Lara e Jack erano quella che si potrebbe definire una coppia felice. Belli, giovani, ricchi, senza particolari problemi di lavoro, una sana voglia di vivere e divertirsi e una bellissima casa sulla spiaggia, lontana dai rumori della città, piena di vetrate che ogni sera offrivano lo spettacolo del tramonto sull’oceano, spettacolo che non lasciava indifferente neanche il bellissimo labrador che oltre che a fare compagnia era anche una sicurezza per la guardia, vista la sua mole non indifferente. Sarà stato per quei colori così accesi che illuminavano il cielo, sarà stato che comunque ogni momento poteva essere quello giusto, ma con il calare del sole penetrava in entrambi una voglia sfrenata di scoprirsi, di toccarsi, di baciarsi in ogni parte del corpo, di scopare in tutte le posizioni conosciute e, se possibile, inventarne delle altre. E non si limitavano a farlo all’interno della loro lussuosa abitazione, ma spesso si ritrovavano a rincorrersi nudi sulla spiaggia deserta per poi rotolarsi sul bagnasciuga alla ricerca sfrenata di piacere. Chi non avrebbe voluto essere al loro posto? Una sera, come tutte le sere, dopo una cenetta a base di filetti di pesce in carpaccio, annaffiati da un buon vino bianco secco e ghiacciato, si misero seduti sul dondolo che stava sotto la veranda davanti al mare, per ammirare lo spettacolo del tramonto. Il loro abbigliamento leggero permetteva ad entrambi di individuare ogni profilo dei loro corpi e ogni variazione dovuta alla loro reciproca eccitazione. La maglietta di Lara malcelava i suoi seni esplosivi e metteva in risalto l’areola dei capezzoli che, pregustando le prossime carezze di Jack, erano già duri e turgidi. E anche i pantaloni di quest’ultimo faticavano a nascondere un pacco di carne pronto a lievitare sotto le attenzioni di lei. Così, con gli occhi puntati verso l’orizzonte, senza fretta iniziarono ad accarezzarsi. Lara aveva la testa appoggiata sul petto nudo del suo amante e, mentre lui le passava delicatamente la mano fra i biondi capelli, iniziò a giocherellare con il cavallo dei suoi pantaloni. La reazione del giovane non si fece attendere e dal quel morbido pacco di carne si erse un lungo bastone caldo che puntava dritto verso l’elastico dei pantaloni facendo capolino all’esterno. “Sei fantastica” sussurrava Jack all’orecchio della sua amata, che nel frattempo aveva estratto fuori tutto il cazzo e lo rimirava illuminato dai colori rossi del sole che scendeva nel mare. “E’ bellissimo” rispondeva lei, riferendosi a quel totem che si ergeva fra le sue mani e che lentamente si avvicinava alle labbra per accarezzarlo con la lingua. Così facendo lasciava sulla cappella un velo di saliva che lo rendeva ancora più lucido e eccitante. Man mano che la lingua di Lara si faceva sempre più intraprendente, anche le mani di Jack si davano il loro bel daffare e dopo aver sollevato la gonnellina elasticizzata che copriva (poco) i tesori della ragazza, mise a nudo il suo bel culo, che sembrava un altro sole che tramontava, e dopo aver solcato la vallata che divide i glutei, si trovò a contatto con la sua fica semi depilata e già bagnata di liquido caldo e profumato. Il medio di Jack andò a cercare il clitoride, allargando con l’indice e l’anulare le grandi labbra, mentre il dito pollice indugiava sul buchino posteriore accarezzando la rosellina rugosa ancora contratta. La bocca della giovane ormai si era impossessata dell’asta e pompava su e giù interrompendo di tanto in tanto solo per lappare con la lingua nel tentativo di recuperare la saliva che colava fino alle palle. Aveva deciso che quella sera avrebbe fatto godere così il suo uomo. Le piaceva sentirlo gonfio e duro fra le sue labbra, sentirlo ansimare pregustando il sapore della sborra che dopo qualche minuto sarebbe schizzata come per magia dalle viscere e ben volentieri si sarebbe lasciata innaffiare da quella cascata caldo e vischiosa che ogni volta aveva un gusto e una consistenza diversa. Per migliorare la sua posizione Jack si distese sul divano a dondolo portandosi sotto al corpo di Lara. Così anche lui poteva leccare la fica colante della sua amante in un perfetto 69. L’aria si riempì di suoni e di colori, e anche il Labrador che era stato accucciato fino ad allora, si mise stranamente ad ululare in direzione del cielo. Lara sentiva che il frutto del suo lavoro stava per sopraggiungere, ma non aumentò l’intensità della sua pompa, voleva farlo giungere lentamente, farlo durare il più possibile. Quei momenti non dovevano finire mai. Ma ormai anche lei era prossima ad un orgasmo e anche ai suoi orecchi giungevano suoni e sibili che in realtà non c’erano. Sentiva la cappella che ormai prendeva tutto il posto dentro la sua bocca e con altri due colpi carpì le vibrazioni violente del corpo di Jack proprio mentre anche lei veniva sconquassata da un fortissimo orgasmo. Sentì un primo fiotto schizzargli direttamente in gola e un altro che le scorse lungo la lingua mentre estraeva fuori il cazzo che ormai schizzava all’impazzata. Le piaceva