(Proseguimento della storia di “Quanto è buono un uomo” di Vannino)Giulia si rialzò dal letto, si stiracchiò soddisfatta allungando le braccia dietro la nuca, sporgendo il rotondo e sodo seno in avanti in un atteggiamento sensuale sotto gli occhi ammirati di Angelo e disse:”Angioletto mio! Lo sai che avremo una notte tutta per noi, fino a domani pomeriggio saremo soli! Pensa potremmo dormire insieme nel letto grande!” Aggiunse fra se stessa “ammesso che si riesca a dormire! Intanto andiamo a rifocillarci, io ho una fama da lupo!”Durante la cena il ragazzo fu insolitamente loquace, riuscendo a raccontare tutti i suoi precedenti stimoli erotici. Si soffermò sui tormenti per Doretta. Le voglie per Rosetta, tacque però sulle mire incestuose per la propria mamma.. Giulia gli confidò:”Sai Rosetta non ha mai avuto un uomo, ha una mentalità da bambina grande e grossa com’è, per la sua ingenuità a volte mi sembra proprio scema, ma so che ha una voglia di sesso pazzesca, basta poco per indurla a toccarsi e godere come una fontana. Ho assistito a parecchie sue slinguettate. E’ ancora vergine. Se dovesse scoprire il tuo meraviglioso strumento credo che impazzirebbe. Chissà forse sarebbe la volta buona anche per lei.” La notte che seguì fu per Angelo f di nuove meravigliose scoperte sulla sensibilità del corpo femminile e su tante altre delizie del sesso. Giulia non gli nascose nulla, era molto esperta, ed il ragazzo esaltato ed in continua tensione introdusse il suo sensazionale membro nella natura ricettiva ed infuocata di Giulia da tutte le posizioni.La ragazza rimase quasi a secco di umori a furia di godere, le dimensioni insolite di quel pene la riempivano così bene da farla godere in continuazione, ed Angelo era insaziabile, era inesauribile. Il solo rammarico della ragazza era quello di non poter offrire ad Angelo il secondo condotto, era praticamente impossibile a meno che non volesse rimanere sfregiata. Fu Giulia a chiedere tregua, quando era quasi l’alba, dopo ore ed ore che lo strumento di Angelo senza sosta le aveva trapanata la vagina che era rimasta tutta congestionata. Il bruciore interno era irresistibile e dovette pregare il ragazzo di smetterla, era sfinita.Al mattino tardi Giulia si svegliò per prima, ancora tutta indolenzita. Si alzò in silenzio per non svegliare il ragazzo che dormiva beato, completamente nudo, con una sorte di sorriso soddisfatto sul viso, ne ammirò le angeliche fattezze, rivolse uno sguardo languido al magnifico guerriero che riposava adagiato su una coscia. Si accorse che era molto tardi e che non avrebbe avuto la forza di andare in ufficio. Decise quindi di telefonare per avvertire della sua indisponibilità.La Sig.ra Elena prese la telefonata: “Ti prego Elena, avverti il Capo che stamani non mi sento di venire, ho trascorso una notte insonne ed ora ho un tremendo mal di testa! “”Posso immaginare come non sei riuscita a dormire tu! Ma poi mi racconti vero?” Rispose l’interlocutrice che conosceva bene Giulia della quale era amica e confidente.Elena era una vedova di guerra intorno ai quaranta anni ancora molto piacente e sempre pronta ad approfittare di ogni occasione per soddisfare le proprie voglie. Giulia non ce la fece a tenere per se il fenomeno e dovette condividerlo con l’amica.Nel mese che segui, condotto da Giulia, Angelo fu costretto a soddisfare ripetutamente Elena , che a sua volta non potette nascondere il fenomeno all’altra sua amica più cara.Fu così che Angelo, fu molto ambito ed apprezzato in una certa cerchia femminile, diventando esperto e sicuro di se nell’usare il suo prodigioso strumento e fu costretto ad un vero tour de force di prestazioni , in quei pochi mesi che mancavano agli esami.Per lui ora era solo un fatto di pura soddisfazione fisica, non gli rimaneva assolutamente niente delle donne che possedeva, erano soltanto un apertura ove ricoverare il suo arnese sempre bisognoso di umidi e tiepidi