Michele aveva sempre sognato il giorno in cui avrebbe potutofinalmente riposarsi dopo una vita di duro lavoro, dedicarsi aisuoi hobby ed alla famiglia, per troppo tempo trascurata non persua volontà ma per l’assoluta necessità di lavorare il piùpossibile per raggranellare i soldi necessari. La sua vita era sempre stata dura, ma loro gli avevano dato laforza di andare avanti. Loro, le sue due splendide donne, Carlasua moglie, che in gioventù era stata una donna stupenda, eLorella, sua figlia, che tanto assomigliava alla mamma, almenofisicamente. Ma da quando aveva finalmente raggiunto la pensione, le coseerano cambiate e purtroppo non in meglio. I suoi sogni di unavita tranquilla erano amaramente naufragati quando Carla si eragravemente ammalata ed aveva incominciato il suo perenneandirivieni dagli ospedali, e Lorella aveva tradito le sueaspettative. Aveva fatto grandi progetti per quella figlia, l’aveva fattastudiare, diplomare prima e laureare poi, aveva sognato divederla con un buon lavoro e sposata con un bravo giovane, ma a25 anni lei era ancora con loro, non aveva trovato alcun impiego,non aveva un fidanzato. In compenso, restava poco a casa edusciva spesso con gli amici, magari rientrando ad ora tarda. Michele non approvava nemmeno il suo abbigliamento, sempretroppo succinto e provocante, prima che Carla si ammalasseavevano fatto furiose litigate, quando lui le domandava comeavesse fatto a comprarsi certi vestiti, e lei mentendo, ne erasicuro, gli rispondeva immancabilmente che glieli regalavaun’amica ricca che le metteva solo poche volte prima distancarsi. Ma Michele non l’aveva bevuta e sospettava che lei fossediventata l’amante di qualche maturo riccone. La malattia diCarla aveva messo in secondo piano il problema, ma quando Carlavenne ricoverata per l’ennesima volta e per un lungo periodoriesplose violentemente. Carla stava molto male, aveva bisogno di cure speciali, ed imedici gli avevano impedito di assisterla. Michele, passavalunghe ore in casa, la sua tensione e la sua frustrazionecrescevano. Il continuo andirivieni della figlia, lo irritavaaggravando la situazione. Un giorno la vide uscire in un’abbigliamento"Scandaloso", ma riuscì a trattenersi dal farle unascenata, invece poco dopo che lei era uscita, uscì anche lui ela seguì. Non fu facile, perché lei guidava veloce e con la suavecchia auto faceva fatica a tenerle dietro, ma ci riuscì, lavide raggiungere un elegante bar, attendere seduta ad un tavolomangiando un gelato ed infine incontrarsi con un’uomo distintodell’età apparente di 40 anni. Li vide uscire insieme, salire sulla lussuosa auto dell’uomo,li seguì e li vide entrare insieme in un’albergo. I suoisospetti trovavano alla fine un’amara conferma, sentì crescerein se la rabbia verso quella figlia disgraziata, che mentre lamadre era in ospedale e stava male, s’incontrava tranquillamentecon il suo ricco amante. Rimase in zona sino a che non li videuscire dall’albergo circa mezz’ora dopo. Li seguì contando difare una scenata alla figlia subito dopo che l’uomo l’avesselasciata. Li seguì sino al bar dove Lorella aveva lasciato la suamacchina, la vide scendere dalla macchina e vide l’uomo ripartireed allontanarsi. Si apprestava a scendere per affrontarla, quandocon sorpresa la vide rientrare nel bar e sedersi nuovamente altavolo. Michele era esterrefatto e non riusciva a capire. Fu tentatodi ritornare a casa per attenderla in un posto più tranquillo edirle liberamente quello che pensava di lei. Ma qualcosa nel suosubconscio lo trattenne. Passarono lenti i minuti e l’ansia e losconcerto di Michele crescevano. Era passata quasi un’ora, quandostupefatto, vide un uomo avvicinarsi a Lorella. Come la primavolta, li vide parlare brevemente e poi uscire assieme. Sorpreso tardò a risalire in macchina, e ben presto perse divista l’auto, ma non si spaventò poiché credeva di sapere doveritrovarli. Ripercorse la strada fatta circa due ore prima, sinoall’albergo