Finita di fare la doccia, mi sentivo sicuramente più rilassata. Dopo aver goduto decisi di cancellare quei pensieri assolutamente folli dalla mia testolina e mi inoltrai nella mia camera per cambiarmi.Speravo di divertirmi molto quella sera, prima a cena con mio padre, magari in un lussuoso ristorante, e poi in spiaggia con Flavio, a fare scintille! Mi truccai delicatamente, niente di pesante, non ne avevo bisogno. Indossai un abitino nero, di seta, lungo fino sotto le ginocchia, ma con un profondo spacco che lasciava intravedere la mia coscia ad ogni mio passo. Sotto la gonna non avevo calze di alcun tipo (se posso evitarle almeno d’estate!) ed un completino intimo di pizzo nero semi-trasparente. La lunghezza delle mie gambe era messa in risalto dai miei sandali neri legati alla caviglia da un cinturino, aperti sul davanti e con un tacco a spillo di almeno 7 cm. Cominciai a pettinarmi e la cascata di capelli lunghi rimase sciolta sulle spalle. Mi osservai allo specchio, ero perfetta. Il vestito non era troppo scollato e per niente volgare, ma mi fasciava alla perfezione non nascondendo dalla vista alcun muscolo del mio corpo. Avevo deciso di prepararmi già per l’uscita delle 23 con Flavio, nonostante sarei stata a cena con mio padre. Infondo non potevo sempre guardare l’orologio e se avessimo tardato un po’sarei già stata pronta. Dopo dieci minuti mio padre si affacciò alla porta della mia camera.-Wow come siamo carine questa sera. Quasi quasi invidio colui che ha la grazia di avere un appuntamento alle 23 con te.- mi disse dopo avermi dato una bella occhiata.Io sorrisi: -Ma dai papà cosa dici… E poi scusa anche tu esci con me questa sera, sarai il più invidiato di tutto il ristorante non credi?–Che figlia modesta che mi ritrovo. Ma sì, hai ragione- Le sue parole vennero interrotte da un fulmine fortissimo. Non mi ero accorta che era iniziato a piovere. Io DETESTAVO i temporali, specialmente quelli estivi.Mio padre guardò fuori dalla finestra e mi annunciò che si stava avvicendando il diluvio universale.-E ora? Come possiamo andare in quel ristorantino all’aperto?- chiesi io timorosa di prendere un’acquazzone.-Ci saranno dei tavoli interni no?- mi consolò lui, o almeno, cercò di consolarmi visto che non ero tanto convinta della sua affermazione.-Papà lo sai che non mi piace uscire con queste condizioni. Anzi, sono ultradepressa, oltre alla cena rischia di saltare anche il mio appuntamento.- Era vero, la scalogna sembrava perseguitarmi.-Per la cena rimediamo subito. La possiamo fare nel ristorante dell’albergo. Per il tuo appuntamento mi dispiace. Però magari fra poco smette. O se ancora piove fatti venire a prendere. Io preferirei noleggiare un auto o pagarti un taxi che non vederti!-Io sbuffai sconsolata. Figurarsi se Flavio sarebbe stato così romantico. A meno che non smettesse di piovere quella serata era annullata.Mio padre doveva aver notato che ero davvero giù di morale per la situazione.-Facciamo così Martina, che ne pensi se addirittura ci facciamo portare la cena in camera e ci guardiamo un bel film mentre mangiamo? Facciamo le star per questa notte, ci facciamo proprio servire e riverire.- Propose.L’idea in fondo non era malvagia e poi mio padre ci teneva a farmi sorridere così lo accontentai e mi mostrai abbastanza entusiasta della sua idea. Sfogliammo il menu che c’era nella camera e alla fine ordinammo tutte le cose più appetitose. Cocktail di scampi, spaghetti allo scoglio, branzino al sale, ostriche, pizzette (che non si sposano con il menu ma di cui andiamo pazzi) e fragole con panna e gelato. -Ma ce la faremo a mangiare tutto?