Quella sera uscii da solo pere andare al cinema, i soliti amici inaffidabili avevano declinato l’invito ed io non avevo nessuna intenzione di perdermi il film per causa loro. Ero in ritardo come al solito, mentre parcheggiavo pensai a quanti film ero riuscito a vedere dall’inizio; pochi. Entrai nel cinema di corsa, mi diressi verso la cassa e chiesi in tutta fretta un biglietto. Ma con mia grande sorpresa sentii rispondere:"Mi dispiace ma il film e’ gia’ iniziato, non entra piu’ nessuno"Sorpreso da questa strana "regola" del cinema feci per ribattere indignato ma quando alzai gli occhi per guardare il mio interlocutore, non ebbi piu’ il coraggio di continuare. La cassa era formata da una specie di piccolo palchetto aperto da entrambe le parti, in mezzo era seduta una donna sui quarantacinque o forse piu’ che mi guardava con un largo sorriso. La divisa blu del cinema , chiaramente adatta ad una corporatura piu’ piccola della sua, faceva risaltare le sue forme prosperose. Non era molto alta, aveva capelli castano scuro, lunghi e lisci "Mah. . . . scusi. . . io" dissi"E’ la nostra regola, non vogliamo disturbare gli altri spettatori durante lo spettacolo" mi disse Mentre accavallava le sue belle gambe inguainate nei collant , la corta gonna lascio’ intravedere la fine della calza autoreggente e l’inizio della sua pelle nuda. Non potei trattenermi dal guardare con insistenza in quel punto, mentre nel mio ventre un fuoco si accendeva. Si accorse subito del mio sguardo, ma non ne sembro’ infastidita. "Beh . . . vedo che di spettacolo ne hai trovato un altro" disse sempre sorridendo. A quel punto ero ormai diventato rosso come una ciliegia matura, l’unica consolazione era che nell’atrio del cinema non c’era piu’ nessuno. "Mi scusi signora. . . non era mia intenzione. . . ""Non ti preoccupare, le gonne vengono indossate per mettere in mostra le gambe e sarebbe triste se nessuno le guardasse non trovi?" mi disse con una voce roca e sensuale. Non sapevo che pensare, forse questa donna si stava burlando di un ragazzo che aveva la meta’ dei suoi anni. Senza attendere una mia risposta disse"Visto che per questo spettacolo non entra piu’ nessuno andro’ a bermi un caffe’ se vuoi te ne offro uno. . . . sempre che tu non abbia altro da fare?" mentre diceva questo la sua gamba accavallata oscillava su e giu’ in un gesto lento e calcolato, io ero affascinato da quelle gambe, e da quelle movenze. Alle estremita’ calzava un paio di scarpe nere classiche con un tacco a spillo non molto alto ma che sicuramente contribuivano a slanciare la sua figura ed aumentare il calore nel mio ventre. Si, decisamente si stava burlando di me, non c’era altra spiegazione. Malgrado le mie convinzioni e malgrado non mi piacesse il caffe, sentii la mia voce che rispondeva"Grazie con piacere, non ho nulla da fare"Scese dal suo scranno si assesto’ la gonna con mosse sapienti e si avvio’ verso una porta su cui era scritto "privato". Osservando il suo bel posteriore ondeggiare voluttuosamente mentre camminava, mi venne subito in mente un vecchio proverbio abruzzese : "quando la femmina trittica (oscilla) l’anca o glie’ puttana o poco ce manca". Apri’ la porta e mi fece accomodare in un piccolo stanzino senza finestre, con un tavolo nel mezzo, un piccolo cucinino ed un vecchio divano. "Vieni siediti pure, mentre io preparo il caffe’" disseArmeggio’ per un attimo ai fornelli e quando ebbe messo la moka sul fuoco si sedette accanto a me. "Allora io sono Elvira e tu?""Piacere Gianni" dissi mentre le stringevo la mano, sentii le sue piccole dita con le unghie aguzze che alla fine della stretta trattenevano la mia mano. "Come mai vieni al cinema da solo?""Ah. . . ci tenevo a vedere questo film. . anche se i miei amici non sono voluti venire"Non sapevo che fare, con la mia mano nella sua le sue unghie rosse e puntute tracciavano dei piccoli cerchi sul mio palmo; cominciai a sudare. "Stai sudando, togliti la giacca, qua dentro fa troppo caldo" cosi’ dicendo comincio’ a sbottonarmi la giacca me la sfilo’ e la mise su una sedia. Si risedette al mio fianco e mi fisso’ a lungo, nei suoi occhi leggevo il desiderio di una donna matura, che saquello che vuole e mentre pensavo a tutto questo mi avvicino’ il viso accostando le sue belle labbra rosso cremisi alle mie. Comincio’ a baciarmi dolcemente, mentre le sue mani mi accarezzavano la nuca. Poi incominciai a sdraiarmi sul sul suo morbido corpo, lei allargo’ le gambe per permettermi di adagiarmi all’interno delle sue poderose cosce e le sue gambe si ri chiusero attorno alla mia vita trattenendomi in quel lascivo abbraccio. Poi incomincio’ ad eccitarsi veramente e la sua lingua comincio’ ad esplorare la mia cavita’ cercando