massaggi.Nemmeno con Giulia che in ogni occasione possibile si faceva possedere dal bello stallone provava qualcosa di diverso, era solo un fatto tecnico di pura necessità fisiologica, per entrambi del resto.Lui non interruppe mai per un momento dopo la svolta della sua vita, di pensare alla sua bella cuginetta lontana, con uno spirito diverso anzi le rivolgeva i suoi pensieri con un certo languore, gli mancava la presenza di quella ragazza che era sempre stata la persona più importante della sua vita a parte la madre Viola. Rispondeva alle delicate lettere con allusioni sempre più frequenti all’amore che provava per lei. Non era perfettamente esplicito ma le faceva capire la nostalgia che aveva di lei, come gli mancasse la sua voce, il suo bel sorriso, il suo profumo inconfondibile che nessun’altra aveva come lei e concludeva sempre, come nell’ultima lettera: “Ahimè, mancano ancora due mesi a quando ti rivedrò. Sarai tanto bella da farmi mancare il fiato!” Era convinto ormai che un eventuale incontro sessuale con Doretta sarebbe stato il massimo, qualcosa di diverso, di pulito, di romantico, il coronamento di un sogno, l’apoteosi dell’amore. L’esame per il diploma incombeva, dovette studiare molto per non rimanere indietro ma dovette, con enorme sacrificio, interrompere le prestazioni sessuali esterne delle quale non gli mancavano le richieste ormai, si dovette accontentare soltanto di Giulia che poi era anche la migliore.La madre Viola era meravigliata e compiaciuta del cambiamento del suo ragazzo avvenuto in quegli ultimi mesi, sia nel fisico che nel carattere. Lo vedeva sicuro di se, più socievole con tutti. Non sembrava che avesse più quella timidezza che lo aveva sempre bloccato nei rapporti con gli altri. Adduceva le ragioni al fatto che era un uomo ormai, ma non le era sfuggita una familiarità diversa che aveva con Giulia, una complicità sospetta fra i due. Viola ammirava l’intelligenza e le buone qualità della ragazza, ma ne conosceva anche l’emancipazione e la libertà in materia sessuale, d’altra parte non faceva niente per nasconderlo. Le sfiorò, pertanto, il sospetto di qualche tresca fra i due. Se aveva indovinato non poteva che invidiare la bella Giulia e si convinse sempre più che le soddisfazioni del sesso rilassano e fanno prendere la vita con più ottimismo. Lei ne sapeva qualcosa in merito.Angelo nelle ultime settimane, prima dell’esame di stato, si era proprio impegnato animo e corpo nel prepararsi, studiando intensamente. Fu aiutato anche dal fatto che per una ventina di giorni Giulia era partita per un viaggio all’estero e lui era rimasto anche senza la continua tentazione di quella femmina conturbante. Una domenica mattina, il giorno prima dell’esame, Angelo si alzò dal letto subito dopo che la madre Viola era uscita per andare a messa, come tutte le domeniche, con la Sig.ra Venditti e Rosetta che di solito le accompagnava. Giulia era rientrata dal viaggio la sera prima molto tardi, lui non l’aveva ancora salutata e si diresse per farlo, verso la camera di questa, ancora in pigiama.Erano le otto di quella domenica di inizio estate, la stanza era illuminata dalla luce schermata dalle doghe delle persiane. Giulia dormiva ancora profondamente era completamente scoperta sul letto, aveva una camicia da notte arrotolata che metteva a nudo le stupende candide cosce, inoltre aveva un seno completamente a vista, la posizione supina sulla schiena era inequivocabilmente sensuale ed eccitante. Il ragazzo a digiuno di sesso da più di quindici giorni, sempre preso dallo studio ebbe un’immediata erezione che spingeva nel pigiama. Se avesse ascoltato il suo istinto avrebbe subito approfittato per introdursi in quel corpo mozzafiato. Ma Giulia dormiva così bene e rispettoso non osò svegliarla. Continuò, perciò, ad osservare quel corpo stupendo ed istintivamente prese in mano il membro durissimo liberandolo attraverso la patta del