- chiesi abbastanza preoccupata dal conto che ci avrebbero propinato.-Ma sì, mica siamo in una trattoria- fece mio padre –qui servono delle porzioni invisibili- Mezz’oretta dopo, tanto per smentire le sue affermazioni, arrivò quello del servizio in camera con tutti i piatti da noi ordinati. In più, come omaggio dell’albergo, aveva portato una bottiglia di champagne.Quando uscì dalla camera scoppiai a ridere. –Avranno pensato che siamo una coppia di fidanzatini.-Sembrava occupato a esaminare tutto quel ben di dio e non mi rispose.In effetti la cena era abbondante ma mi sembrava tutto così squisito che non pensai né a Flavio né al temporale. Era tutto assolutamente strepitoso. Io e mio padre assaggiavamo i piatti senza seguire un preciso ordine, e ogni tanto lo guardavo di sottecchi. Mi piaceva molto il contorno della sua bocca morbido e sensuale. Era davvero un bell’uomo.-Quella scema di Laura gioca con il fuoco. Non sa che se tu la lasciassi non troverebbe mai un altro uomo come te?- mi venne da chiedergli.-Non parliamone che è meglio Martina… Altrimenti mi deprimo ed invece non ne ho voglia. Sono troppo deliziosi questi piatti. Vero?-Io concordai con lui. Dopo aver spazzolato tutto abbastanza velocemente decidemmo di concederci il dessert e lo champagne sul divano davanti ad un bel film.-Se vuoi, prima di cominciare a mangiare puoi andarti ad infilare qualcosa da casa per stare più comoda.- mi suggerì.Io guardai il mio abbigliamento poco consono alla serata, però non mi andava di andare a cambiarmi volevo le fragole e mettermi comoda sul divano per assaporarmi il film e lo champagne. Mi sentivo una regina. Così risposi di no e lui evidentemente pensò che volevo rimanere vestita in quel modo perché speravo di andare all’appuntamento delle 23.Però non commentò e ci sistemammo davanti alla televisione. Lo champagne era assolutamente delizioso e ne mandavano giù un bicchiere dietro l’altro mentre seguivamo il film. In tv davano solamente Basic Instinct, il resto erano programmi insulsi che non seguivamo mai.Ogni tanto, sorprendevo mio padre a guardarmi, e questo mi piaceva, anzi era ancora meglio del solito, delle sensazioni che provavo quando erano gli altri a guardarmi.In una scena di sesso consumata nel film, devo ammettere che lo osservai con la coda dell’occhio, provando emozioni indescrivibili. Facendo finta di niente mi avvicinai a lui. Vedendo che la sua coppa di fragole era vuota gli chiesi se ne voleva ancora e lo imboccai fingendo lo scherzo con il mio cucchiaino. Per farlo mi sporsi verso di lui e così non mi persi l’occhiata generosa lanciata verso il mio decolté.Lui però fece ancora finta di niente e continuammo a vedere il film. Io stesi la gamba destra, lasciando che lo spacco si aprisse esibendo per intera la mia coscia accanto a lui. Durante la pubblicità che separava i due tempi del film non accendemmo le luci, ma abbassammo completamente il volume della televisione. -Papà- gli dissi –perché non facciamo un brindisi?–A che cosa dovremmo brindare- mi chiese lui un po’ sorpreso. -Al fatto che non esistano più i gentiluomini di un tempo che ti vengono a prendere a casa in limousine quando piove, ed al fatto che non esistono più le gentildonne di un tempo che si accontentano di avere accanto a loro un uomo bello, affascinante ed intelligente come te.