Mi chiamo Andrea, da poco ho scoperto questo sito, e mi diverto a raccontarvi le mie avventure, che vi assicuro non sono poche.Ho 49 anni e sono quel che si suol dire un bell’uomo, ma quello che voglio raccontarvi oggi successe quando avevo 24 anni, non per vantarmi ma ero piuttosto carino.A quei tempi frequentavo un bar che si trovava sotto casa mia, abitavo in un paesino in provincia di Bari, avevo molti amici e insieme si giocava a carte si beveva e si parlava di moto o di donne.Io avevo quasi tutto quello che desideravo, perché i miei genitori erano benestanti, non mi facevano mancare niente e rispetto ai miei amici mi sentivo un po’ superiore.Avevo un amico che si chiamava Giovanni aveva la mia stessa età, ci si vedeva tutti i giorni e passavamo quasi tutte le serate insieme, all’improvviso iniziò a frequentare gente diversa dal solito giro e in paese si cominciò a chiacchierare dicendo che Giovanni frequentava dei balordi che spacciavano droga.Per qualche mese lo persi di vista, quando lo vedevo lui cambiava strada per non salutarmi, era sempre più trasandato e non andava più a lavorare nell’officina del paese che era sempre stata la sua passione, fin da ragazzino infatti si divertiva a truccare i motorini e a ripararli quando non funzionavano.Un giorno mentre ero solo in casa suonò la porta, quando andai ad aprire mi meravigliai di trovarmi davanti Giovanni, io lo salutai con il solito entusiasmo di sempre ma lui si scansava e mi disse che doveva parlarmi, lo feci accomodare e gli offrii una birra.Lui cominciò a dirmi che tutte le voci che circolavano in paese su di lui erano purtroppo vere, era entrato in un brutto giro di droga e adesso era nei guai, infatti il lavoro l’aveva perso perché il suo principale lo aveva scoperto a rubare e dopo averlo perdonato una volta alla seconda era stato costretto a licenziarlo. Adesso doveva dei soldi allo spacciatore che lo riforniva, ma lui era senza un soldo, aveva anche venduto la sua moto di cui andava tanto fiero e tutti gli oggetti di valore che c’erano in casa, non aveva più nulla, mi disse che lo spacciatore era un poco di buono, era già stato più volte in galera, e dopo aver più volte picchiato Giovanni aveva capito che era come cavare sangue da una rapa, poteva anche ammazzarlo di botte ma soldi non ce n’erano, allora gli aveva fatto una proposta, voleva passare una giornata con Sara la sorellina di Giovanni, all’ora 18enne, per divertirsi con i propri amici, in cambio avrebbe cancellato ogni debito.Giovanni era disperato non voleva lasciare la sorella in mano a quella gentaglia allora aveva pensato a me, sapeva che a Sara io piacevo infatti l’avevamo sorpresa tante volte, quando frequentavo casa sua, a spiarci e aveva sempre qualche scusa per entrare in camera di Giovanni quando c’ero anch’io, e sapeva che anch’io non potevo essere indifferente, infatti sua sorella era proprio carina, aveva dei capelli neri che portava lunghi sulle spalle e un corpo da modella, molti in paese si giravano quando passava.Giovanni mi disse che se gli davo i soldi che gli servivano avrebbe convinto sua sorella, con le buone o con le cattive a venire con me, ero sempre meglio di quei delinquenti che l’avrebbero rovinata, io dissi che dovevo pensarci, dopotutto era una grossa cifra quella che mi chiedeva, e ci mettemmo d’accordo per ritrovarci alla sera per una risposta.La sera arrivai al bar e da lontano lo vidi che passeggiava avanti e indietro come un leone in gabbia, come mi vide mi corse incontro e mi chiese cosa avevo deciso, per tutta risposta tirai fuori di tasca i soldi che mi aveva chiesto, lui mi ringraziò e mi giurò che sarebbe uscito dal giro.Il giorno dopo mi telefonò e mi chiese di andare a casa sua, quando arrivai trovai solo Sara la quale mi disse che Giovanni era dovuto uscire ma aveva lasciato detto di aspettarlo perché sarebbe rientrato fra un po’.Io mi accomodai sul divano e chiesi a Sara di farmi compagnia, allora lei si sedette di fianco a me, cominciammo a scherzare, e tra una battuta e un’altra cominciai a farle i complimenti, infatti era da qualche mese che non la vedevo ed era diventata ancora più bella di come me la ricordavo, lei arrossiva imbarazzata ai miei complimenti, allora mi feci più audace e le passai un braccio intorno alle spalle, lei non si scostò, cominciai a darle dei piccoli baci, prima sulla guancia e poi sulle labbra, che teneva chiuse, lei mi disse che non se l’aspettava da me, perché fino ad allora l’avevo sempre ignorata, io le dissi che prima era una bambina ma che ora era una donna e anche molto eccitante, lusingata dai complimenti si rilassò e io continuai a baciarla più appassionatamente, forzandole le labbra e introducendo la lingua nella sua bocca, intanto con una mano le massaggiavo il