pigiama. Aveva così iniziato una lenta manovra masturbatoria quanto all’improvviso si aprì la porta della stanza ed entrò Rosetta, la quale nel vedere in piedi Angelo in quelle condizioni esclamò:”Angioletto!! Ma cosa fai? Mamma mia.. ma cos’è quel coso?” Guardandolo ancora più sbalordita.L’ esclamazione fece svegliare di soprassalto Giulia, che si appoggiò su un gomito, si guardò intorno, realizzò la scena e scoppiò in una risata, interminabile.Angelo era rimasto bloccato allo stesso modo di Rosetta che continuava ad osservare il mostro.Giulia le parlò:”Ma tu non dovevi essere a messa?”Rosetta incantata,senza lasciare lo sguardo da dove era diretto in precedenza, rispose distrattamente tutta di un fiato: “No…dopo la messa Viola e la zia vanno al Pincio a trovare la Sig.ra Andreina, io non ne avevo voglia. Torneranno prima di mezzogiorno.””Cosa fai li imbambolata?” continuò Giulia divertita “Non hai mai visto un… cazzo? … Già è vero! Vieni avanti allora se vuoi vederlo meglio”Rosetta ubbidì come un automa avanzando lentamente nella sua lunga vestaglia leggera e trasparente sotto la quale premevano i grossi seni che avanzavano per primi, si avvicinò ad Angelo ed allungò la mano verso il membro timorosa di toccarlo: “Madonna, com’è grosso?””Ti piace vero?” Continuò Giulia “Toccalo.. sai non morde!”Rosetta si avvicinò di più, allungò timidamente la mano e soppesò nel palmo la verga.Angelo tutto il tempo era rimasto ammutolito, ma stava rilassandosi dopo la sorpresa e cominciava a divertirsi anche lui.Giulia aveva in mano la situazione e continuò sempre rivolta a Rosetta: “Siediti qui vicino a me!” Poi si rivolse ad Angelo in piedi e gli ordinò: “Avvicinati!” Tutto fu eseguito alla perfezione secondo gli ordini.Ora Rosetta seduta fu di fronte a quella proboscide, a pochi centimetri dal suo viso cosicché potette vederlo ancora meglio. “Prendilo bene in mano, su!” Continuò Giulia.Rosetta ubbidì ancora e goffamente tentò di stringerlo nella mano impugnandolo in parte, poi irresistibilmente accostò il viso e posò un bacio sulla punta procurando al ragazzo un istantaneo brivido di piacere.Angelo non se l’aspettava e nemmeno Giulia del resto, la quale disse:”Brava!! Continua così a lui piace!” Rosetta in un baleno capì cosa doveva fare, ed allargò la bocca avvolgendo fra le labbra il glande, stringendo un po’. Angelo si sentì, subito in Paradiso e fremette per il piacere. Rosetta cominciò a provarvi gusto e continuò, se pure impacciata, ma Giulia ormai aveva un’altra mira e non voleva che finisse che Angelo le godesse in bocca perciò si alzò, riprese in mano la situazione, spinse la remissiva Rosetta sul letto, le sbottonò la vestaglia le liberò i favolosi seni ed invitò Angelo, sapendo di fargli piacere:”Vedi che poppe!… So che ti piacciono… Su baciale!..Succhiale!”Il ragazzo non si fece pregare, s’inginocchio sul letto, abbassò la testa su un grosso capezzolo e l’afferrò fra le labbra. Il capezzolo dapprima morbido,.in breve si ingrossò indurendosi riempiendo la bocca e cominciò a succhiare come un poppante, mentre con una mano cercava di stringere la grossa tetta. Un altro suo sogno si stava avverando.Rosetta cominciava a gemere con la testa tutta reclinata all’indietro, gli occhi socchiusi e la bocca aperta per il piacere che si trasmetteva fra le cosce dove istintivamente aveva diretto una mano.Giulia intanto aveva spalancato la vestaglia liberando Rosetta delle mutandine. Il sesso della donna già pulsava per il desiderio, sporgevano in mezzo ad un cespuglio di pelo nero due grosse labbra vaginali, veramente insolite ed in mezzo ad esse si notava il lungo solco roseo già luccicante di umori, dove Rosetta stava già introducendo due dita della mano.Giulia pensò che era giunta l’ora per Rosetta di assaporare anche lei il fallo perché chissà quando mai avrebbe incontrato uno stallone come Angelo. Quindi ordinò:”Fottila adesso..