-Facemmo il brindisi e ci guardammo intensamente negli occhi. Non sapevo cosa dire per sciogliere il ghiaccio e avvicinarmi a lui ulteriormente ma mio padre mi interruppe.-Sta per ricominciare il film.- e si sedette impassibile.Io continuai a guardarlo e ad un tratto notai che la patta dei suoi pantaloni era indicibilmente gonfia! Il fatto che si eccitava anche solo accanto a me mi mandava in visibilio. Mi stavo eccitando davvero tanto. Così cominciai a slacciarmi il cinturino dei sandali e li tolsi con grazia posandoli sul pavimento. Mi distesi sul divano sotto il suo sguardo attento che non si perdeva ogni mia mossa.-Mi massaggeresti i piedi papino per favore?- Gli chiesi a voce bassa.Ovviamente non riuscì a trovare nessun valido argomento per non farlo e nonostante bofonchiò un po’ si accinse a massaggiarmi i piedini.So di avere dei piedi davvero sensuali, me lo hanno detto qualche volta persino le mia amiche che invidiavano i miei sandaletti aperti e un po’ azzardati.Mio padre infatti incominciò a esaminarli. Le dita piccole e curate, il piede snello, le unghie rosa e lucide. Sentivo la carezza delle sue mani sempre più lenta e languida, e con la poca lucidità dovuta allo splendido massaggio, mi accorgevo del fatto che il suo sguardo mi accarezzava il corpo, posandosi sulle mie curve e scivolando via quando pensava che lo avrei sorpreso. Rincarai la dose alzando incurante la gonna al di sopra delle ginocchia, regalandogli un bel pezzo di gambe da vedere.Lui sembrava tentato a toccare qualcosa di più che il piede ma non si convinceva a farlo.Il film scorreva non visto sullo schermo e l’elettricità del momento era nell’aria tanto che quasi non riuscivo a respirare dall’eccitazione.Sentii le sue mani salire lungo le caviglie, per ridiscendere verso il tallone. Per un attimo mi ero illusa. Anzi no.. ora risaliva. Mugolai di soddisfazione.-Continua- gli dissi – è proprio un gran massaggio.-Lui non parlò ed io chiusi gli occhi, per sentire meglio le sue mani. Dalla pianta del piede salivano verso le caviglie fino a dietro il ginocchio. Mossi il piede libero verso l’interno delle sue gambe, arrivando a sfiorare qualcosa di veramente duro.Lui gemette impercettibilmente e smise per un attimo quella lunga e seducente carezza. Io approfittai del suo momento di smarrimento, mi alzai e andai a sedermi sulle sue gambe, dicendogli, anzi sussurrandogli nell’orecchio, che il massaggio era stato davvero piacevole, e che non avevo più intenzione di uscire quella sera.Sfiorai il suo collo con il mio alito e la punta delle mie dita e poi mi alzai in piedi davanti a lui. -Forse avevi ragione, è ora che mi metta più comoda. Abbassai le esili spalline del mio vestito, con fare provocante chiedendogli se mi aiutava con la cerniera sul di dietro.Lui sembrò esitante, ma come ipnotizzato da me, abbassò fino in fondo la cerniera. Io feci cadere a terra il vestito aperto e rimasi in biancheria intima. Mi tirai su i lunghi capelli legandoli alla sommità del capo e lasciandolo a guardare il mio corpo.Mi voltai verso di lui offrendomi alla sua vista. Aprì la bocca ma non riuscì ad uscire altro che un suono strozzato.-Che te ne pare? È cresciuta abbastanza la tua bambina no?- Gli chiesi.Lui mormorò solamente un timido – sei splendida- per poi ripiombare nel silenzio. Io mi accucciai di fronte a lui sul pavimento del divano e gli sfilai le scarpe ed i calzini.-Davvero trovi che io sia splendida?