Mi chiamo Analgisa sono un travestito di 34 anni e vivo in una villetta in campagna nel cuore dell’Emilia. Nella vita di tutti i giorni sono un insospettabile (almeno credo) impiegato, ma tutte le notti e nei week-end mi trasformo in una troia porca ed esibizionista.La mia vita ruota attorno ai miei vizi ed alle mie perversioni, ed è per questo che ho attrezzato la casa in modo da potere soddisfare tutte le mie fantasie. Nella camera da letto ho un televisore con maxi schermo e riproduttore di VHS e DVD dei quali posseggo una collezione di oltre 300 titoli. La maggior parte appartengono al genere trav/trans, gay, bizzarre, S&M e Scat. Dispongo di numerosi Vibratori e Dildi di svariate forme e dimensioni. Ho un guardaroba per i miei travestimenti abbastanza rifornito che comprende: perizoma, calze autoreggenti, reggicalze, body, vestaglie, parrucche, bigiotteria e soprattutto scarpe e stivali con tacco. In particolare vado molto fiera di un paio di stivali comprati ad Amburgo in cuoio nero e lucido, alti fino ai glutei, tacco di 16 cm e tutti allacciati posteriormente con una lunghissima corda di cuoio. Naturalmente non mancano gli accessori come: collari, frustini, manette, catene, bende, ed inoltre clisteri, lubrificanti anali e preservativi.Sono longilinea adoro avere il corpo integralmente abbronzato e sono sempre perfettamente depilata, ad esclusione della barba che però tengo sempre ben rasata e posso coprire col trucco.Nella mia casa ospito svariati amici con i quali trascorro bellissime ed infuocate ore di sesso. Gli uomini mi piacciono, oltre che attivi e dotati, molto decisi e perversi e che mi sappiano sottomettere per soddisfare ogni loro fantasia. Adoro offrire il mio copro a stalloni e diventare l’oggetto attraverso il quale realizzare le loro fantasie. Quello che mi attrae di un uomo non è tanto l’aspetto, quanto la capacità di sottopormi a sedute di sesso perverso, sfrenato e capaci di trasformarmi nella loro schiava. Non c’è che dire: sono quella che si definisce una gran porca.Quella che voglio raccontarvi è un’avventura che mi è capitata la scorsa primavera e che mi ha permesso di incontrare un uomo veramente speciale. Una sera decisi, come già avevo fatto altre volte in passato, di andare ad un cine porno a Bologna. Lì c’è sempre la possibilità di fare incontri occasionali con uomini coi quali hai un rapporto senza neanche sapere il loro nome ed averli visti in faccia. Questa cosa mi fa sentire particolarmente troia e per questo mi entusiasma. Sono arrivata verso le otto con l’intenzione di restare fino alla chiusura verso mezzanotte. A volte, se va bene, capita di avere anche tre o quattro incontri nella stessa serata. Mi sono preparata indossando un perizoma con reggicalze e calze a rete sotto i jeans e portando in un marsupio: preservativi, lubrificante anale e salviettine di carta. Entro, in sala ci saranno al massimo quindici persone e mi siedo in una delle ultime file. Dopo qualche minuto si avvicina un uomo che si accomoda proprio vicino a me e mi guarda. Dalla sagoma posso capire che ha circa quaranta anni statura media, ed ha i capelli completamente rasati. Gli sorrido e gli dico “hai fatto bene a sederti qui, ho una gran voglia di cazzo”. “Bene” risponde lui con tono fermo e deciso “allora fammi vedere quello che sai fare”. Non mi faccio pregare, gli sbottono i pantaloni e gli afferro il cazzo dentro le mutande. E’ già un po’ duro e continua crescere tra le mie dita. Glielo sfilo fuori dai pantaloni che è completamente duro e comincio a massaggiarlo, poi inizio lentamente a masturbarlo. Dopo un po’ mi dice con tono perentorio, “abbassati e comincia a succhiarmelo”. Mi chino un po’ goffamente schiacciata contro il bracciolo ed inizio a leccarlo prima sulla cappella, poi tutta