è pronta!!”Angelo, ubbidiente si rialzò dalla piacevole incombenza a cui era dedicato, si piazzò in mezzo alle cosce aperte della vittima pronta al sacrificio, appoggiò le ginocchia sul bordo del letto, prese in mano la verga mastodontica e si abbassò il necessario per appoggiarne il glande fra le grosse labbra di quella vulva pelosa. Spinse solo pochi centimetri, perché Giulia lo blocco per prendere in mano le redini dell’operazione:”Vai piano! Sai che è ancora vergine! Bravo..così..vai un po’ di più!” Angelo eseguiva alla lettera ed entrò in quella caverna di quasi un terzo. Avrebbe voluto sprofondare invece, per la voglia che aveva! Resistette, si fidava di Giulia e come da questa suggerito diede un altro colpo eliminando l’ostacolo dell’imene.Rosetta gemeva con più affanno ed emise un lamento più intenso quando il fallo l’ebbe occupata per metà.Giulia ordinò ancora: “Fermati adesso…resisti..aspetta che sia lei a chiedere!”Angelo così fece.Rosetta era immobile, aveva gli occhi sbarrati! Chissà di sorpresa, per il dolore con ansiti più veloci. Dopo lunghi interminabili secondi, per Angelo, incuneato per metà appena, Rosetta cominciò a muoversi, il dolore della deflorazione era scemato sostituendosi al piacere più incombente, perché mormorò:”Come è bello!!..Ohhh Angioletto!.. Cosa mi fai!!” Nel pronunciare queste parole spinse il bacino in avanti assorbendo lei stessa tutto il palo emettendo nel contempo un verso simile ad un profondo guaito, accompagnato da parole sconclusionati delle quali si comprendeva solo : “Oddio!!…ohh… Oddio..!!” mentre l’agitazione del bacino si accentuava venendo incontro ai colpi più vigorosi ora inferti dal ragazzo.Giulia assisteva soddisfatta e sbalordita alla scene ed un’eccitazione profonda le montava fra le cosce per cui un bisogno irresistibile la portò a premere sul pube e scostare il pizzo delle mutandine infilando le dita nella fessura già abbondantemente allagata. Ebbe la lucidità di avvertire, con voce eccitata, il ragazzo in piena attività: “Stai attento, non venirgli dentro! Sarebbe un guaio se rimanesse incinta”Angelo annui e con uno sforzo immane resistette fino al momento conclusivo,quando la certezza che le contrazioni più prolungate della vagina intorno al pene fossero all’apice del godimento. Anzi riuscì ancora a resistere ed infierire mentre Rosetta urlava il piacere che stava provando e riuscì ad estrarre di colpo la spada dal fodero giusto in tempo. Si udì una specie di risucchio, come quando un corpo sbuca a galla da una cloaca.Contemporaneamente la copiosa linfa accumulata nei giorni di astinenza, si sparse per tutto il corpo della donna soddisfatta, imbrattandole la pancia, il seno, le cosce.Giulia intanto stava anche lei raggiungendo l’approdo ed avrebbe voluto in quell’istante essere penetrata da quel bastone ancora consistente, ma ebbe la forza di controllarsi per non correre lo stesso rischio per il quale aveva raccomandato Angelo di stare attento, per cui si affrettò a raggiungere l’orgasmo fra l’indifferenza degli altri due. Difatti il corpo di Angelo era abbandonato sul morbido petto di Rosetta che gli aveva avvolte le braccia intorno sbaciucchiandogli il viso.Per un po’ i tre rimasero in silenzio ai bordi del letto, mentre intorno aleggiava odore di sesso, poi Rosetta disse:”Come è stato bello Angioletto mio!” Stringendogli il braccio attorno e rivolgendosi a Giulia: “Ma l’hai visto quanto è grosso?” “Si.. certo.. l’ho notato!”Rosetta proseguì : “Però hai ragione. E’ molto bello godere così! Ma tu ne hai mai provato uno così?””Io?