- continuai a chiedergliLui riuscì a fare solo un cenno di assenso con la testa. Io mi sedetti sulle sue gambe, presi le sue mani e le appoggiai sul mio corpo, e cominciai a dargli qualche bacio sul collo, passando la punta della mia lingua sui lobi delle sue orecchie.-Visto che il mio appuntamento è saltato che ne dici di approfittarne e farmi due coccole?-Detto questo posai le mie labbra sulle sue e le schiusi in attesa.Speravo che finalmente avrebbe recepito il messaggio ma per qualche secondo rimanemmo fermi così. Io temevo in una sua ritirata ma d’altronde era meglio che si ritraesse ora mica potevo violentarlo!Poi, quasi insperatamente, sentii la sua lingua entrare nella mia bocca e cominciammo a baciarci, prima lentamente e poi sempre più profondamente.Io gli cingevo il collo con le braccia ed ero seduta a cavallo delle sue gambe tanto che sentivo il suo membro duro contro di me. Badavo solo ad aprire la bocca più che potevo aspettando che la lingua di mio padre continuasse a leccarmi sempre più in profondità e rispondendo a quel fantastico bacio con tutta la passione di cui ero capace.Mi rendevo perfettamente conto che era mio padre, e forse era questa la cosa che mi eccitava di più. Non volevo affatto tirarmi indietro. Mi staccai delicatamente dalle sue labbra e cominciai a carezzargli leggermente il gonfiore che aveva tra le gambe. -Che ne dici se ci spostiamo in camera da letto..?- Gli sussurrai e mentre continuavo a toccarlo lo spinsi verso la camera.Ci fissammo un’altra volta nella penombra ed io accesi una lampada da tavolo.-Voglio fare l’amore con te- gli dissi. Non volevo assolutamente scoraggiarlo, lungi da me, però volevo sentire che mi desiderava, volevo che ammettesse che mi voleva.-e voglio vedere mentre lo facciamo-continuai.-Ma…-sembrò cominciare lui titubante.Così decisi di infliggergli la stoccata finale – Non vuoi vedermi nuda?-Presi le sue mani nelle mie e mentre continuavamo a guardarci negli occhi gli feci toccare le mie curve morbide.-Spogliami-Le sue dita obbedirono al mio ordine e sentii il reggiseno che si sganciava e cadeva a terra. Lui mi guardava, anzi NON MI STACCAVA GLI OCCHI DI DOSSO. Io ero eccitatissima e gli chiesi: -Le mutandine non me le togli?-E mi stesi sulle lenzuola stirandomi come una gattina. Lui afferrò i lembi delle mutandine sui miei fianchi e me le tolse ed io rimasi completamente nuda sotto il suo sguardo.Ma quella lontananza non durò molto per fortuna.Decisa, lo attirai a me. Si sdraiò anche lui e ricominciammo a baciarci come sul divano, ma era anche meglio perché ora sentivo le sue mani dappertutto. Mi accarezzavano il seno, stuzzicandomi i capezzoli, mi lambivano le cosce, ma no mi avevano ancora toccata LI’. -Cosa aspetti a dirmi che mi vuoi?- Non mi sarei mai concessa a mio padre senza che lui me lo avesse detto.-Oh, Martina…-Gemette disperato. Io non persi tempo e misi una mano sopra la sua trascinandolo ad accarezzarmi proprio in mezzo alle cosce. Non resistevamo più. In preda alla passione mio padre mi spalancò le gambe aiutato dalle mie mani che aprivano le labbra della mia passerina…Cominciò a baciarmi in quel punto, e sentii la sua lingua penetrare la mia figa ormai bagnatissima. Cercavo di trattenermi non volevo godere subito, volevo un orgasmo più forte e potente. Ma la sua lingua era morbida e vellutata come una spugna e mi frugava tutta, lo sentivo darmi generose leccate sopra e sotto, lambendomi con la lingua tutta l’apertura della mia figa. Mi titillava accuratamente il clitoride, è ovvio che sa benissimo cosa può piacere ad una donna.Io strappavo quasi le lenzuola con le mani mentre lui esplorava la mia fica bagnata da cima a fondo con quella sua bocca affamata.Non resistevo e gli urlai:-DIMMI CHE MI VUOI…DIMMELO…TI SUPPLICO…-Si interruppe solamente un attimo e mi disse:-Certo che ti voglio piccola, godi per il tuo papà…Hai una figa buonissima, la continuerei a leccare per ore.