dove aveva visto entrare Lorella ed il suoaccompagnatore. Gli ci volle poco per ritrovare la macchina delnuovo accompagnatore posteggiata nelle vicinanze. Cercò disperatamente di rifiutare la dura realtà, di trovareuna spiegazione differente da quella che mostruosamente siaffacciava alla sua mente, ma con grande disperazione non riuscìa trovarne. Li rivide uscire, e gli eventi si ripeterono come inun film ossessionante. Quel giorno Lorella s’incontrò con altri3 uomini prima che Michele ritornasse sconsolato a casa. L’attese a casa, covando la sua rabbia, quando arrivò e losalutò come al solito dirigendosi in camera sua non fece nulla.Lorella gettò la borsetta sul letto e poi uscì dalla stanza perandare in bagno. Quando tornò lui era li, in piedi vicino alletto, con la borsetta aperta in una mano ed una manciata dibanconote da 100.000 nell’altra. "Dunque la tua amica ricca si è messa a darti anche deisoldi oltre che i vestiti" le disse con voce carica dirabbia. La fissò, attendendosi di vederla confusa e spaventata,ma non vide nulla di tutto questo. Lei diede solo una scrollatadi spalle gli si fece incontro e gli prese i soldi e la borsettastrappandoglieli dalle mani "Non hai il diritto di guardaretra le mie cosa, fai che non si ripeta" gli disse con ariadi sfida. "Smettila di recitare la commedia, ti ho vista oggi conquegli uomini, non cercare di negare, fai la puttana, la dai viaper soldi" l’investì lui, ma ancora una volta Lorella nonsi scompose "Sono maggiorenne da un pezzo, faccio quello chevoglio" gli rispose, continuando a mostrare una calma edun’indifferenza che lo sconvolgevano. "Non sino a quando sarai in casa mia" ribattè lui,e questa volta gli sembrò di aver colpito nel segno, Lorella sifermò e si voltò a guardarlo, sorpresa. Ma fu solo un’istante esul bel viso contornato di nerissimi e morbidi capelli ricomparveil sorriso beffardo. Fece un passo in avanti trovandosi di frontea lui. Con i tacchi alti, lo sovrastava di alcuni centimetri"Sei proprio sicuro di volere questo, proprio adesso che lamamma non c’è ?" gli domandò con vocedura "Come farai a spiegarle perché me ne sono andata,quando ritornerà a casa ?" insistette. All’improvviso Michele sentì il mondo crollargli addosso, nonci aveva pensato, nella sua furia non aveva pensato a nient’altroche ad affrontare Lorella. Aveva ingenuamente pensato che lei sisarebbe disperata, avrebbe pianto, si sarebbe sottomessa al suovolere, ma non era accaduto ed anzi ora lei cinicamente loricattava. Ma Michele, non voleva arrendersi e tentò un’ultima volta."No, tua madre non saprà nulla, e tu smetterai dicomportarti da puttana, almeno sino a che lei sarà in vita"disse, cercando di dare alla sua voce una forza ed una decisioneche non aveva. Vide subito dall’espressione di Lorella che non avevafunzionato. Lei lo guardava ironica "Povero papa, doveviprovarci, ma ti è andata male, ma non voglio essere troppospietata con te, ti dirò io come andranno le cose" glidisse, allungando una mano ed accarezzandogli dolcemente unamano. "Tu non dirai e farai più nulla, anche quando la mammasarà tornata a casa, io continuerò a fare quello che desideroed a procurarmi quello che voglio come meglio credo" disse,e Michele abbassò le spalle sconfitto. La voce di Lorellacambiò all’improvviso tono senza che lui riuscisse adinterpretarne il significato. Era una via di mezzo tra ladolcezza e l’eccitazione. "Ma anch’io ti farò qualche concessione" disse,mentre lui continuava a guardarla stupito, "Hai bisogno diqualche aiuto per andare avanti" continuò con voce semprepiù profonda, Michele la fissava senza comprendere. "Mi haisempre detto che assomiglio tantissimo alla mamma da giovane èvero ?" gli domandò e senza riflettere Michele annuì. ""Da quanto tempo tu e la mamma non fate all’amore?" gli domandò all’improvviso, e Michele , sconvolto daquell’inattesa domanda, non riuscì nemmeno a risponderle."Non sei troppo vecchio, e