guardarlo mentre faceva così, la eccitava da morire sentire la contrazione dell’asta con la mano e sentire lo! sperma salire per il canale lungo il bastone per poi fuoriuscire in zampilli caldi che si andavano ad appiccicare sul suo volto e sul suo corpo. Naturalmente il passaggio successivo era raccogliere con la sua lingua quel liquido biancastro e ripulirsi con le dita il volto per poi farsi colare lo sperma in bocca. “E’ vero che anche l’occhio vuole la sua parte, ma la lingua non ci deve rimettere” diceva a Jack, quando completava questa operazione. Naturalmente, l’uomo era perfettamente d’accordo. Ma quella sera ebbero entrambi la sensazione che ci fosse stato qualcosa di strano. E’ naturale lasciarsi coinvolgere con tutti i sensi durante un orgasmo di queste proporzioni, ma curiosamente entrambi avevano visto e sentito le stesse cose. “Sei stata fantastica, quando mi hai fatto godere ho avuto la sensazione che il cielo si squarciasse in due, un lampo mi ha accecato gli occhi e ho sentito un sibilo che mi ha attraversato completamente il cervello.” “Anche tu lo sei stato, e anche io ho avuto la stessa “allucinazione” e aggiungo che mi è sembrato di sentire una specie di vento caldo che mi accarezzava il corpo, proprio mentre mi facevi raggiungere l’orgasmo!” rispose la ragazza “e anche il nostro cane sembra stranamente nervoso, non lo avevo mai sentito ululare così!” “Sarà stato l’effetto del tramonto” “O forse il vino” “Se fosse così, ricordiamoci dell’etichetta, domani ne compro una cassa!!” La serata si concluse a letto con un’ulteriore scopata che li accompagnò fra le braccia di Morfeo. I giorni scorrevano regolarmente in quell’angolo di Paradiso, l’affiatamento della coppia aveva raggiunto livelli di perfezione tale che ogni idea nuova di uno era ben accettata dall’altro e viceversa. Così una sera a Jack venne in mente di proporre a Lara una novità: “Stiamo bene insieme, siamo degli amanti perfetti e ricchi di fantasia, non abbiamo limiti se questi ci impediscono di godere nuove situazioni, sei d’accordo?” “Sì, ma dove vuoi arrivare?” rispose Lara “La perfezione del nostro rapporto ci permette di non essere assolutamente gelosi l’uno dell’altro e allora pensavo perché, per aggiungere una novità alle nostre esperienze erotiche, non aggreghiamo ai nostri giochi di letto qualche amico o amica? Non dico di fare un’ammucchiata, però credo che ti farebbe piacere provare di sentirti piena di cazzi in tutti i tuoi buchi, come a me non dispiacerebbe subire le attenzioni di due o tre ragazze insieme. Naturalmente te compresa. Che ne dici?” “Che sei il solito porcello, ma che in fondo mi leggi nel pensiero. Sai, non sapevo come fare a dirtelo, ma anche io volevo proporti qualcosa del genere da un po’ di tempo”. “Fantastico! Scommetto allora che hai già pensato a chi vorresti fare una proposta del genere” disse Jack. “Beh, ti confesso che c’è un gruppetto di ragazzi che fanno surf e stanno sulla spiaggia quando io vado a fare jogging, che non sono niente male e credo che anche a loro non dispiacerebbe una cosa del genere, visto che ogni volta che passo da lì mi spogliano con gli occhi e i commenti che fanno sono sufficientemente eloquenti.” “Perfetto, io invece ho notato un paio di commesse niente male in un negozio di elettronica che ogni volta che entro si scambiano strizzatine d’occhio e risolini e fanno a gara per servirmi. Non sarà difficile convincerle a venire con noi.” “Ok, come organizziamo il tutto?” “Penserei di preparare una festicciola con cena sulla spiaggia a base di pesce e vino bianco, quello dell’altra sera, dagli effetti “speciali”. Poi per il resto della serata, credo che basterà lasciare che gli eventi accadono”. Concluse Jack. Dopo due giorni un bel fuoco ardeva sulla spiaggia dove venivano fatti arrostire pesci, gamberoni e aragoste. Il vino scorreva e i giovani invitati si sentivano in paradiso, circondati da quel clima di pace e relax che regnava in quell’angolo di mondo. Lara era bellissima, avvolta in una tunica leggera e trasparente che lasciava intravedere un mini perizoma che stava lì, non tanto per coprire, tanto era piccolo, quanto per aumentare, se mai ce ne fosse stato bisogno, la grazia e la sensualità del suo corpo. Anche le due commesse, avevano cercato di essere il più elegante e sexy possibile, indossando una un’ abitino bianco, aderente con le spalline molto corto, che metteva in risalto un bel seno sodo, l’altra aveva un paio di fuseaux che le stavano incollati come una seconda pelle con la cucitura del cavallo che le entrava praticamente fra le labbra della fica. Sopra aveva un top che le fasciava il seno coprendolo il minimo indispensabile. Gli uomini erano tutti a torso nudo e indossavano pantaloni larghi con l’elastico. Lentamente, senza fretta, come era consuetudine per i padroni di casa, la festa entrò nel vivo e alla fine della cena le bottiglie di vino vuote erano un segnale evidente che l’ambiente era riscaldato. Al punto che fu proposto un classico tuffo notturno che fu ben accolto