-Mi aggrappai con le mani alla sua testa, spingendolo verso l’interno delle mie gambe. Lui accolse con piacere l’invito, riprendendo a leccarmela ancora più furiosamente di prima, io spalancai le gambe maggiormente.Esplosi di piacere mentre mi infilava la lingua in profondità nella vagina e mi stimolava il clitoride con le dita e godetti nella sua bocca assetata urlando. Appena mi ripresi mi avventai su di lui come assatanata e gli strappai letteralmente i vestiti di dosso.La verità è che non avevo mai goduto tanto nella mia vita e volevo ricambiarlo. E soprattutto non vedevo l’ora di farlo godere.Di vederlo nudo. Di toccarlo.Fui presto accontentata.Aveva un fisico veramente invidiabile, mi eccitai tanto al solo vederlo nudo e lui doveva essersene accorto perché era arrossito.Era durissimo, voleva godere era evidente.Mi stesi sul letto nuovamente e lo invitai ad entrare dentro di me. Lui mi guardò, forse ancora una volta in preda ai rimorsi. Ma non poteva resistere e così, aiutato dalla mia mano che lo guidava, mi penetrò lentamente.Sentivo il suo grosso e lungo cazzo percorrere la mia fighetta stretta ed intrappolai mio padre con le gambe.Incominciammo a muoverci in sincronia, lo sentivo che entrava fino in fondo, e usciva e rientrava…Stavo andando in visibilio e lui se ne doveva essere accorto perché mi alzò le gambe e, tenendomele sorrette con le mani, comincio a martellarmi furiosamente. Io godetti per l’ennesima volta, molto rumorosamente. Lui passata l’ondata di goduria, cominciò a muoversi dentro di me ruotando il baccino e, incredibilmente, potevo sentire la sua mazza penetrare ancora di più all’interno del mio ventre. Stavamo scopando come mai prima di allora avevo fatto io e forse nemmeno lui.-Oh papà. Godi anche tu mentre scopi la tua bambina, daiiiiiiiii-Questa frase lo eccitò da morire e aumentando le spinte mi prese in bocca i capezzoli e cominciò a mordicchiarli furiosamente. Poi dopo generose slinguazzate intorno alle aureole, prese in bocca le tette e le succhiò forte, tanto forte che mi fece godere ancora.-Sì piccola puttanella mia, godi, fammi sentire come godi mentre ti cavalco- mi incitò.Urlai ancora più forte- Non fermarti, sì cavalcami, sto godendo, scopami ancora papà, non fermarti.Il letto cigolava forte sotto i nostri colpi d’amore, e mentre godevo ancora di più delle due volte precedenti, mio padre venne spruzzandomi di sborra tutta la figa. Spegnemmo la lampada e raccolte le lenzuola ci coprimmo. Sonnecchiammo per poche ore e ci svegliammo in piena notte vogliosi come e più di prima. Mi trascinò a fare l’amore sulla moquette, dove ci avviluppammo per almeno 45 minuti in una lotta estenuante a colpi di sesso orale, poi passammo sul divano e facemmo ancora l’amore. Sonnecchiammo ancora, ma all’alba le energie fisiche perse vennero reintegrate da uno spuntino pre-mattutino e rinvigorite dall’ennesimo incontro di fuoco consumato sul tavolo del salottino tra le nostre camere comunicanti.Poi dopo aver goduto ancora ci sdraiammo insieme nel letto spossati, i nostri corpi nudi, pronti (forse) a dormirci sopra prima di affrontare un nuovo giorno.
Aggiungi ai Preferiti