l’asta e quindi lo ingoio e comincio a fargli il pompino. Qui mi rendo conto che ha un cazzo di tutto rispetto sia come dimensione che come durezza. Lui con la mano mi accompagna la testa e me la spinge giù ogni volta che mi arriva la cappella in gola. Il suo cazzo ha un sapore acre di sperma mista ad urina e la cosa a me piace tantissimo; i cazzi che profumano di sapone non mi piacciono. Dopo qualche minuto mi ordina “alzati, andiamo in prima fila così potrai sederti davanti a me e starai più comodo, chissà che magari non ti riesca di fare qualcosa di meglio!”. L’idea mi eccita moltissimo, non solo per la posizione più comoda, ma soprattutto perché così tutto il cinema potrà vedermi all’opera. Arrivati in prima fila in posizione centrale, mi chino davanti a lui riprendo a lavorarmi il cazzo con la bocca e lui continua con la mano ad accompagnarmi la testa. Mentre lo succhio mi immagino tutti i guardoni che si stanno avvicinando e magari si staranno masturbando godendosi la scena. Passano ancora pochi minuti e mi dice “adesso calati i jeans e mettiti a novanta gradi appoggiato sulla seggiola che t’inculo”. Eccitatissima estraggo uno dei preservativi dal marsupio e gli metto una goccia di lubrificante sul preservativo. Il lubrificante lo uso, non tanto perché abbia paura che il cazzo non entri (sono sfondatissima), quanto perché col preservativo asciutto il cazzo tende a non scivolare nel buco ed è invece molto più piacevole sentirlo scorrere su e giù. Appoggio le braccia allo schienale ed in questo modo guardo in faccia tutta la platea, lui mi abbassa i jeans e vede il reggicalze ed esclama “che puttana che sei”, poi mi appoggia la cappella sull’ano ed inizia a scoparmi. Fin dai primi colpi affonda fino ad appoggiare le palle sulle mie chiappe. Entra con movimento rapido e deciso e poi lo sfila lentamente fino ad estrarre quasi tutta la cappella. Per chi è pratico di sodomia, questo è in assoluto il modo più piacevole, ma anche più doloroso, di prenderlo nel culo. Si capisce che si tratta di un esperto e continua con cadenza costante e molta decisione. Intanto mi accorgo di tre uomini seduti poco avanti a me che si stanno masturbando guardando la scena. Al massimo dell’eccitazione gli grido, “non masturbatevi, vi voglio tutti nel mio culo”. Lui si incazza e mi molla un ceffone tremendo dicendo “zitta troia che con me non hai ancora finito”. Infatti mi fa indossare nuovamente i jeans e mi dice di seguirlo al gabinetto. Quando entriamo ci sono due guardoni che si masturbano guardando altri due che in un cesso si fanno un pompino con la porta aperta. Lui mi spinge nel cesso a fianco e chiude la porta a chiave. L’odore di sperma e di piscia di quel buco è fortissimo ed io comincio a perdere letteralmente la testa. Mi fa inginocchiare davanti a lui e si abbassa i pantaloni, poi si toglie il preservativo e mi punta il cazzo in faccia. Capisco la sua intenzione e mi allungo con la bocca spalancata e la lingua fuori sotto al suo cazzo. Sono vestita so che mi sporcherà ma non mi importa niente, sono troppo eccitata e voglio continuare ad assecondarlo in tutto. Dopo pochi istanti comincia a pisciare, prima mi punta il getto in bocca ed io deglutisco, poi mi schizza la faccia i capelli ed i vestiti. Alla fine sono grondante con piscia in bocca e dappertutto, sono diventata come un orinatoio a muro ma senza possibilità di risciacquarmi. Lui si gira e mi dice, “adesso lavami il culo con la lingua troia”. Non credo alle mie orecchie e senza aprire gli occhi mi infilo con la faccia tra le sue chiappe. Io sono in ginocchio e lui sopra di me si allarga le chiappe con le mani ed io con la lingua comincio a leccargli l’ano. E’ sporco di merda come quando dopo avere cagato non ci si lava ma ci si dà soltanto una pulitina