da tutta la comitiva. Il problema della mancanza dei costumi non era il caso di porselo e in un attimo tutti furono nudi in acqua. Nonostante la serata già inoltrata, la temperatura del mare si rivelò stranamente calda, più calda del normale, ma questo non creò disturbo, anzi permise di trattenersi qualche minuto in più in acqua. Poi, tutti in casa, una doccia e termine della serata nel salone che dava sul mare con una vetrata grande come tutta la parete. Ormai il più era stato fatto e la confidenza del gruppo era tale che i padroni di casa potevano pensare di essere arrivati al momento giusto. Iniziò Jack, che facendo apprezzamenti positivi al seno di una commessa, provò a confrontarlo con quello di Lara appoggiando una mano su entrambi per saggiarne la consistenza. L’altra commessa, che non voleva essere da meno, tirò subito fuori le sue tette per dimostrare che le sue erano più belle e da lì ne scaturì una competizione che vide gli uomini come giudici toccare, massaggiare leccare i seni delle ragazze per stabilire la migliore. Vinse, forse per dovere di ospitalità, Lara, ma anche le altre onestamente non erano da meno. A quel punto le ragazze vollero rendere pan per focaccia agli uomini e proposero una gara a chi aveva il pisello più bello. Li fecero mettere in fila e abbassarono contemporaneamente i pantaloni. Evidentemente la situazione precedente li aveva già eccitati perché le giovani si trovarono di fronte a quattro cazzi svettanti che sembrava volessero indicare il cielo. Stessa procedura della gara precedente e fra carezze leccate e assaggi fu giudicato vincitore Peter, un surfista che aveva un bastone degno di un albero da windsurf, rosso e lucido, che effettivamente dava 3-4 cm a tutti gli altri. La gara a quel punto finì ed iniziarono le “premiazioni”. I vincitori si scambiarono i loro pezzi pregiati, ovvero Lara dette le sue tette a Peter il quale ci appoggiò il suo bel cazzo e poté godersi una bellissima spagnola fra le risa e il divertimento di tutti quanti. Intanto Jack chiamò a se le due commesse e le invitò a controllare meglio il suo cazzo (non era molto d’accordo sul giudizio finale). Queste due, non si fecero pregare e iniziarono a fargli un pompino a due bocche commentando, ora l’una ora l’altra, le qualità di durezza, consistenza gusto ecc. Gli altri due surfisti,si avvicinarono a Lara che nel frattempo, dopo la spagnola, aveva invitato Peter a scoparla in fica, e mettendosi uno da una parte uno dall’altra, gli offrirono i loro cazzi alternativamente mentre con le mani martoriavano i capezzoli della padrona di casa. Mentre l’orgia andava avanti ad un tratto si sentì il Labrador abbaiare ringhiando fuori dalla porta. Con un ordine Jack lo invitò ad entrare e stare a cuccia, cosa che il cane fece immediatamente. Ci fu un attimo di stupore per lo strano comportamento del cane, ma poi la festa riprese come se niente fosse, sotto gli occhi dell’animale che osservava incuriosito quel groviglio di corpi nudi. L’odore di sesso impregnava la stanza, adesso Lara si trovava a quattro zampe con un cazzo nella fica e uno in bocca, intanto Jack si scopava una commessa mentre l’altra leccava il clitoride alla collega. Il Labrador ad un tratto si alzo dalla sua cuccia e, visibilmente eccitato avvicinò il muso verso il culo della sua padrona e iniziò a leccare in prossimità della fessura fradicia di umori. Sul momento, Lara non si rese conto di chi era che gli faceva un simile servizio, poi facendo il conto dei cazzi che aveva a disposizione, incuriosita, si volto indietro e vide l’autore di quelle superbe leccate. Fece per allontanarlo, quando un orgasmo la prese violentemente e lasciò allora la bestia finire la sua opera. La commessa libera, vedendo quella scena curiosa si avvicino all’animale e iniziò a massaggiarlo sotto, prendendogli la verga in mano fino a farla diventare grossa e dura. Aveva un cazzo enorme, quasi equino, niente a che vedere con quello di un uomo. Spinse il cane alle spalle della sua padrona e lo fece salire sopra di lei aiutandolo ad imboccare il suo pisellone nella passera aperta dalla precedente scopata di Lara, che avrebbe voluto replicare e ribellarsi a quell’amplesso, ma la sua bocca era tappata dal cazzo di Peter che era prossimo all’orgasmo e non aveva nessuna intenzione di uscire dalla sua bocca e la massa del Labrador non le permetteva di muoversi per scrollarselo di dosso. In un attimo l’enorme priapo si infilò nella giovane ma esperta fica di Lara che mugolò di piacere lasciandosi cogliere dalla sorpresa. Jack, intanto aveva messo l’altra commessa a pecorina avvicinandola a Lara e dopo qualche indugio da parte di lei le aveva infilato il cazzo nel culo, che n! on era troppo abituato a simili trattamenti, mentre condivideva con Lara il pompino a Peter e all’altro surfista. Il Labrador continuava nel suo amplesso animalesco e dopo pochi colpi venne in corpo a Lara che rispondeva con l’ennesimo orgasmo. Infine le tre donne furono messe distese vicine l’una all’altra scambiandosi leccate a vicenda