… Tu sei stata proprio fortunata ! Ma ora stai attenta a non fartene accorgere? Se si viene a sapere sarebbe uno scandalo!””Non sono mica scema!” concluse Rosetta. Il giorno dopo Angelo affrontò gli esami rilassato e sicuro di se. Si diplomò con ottimi voti.Subito dopo il risultato si affrettò nei preparativi per le vacanze, l’ansia di incontrare Doretta era spasmodica.Si era già a metà Luglio del 1956, Roma era infuocata sotto il sole cocente. Il treno tardava a partire. Per Angelo rappresentavano un’eternità le quattro ore che gli mancavano da Doretta ed appariva insofferente ed agitato. Viola, che era con lui, accorgendosi di quella agitazione: “Ma perché sei così nervoso? Dovresti essere contento? Sei appena all’inizio delle vacanze! Sembravi tanto entusiasta di andare al paese!””Ma si, certo.. è che questo treno tarda così tanto a partire! Non vedo l’ora di……..” Si fermò arrossendo sotto lo sguardo della madre. Viola non proseguì oltre, capì guardandolo con una tenerezza infinita. Conosceva bene il suo bambino, non avrebbe mai creduto, pensava, che l’attaccamento per la bella cugina fin da bambino si fosse tramutato in amore. Finalmente il treno giunse a destinazione nel primo pomeriggio, ma c’era ancora mezz’ora di tragitto dalla stazione alla fattoria! Tonio che li attendeva li condusse a destinazione con un vecchio furgone che si era procurato, di seconda mano, per i lavori della fattoria. Il pomeriggio era caldissimo anche qui ed il sole arroventava tutt’intorno.Cesira festosa accolse la cognata e rimase strabiliata nel constatare Angelo che si era fatto un vero uomo, ancora più bello, con quegli occhi da incantore di un celeste vivo. Non poteva biasimare l’entusiasmo di Doretta per il bel cugino e non si meravigliava nemmeno che ne potesse essere tanto innamorata, d’altra parte lo era sempre stata fin da bambina.Doretta non era però li ad accogliere i nuovi venuti, Angelo si guardava intorno, non chiedeva per paura di tradire il suo segreto. Ma Cesira aveva già capito tutto:”Doretta deve essere in giro… sarà come al solito vicino al fiume a leggere qualche libro. Angelo puoi raggiungerla…sarà felice di vederti”. Il ragazzo cercò di nascondere ancora l’ansia trattenendosi un po’, poi lentamente si avviò verso il fiume, si tolse la camicia per l’insopportabile calura, lasciando nudo il torace , man mano che si avvicinava il passo si affrettava fino a correre con lunghe falcate.Si fermò di colpo quando scorse poco distante davanti a se, Doretta in piedi nell’acqua vicino alla riva. L’acqua le arrivava alle ginocchia, era girata di spalla, indossava una gonna bianca stretta alla vita i lembi alla base erano tenuti su sollevati con una mano. Stava rinfrescandosi perché si inchinava in avanti facendo intravedere tutte intere le due magnifiche cosce fin sotto l’incavo dell’inguine. Già si notava tutta la bellezza di un corpo magnifico. Prendeva l’acqua in un palmo della mano libera e lo spargeva sul viso, sulla fronte, sui capelli, sulla camicia rosa sbracciata. Poi si rialzò, mettendo in ordine i capelli mentre l’acqua rimasta si disperdeva lungo tutto il corpo. Doveva provare piacere della istantanea frescura in quel caldo atroce. “Doretta!” chiamò, disperdendo l’eco di quella voce maschia davanti a se, attraverso la calma superficie dell’acqua che in quel punto era molto ampia. Doretta, si girò di scatto, uscendo dall’acqua ed Angelo vide come quel corpo fosse stupendamente sbocciato. I seni colmi e saldi premevano contro la camicetta bagnata resa trasparente dall’acqua lasciandone intravedere distintamente la rotondità perfetta.Allargò le braccia con un sorriso radioso di meraviglia, di sorpresa ed Angelo istintivamente l’accolse fra le sue, abbracciandola a se. Sentì immediatamente i capezzoli strusciare sul suo petto nudo. Fu un gesto di tenerezza quello di stringerla forte e nel modo più naturale le sue labbra si unirono a quelle turgide e piene di lei in un timido bacio che voleva essere di saluto. Come lo era quando nei vari precedenti incontri si abbracciavano per salutarsi. Ma ora fu un bacio sulle labbra se pure leggermente sfiorate, bastò quell’istante di contatto più intimo perché una scossa reciproca fece vibrare i loro corpi, battere i loro cuori all’impazzata.In quell’attimo eternamente delizioso Angelo