veloce con la carta igienica. Glielo pulisco tutto poi comincio ad entrare nel culo con la lingua ed anche lì riesco a raccogliere un po’ di merda. Ho la lingua marrone ed il sapore della sua merda in bocca, sono in estasi, se mi cagasse in bocca giuro che la ingoierei tutta. Lui però, come se mi leggesse ne pensiero, mi dice “purtroppo ho cagato da poco e non ho nulla da offrirti”. Penso che in fondo sia meglio così perché dall’eccitazione l’avrei ingoiata veramente tutta e poi probabilmente avrei dato di stomaco. Dopo mi fa togliere scarpe e jeans, rimango così in reggicalze con i piedi sulle pozzanghere di piscia (non solo sua). Lui abbassa l’asse del water e si siede, poi mi afferra i fianchi e mi punta la cappella sul culo. Vorrei dirgli, aspetta ti metto il preservativo, però la situazione è troppo eccitante e decido di rischiare e di assecondarlo ancora una volta fino in fondo. Sento il suo cazzo nudo che mi perfora il culo e con le mani mi guida su e giù in una interminabile cavalcata. E’ la prima volta che lo pendo in culo da uno sconosciuto senza preservativo. Ad ogni colpo mi spinge il cazzo il più dentro possibile per sfondarmi. Alla fine finalmente sento che sta per venire, accelera il ritmo e mi riempie il culo con un getto caldissimo di sborra. Quando mi alzo la sua sborra mi cola lungo la coscia fino al piede lasciandomi la traccia sulla calza. Ci rivestiamo e lui prima di uscire prende il cellulare e mi chiede il numero. Glielo detto e poi aggiungo “mi chiamo Analgisa”. Mi guarda e dice “che puttana che sei” ed esce senza salutare. Resto un attimo a ripensare a quello che è successo, sembrava un sogno ed invece era tutto vero. Quando esco ci sono quattro guardoni col cazzo in mano che mi aspettano, due di loro sono gli stessi che mi guardavano in platea mentre mi inculava. Mi metto in ginocchio e comincio a succhiare il primo, mentre con le mani masturbo gli altri due. Mentre lavoro quei cazzi non riesco a smettere di pensare all’avventura che mi era appena capitata. Li faccio venire tutti e quattro e dopo poco esco dal cinema. Decido di tornare a casa ma prima voglio fare un’ultima pazzia. Mi fermo sulla via Emilia e carico una prostituta di colore, fra tutte scelgo quella che sembra essere la più grassa e matura. Ci appartiamo, abbasso il sedile della macchina e la faccio sedere sopra di me in modo da avere il naso nel suo culo e la lingua sulla figa e le dico di masturbarsi il clitoride mentre la lecco. Lei dopo un po’ comincia a godere e a riempirmi la bocca di umori ed io avidamente li lecco e ingoio mentre con la fantasia immagino di bere tutta la sborra che si è presa dentro la pancia dai suoi clienti. Infine mi masturbo infilandomi la mano in una tasca nei jeans fino a venire dentro ai pantaloni. La scarico e rientro a casa, faccio per andare nella doccia ma mi fermo e decido di andare a dormire senza lavarmi per tenermi sulla pelle tutta la sborra e la piscia che mi sono presa in quella indimenticabile serata. Chissà se mi chiamerà ……. E’ passata una settimana dall’avventura del cine porno e sono ancora inebriata. Tutte le sere ho sperato mi richiamasse, mai mi ero sentita trattata così tanto da troia e mai mi ero lasciata andare fino a quel punto. Sono nel letto e mi sto guardando la scena di un film dove un travestito che si fa possedere da un cavallo, mentre io con un maxi dildo mi dilato il culo, quando improvvisamente suona il cellulare. Con il cuore alla gola rispondo ed una voce dice “ciao Analgisa”. Lo riconosco è lui ed io rispondo “ciao, speravo proprio fossi tu”. Lui arriva subito al sodo e mi comunica la sua intenzione di venire da me sabato sera. Naturalmente accetto e gli fornisco tutte le indicazioni per raggiungermi.Il sabato lo trascorro per organizzare la