Nei giorni successivi tutto sembrò acquietarsi; tornarono ad essere teneri innamorati, nessun eccesso sconvolse e loro coscienze e i loro corpi. Anna passava le giornate a girare per i negozi e fare shopping con la carta di credito di Gianni. Lui non le negava nulla e si accontentava di trovarla a casa alla sera quando tornava dal lavoro. Sembrava una scena familiare di una coppia convivente senza vincoli.La casa dove vivevano era un condominio di lusso con pochi appartamenti. Di fronte a loro abitava una ragazzina sui diciassette anni che ogni tanto incrociava Anna, salutandola. Un giorno si incontrarono anche fuori dal palazzo e si trovarono a percorrere la stessa strada. “Come ti chiami?” le chiese Anna. Lei rispose “Laura”. “Quanti anni hai, Laura?”. Diciassette, quasi diciotto, la settimana prossima”. “Sei molto carina” le ribatté Anna.”Grazie, signora” rispose Laura. Anna si mise a ridere per questa deferenza e le propose di chiamarla per nome e darle del tu. La giovane accettò volentieri e mentre si avviavano per la stessa strada che portava in biblioteca, raccontò alla nuova amica i suoi problemi. La madre, giovanissima, se ne era andata tempo prima con un uomo conosciuto in discoteca, suo padre, ingegnere, passava molto del suo tempo all’estero. Lei viveva con una signora anziana che la accudiva e cercava anche di sostituire la figura materna. Laura era molto infelice di questo stato di cose, d’altra parte i suoi coetanei non potevano capirla e non sapeva con chi sfogarsi. Trattenendo le lacrime chiese ad Anna se avesse potuto andarla a trovare qualche volta per parlare. Anna si sentì molto gratificata di questa fiducia ed accettò con piacere. Si lasciarono così all’entrata della scuola con un patto di mutua comprensione. Le giornate passavano lente in quell’estate torrida del 2003, Anna si trascinava per casa leggendo, guardando la tv e riposando. Come suo solito non indossava nulla ed era perfettamente depilata, retaggio degli insegnamenti della villa. Passava molto del suo tempo a mantenere il fisico in forma e tonico, non disdegnando qualche introduzione casuale degli oggetti più disparati per conservare l’elasticità delle sue cavità naturali. In quel particolare momento si stava cimentando con una bottiglietta in vetro di coca-cola che lei tentava di introdurre dal fondo, con qualche difficoltà, in vagina. Aveva appena terminato la perlustrazione del retto con il manico di una torcia, che aveva roteato languidamente per dilatare al massimo lo sfintere. Ovviamente questa attività provocava sempre una intensa eccitazione e Anna gocciolava come non mai. Improvvisamente sentì squillare il campanello della porta. Contrariata per l’interruzione, si pulì in qualche modo e guardò dallo spioncino per identificare lo scocciatore. Si trattava della povera Laura, che, mani in mano, era indecisa se suonare ancora o lasciar perdere. Per non farla allontanare Anna aprì di colpo la porta, così com’era. Laura rimase sbigottita dalla nudità della vicina e abbassò gli occhi, mormorando delle scuse “Non volevo disturbare, ti chiedo scusa, sono stata indiscreta a venire senza telefonare…”. Anna capì l’imbarazzo della giovane di fronte ad un corpo nudo e la fece entrare con un sorriso. Le disse: ”Nessun disturbo, scusami tu invece, io giro sempre nuda in casa, se vuoi vado a vestirmi..”.”No, no, non importa, sei bellissima, magari avessi io un fisico come te…” rispose Laura. Si recarono in sala dove sedettero su due comode poltrone, una di fronte all’altra. Laura teneva sempre gli occhi bassi, perché, senza volere, aveva notato che l’inguine di Anna era perfettamente depilato e si vergognava a guardare lì dove l’occhio fuggiva spontaneamente. Anna, per contro, non aveva alcuna remora a mostrarsi nuda ed aperta ai suoi interlocutori. Alla villa le avevano insegnato che doveva sempre tenere le gambe discoste per consentire la visione della sua intimità al suo interlocutore. Questa abitudine non l’aveva più abbandonata e lei non ci faceva più caso. La scena era alquanto imbarazzante per la piccola: di fronte a lei, seduta a gambe dischiuse, depilata, si trovava una giovane poco più matura di lei e che sembrava anche essere eccitata per il liquido che le si intravedeva al termine della vulva…..Laura non sapeva più che fare, né dove