riassaporò il profumo di bosco e di sole che sprigionava quel corpo di fata ed lo avvolse in un seducente incantesimo e si senti quasi incapace di respirare.Doretta ruppe l’incanto:”Oh Angelo, sei già qui? Ed io ti aspettavo domani! Che gioia vederti!” Aggiunse timidamente: “Come sei bello!!” e si strinse felice nuovamente al suo petto.Angelo tenendola avvinghiata: “Doretta! Tu sei bella da impazzire. In questo anno sei ancora cresciuta. Non mi sbagliavo, sei uno schianto.”Doretta avrebbe voluto morire di gioia e ringraziò il cugino con un filo di voce.Intanto Angelo riceveva delle stoccate di piacere al contatto di quel corpo, nel sentire quel profumo delizioso ed il membro non conobbe ragioni e s’ingrossò nei pantaloni, premendo sulle cosce della ragazza.In quel momento Doretta stava parlando di qualche cosa che Angelo non udiva, in estasi com’era stretto a lei. Ma senti che la voce della ragazza di era fatta rauca e sensuale e quando lei alzò gli occhi verso i suoi, vide in quello sguardo blu luccicante tutta la meraviglia di questo mondo e lentamente si staccò da quel contatto elettrizzante, rossa in viso e cercando di nascondere l’imbarazzo:”Senti che caldo? Andiamo nel nostro rifugio, li saremo al fresco. Sai l’ho curato bene.. vedrai! E’ sempre il nostro rifugio segreto!”Lo prese per mano e se lo tirò dietro nel folto del bosco. Il rifugio era davvero ben curato, un po’ più ampio, coperto da felci tagliati da poco, che procuravano una piacevole frescura, altri erano sparsi per terra facendo da pavimento. “Ho messo tutto in ordine questa mattina, ti piace?” e aspettava l’assenso del cugino.Lei aveva i capelli ancora umidi, la camicetta e la gonna incollate ed ancora trasparente modellavano le seducenti forme sulle quali Angelo aveva posato lo sguardo.Doretta ebbe un rossore improvviso accorgendosi che gli occhi del cugino erano fissi sul seno che lei non poteva nascondere ed i capezzoli che s’indurivano si mostrarono ancora di più all’avida vista, sembrava che lo invitassero sfacciatamente.Lei abbassò lo sguardo aspettando che lui dicesse qualcosa. Le tremavano le gambe ed il cuore sembrava salirle in gola.Rialzò lo sguardo proprio mentre la bocca di lui si stava inesorabilmente avvicinando alla sua e lei chiuse gli occhi, la senti vicina e schiuse leggermente le rosse e turgide labbra accogliendo le sue. Quelle bocche si cercarono, si frugarono, fusero il respiro, e respirando l’anima con quel bacio che non finiva più confessarono, senza parlare, tutto l’ amore che avevano covato l’uno per l’altra , che ora stava affiorando alla vita.Ora i corpi erano perfettamente incollati, le mani di Angelo vi scivolavano con carezze elettrizzanti ed il ventre ingombro di lui premeva su quello piatto dekizioso di lei che non riuscì a trattenere un gemito di piacere rovesciando il capo all’indietro. Gli occhi di lei erano sempre chiusi in un’espressione beata mentre la bocca avida di lui le lambiva il viso, la gote e più giù, più giù fino a sfiorale i capezzoli tesi che attraverso il velo della camicetta si offrirono alle labbra socchiuse di lui.Doretta fremeva, sospirava ed invocava chissà cosa: “Angelo…Angelo! “Le dita di lui ora le toccavano i capelli con l’altra mano le accarezzo le cosce affusolate sollevandole la gonna..Il membro premeva ed il corpo di lui doleva di desiderio di voglia e finalmente pregò:”Possiamo Doretta?” La sua voce era soffocata dal desiderio. Lei allungò la mano verso quella verga d’acciaio per una carezza lieve, delicata :”Si… Angelo, ohhh.. si.. ti prego…” e si adagiò sulle felci fresche di quella alcova segreta. Era cominciato come qualcosa di dolce ed era finito per diventare un desiderio violento.Si baciarono di nuovo avidamente e lui la teneva stretta forte contro di se. Doretta sentiva ancora di più quella possente mascolinità premere contro il suo corpo ed ora ne aveva bisogno.Nessuno seppe chi fece per primo il gesto