serata depilandomi tutta e truccandomi al meglio e decido di preparagli una sorpresa per provocarlo ancora di più. Quando arriva mi presento con gli stivali coi tacchi di cuoio nero alti fino al gluteo, body trasparente, sottoveste di pizzo, parrucca con caschetto nera, trucco pesante e grandi orecchini ad anello. Lui mi osserva un attimo e mi dice “sei proprio una gran puttana” e mi infila la lingua in bocca trascinandosi la porta. Lo invito ad entrare e gli mostro la casa, in particolare mi soffermo nella camera con tutte le attrezzature e nel bagno con i clisteri appesi sopra alla vasca. Torniamo in camera e comincio a spogliarlo, lui mi lascia fare così ne approfitto per proporgli la sorpresa: “che ne dici se ti legassi alla seggiola mentre sul letto mi esibisco per te?”. Lui rimane un attimo perplesso poi dice “OK”. Prendo allora la corda e lo faccio sedere nudo sulla seggiola e gli lego braccia e caviglie. Dopo averlo legato lo spompino un po’, poi metto un film per veri depravati, dove un travestito viene posseduto a turno in una interminabile gang-bang da 12 stalloni neri tutti senza preservativo. Io comincio lo spogliarello, prendo un dildo enorme e comincio a succhiarlo mentre con le dita comincio a farmi un ditalino. Lui ha il cazzo tesissimo e continua alternativamente a guardare me ed il film. Quando il film arriva alla scena dove dal culo del travestito uno stallone estrae il cazzo dopo essere venuto e dal culo erutta letteralmente un fiume di sborra, comincio ad infilarmi il dildo dilatandomi il culo in modo esagerato. Lui comincia ad incitarmi, ad insultarmi e mi prega di slegarlo. Io naturalmente lo ignoro e continuo la dilatazione. Quando il dildo è tutto dentro lo guardo e gli dico “ho voglia di cazzo”. Lui è una belva, cerca di alzarsi e di strapparsi la corda, ha il cazzo teso all’inverosimile. Allora mi sfilo il dildo mi metto in ginocchio davanti a lui con la bocca vicino al cazzo ma non oltre. Gli lascio vedere tutte le scene del film dove il travestito viene inesorabilmente infilato da tutti quei cazzi. Lui cerca di inarcarsi verso di me con la schiena ma io retrocedo quanto basta per tenere la bocca a pochi centimetri dal suo cazzo senza però sfiorarlo. Quando il film termina gli slego solo un polso, così ché, mentre lui si slega l’altro braccio e le gambe io ho il tempo di mettermi in gattone sul letto porgendogli il culo dilatato mantenendo le chiappe aperte con le mani. Appena libero con un grido mi infila il cazzo in culo ed inizia una cavalcata di una intensità e di una potenza inaudita. Mi sta sfondando con tutta la sua forza. Non smette un attimo di gridare, sento che ha la bava alla bocca e mi sbatte il cazzo in culo con tutto il peso e la forza che ha in corpo. Dopo neanche un minuto viene con una miriade di getti di sborra fino ad appoggiarsi sfinito sul mio corpo. Restiamo qualche minuto in silenzio io sotto col suo cazzo che non accenna a diventare moscio dentro al culo con lui appoggiato sopra. Mi sento la pancia piena di sborra come una giumenta appena gravidata da un toro, sono in estasi, mi sento troia e puttana. Il lungo silenzio lo interrompe lui che, mentre mi sfila il cazzo dal culo esclama “sei una gran troia. Anch’io ti voglio riservare un trattamento speciale” e mi dice di seguirlo in bagno. Mi ordina di svestirmi completamente e di mettermi in gattone dentro alla vasca. Chiude il tappo della vasca, prende la sacca di un clistere appeso e ci piscia dentro, poi lo appende in alto e mi infila la cannula nel culo. Dopo essersi accertato che la cannula stia tutta dentro apre il rubinetto e mi inonda il culo di piscia. La sento caldissima che mi brucia l’intestino e mi riempie la pancia. Il dolore è insopportabile ma cerco di resistere. Quando è tutta dentro mi