Niente di particolare, potrà sembrare questo racconto ad una lettura superficiale. Credo, invece che contenga una poesia ed un carica di erotismo superiore a tanti racconti pubblicati. Intanto è un fatto realmente accaduto a me e mi è successo mentre ero in vacanza con moglie e figli in un campeggio sul mare. Stranamente i nostri 4 pargoletti ci avevano lasciati soli, era sera, dopo cena e finalmente ci godevamo il venticello fresco che arrivava dal mare che ci accarezzava la pelle profumata dopo una doccia tonificante. Dicevo che i ragazzini ci avevano lasciati per andare a giocare con i loro amici del campeggio e noi eravamo tranquilli per il fatto che sapevamo che non c’erano particolari pericoli. Stesi su due brandine, ci godevamo quel momento di tranquillità guardando il cielo e le stelle, mano nella mano. Parlavamo poco e sottovoce, per non guastare quella situazione di silenzio che si era venuta a creare, in lontananza altre tende e roulotte, finivano la loro cena e si preparavano alla serata. Lei era vestita con una corta gonnellina e una camicietta semitrasparente, mora, quarant’anni egregiamente portati, e una carica erotica pronta ad esplodere al primo richiamo. Nel nostro silenzio con la mano accarezzavo la sua poi, delicatamente iniziai a sfiorarle il braccio, sentendo ogni particolare della sua pelle. Inavvertitamente la mano tocco un seno che naturalmente era libero da indumenti intimi e qualcosa mi si mosse fra le gambe. Al mio uccello era piaciuto quel contatto e siccome noi uomini spesso ragioniamo con quello, continuai quasi impercettibilmente ad accarezzarlo. Non volevo irritarla, sapendo che a lei fare certe cose in pubblico non è mai piaciuto, per cui la mia azione fu lenta, ma continua. Notando che da parte sua non c’erano reazioni negative, mi azzardai a infilare la mano all’interno della manica corta e arrivai con le mie lunghe dita a sfiorarle il capezzolo nudo. Non mi meravigliai di trovarlo già ritto e duro come una fragolina di bosco ancora acerba. Questo aumentò ancor più la mia audacia e dopo averla stuzzicata un poco in quel modo e averla sentita sospirare delicatamente, sfilai la mano dalla sua maglietta e l’appoggiai sul suo fianco, dove, lentamente si intrufolò sotto la gonnellina alla ricerca del centro del suo piacere. Stavo facendo tutto questo nel bel mezzo di un campeggio e ci vedevamo passare la gente a non più di 10 metri di distanza, e se a me questo fatto eccitava particolarmente non ero del tutto sicuro che potesse piacere anche a lei. Mi aspettavo una sua reazione che poteva essere quella di scostarmi la mano o di invitarmi ad andare in roulotte. Invece non successe nulla di tutto questo, anzi, la sentii allargare delicatamente le gambe per permettermi di lavorare meglio. Infilai la mano sotto le mutandine e trovai un nido caldo e già incredibilmente bagnato. Si stava eccitando da morire ma aveva cercato di nascondermelo, forse per vergogna o forse per non sentirsi troppo maiala. Fatto sta che la sua fica non poteva mentire e allora inizia a stuzzicare il clitoride che faceva capolino fra le sue labbra. Era bellissimo, iniziò a gemere sommessamente, voleva, ma non voleva, la mia mano ormai lavorava a tutto tondo occupandosi ora del clitoride ora delle grandi labbra per poi intrufolarsi con il dito medio all’interno della fessura calda e scivolosa. I miei pantaloni erano arrivati alla massima tensione possibile, mostrando la chiara e inconfondibile forma di un cazzo in erezione. Lei lo notò e cercò di entrare con la sua mano dentro i miei pantaloni. Le fu sufficiente spingersi appena dentro l’elastico per sentire la cappella che quasi faceva capolino. La accarezzò con un dito poi vidi che portandosi il dito alla bocca, aveva raccolto del liquido che fuoriusciva dal buchino si gustò la prelibatezza leccandolo con la lingua di fuori. Ormai era partita, e dopo alcuni colpi di dito nella sua vagina la sentii contrarsi e gemere un po’ più forte chiudendo gli occhi. Erra venuta, semplicemente con il tocco della mia mano che ora era completamente bagnata. La ritirai e annusai profondamente il suo odore, poi avvicinai la mano alla sua bocca e me la ripulì tutta con la lingua. La serata finì in roulotte, dove mi fece uno dei più bei pompini con ingoio che abbia mai ricevuto.
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