mentre si ripassavano i cazzi dei quattro uomini di bocca in bocca fino a che prima Peter poi di seguito tutti gli altri, vennero su quelle bocche spalancate centrandole con alcuni schizzi mentre gli altri si stamparono su quei giovani volti stravolti dal piacere. Terminarono leccandosi a vicenda e ripulendo gli schizzi di sperma dal volto e dai capelli con le proprie lingue. Lara, non soddisfatta della dose di sperma ricevuta, si avvicinò al Labrador e, contraccambiando il servizio ricevuto, afferrò il suo cazzo con una mano masturbandolo delicatamente fino a farlo ingrossare, poi si avvicinò ancora di più, potendolo ammirare in tutta la s! ua grandezza, e rompendo ogni indugio fece quello che non aveva mai pensato di fare, iniziando a leccarlo prima lentamente poi sempre più velocemente per poi farselo scomparire tutto in bocca. Dopo un po’ di quel trattamento, il cane cominciò ad ansimare e con scatti repentini iniziò a eruttare schizzi di sperma nella bocca della sua padrona che, dopo tre bordate, non riuscì più a trattenere estraendosi il cazzo dalla bocca che termino un incredibile sequenza di schizzi sul volto di Lara. Al termine di quella prestazione ci fu un applauso di tutti gli astanti, che si congratularono con i padroni di casa per la splendida festa e per la troiaggine di Lara, che in questo aveva battuto nettamente la concorrenza delle sue giovani ospiti. In tutto quel caos che si era venuto a formare quella sera, nessuno si era accorto che qualcuno li stava spiando dal finestrone. Infatti un’ombra furtiva si aggirava per la casa e si soffermò a lungo alla vista del mucchio di carne che si aggrovigliava. Era una sagoma strana, non comune, una specie di animale, tipo uno scimmione, meno peloso e abbastanza piccolo. Ma non era un animale. Quegli strani lampi nel cielo, quei sibili, quello strano comportamento del cane, quell’acqua particolarmente calda nella notte erano dei segni che se fossero stati messi tutti insieme, forse si sarebbe arrivati ad una giusta conclusione, per quanto incredibile. Infatti una specie di astronave aliena era scesa sulla terra e aveva trovato rifugio nelle profondità marine per non essere vista dagli abitanti della terra. La loro missione era di carattere scientifico, non avevano intenzioni cattive, e come tutti gli esploratori avrebbero dovuto studiare le abitudini degli uomini e riportare nel loro pianeta tutte quelle informazioni per poi studiare un mezzo di trasmissione che potesse essere compreso da entrambi. Questi alieni avevano già studiato da tempo il nostro pianeta e erano arrivati alla conclusione che la nostra civiltà era alquanto primitiva nei loro confronti, ma il genere umano era compatibile come soggetto a loro e non era considerato particolarmente pericoloso. Pertanto questi studi gli avrebbero permesso di verificare quanta era la compatibilità fisica e chimica fra loro e noi. L’alieno in questione era in avanscoperta e spiando attraverso la finestra, cercava di capire gli usi e costumi dei terrestri soprattutto in fase di riproduzione. La relazione che riportò al responsabile della missione rimasto sull’astronave in fondo al mare, stupì non poco e dopo molti studi fu presa una decisione che avrebbe cambiato le sorti del mondo. Infatti fu deciso di invitare, o meglio rapire momentaneamente, due rappresentanti del genere umano per completare gli studi e le sperimentazioni direttamente ed avere così la certezza di risultati sicuri da riportare nel loro pianeta. Il blitz sarebbe stato effettuato la sera successiva, con il favore della notte, per non rischiare di farsi vedere da nessun altro. Il gruppo di amici che si era scatenato quella sera, mai e poi mai avrebbe immaginato che le loro gesta sarebbero arrivate oltre “le stelle” e soprattutto non immaginavano cosa stava per attenderli. La sera successiva Lara e Jack stavano tranquillamente cenando rammendando la splendida serata precedentemente trascorsa e promettendosi a vicenda di riproporla presto un’altra volta. Infatti Lara contestava il fatto di non aver provato una tripla penetrazione contemporanea a causa dell’intervento del cane e quell’esperienza la voleva proprio provare. Dicendo così la loro eccitazione non tardò ad arrivare e già pregustavano una nuova scopata magistrale. Quella sera jack avrebbe voluto scoparla in culo come aveva fatto alla commessa e riversarle nell’intestino almeno un litro di sperma per poi vederlo ricolare sulle sue gambe. Si erano buttati nel letto, erano già completamente nudi, le loro bocche erano già attaccate in un vorticoso lingua contro lingua, quando una luce accecante proveniente dall’esterno illuminò la stanza gettando i due giovani in un terrore improvviso. La finestra si aprì e un’ombra entrò nella camera. La luce era così forte che impediva loro di vedere bene, non potendo tenere gli occhi ben aperti, ma capirono che era entrato qualcuno o qualcosa sentendo uno strano odore che pervadeva la stanza. Fu un attimo dove mille pensieri si susseguirono nelle loro menti sconvolte, mentre