lascia la cannula per pochi ed interminabili minuti dentro per impedirmi di evacuare. Poi finalmente la toglie ed io rilascio un getto fortissimo di piscia mista a merda nella vasca. Quando ho terminato ho ancora l’intestino in fiamme e lui riempie nuovamente la sacca del clistere di acqua. Quando l’acqua entra provo un certo sollievo che poco dopo si trasforma di nuovo in dolore perché la quantità di acqua che mi sta introducendo è tantissima. Ad un certo punto sono talmente piena che il livello dalla vaschetta non scende più, allora lui solleva la sacca fino ad appenderla alla lampada, ossia il più in alto possibile. In questo modo un altro getto devastante mi gonfia l’intestino, mi sembra letteralmente di esplodere. Nuovamente per prolungare l’agonia chiude il rubinetto per pochi ma interminabili minuti. Ho le lacrime agli occhi dal dolore ma cerco di resistere per assecondarlo fino in fondo. Quando sfila la cannula di nuovo un getto fortissimo di acqua con pezzi di merda sbotta fuori dal mio culo dentro alla vasca. Ripete la stessa operazione altre tre volte fino a quando dal mio intestino non esce che acqua limpida. Poi mi ordina di coricarmi nella vasca a pancia in su. Io mi giro e sono immersa nell’acqua mista a merda e piscia per metà del corpo. Lui si mette a cavalcioni sulla vasca puntandomi il culo sulla faccia ed esclamando “sono tre giorni che non cago apposta per riempirti in bocca di merda come una fogna. Se non la ingoi tutta giuro che ti castro!!”. Fino ad allora avevo solo assaggiato piccole dosi della mia merda oppure leccato il culo sporco di altri, ma mai avevo deglutito in grandi quantità gli escrementi, né tanto meno quelli di un altro; tuttavia mi sentivo talmente troia e sottomessa che decido ancora di assecondarlo, perciò spalanco la bocca e la avvicino al culo. Emette qualche scoreggia che preannuncia l’arrivo della prima merda. Esce lentamente dal culo perché è lì da tre giorni ed è evidentemente secca e dura. L’afferro coi denti e la metto in bocca ma non faccio in tempo a masticarla che ne esce altra copiosa, allora sputo il pezzo secco e mi riempio la bocca di quella successiva che è molto più cremosa, tanto che inizio a deglutirla senza masticarla, riesco solo a schiacciarla leggermente con la lingua contro al palato prima di inghiottirla. In mezzo ci sono pezzetti di cibo non digerito e particelle solide tipo dei semi. Ha un sapore amaro ma si riescono a percepire i gusti dei cibi che ha mangiato in quei giorni, in particolare il gusto di pesce e di peperone domina sugli altri. Dal culo ne continua ad uscire sempre più cremosa e pastosa ed io continuo a deglutirla al limite del soffocamento, ma ad eccezione del primo tocchetto secco non ne perdo neanche un pezzo. Alla fine lui scende dalla vasca e mi osserva allibito mentre ingoio l’ultimo pezzo, dallo sguardo si capisce che non crede nemmeno lui a suoi occhi. Sono molto fiera di quello che sono riuscita fare e gli dico “grazie, mi hai fatto sentire veramente quella che sono: un cesso”. Lui esclama “mi fai veramente schifo, ma non ho ancora finito”. Si avvicina a me con la testa, si mette due dita in gola e poco dopo mi ricopre la faccia ed il corpo di vomito. Io ho la bocca aperta e un po’ di vomito mi entra in bocca e lo deglutisco. Quando ha finito però il mio stomaco non regge più e comincio e rimettere tutta la merda con conati violentissimi. Il mio stomaco continua a contrarsi ancora moltissime volte anche dopo essermi svuotata completamente. Alla fine sono esausta e mi ritrovo coricata nella vasca ricoperta di vomito, merda e piscia. Ho veramente raggiunto l’apice della perversione e ne sono fiera. Lui ritorna dopo pochi istanti con un collare una catena ed un lucchetto e mi lega il collo al rubinetto della