Non pensavo fosse così porca la cara Piera, ma meglio che racconti dall’inizio. Piera iniziò a frequentare la mia famiglia che avevo 15 anni, sposata (ora separata) con un collega di mio padre ne aveva 30, mora alta e ben messa anche se non bella era spesso oggetto dei miei sfoghi fisici adolescenziali e tali rimasero fino a qualche giorno fà quando mi pregò di passare da lei per un lavoretto da fare a casa sua. Mi prestai volentieri ad aiutarla e trovai semplicemente da dover stringere una vite dell’anta dell’armadio, mi procurò un cacciavite e uscì dalla stanza, chiaramente l’intervento fù veloce per cui uscii dalla camera ma il mio sguardo fù catturato da un movimento che intravidi dalla porta del bagno semiaperta e meraviglia la cara Piera si rialzava dopo aver orinato, si puliva e mostrava la sua fica ancora nera e pelosa come tanti anni prima la immaginavo, accorta della mia presenza si coprì velocemente e uscendo si scusò per lo spettacolo offerto ma subito mi rimproverò dicendo che avrei dovuto girarmi e far finta di niente, senza esitare ribattei che le cose belle vanno ammirate e quello che mostrava era ancora bello da vedere, tutto quel dire e pensare mi provocava qualcosa che attraverso la tuta non potei nascondere e che non sfuggì a lei che mi chiese cosa mi stesse succedendo, colpa di quella visione dissi e lei si domandò da quanto non facessi l’amore per avere quella reazione, non esitai a chiederle da quanto lei non lo facesse, assumendo un tono serio mi diede dello sfacciato e che il discorso era pericoloso, le accarezzai il braccio replicando che ero amante del rischio. La sua reazione fù inaspettata perchè afferrò con decisione il mio cazzo dandomi pochi secondi per andarmene ma misi la mano sotto la gonna e fermandola sulle sue mutande affermai che voleva altro, mise la mano dentro la tuta e si lasciò sfuggire che era meglio di come lo aveva immaginato e iniziò a farmi una sega nel corridoio, fù lì che le confessai le mie seghe giovanili pensandola, sorrise compiaciuta e spingendomi mi disse che era arrivato il momento di andare in camera. La spogliai velocemente mentre ammiravo il suo corpo ancora fresco e togliendo le mutande ammirai l’oggetto del mio desiderio così pelosa e invitante, si lasciò cadere sul letto esortandomi a spogliarmi e mentre lo facevo vedevo la sua fica aprirsi per far entrare le sue dita, si sditalinava davanti a me che mi mostravo completamente nudo e un cazzo che tirava in modo impressionante, sorrise e mi invitò a farmi una sega per lei dal vivo, speravo di meglio dissi ma salii sul letto e messo di fianco a lei la accontentavo, le palpeggiavo le tette e stringevo i capezzoli turgidi provocandole dolore e piacere, ti faccio proprio un bell’effetto vero? e alzandosi mi dava sapienti colpi di lingua sulla cappella, non pensavo fosse così troia da chiedermi di raccontarle cosa immaginavo tanto tempo fà, le dissi che con il cazzo fra le mani immaginavo mi sorprendesse e togliendomi la mano mi sbocchinava oppure che alzava la gonna e poggiata al lavabo mi offriva la sua fica a pecorina ma quello che più mi eccitava era pensarla a pranzo con le nostre famiglie e sotto il tavolo si faceva sditalinare da me,con la voce rotta dall’eccitazione ripeteva “povero tesoro ma adesso sono quì per te” guardava il mio cazzo lo leccava e i suoi gemiti si facevano continui e con parole confuse disse che stava venendo, vidi la sua mano che usciva fradicia da lì in mezzo e preso il mio cazzo continuò il movimento e dicendomi prossimo lo diresse sul suo corpo chiedendo di sborrare sopra di lei e in un attimo fiotti di crema biancastra le inondarono la pancia e mentre con la mano la spalmava sulle tette sorrise dicendo che se l’avesse avuto in bocca l’avrei affogata, allungai la mano e raccogliendo le ultime gocce scesi fino alla sua fica, aprì prontamente le cosce chiedendomi di sentire cosa le provocavo, era fradicia e piacevolmente appiccicosa e con delicatezza affondai due dita in lei, mollò il mio cazzo si distese di nuovo alzò le gambe poggiando i talloni sul letto e ad occhi chiusi mi prese il polso spingendomi in lei, senza dire niente mi inginocchiai in terra così da avere la sua fica proprio davanti a me e poggiando una mano sul monte peloso facevo andare avanti e indietro l’altra, si bagnava di nuovo e si torceva per l’eccitazione mentre mi invitava a non fermarmi, guardavo la sua fica rossa e pulsante e avvicinandomi sentivo l’odore misto tra sudore e piacere, mi stimolava una forte perversione avere Piera così spudoratamente troia davanti a me che mi ritrovai nuovamente con il cazzo in tiro e salendo di nuovo sul letto misi un cuscino sotto le reni e mi calai dentro di lei con decisione, quasi urlava “sì dai bello” mentre la trombavo in modo osceno per la forza che mettevo nei colpi e nelle parole dandole della cagna e della vacca, ma le faceva piacere perchè mi rispondeva rossa in viso “sì una vacca, stò godendo come una vacca” non resistevo più e piegato sulle braccia diedi gli ultimi colpi duri e profondi per poi rantolando sborrarle nella fica. Mi distesi distrutto, l’avevo scopata con forza e quasi cattiveria e mi sentivo un verme pensandoci ma il suo dirsi soddisfatta di quella scopata mi fece rilassare ma non mi faceva cambiare opinione, era una gran troia.
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