cercavano di capire chi potesse essere quello che aveva violato così la loro intimità. Ad un tratto la luce cessò, ma non fecero in tempo ad accorgersene che persero i sensi. L’alieno infatti aveva l’ordine di non fare alcun male agli umani e per essere sicuro di non dover lottare con loro aveva preferito addormentarli con un innocuo gas soporifero. Poi, li prese e li avvolse in una specie di sacco fatto! di uno strano tessuto e li chiuse dentro. Dimostrando una forza nascosta dietro quella esile stazza, li prese entrambi sulle spalle come se fossero palloncini e si diresse verso il mare inabissandosi. Il sacco era a prova d’acqua e avrebbe garantito ai terrestri l’aria necessaria per raggiungere l’astronave. Sott’acqua l’alieno si mostrò agilissimo, era praticamente anfibio ed era capace di respirare tranquillamente senza nessun ausilio. Giunti nell’astronave, furono tolti dall’involucro e lasciati in una stanza per permettergli di riprendersi. La prima a svegliarsi fu Lara e presa dal terrore si sincerò subito della salute del suo uomo. Appena si rese conto che stava bene, ne gioì, ma ben presto si resero conto entrambi di non sapere dove avrebbero potuto trovarsi. Una voce metallica, che pareva non avere una sorgente precisa, tentò di rassicurarli: “Salve, innanzi tutto mi scuso per il modo poco gentile con cui il mio assistente vi ha prelevato” “Chi sei?” chiese subito Jack, dimostrando una certa spavalderia. “Siamo quelli che voi chiamate alieni, abitanti di un pianeta situato ad una distanza che i vostri mezzi e le vostre menti ancora non riescono a raggiungere. Siamo venuti in pace e presto rilasceremo liberi” “Che idiozie, se volete i soldi, ditelo subito e vi faremo arrivare tutto quello che volete, purchè non ci facciate del male!” rispose Jack, che credeva ad un rapimento per estorsione. “sapevamo che non ci avreste creduto, grazie a questo traduttore simultaneo che traduce i vostri pensieri nella nostra lingua. Adesso, ci faremo vedere e così forse crederete a quello che vi ho detto.” Una parete della stanza, come d’incanto divenne trasparente e dall’altra parte si presento ai loro occhi uno spettacolo fra l’incredibile e il raccapricciante. Dietro quella specie di lastra di vetro, c’erano tre esseri dalla forma vagamente umana, alti non più di un metro e trenta con una testa grossa come un cocomero con due sporgenze luminose al posto degli occhi e una piccola fessura a quello della bocca. Il corpo era simile a quello di un ominide. Avevano le braccia corte e due protuberanze prensili al posto delle mani. Il loro corpo era ricoperto di una strana peluria verdognola con riflessi azzurri, non indossavano nulla, almeno a prima vista, ma era praticamente impossibile definire se erano maschi o femmine (se mai potrebbe essere giusta questa definizione). Lo stupore si mescolò con il terrore iniziale, ma lentamente quest’ultimo scivolava via come per magia e i nostri amici si trovarono avvolti da una strana tranquillità. “Ok, vi crediamo, ma adesso diteci cosa volete e rilasciateci, vi prego!” esclamò Jack, che cercava di essere il più diplomatico possibile. “Vogliamo solo studiare la vostra razza per scoprire se ci sono delle compatibilità di convivenza con noi e tentare dei piccoli, innocui esperimenti. Dopo di che, dovremo farvi una pulizia nel vostro sistema di memoria per permettervi di ritornare fra i vostri simili senza rischiare di dover raccontare al vostro mondo quello che avete visto.” “Che genere di esperimenti? Non ci farete del male?” chiese titubante Lara. “No, se voi collaborerete, ma non perdiamo altro tempo…” e così dicendo la parete si sollevo e i rappresentanti di due mondi diversi vennero finalmente in contatto. Furono presi e accompagnati in un altro ambiente, grandissimo, pieno di macchinari la cui funzione era sconosciuta ai terrestri. Poi furono fatti distendere su un lettino e iniziarono a fare dei piccoli prelievi di sangue. Ai due sarebbe sembrato di essere a fare un ceck-up da un medico, se non fosse per quello che avevano visto prima. I nostri eroi erano piuttosto tranquilli, avendo verificato che le intenzioni degli alieni erano veramente pacifiche, ma quando quello che sembrava il comandante della nave, si avvicinò insieme a due suo collaboratori spiegò il vero fine delle loro ricerche, si gelò il sangue nelle vene di Jack e soprattutto di Lara. “la finalità delle nostre ricerche è quella di scoprire se è possibile sviluppare una nuova razza mescolando la nostra con la vostra. Per fare questo avevamo bisogno di una terrestre in grado di ricevere il più possibile esseri diversi. Dopo tante ricerche e dopo aver spiato tutte le donne della terra abbiamo deciso che la più “troia” (come dite voi) era lai, signora Lara e per questo è stata scelta per l’esperimento. Appena gli esami di compatibilità saranno pronti, inizierà quella che voi chiamate “inseminazione”” “Voi siete tutti matti” ribattè Lara “io non farò proprio un bel niente”! Non sapeva se essere più arrabbiata o lusingata di essere