vasca, poi con un paio di manette mi blocca le braccia dietro alla schiena. Esce dalla stanza e mi dice “resta un po’ nella merda, mentre io mi guardo qualche filmetto”. Chiude la porte e spegne la luce. Mi ritrovo così legata immobilizzata al buio immersa nel vomito e nella merda e ci rimango tantissimo, almeno per un paio di ore. Quando ritorna mi libera e mi ordina di togliere il tappo dalla vasca e di lavarmi perché mi aspetta in camera per un nuovo trattamento. Dopo dieci minuti sono in camera, mi fa coricare sul letto e spinge le mie gambe all’indietro come a fare un principio di capriola alla rovescia, quindi mi fissa con una corda le caviglie alla testiera del letto. Mi ritrovo di nuovo immobilizzata con il culo completamente esposto. Prende del lubrificante anale e comincia ad ungermi il culo, poi poco alle volta comincia con le dita a spingere il lubrificante in profondità ed in poco tempo mi ritrovo tutte le sue dita nel culo. Poi con un movimento deciso mi spinge dentro al culo tutta la mano fino al polso, ho l’intestino vuoto dai clisteri e quindi la sua mano riesce a farsi spazio salendo poco alla volta fino a metà avambraccio. Lì si ferma perché non riesce ad andare oltre, allora ruota il polso e distende le dita nel mio intestino riuscendo a crearsi un varco, così continua nella risalita fino a ché tutto l’avambraccio è sparito nel mio culo. Il dolore che provo è pazzesco, la pelle dell’ano e tiratissima e mi sembra di sentire delle lame che me la stanno tagliando, in tutta la pancia sento un dolore devastante ma soprattutto una pressione insopportabile che mi chiude anche lo stomaco. In quella posizione lui resta per lunghi interminabili minuti guardando le mie smorfie di dolore per cogliere dalla mia sofferenza maggiore piacere, ed è da questa situazione nella quale il mio corpo non è altro che un oggetto ad uso del suo perverso piacere, che riesco a trarre la forza per resistere e a non svenire dal dolore. Dopo avermi sfilato il braccio dal culo mi slega ed io mi accascio su di un lato del letto esausta. Ma lui non mi da tregua. Mi gira in pancione legandomi di nuovo i polsi alla testiera, prende un frustino e comincia ad infierire sui miei glutei con una sequenza micidiale di colpi senza sosta, saranno stati almeno trenta prima di fermarsi. Piango a dirotto dal male ed urlo a più non posso, lui allora ricomincia gridando “smetterò solo quando avrai finito di strillare” e continua a più non posso ad infierire. Ad un certo punto svengo dal dolore, infatti mi risveglio più tardi nella stessa posizione legata con lui che si masturba davanti ad un film porno fregandosene completamente del mio stato. Dopo poco viene copiosamente sborrando sullo schermo. Poi con calma si riveste, mi slega e se ne va senza proferire alcuna parola. Io trovo la forza per alzarmi è l’alba, vado davanti allo specchio e mi giro. Il mio culo è una enorme macchia violacea, è un livido ininterrotto pieno di solchi profondi e da alcuni dei quali esce sangue, probabilmente deve avere insistito in modo cruento con il frustino anche mentre ero svenuta. A distanza di tempo ho ancora le cicatrici e credo mi rimarranno per sempre. Tra le chiappe dilaniate ed il culo devastato dal suo braccio ci sono volute due settimane prima che riuscissi a sedermi su qualcosa che non fosse un morbido cuscino. Mentre ci volle un mese prima di riuscire ad infilarmi nel culo anche il più piccolo dei vibratori. Si è trattata dell’esperienza più incredibile che mai avrei potuto sognare mi potesse succedere. Una volta passato il dolore, anche mentre ho rapporti con altri partner, non posso che pensare a lui che purtroppo non mi ha mai più richiamata e non mi ha mai neanche detto il suo nome…….
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