la mia , mentre le sue mani impazzite mi sbottonavano i pantaloni. Tastavo i suoi seni attraverso la giacca, cercando una via d’accesso per raggiungere quelle splendide mammelle, cominciai a sbottonare la sua bianca camicetta ed in breve le liberai dagli indumenti. Erano abbastanza grandi e decisamente ben conservate considerando l’eta’, ovviamente non avevano la turgidita’ della giovinezza ma sarebbero serviti ancora egregiamente allo scopo. Mentre suggevo uno dei suoi capezzoli che andava inturgidendo tra le mie labbra, presi ad esplorare fra le sue gambe. Godevo del contrasto fra le calze velate e la sua pelle, e sentivo chiaro il calore umido che emanava dal suo sesso. Le scostai le mutandine infilandole un dito all’interno per scoprire che, naturalmente era gia’ fradicio e pronto ad accogliermi. Cominciai a lavorare il suo scrigno con perizia, ma lei non era piu’ disposta ad aspettare. Nel frattempo mi aveva abbassato i pantaloni ed i boxer mentre impugnando con sapienza il mio membro lo dirigeva infoiata verso il suo sesso. Mentre cosi’ faceva mugolava impazzita i suoi cocchi erano vacui e parole disarticolate le uscivano dalla bocca. Con una mano sollevo’ meglio la gonna e si scosto’ le mutandine mentre con l’altra lo dirigeva al suo interno. Spinsi forte assaporando la sensazione bollente e vischiosa che provavo, mentre entravo emise un gemito acuto continuando ad ansimare mentre pompavo in lei con foga bestiale. Come un pistone nel suo cilindro , cercavo di aderire ad ogni millimetro della superficie che strofinavo col mio membro. I muscoli della sua vagina si contraevano ritmicamente ad ogni vergata assestatole, cercando ogni volta di trattenere al suo interno la mia parte. Cosi’ facendo questa donna esperta mi sottoponeva ad un massaggio estenuante come mai avevo provato prima, e ben presto fui costretto a scaricarmi nel suo ventre accogliente. "ohh. . . sii. . vienimi dentro daii. . . "Non me lo feci certo ripeter due volte. Mentre estraevo il mio membro indolenzito pensavo che fosse una vera fortuna che quella sera trasmettessero un film abbastanza rumoroso, per coprire tutti gli urli che la donna emise. Mentre cosi’ pensavo e mi tiravo su i pantaloni sentii il mio membro che veniva afferrato . "ehi ragazzino dove credi di andare. . . con te ho appena cominciato. . . . vieni da mamma bravo. . . . "Un secondo dopo il mio sesso scompariva fino all’elsa nella sua bocca sapiente, riprendendo in un attimo la sua forma smagliante. Succhiava con un tale impeto che dovetti controllare piu’ volte che fosse sano al suo posto, poi quando lo senti’ della consistenza giusta, si rialzo’ e voltandomi le spalle mi invito’ a penderla da dietro. Lo infilai senza il minimo sforzo fra la peluria abbondante della sua vagina, mentre lei si appoggiava al tavolo. Mentre scivolavo in lei con rinnovata forza , vedevo le sue belle tette che ondeggiavano avanti ed indietro, le afferrai per aiutarmi ad attirarla meglio verso il mio arnese. Lei per contro assestava colpi poderosi verso di me , producendo con le sue chiappe contro il mio inguine , un colpo secco accompagnato dal suono piu’ "umido" e fradicio dei nostri sessi accoppiati. Continuai a pomparla per un po’, poi’ ad un certo punto si volto’ e decise di sdraiarsi sul tavolo. Mentre si sfilava completamente le mutandine fradice di umori, spalanco’ le gambe e con un gesto osceno mi invitava a fotterla. Questa cosa mi eccito’ oltre ogni limite’, afferrai i suoi fianchi e la attirai verso di me penetrandola, mentre lei appoggiava le sue gambe sulle mie spalle. Cominciai a scoparla con colpi lenti ma squassanti, mentre con le mani le palpavo freneticamente le mammelle. Vedevo le sue gambe piegarsi intorno al mio collo e le sue scarpe dai tacchi appuntiti rivolti verso l’alto. Ad un certo punto comincio’ ad ansimare piu’ forte , mentre il suo volto diveniva paonazzo e allora venne, in uno di quegli orgasmi lunghi e strascicati che solo le donne di una certa esperienza possono avere. Ed all’interno del suo orgasmo venni anche io. Quando senti’ i miei fiotti caldi esplodergli nel ventre inarco’ la schiena emettendo un mugolio acuto, prolungando il suo orgasmo e risucchiando il mio membro con tutti i muscoli della sua vagina, spremendolo fino a mungerne l’ultima goccia. Esausti ci abbandonammo sul tavolo restando uno dentro l’altra a riposare. Mi abbraccio’ dolcemente e cademmo in un breve sonno ristoratore. Quando stavo per uscire dalla stanza del cinema io ero ritornato uno spettatore e lei la semplice cassiera di sempre. Mi guardo’ con un sorriso "tornerai ancora al cinema?" mi chiese"Penso che faro’ l’abbonamento!!"
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