetro dopo centimetro dapprima l’ombelico poi la zona dello stomaco soffermandosi un attimo alla base del seno per sfilarsi poi definitivamente l’indumento sopra alla testa. Man mano che si sollevava la canottiera il mio cuore batteva sempre più forte e la mia mano si muoveva sempre più velocemente lungo il mio pene, quando il suo prosperoso seno apparve finalmente alla mia vista stavo quasi per venire. Era la prima volta che avevo una donna davanti a me a seno nudo, rimasi estasiato da quella visione, le sue dimensioni erano generose ma non esagerate o volgari, libero dagli indumenti il seno le riempiva la parte alta del torace, era leggermente rilassato ma non certamente molle o flaccido, le areole di colorito rosa scuro erano rotonde e molto larghe ed i capezzoli grossi e dritti. Adele compiaciuta nel vedermi estasiato di fronte alle sue grosse tette mi invito a proseguire nella mia masturbazione e per un po’ chiuse gli occhi reclinando all’indietro la testa mentre con le mani si massaggiava i seni ed i capezzoli. Riaprì gli occhi qualche istante dopo ed intuì che stavo per venire e disse: “così…bravo… adesso voglio vederti mentre godi… fallo sulle mie tette… voglio vederti godere sulle tette che ti piacciono tanto…”. Il mio giovane e pulsante arnese era a pochi centimetri di distanza dal suo seno che colpii con alcuni violenti schizzi di caldo sperma quando raggiunsi l’orgasmo, Adele guardò il mio pene eruttare con una espressione quasi estasiata. Quindi mi abbracciò stretto facendomi sentire le sue grosse tette bagnate dal mio sperma spingere contro il mio petto e mi diede un bacio mozzafiato con la lingua che quasi mi soffocava, mentre mi baciava portai una mano lentamente in basso fra le sue gambe a contatto con le sue mutandine notando subito che erano umide, ma lei me la allontanò delicatamente dicendomi: “…aspetta, non avere fretta…ogni cosa a suo tempo”. Dopo esserci rimessi in ordine e rivestiti mi diede appuntamento alla lezione seguente. La volta dopo facemmo solo mezz’ora di lezione di matematica, era chiaro che entrambi stavamo pensando a qualcos’altro, così dopo un desiderato bacio Adele mi confessò di essersi eccitata molto la volta precedente quando mi ero masturbato di fronte a lei per poi venirle sul seno “a tal punto” aggiunse “che dopo che te ne sei andato non ho resistito a masturbarmi furiosamente ripensando a quanto era successo”. Non avevo mai pensato alla masturbazione femminile, ma a quel punto la cosa mi incuriosiva così tanto che le chiesi delucidazioni in merito, la eccitata trentaseienne mi rispose riproponendomi la situazione precedente ma questa volta con le parti invertite, cioè lei si sarebbe dovuta masturbare guardandomi mentre mi spogliavo. Iniziammo subito, osservai Adele mentre in breve tempo si tolse tutti gli indumenti, ebbe solo un attimo di pausa prima di abbassarsi gli slip, quando si tolse anche le mutandine rimasi col fiato mozzato nel vedere per la prima volta una donna tutta nuda di fronte a me, la sua bella topa era circondata da una rada foresta di lucidi peli neri così ordinati da sembrare quasi pettinati. Portò il dito medio sulla fessura ed iniziò a muoverlo lentamente e delicatamente esternamente a questa dopo avermi chiesto di iniziare a spogliarmi, poi ne infilò una parte emettendo un lungo mugolio ed iniziando a sgrillettarsi sotto il mio emozionato sguardo. Un paio di minuti e anch’io ero tutto nudo col pene eretto di fronte alla prof che smise di masturbarsi chiedendomi se desideravo proseguire io. Senza attendere la mia ovvia risposta si stese ed allargò le gambe, mi chiese di mettermi vicino a lei e guidò il mio dito fra le bollenti labbra della sua vagina, la mia mano tremava quando arrivai a contatto della sua bagnatissima ed appiccicaticcia peluria. Il ritmico movimento della mia mano fu presto abbinato a quello della mia bocca quando lei spinse la mia testa fra i suoi seni e mi invitò a succhiarle le tette, appoggiai le mie labbra a turno sulle larghe ed invitanti areole ed in breve i capezzoli diventarono turgidi e molto voluminosi. Quando fu prossima all’orgasmo spinse con decisione la mia testa fra i suoi morbidi meloni quasi da farmi soffocare ed inarcando il bacino emise un lungo e profondo lamento di piacere, sentii che le mie dita erano tutte sbrodolate dagli abbondanti umori vaginali che aveva emesso. Ci alzammo guardandoci brevemente in silenzio, poi Adele mi disse: “…ora hai imparato un primo modo di far godere una donna…adesso è il tuo turno…”. Si inginocchiò di fronte a me e cinta la mia erezione fra le sue dita vi avvicinò le labbra per poi raccogliere una gocciolina di liquido preseminale che era presente sul glande con la punta della lingua, un brivido incredibile scosse il mio