la mamma si è ammalata ormai daquasi due anni, povero papa, chissà quanto desiderio represso tiavvelena il sangue" continuò Lorella. All’improvviso Michele sobbalzò, mentre la mano della figlia,si appoggiava deliberatamente sul suo membro accarezzandoloattraverso i pantaloni. Inorridito, si accorse dell’erezione cherapida si accentuava ad ogni tocco. La sorpresa e l’orrore per quanto stava accadendo loparalizzarono, anche quando Lorella scivolò voluttuosamentelungo il suo corpo, gli slacciò i pantaloni e pinse la sua manoad estrarre il cazzo ormai eretto dai pantaloni per portarlo allabocca, ed avvolgerlo con le morbide labbra, vellicarlo con latumida e mobile lingua. Era troppo per la mente provata e stanca di Michele.All’improvviso tornò indietro di 30 anni, quella accucciata aisuoi piedi, intenta a succhiargli il cazzo, ai suoi occhi non eraLorella ma Carla, non più vecchia e malata, ma miracolosamentegiovane e bellissima. Le sue azioni seguenti furono svolte come in un sogno, come inun profondo trance. L:a fece sollevare con forza, le strappòletteralmente i vestiti di dosso, si perse baciando quei senisodi e prosperosi, quei capezzoli grossi e scuri. Affondò il volto tra le cosce della figlia leccandolaavidamente, aspirandone il profumo inebriante, gustandone ilsapore delicato. Come in un sogno, si sentiva libero di sfogaretutti i suoi desideri repressi, si fece nuovamente succhiare dalei, da quella che nella sua mente era Carla ma nella realtà erasua figlia Lorella. Carla non era mai stata così disinibita, così esperta, maquesto non importava, importava solo il piacere infinito chequella lingua gli donava scorrendo abile e vellutata sulla suaasta. Che quella bocca era in grado di dispensare quando ingoiavail glande sempre più profondamente, sino a farlo scomparirecompletamente, a lambire le dure palle con le morbide labbra. Lorella usava anche le sue splendide tette, avvolgendo le sodecarni intorno all’asta prepotentemente eretta, massaggiandolafreneticamente per poi calmarsi e concedergli tregua e riprendereda capo il gioco. Quando pazzo di desiderio le salì sopra per penetrarla, lei,lo sorprese sottraendosi a lui, ma solo per mettersi carponi sulletto, nella più oscena delle pose, con le mani che dilatavanole sode e rotonde natiche. La voce di lei gli giunse stravoltadal piacere, e lui sentì le parole senza comprenderne pienamentel’enormità. Capì solo "Nel culo, mettimelo nel culo"e come un pazzo si avventò sulla figlia e senza troppedifficoltà immerse il suo cazzo nel suo delizioso forellinoanale. Fasciato strettamente da quelle carni giovane e sode,sbattendo ritmicamente il pube contro le stupende natiche diLorella, Michele si perse in un’oceano di piacere. La sbattevacon foga, mentre le sue mani vagavano sul giovane e perfettocorpo, tormentando le grosse e sode tette con selvaggia passione.Possedere il culo di Carla era stato in passato il suo piùnascosto desiderio, che nel suo deliro ora si realizzava.Incominciò a giocare, estraendo completamente il cazzo, perattendere che si contraesse e riprovare l’inebriante sensazionedel violare lo stretto passaggio iniziale. Lorella lo lasciavafare, anzi lo incitava e non si tirò in dietro nemmeno quandolui mise in pratica il suo ultimo sogno, ed estratto il membrodal suo culo, andò a premere con il glande sulle sue labbra. Lei le dischiuse e lo accolse, lo succhiò e masturbò, fino ache lui non le esplose in bocca allagandogliela con il suo spermacaldo e vischioso, trattenendola per la nuca e costringendola adingoiare sino all’ultima goccia. Si abbandonò sul letto esausto, e gli ci vollero alcuniminuti prima che la nebbia che gli avvolgeva la mente sidiradasse e lui provasse l’infinito orrore per ciò che avevafatto. Ma il suo orrore crebbe ancora, quando si rese conto chel’avrebbe rifatto, che non poteva più fare a meno del corpo diLorella, sua figlia……..
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