guardare. Anna capì il suo imbarazzo e, alzandosi, si mise una vestaglia leggera, chiusa in vita. Così poteva andare meglio a Laura rialzò gli occhi verso quelli di Anna. “Come mai piangi?” chiese Anna. “Tu sei così libera, disinibita, hai il coraggio di aprire la porta di casa nuda… io non mi guardo neppure allo specchio per paura di trovarmi brutta, ho il seno piccolo e…. Sono ancora vergine” disse Laura scoppiando in un pianto irrefrenabile. Anna le si avvicinò consolandola e tenendole la testa sulla spalla. “Su, su, non fare così, il tempo cambia molte cose. Crescerai, diventerai più matura ed il tuo fisico insieme a te”. Anna capì che quella ragazza non aveva il conforto di una guida materna e questo stimolò un istinto protettivo nei suoi confronti. La coccolò a lungo, finché le lacrime ed i singhiozzi non passarono, quindi, guardandola negli occhi la fece alzare. “Vieni con me” disse dolcemente e la guidò verso la camera da letto. Sempre guardandola negli occhi le disse “spogliati”. Laura era titubante, aveva paura, ma Anna iniziò delicata a sbottarle la camicetta finché questa non rimase aperta, scoprendo due seni sodi e non piccoli, ancora acerbi ma destinati a divenire due globi perfetti. Passarono quindi alla gonnellina che cadde al primo colpo. Laura indossava delle mutandine anonime bianche attraverso le quali si distingueva il triangolo dei peli biondo scuri dell’inguine. Liberatasi anche di quelle rimase nuda di fronte allo specchio, occhi bassi. Anna sollevò i vestiti appoggiandoli ordinati sul letto e scrutò la ragazza. Alta come lei, biondo-castana, nasino all’insù, spalle da nuotatrice, sedere sodo e delizioso, gambe lunghe dritte. Le passò davanti e le sollevò il mento, obbligandola a guardarsi allo specchio. “Sei una ragazza meravigliosa, Laura, devi solo aver fiducia nelle tua capacità. Qualsiasi ragazzo ti vedesse in queste condizioni non saprebbe resisterti. Abbi fiducia in te stessa”. Anna si tolse la vestaglia e si affiancò a lei. A parte il colore dei capelli e le forme più mature, non esistevano grandi differenze tra le due donne. Rincuorata da queste frasi, Laura accennò un timido sorriso e guardò a sua volta l’amica. Era veramente bella, Anna; un corpo scolpito dalla natura e dall’attività fisica, la fortuna genetica di quella sana magrezza ottenuta senza sforzi, un viso elegante e lussurioso al tempo stesso. Anna avrebbe potuto rappresentare il suo idolo e la sua forza. Decise così che sarebbe stata la sua insegnante per le cose della vita che non conosceva: glielo disse ed Anna nicchiò, consapevole del suo passato e delle sue tendenze; non avrebbe voluto rovinare la vita di quella ragazza per degli insegnamenti scorretti, il ruolo di madre esigeva ben altre nozioni !!. Tuttavia Laura insisteva e non dava segni di cedimenti di fronte alle titubanze di Anna. Così, poco convinta della bontà della sua opera, Anna accettò di aiutarla “a crescere”. Mise però in chiaro alcuni punti fondamentali:1) L’insegnamento doveva limitarsi alle nozioni fondamentali in materia di sesso2) In qualsiasi momento una delle due avesse ritenuto opportuno interrompere l’addestramento l’altra non si sarebbe opposta3) Era fondamentale la maggiore età4) Nulla di quello che avessero fatto avrebbe dovuto procurare danni permanenti5) In un clima di assoluta parità fra le due donne, avrebbe avuto potere decisionale assoluto colei che stava subendo l’insegnamentoIn questo modo Anna pensò di aver tutelato adeguatamente la sua protetta contro gli eccessi che involontariamente lei avrebbe potuto imporle. Scrissero il pentalogo e giurarono di rispettarlo.La fece rivestire e, complice una stretta di mano ed un bacio leggero, si accordarono per rivedersi il giorno del diciottesimo compleanno di Laura. La ragazzina non stava più in sé dalla gioia, in un colpo un’amica matura ed una insegnante di sesso… roba da non credere. Uscì dall’appartamento danzando da sola. Di diverso umore Anna, che iniziava a concepire la difficoltà di quell’impegno assunto contro voglia e le sue implicazioni future. Se avesse risvegliato un istinto sopito della ragazza trasformandola in un‘altra piccola Anna?. In fondo la sua iniziazione non era stata molto differente… il padre, che avrebbe detto il padre di questo rapporto simbiotico con un’altra donna che non