stata nominata la più “troia” della Terra. Anche Jack ebbe una brusca reazione, ma immediatamente dai lettini su cui erano distesi, uscì una strana energia magnetica che li immobilizzò entrambi. “Vi preghiamo di collaborare, signora. Sarà meglio per tutti e due, Noi siamo molto gentili con i nostri ospiti, ma altrettanto feroci con i nostri prigionieri e vi assicuro che il mio equipaggio avrebbe una gran voglia di divertirsi. Un po’ come fate voi con la corrida o altre usanze necessarie per far sfogare tutta la violenza che avete in corpo.” Dopo queste parole, sembrava che le espressioni tranquille degli alieni si fossero trasformate in ghigni terrificanti. “Per l’amor di Dio, Lara, fai quello che dicono se non usciamo vivi da qui. Tanto non mi sembrano neppure minimamente dotati!” disse Jack, che aveva capito che l’unica via di salvezza era quella di collaborare. Lara non capiva più niente, ma non reagì quando, sentendosi liberare, fu avvicinata da comandante che iniziò a toccarla con quella specie di mano rugosa, accarezzandola goffamente sui seni, sul viso e sui capelli. Visto che era docile, l’alieno si fece più audace avvicinando la sua protuberanza alla fessura di Lara che era costretta a tenere le gambe aperte come tenuta da una forza misteriosa. Improvvisamente dal basso della pancia dell’alieno, fra la peluria verdognola, si affacciò una protuberanza simile ad verme di terra, un lombrico, color marroncino. Doveva essere il suo organo riproduttivo, Lara lo osservava stupita mentre l’arnese continuava a svilupparsi. Si muoveva proprio come un lombrico tagliato in due, dimenandosi a destra e a sinistra. Lentamente l’alieno si avvicinò alla ragazza e chiamò vicino a sé anche quello che li aveva rapiti. In un linguaggio incomprensibile l’alieno “esploratore” spiegò quello che aveva visto la sera precedente e il comandante esplodendo in una specie di risata, portò il suo “verme” vicino al volto della malcapitata intendendo farsi fare un pompino “spaziale”. Naturalmente Lara non aveva nessuna intenzione di aprire la bocca e si divincolava cercando di liberarsi da quella forza invisibile che la immobilizzava al lettino consentendogli solo movimenti lenti e prevedibili che non le permettevano di sfuggire ai suoi mostruosi aguzzini. Nell’avvicinare quel coso ai suoi occhi, la poveretta poté con raccapriccio vedere da vicino ogni particolare di quell’orribile mostriciattolo che pareva fosse vivo. Con orrore notò che il verme che emergeva dal corpo dell’alieno era dotato di occhi e aveva un apertura simile ad una bocca dalla quale fuoriusciva qualcosa simile ad una linguetta. Si poteva paragonarlo ad un verme dalla faccia di serpente o qualcosa di simile. Era viscido e vischioso, ma, nonostante le dimensioni ridotte, più o meno come un dito medio, pareva che l’alieno ne andasse orgoglioso mentre lo mostrava fiero alla ragazza. Il comandante decise che era giunto il momento di provare quel nuovo rapporto e appoggio il serpentello sulle labbra carnose di Lara, che obiettivamente era abituata a ben altri cazzi e non voleva proprio accontentare il suo amante intergalattico. Il contatto la gelò. Quel coso era caldissimo e una volta che sentì il calore della sua bocca inizio a muoversi freneticamente nel tentativo di trovare un varco fra quei morbidi cuscinetti rossi. Nonostante la resistenza di Lara il verme riuscì ad infilarsi fra le labbra e lei, ancora più terrorizzata, fu costretta a riceverlo, concentrata soltanto a non vomitare. Non aveva un sapore particolare e neanche l’odore era terribile, ma sentire dentro la sua bocca quel cazzo mostruoso che si divincolava generando una specie di lotta con la sua lingua, non era sicuramente una sensazione piacevole. La cosa che spaventò ancor di più Lara fu il notare che l’uccello dell’alieno (ma è giusto chiamarlo così?), al contatto della lingua umida della ragazza iniziò ad aumentare il suo volume e a prendere una consistenza sempre maggiore. Fermò la sua crescita solo quando arrivò a riempire completamente tutta la bocca della poveretta. Allora l’alieno iniziò a stantuffarle in su e giù quello che adesso assomigliava di più ad un cazzo, ma di proporzioni gigantesche e, viste le condizioni, Lara non poté far altro che accontentare il suo aguzzino. Si sentiva stranamente sempre più tranquilla a causa di una sostanza che secerneva l’affare che teneva in bocca. Gli alieni si erano evoluti al punto che i loro organi sessuali emanavano dei liquidi insapore che davano tranquillità e voglia di riprodursi. Infatti lentamente Lara iniziò a rendersi partecipe allo strano coito, con somma soddisfazione dell’alieno. Spalancò allora la bocca per accogliere completamente quello strano cazzo e con! la lingua iniziò a leccare l’asta in tutta la sua lunghezza, mentre con le mani, che stranamente erano libere di muoversi, iniziò ad accarezzarla nel tentativo di masturbarla tenendo la punta stretta fra le sue labbra. L’alieno, mostrando di gradire, infilò piuttosto brutalmente un suo “dito” nella vagina della