Giro ancora un po’. Mi avvicino all’ingresso del cinema ma mi allontano subito simulando un errore di percorso. Non è il cinema che è segnalato su quel sito, ma l’ingresso è più “riservato”. Non è la prima volta che entro in un cinema porno, ma stavolta indosso la mia biancheria migliore: mutandine e reggiseno di pizzo e calze autoreggenti. Tutto bianco. Se avrò il coraggio di mostrarmi nel buio della sala quello è il colore giusto.Vinta l’emozione entro. La cassiera mi fissa.- Un biglietto. “cosa pensi che voglia? Si intravedevede qualcosa?” Mi infilo dietro la prima tenda. Ci ripenso. Esco. Scendo le scale. Tiro un bel respiro. Odore di incenso e muffa. Si sentono sospiri ed esclamazioni in inglese. Scosto il lembo pesante ed entro.Buio totale escluso lo schermo. Il film è proiettato da un video-proiettore su uno schermo che sembra poco più grande di un televisore.Nel buio mi muovo a tentoni e raggiungo una fila di posti. Mi siedo sulla seconda poltrona lasciando libera quella a fianco. “Sul sito dicevano che questo è il modo per segnalare che sei disponibile, ma il cinema non è quello giusto. Magari non succede niente”. Gli occhi si abituano. Mi accorgo di essere seduta molto avanti. Troppo. Cerco di rilassarmi trovando una posizione comoda. “Cinema sbagliato, posto sbagliato. Non succederà nulla.” Quindi mi godo il film e fra un po’ esco la prossima volta devo stare più calma. “Sullo schermo una brunetta viene rigirata e trivellata da due energumeni di colore. E’ tutto un po’ ingiallito.” Dopo alcuni minuti quasi noioso ma i tre si danno da fare.Sto scomodo e mi sistemo meglio sulla poltrona. Con la coda dell’occhio vedo che qualcuno si avvicina si ferma appoggiato alla colonna e poi si allontana. Mi sento osservata. Non ho il coraggio di abbassarmi i pantaloni come aveva immaginato. Guardo fisso il film ascoltando i rumori nelle file dietro. Non ci vuole molta fantasia per capire quel che succede. Un tizio distinto con una valigetta entra. Sento il suono metallico della fibbia di una cinta. Ziiiip. Esce dopo meno di tre minuti dall’uscita di sicurezza.Improvvisamente sento sospirare ed un uomo mi si siede accanto. Il cuore mi schizza in gola. Resto fermo con le gambe appoggiate allo schienale della poltrona di fronte. Non succede nulla. Guarda il film. “magari come me è entrato al buio e si è seduta nel primo posto che ha trovato” Invece una mano comincia ad accarezzarmi la gamba. Parte dall’esterno coscia molto lieve. “Immobile. Sto immobile, altrimenti magari se ne va” La mano si fa più sicura e passa all’interno. “si sarà accorto delle calze?” L’uomo si spinge oltre e mi sfiora il pube. Cerca l’apertura sulla patta ma si scontra con la tenacia del jeans. “lo tocco anche io, vediamo come ragisce” La mia mano si avventura sui suoi pantaloni. Nessuna apertura ma l’uomo sembra apprezzare. Con un gesto eloquente mi chiede di abbassare la gamba e di aprire la patta. Comincio a respirare forte ma obbedisco. Mi rendo conto che non so bene cosa fare, ma lui decisamente si. Mi prende in mano il cazzo e lo tasta per bene. Lo districa dai peli e con un colpetto deciso me lo scappella. Sono quasi paralizzata. provo anche io a cercare il suo, ma trovo la sua mano. E’ grande con dita ruvide. Gliele accarezzo e sento che lui comincia a masturbarmi. Prima lentamente con delicatezza poi improvvisamente con una grande sicurezza, quasi fosse il suo. “piano… se no vengo subito” Ma le parole non mi escono dalla bocca. Ne esce invece un sospiro che immagino si sia sentito in tutto il cinema. Penso alla faccia della cassiera che sghignazza. Vengo. Stringo la sua mano mentre lui continua a menarmelo tirandolo in basso verso il pavimento. “continua non ti fermare che poi lo faccio io a te… se vuoi te lo succhio… chiedimi di andare in bagno… sono il tuo oggetto…” Ancora una volta le parole mi restano in gola mentre continuo a gemere. Improvvisamente si alza e se ne va lasciandomi accasciata sulla poltrona. Sono smarrito. Mi ricompongo velocemente. Mi accorgo che mi sono sporcata comunque i pantaloni. “E adesso come esco? si vedrà? se ne accorgeranno tutti?” In preda al panico ma felice mi alzo e quasi corro verso l’uscita di sicurezza. Sono fuori, accecata dal sole. Mi riprendo ed esco dal vicolo. Non c’è nessuno. Mi guardo i pantaloni, mi sembra non si noti nulla. Giro l’angolo. Due bambine stanno giocando. Si fermano un attimo e mi fissano ma poi riprendono tranquille. Anche io adesso sono calma e torno a lavorare.
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