seno, all’improvviso suonò il campanello della porta, era tornato Giovanni, si vedeva che aveva bevuto infatti continuava a ridere e a dire volgarità, poi mi chiese nel tempo che mi aveva lasciato solo con sua sorella ero riuscito a combinare qualcosa. Sara gli chiese se era impazzito a parlare così, ma lui ormai era partito, infatti strascicando le parole per effetto dell’alcool raccontò tutto a Sara, le disse che doveva fare l’amore con me perché gli avevo dato parecchi soldi, e che quindi lei si doveva mostrare riconoscente, in fondo l’avevo salvata dai suoi amici spacciatori che volevano farsela in cambio del debito.Sara cominciò a piangere ma Giovanni le diede una sberla e con uno strattone le strappò la camicia lasciandola con solo il reggiseno, poi le disse di spogliarsi perché io avevo il diritto di vedere la merce che avevo comprato e che non doveva fare la scema altrimenti ci avrebbe pensato lui, io mi arrabbiai le mollai un pugno al mento di Giovanni il quale cadde semi svenuto sul divano, poi mi avvicinai a Sara e le misi la mia giacca sulle spalle ma siccome lei non si calmava le dissi di non preoccuparsi e l’abbracciai, lei mise la testa contro la mia spalla e io le accarezzai i capelli per calmarla, quando alzò la faccia per guardarmi non resistetti e la baciai sulle labbra, lei rispose al mio bacio quasi con disperazione.Per consolarla iniziai ad accarezzarle le spalle continuando a baciarla dolcemente, ma poi cominciai ad eccitarmi e anche lei sentiva la mia erezione contro i suoi fianchi, la giacca scivolò dalle sue spalle ed io le abbassai il reggiseno e le accarezzai il seno poi mi abbassai e cominciai a baciarlo e le presi i capezzoli tra le labbra, anche lei si stava eccitando infatti i capezzoli erano durissimi.Continuando a mormorarle paroline dolci le slacciai la gonna e le abbassai le mutandine, lei divenne rigida dicendo di non averlo mai fatto, le risposi che non l’avrei costretta a fare niente se non voleva, poi la feci sedere sul divano, mi sedetti vicino a lei e sempre baciandola le misi una mano tra le gambe, era molto bagnata le accarezzai le labbra della figa poi dolcemente infilai un dito nella fessura, lei sussultò ma non si spostò, allora io mi inginocchiai davanti a lei e con la testa fra le sue gambe iniziai a leccarla, aveva un buon odore ed era un po’ salata, lei diceva di vergognarsi ma io le dissi di non preoccuparsi che era una cosa normale, poi trovai il clitoride ed iniziai a massaggiarlo con la lingua finchè sentii che lei veniva scossa dai brividi dell’orgasmo.La guardai era tutta rossa in faccia, mi misi di fianco a le, le presi una mano e le misi il mio cazzo in mano, era già duro, lei non sapeva bene cosa fare, allora io coprendo la sua mano con la mia cominciai a muoverla su e giù finchè preso il ritmo continuò da sola.La feci poi sdraiare sul divano e le misi il mio cazzo davanti alla bocca dicendole di aprirla e di succhiarlo, lei obbedì e iniziò a fare il primo pompino della sua vita, quando non ce la feci più le chiesi se voleva farmi venire nella sua bocca oppure se preferiva continuare a fare l’amore, lei era molto eccitata e mi disse di continuare ma di non farle male, io allora le leccai ancora un po’ la figa e lasciai cadere molta saliva del lubrificarla, poi misi il mio cazzo davanti all’apertura vergine e piano piano spinsi il mio cazzo dentro di lei finchè sentii la barriera dell’imene allora mi chinai a baciarla e spinsi con decisione ma delicatamente sempre più in profondità dentro la sua figa, sentii un piccolo strappo con la punta del cazzo e lei lanciò un grido attutito dalla mia bocca sopra la sua, poi cominciai a scoparla dolcemente finchè il dolore lasciò il posto al piacere, scopammo finchè sentii che stavo per venire allora lo tirai fuori e sborrai sopra la sua pancia, poi le spalmai la mia sborra sul corpo come se fosse una crema, poi esausto mi accasciai vicino a lei.Nel frattempo Giovanni si stava svegliando, io coprii Sara con la mia giacca che giaceva per terra e me la misi seduta sulle ginocchia, sempre baciandola le chiesi se si era pentita, mi rispose di no, che aveva sentito un po’ di male ma che era passato subito.La accompagnai nella sua camera e la lasciai con la promessa che ci saremmo rivisti.Giovanni mi accompagnò fuori e mi disse che aveva ancora un piccolo debito e se gli davo i soldi mi avrebbe offerto in cambio il culo di sua sorella, gli risposi che doveva arrangiarsi da solo perché quello che volevo da Sara potevo prenderlo quando volevo e che non provasse più ad offrire sua sorella come se fosse merce perché altrimenti avrebbe fatto i conti con me.Da quel giorno io e Sara facemmo coppia fissa, Giovanni si mise nei guai e finì in galera.
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