femmina, nel tentativo di esplorare i suo corpo all’interno per studiarne la compatibilità. La ragazza cominciò, nonostante la raccapricciante situazione, ad eccitarsi e gradì molto quella esplorazione. La sua fica iniziava a grondare di umori e per agevolare il lavoro dell’alieno spalancò più che potè le sue gambe. Lo spettacolo che si presentava agli occhi di Jack era inguardabile: Lara, la sua Lara,stava ciucciando avidamente l’organo sessuale di un alieno, mentre quest’ultimo la masturbava furiosamente con un dito della sua specie di mano. Quello che lo preoccupava di più era che lei stava godendo e a giudicare dai liquidi che le colavano dalla fica e i capezzoli che svettavano turgidi sulle tette sbattute, erano le prove più evidenti della sua soddisfazione, senza considerare la partecipazione attiva di lei che si stava dimostrando veramente una troia stellare. Ad un tratto l’alieno cambiò improvvisamente colore, mentre emetteva un sibilo simile a quello di una pentola a pressione. Il vermone si gonfiò ancora di più costringendo la ragazza a toglierselo di bocca per non rischiare di sganasciarsi le mandibole, senza però smettere di masturbarlo violentemente. Improvvisamente dalla bocca del vermone iniziò a fuoriuscire un liquido giallastro che colava sulla mano e sul braccio della terrestre. Era caldo inodore, ma viscido e appiccicoso come il miele. La ragazza aveva gli occhi sgranati davanti a quell’insolito spettacolo quando, d’improvviso il vermone apri la sua bocca e le schizzò un fiotto di quel liquido giallo, che altro non doveva essere se non il liquido seminale alieno. Lo schizzo la colse di sorpresa andando ad appiccicarsi sulla sua fronte, un secondo getto le fu indirizzato dall’alieno proprio sulle labbra semi aperte. Era di sapore dolciastro, sicuramente non sgradevole e allora, come presa da una foga irrefrenabile, ti! rò fuori la lingua e si appoggiò la punta di quella specie di cazzo in attesa di un terzo schizzo che non tardò ad arrivare centrando in pieno la sua gola, lasciando una scia lungo la sua lingua. La ragazza fece appena in tempo ad inghiottire, che un’altra serie di schizzi la inondò completamente. La pioggia durò un paio di minuti e alla fine davanti agli occhi di Jack c’era una maschera di sperma alieno che copriva il volto trasfigurato della sua compagna, la quale come se fosse sotto ipnosi, non sembrava minimamente sconvolta, ma invitava gli altri alieni ad unirsi alla festa. Fu allora che fu circondata da tutto l’equipaggio dell’astronave che, con l’approvazione del comandante, vollero provare quella che si poteva definire una scopata intergalattica. Una volta accertata la compatibilità, fra le due razze il comandante alieno autorizzò la curiosa orgia. Jack, sempre legato per motivi di sicurezza, si sentiva completamente distrutto per aver convinto la sua donna a soggiacere all’alieno, ma non sembrava in realtà che a lei dispiacesse molto. D’altra parte dal rapporto che l’alieno “guardone” aveva fatto al comandante, risultava che le femmine della Terra amano farlo con due o tre maschi contemporaneamente e anche con esseri di altre razze (infatti era stato proprio il rapporto animalesco con il Labrador a far decidere agli alieni che lei era quella giusta). Lara si mise in ginocchio in terra e fece avvicinare gli altri alieni. Ne aveva sette a disposizione; lentamente da sotto le loro pance uscì il loro cazzo vivente che, come quello del capo, dapprima era di misura ridotta, ma con il primo contatto della mano di Lara prendeva subito consistenza. Ormai si sentiva la loro puttana e non aveva nessun problema ad avvicinarsi a quegli affari per sentirseli crescere in mano e in bocca. Gli alieni, istruiti dal rapporto precedente, si avvicinarono al suo culo e uno di essi appoggiò il suo cazzo fra le gambe della ragazza che stava leccandone due avidamente. Quando il verme che stava vicino alla fica gocciolante carpì il calore e l’odore, sembrava impazzito e iniziò a dimenarsi come se fosse morso da una tarantola alla ricerca della sorgente di tanto calore. Si sfregò in lungo e in largo sulle labbra della fica di Lara mentre con la testolina si appoggiò sul suo clitoride, mordicchiandolo delicatamente. Lara sembrava impazzire di piacere: “AAAAHHH” gridò in preda ad un incredibile orgasmo, mentre il vermone, che nel frattempo stava aumentando di dimensioni, appoggiò la sua testa all’imboccatura uterina iniziando la sua esplorazione interna. Il contatto con gli umori che produceva la fica di Lara, misti al calore di quell’involucro accogliente generò un nuovo aumento di dimensioni del cazzo alieno che ormai era diventato di proporzioni equine. La ragazza si sentì quasi squarciare, quando l’alieno lanciò il sibilo che precedeva il suo orgasmo. Lara si sentì riempire di sperma alieno, mentre questi la sfondava con colpi sempre più profondi. Ad un certo punto fu costretta a toglierselo da dentro per non rischiare di scoppiare. Mentre questo continuava ad schizzarle sulla schiena un altro prese il suo posto, ma