perché l’una spogliò l’altro e viceversa e si rigettarono con furia fra le braccia.Angelo soffriva dal desiderio per quel corpo ma temeva l’enormità del suo membro già incuneato tra le cosce socchiuse di lei. Ci avrebbe messo un attimo ad entrare in quella tenera carne ma si trattenne e disse:”Doretta ti desidero da stare male, come sempre da quando i miei istinti sessuali si sono destati ed ora sei qui…ho paura amore mio!””Oh Angelo mio… ma io sono tua, sono sempre stata tua… anch’io ho desiderato da morire sempre e solo te e sono pronta a donarmi ora… tutta a te… sono stata sempre pronta…”Allargò le ginocchia lui si sollevò leggermente e le sue dita frugarono in quel sesso bagnato dal desiderio pronto ad accogliere la vita.Appoggiò il glande alla dolce fessura ed iniziò la penetrazione. Doretta gemette per l’enorme dimensione ed Angelo fece per ritirarsi, ma lei lo attirò di nuovo a se, stringendolo forte e lo assorbì soffocando fra le labbra socchiuse il dolore della deflorazione, ma lo tenne stretto colmata di lui, dando compiutezza al suo corpo. Il dolore passò e Doretta si fece sensibile, mise le mani sui fianchi di lui e cominciò a spingerlo con forza a se rispondendo ai colpi di lui movendo goffamente il bacino su e giù con foga progressiva.Quell’ amplesso dolce, tenero cresceva fino a diventare frenetico, avido ed ad un tratto molto di più. Era un’estasi un’ebbrezza insopportabile, un accoppiamento animale ed Doretta gridò:”Angelo… Amoree…ohhhhh”Ed il corpo possente di lui dentro di lei fu tutt’uno mentre le linfe vitali si fondevano.Fecero l’amore a lungo, senza staccarsi un attimo e parlarono, parlarono nei momenti di pausa. Fu come se si fossero appartenuti da sempre.E ricominciavano di volta in volta con rinnovato desiderio, e più il gioco durava più l’eccitazione di Dora si faceva selvaggia e lo baciava con impeto, cacciandogli la lingue in bocca, avvolgendogli le gambe alle anche per farlo entrare dentro di lei più in profondità,provando sconquassanti orgasmi fino a rimanere sfinita e scoppiò in un fiume di lagrime.Angelo si bloccò, usci da lei e la prese tra le braccia baciandola. Se Angelo pensava di amare Doretta ora era addirittura pazzo di lei.Lei si aggrappò a lui senza lasciarlo un secondo e calmandosi disse:”Oh caro..come sei grande e forte, bello. Chi avrebbe creduto che fosse possibile provare un piacere così intenso? Come abbiamo potuto resistere così a lungo? Oh come ti amo! Sono tutta tua!” Aggiunse solennemente “Puoi fare di me quello che vuoi, sarò la tua schiava, il tuo giocattolo perché tu sei il mio amore! Oh caro oh!”Giacquero in quella alcova segreta ancora a lungo ed Angelo la teneva teneramente fra le braccia ed intanto si ripeteva con stupore. Ecco, questo è amore. La guardò ed era tutta calda e scarmigliata bella da levare il fiato e le disse semplicemente:”Sei stata solo mia e lo sarai per sempre”Lei lo abbracciò forte: “Si…si”Lo amava alla follia, lo aveva sempre amato così.Era giunta l’ora di rientrare alla fattoria, ma non si preoccuparono dell’ apprensione che avrebbe potuto destare la loro lunga assenza, d’altra parte era sempre stato cosi, da sempre. Doretta non si preoccupò nemmeno delle altre possibile conseguenze pensando ad Angelo che l’aveva continuamente inondata con il suo seme, mentre con la mano nella mano di lui raggiunsero casa.Viola e Cesira, sedute davanti all’aia notarono subito i visi radiosi, rilassati e Cesira disse:”Dimmi Viola c’è qualcosa di più bello di quei due insieme?””No, non esiste!… Sono splendidi! La cosa più bella del mondo!”Il giorno dopo Doretta dormì fino a tardi. Si svegliò con il sorriso sulle labbra. Sorrideva ancora quando entrò sua madre nella camera che le disse:”Sei radiosa, cara, sei tanto felice vero?””Ohh mamma si…si?”Cesira con un sorriso, felice a sua volte la strinse a se, sospirando come rassegnata.
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