corpo, un istante dopo il mio arnese finì fra le sue fauci, la sua avida bocca in un attimo inghiottì il mio pene che all’epoca in posizione eretta non superava i 12 cm. Una sensazione nuova e meravigliosa pervase il mio corpo di inesperto adolescente, le sue labbra si mossero con precisione e non impiegarono molto a portarmi verso il massimo piacere. Sentii le gambe tremare e qualche istante dopo i muscoli dei miei glutei si irrigidirono nel momento che la sua bocca raccolse lo sperma schizzato fuori con veemenza dal mio prepuzio, la sua lingua ingorda lo raccolse tutto anche le goccioline uscite qualche istante dopo il mio orgasmo. Subito dopo dovetti sedermi perchè mi sentivo cadere a terra, lei si chinò per darmi un ultimo veloce bacino ed il solito appuntamento per la volta seguente. All’inizio della lezione successiva mi parlò francamente a riguardo di quanto era successo fra noi due fino a quel momento affermando che era stato bellissimo scoprire assieme certe emozioni, ma eravamo oramai in un periodo cruciale dell’anno scolastico, il mese di Aprile, e sarebbe stato meglio da quel momento in avanti pensare solamente alla matematica. Nei giorni che seguirono cercai in tutti i modi di darle ascolto anche se mi mancavano moltissimo certi contatti che avevamo sperimentato assieme. Arrivò il momento dell’interrogazione e del compito decisivi per il mio giudizio finale in matematica e, anche se a fatica, riuscii ad ottenere la sufficienza. Eravamo ai primi di Maggio e mi recai a casa sua per comunicarle la lieta notizia e per congedarmi da lei, visto che a quel punto non avevo più bisogno delle sue lezioni di matematica. Adele fu molto felice di quella lieta novella mi abbracciò forte e mi diede un breve bacio sulle labbra, ma non andò oltre, era trascorso quasi un mese dal nostro ultimo contatto sessuale ed io non avevo certamente dimenticato o perso la speranza di una ulteriore possibilità, così presi l’iniziativa riabbracciandola e dandole un lungo e passionale bacio. Lei non disdegnò, anzi quando le nostre labbra si staccarono mi guardò fisso con un dolce e caldo sorriso e mi sussurrò delicatamente: “…sei stato proprio bravo a scuola… meriti un bel premio… oggi diventerai uomo…e questa sarà la lezione finale…”. Al momento non compresi subito il significato delle sue parole, Adele mi accompagnò per mano in camera da letto e lì lentamente cominciammo a spogliarci a vicenda fino a rimanere completamente nudi. Una volta coricati sul letto per alcuni minuti fu un susseguirsi di carezze e baci, poi Adele strinse il mio pulsante pene fra le dita e disse con voce languida: “…adesso voglio sentirlo dentro…”, allargò le gambe e lo diresse verso il suo bollente orifizio, provai come una scossa elettrica quando sentii la sensibilissima pelle del mio glande a contatto della sua umida ed appiccicaticcia peluria. Una volta puntato mi chiese di star tranquillo e spingere lentamente ma con decisione, in un attimo fu risucchiato all’interno della sua calda e morbida tana. Stentavo a crederci, lo stavo proprio facendo, per la prima volta stavo facendo l’amore, e lo stavo facendo con la professoressa di matematica che nei mesi scorsi era stata l’oggetto del desiderio delle mie masturbazioni. Nei primi momenti seguii il suo consiglio di muovermi lentamente, poi la sentii respirare sempre più profondamente e rumorosamente ed iniziò ad incitarmi in maniera diversa: “…oh siiiii… più veloce adesso… da bravo dacci dentro… così siiii… ancora più veloce…e hmmmmmm… e cerca di resistere non venire proprio ora senza farmi godere…”. Sotto le spinte decise ed ora più veloci del mio bacino le sue tette sballonzolavano come impazzite, ero ormai vicino ad esplodere ma anche lei si stava avvicinando all’orgasmo, chiuse le gambe a tenaglia sopra la mia schiena ed io mi attaccai alle sue grosse e morbide tette stringendole forte per il rush finale. All’improvviso sentii le convulse contrazioni del suo orgasmo, un paio di istanti ed iniziai ad eiaculare come mai fino a quel momento avevo fatto, gli schizzi di bollente sperma le amplificarono l’orgasmo, Adele godette con un lungo lamento e graffiandomi la schiena. Appena riprese fiato mi disse sorridendo: “…accidenti a te piccola peste mi sei venuto dentro… per fortuna che faccio uso della pillola… ma ne avevo bisogno anch’io… non lo facevo più da un po’ di tempo da quando mi sono lasciata con il mio uomo…”, quindi rimanemmo stesi ed abbracciati per un po’ in silenzio e poi ci fu il commiato finale quando Adele mi disse: “…bravo… hai superato bene anche questo esame… buona fortuna per il prossimo anno scolastico… ma non cercarmi più come amante… è tempo che tu ti trovi una fidanzatina… ciao…”.
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