il suo vermiciattolo nella sua ricerca affannosa di un pertugio, le frugò tra le chiappe e captò un altro orifizio, ben più stretto di quello da cui era uscito il collega. Senza particolari problemi ! si avventurò all’interno del culo di Lara, mentre questa, colta un po’ di sorpresa, interruppe un attimo il pompino che stava facendo ai due che aveva davanti. Lipperlì, però non si preoccupò un granché, viste le modeste dimensioni, ma una volta ben inserito dentro, il cazzo alieno prese a crescere, mentre in suo padrone la spingeva avanti e indietro facendo sbattere i suoi glutei violentemente sulla sua pancia. Lara, sentendosi squartare, urlò disperatamente, ma gli alieni non se ne preoccuparono per niente, pensando che era il suo modo per urlare il suo godimento continuarono imperterriti a scoparla e incularla furiosamente. In un momento gli capitò di trovarsi a pecorina con un cazzo da dietro nella fica, un alieno che la inculava standogli a cavalcioni sulla schiena dimostrando una elasticità di quel cazzo che si piegava di novanta gradi per permettergli di penetrarla in quella posizione, due vermoni che si alternavano nella sua bocca e altri due nelle sue mani. Il comandante dell’astronave guardava la scena, mostrando soddisfazione per il risultato della sua spedizione. Jack, preso dalla situazione, aveva avuto un’involontaria erezione nel vedere quella insolita scena erotica e alla fine gli fu acconsentito di avvicinare la sua donna per avere anche lui la sua parte di soddisfazione. Forse un po’ schifato da tutto lo sperma giallognolo che ricopriva e riempiva la sua ragazza, si limitò a farsi una sega davanti a lei e a schizzarle tutto il suo sano sperma terrestre in faccia. Per concludere l’esperimento, fu messa distesa a pancia in su e invitata dal comandante a far godere un ‘ultima volta tutti i suoi “uomini” che le schizzarono addosso circa sei litri si quella sborra appiccicosa che ormai conosceva bene e che cercò di leccare e bere il più possibile. Si sentiva troia come non mai e più che le sborravano addosso o in bocca o dentro e più che sentiva la voglia di scopare e di ricominciare. Questo era dovuto ad una sostanza contenuta nel loro sperma che in pratica non era altro che un potentissimo afrodisiaco che, se su di loro aveva un effetto minimo, sulla terrestre dava i risultati devastanti che abbiamo descritto. Quando tutti furono soddisfatti, Lara fu invitata ad entrare un una specie di cabina trasparente dove ne uscì pochi secondi dopo perfettamente pulita e lavata. Non riuscì a capire come era successo, visto che non c’era né acqua né nessuno che l’aveva pulita, ma non si curò un granché. Si sentiva bene, anche se i suoi orifizi le bruciavano un po’, era soddisfatta di quella esperienza incredibile veramente ai confini della realtà, sarebbe stata pronta per ricominciare se non fosse stato per quel bruciore. Le portarono una specie di mantello argentato nella quale si avvolse, assumendo quasi l’aspetto di una bellissima regina galattica e anche Jack ebbe un moto di soddisfazione a vederla così bella. Il comandante parlò “Signori terrestri, la nostra civiltà è tecnologicamente molto più avanzata della vostra, noi conosciamo sistemi di energia e di comunicazione che voi forse scoprirete fra 2000 anni, al nostro confronto la vostro cervello è simile a quello di un vegetale primordiale, ma oggi riporterò al mio pianeta la notizia che la gli abitanti della Terra sono esseri che meritano di vivere e sviluppare tutte le loro capacità” I due amanti si guardavano stupiti dalle parole del comandante, che proseguì “La nostra missione era in realtà motivata dalla volontà di conquistare il vostro pianeta e distruggere i suoi abitanti, ma dopo il piacere che la signora Lara ci ha dato, decideremo di colonizzare un altro mondo su un’altra galassia. Lara, lei ha salvato la Terra con i suoi pompini e con il suo culo e vorrei portarla nel nostro pianeta ad insegnare alle nostre femmine la sua arte” Lara ebbe un moto di paura, ma l’alieno la rassicurò “Non intendiamo rapirla per sempre, le prometto che la riporterò qui dopo che avrà compiuto la sua missione. Sarà trattata come una regina, la Regina delle troie spaziali!” Lara, dopo un attimo di titubanza, guardando il suo Jack, lusingata da tanti complimenti, rispose: “Signori, vi ringrazio di tutti i complimenti e soprattutto per avermi fatto sentire così troia. Se questo è il modo per salvare l’umanità, mi sacrifico volentieri, mettendo il mio corpo e la mia esperienza a disposizione di tutti gli abitanti del vostro pianeta. Sono pronta a partire con voi!” jack la guardo semi disperato, ma capì ancora una volta che quello era l’unico modo per uscire vivi da quella situazione e poi, in fondo, Lara avrebbe goduto di un’esperienza indimenticabile e acconsentì la partenza della sua amata, con la promessa da parte degli alieni che l’avrebbero riportata entro un anno sulla terra. Lara, la più troia dell’Universo, aveva salvato la Terra.
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