fosse la madre di Laura?. Fino a dove avrebbe potuto spingersi nella educazione della ragazza?. In più era vergine, molti insegnamenti dovevano essere procrastinati fino alla deflorazione, che Anna non voleva avvenisse per mano sua.Si era proprio cacciata in un bel pasticcio ! Non intendeva parlare con Gianni di quest’incontro temendo che l’uomo, convenzionale di per sé, avrebbe creato ulteriori vincoli. Così fece una doccia, indossò i tanga scuri, una graziosa minigonna blu, una camicetta semitrasparente e uscì, a farsi rimirare come sempre dagli uomini.I giorni scorrevano lenti ed afosi, non pioveva mai in quel Luglio torrido ed appiccicoso. L’unico refrigerio veniva da qualche boutique o grande magazzino frequentato per noia. Per il resto caldo, caldo e ancora caldo. Anna continuava la sua attività fisica, si era anche iscritta ad una piscina, e si sentiva più in forma che mai. Gianni non la importunava mai per il sesso e, le poche volte che avevano avuto un rapporto, tutto era tornato ai rigidi schemi iniziali. Dopo quella puntata estrema di Anna nulla di particolare era più accaduto. Per ciò Anna stava covando un bisogno di novità sessuale che frequente si ripresentava nei suoi pensieri. Come sempre le stranezze avvenute nella villa popolavano i suoi sogni ed infuocavano i sensi. Di notte si svegliava con la vulva grondante e con spasmi vaginali involontari causati da un orgasmo indotto dai ricordi che lei, nel suo intimo, caricava ulteriormente rendendoli ancora più estremi.La notte prima le era capitato di ritrovarsi nelle segrete della villa insieme ai suoi aguzzini. Legata mani e piedi divaricati ad anelli infissi nel muro, imbavagliata, vedeva gli uomini masturbarsi con metodo, guardandola lascivamente. Le avevano pizzicato forte i capezzoli per prepararla a quello che sarebbe avvenuto, godevano nel vedere il suo viso angelico sfigurarsi per il dolore, le avevano strizzato anche il clitoride con cattiveria. Una corda appesa in alto le ballava avanti al viso e qualcuno l’aveva afferrata girandola strettamente intorno ai suoi seni, fino a farli cambiare di colore, provocandole un male indicibile. Una volta strette le mammelle in questo modo, la fune era stata tirata con un verricello in modo da tendersi. Il dolore era pazzesco, ma la tortura non si era limitata a questo: continuando la trazione era stata letteralmente sollevata per i seni fino ad alzarsi da terra, trattenuta in basso dalle corde che le serravano le caviglie. L’avevano lasciata così per qualche interminabile minuto, mentre loro ridevano e si massaggiavano i membri rigogliosi. Lei urlava nel bavaglio guardandoli implorante ma loro sghignazzavano e godevano della sua impotenza. La rimisero giù urlante per lo stiramento e, andandole vicino, le innaffiarono del loro sperma caldo ed appiccicoso. Poi qualcuno, solo per divertimento, la frustò su tutte le zone raggiungibili, con particolare riguardo per le mammelle doloranti. Uscì da questa esperienza sconvolta dal dolore e dalla cattiveria umana. Nessuna l’aveva posseduta, quello che era accaduto soddisfaceva solo il sadismo fine a sé stesso.Questi sogni la accompagnavano quasi tutte le notti, in particolare quando lei non riusciva a dare libero sfogo ai suoi istinti. Si svegliava alla mattina infelice ed insoddisfatta, priva di desideri.Quella mattina, per l’appunto, aveva avuto una notte di ricordi roventi e si sentiva triste ed abbandonata.Si stava preparando un caffè quando sentì trillare il campanello della porta di casa. Andò ad aprire e si trovò di fronte Laura, raggiante:”ciao, Anna, sono felice, sono venuta a trovarti e ho diciott’anni” un fiume di parole la investì e realizzò il significato della cosa dopo alcuni secondi. “Accidenti” pensò, era proprio successo…. Si era quasi dimenticata della giovane amica, aveva quasi sperato che questa, terrorizzata dal primo impatto, si fosse ritirata fingendo di dimenticare il loro colloquio. Pareva non essere così: Laura infatti sventolava il loro contratto a mezz’aria ricordandole i termini dell’accordo che aveva imparato a memoria. Era desiderosa di apprendere quanto prima e di mettere in pratica gli insegnamenti. Adesso il problema si ripresentava in tutta la sua gravità. Anna iniziò a sondare il terreno…”tuo padre dov’è..? La signora che ti segue? chi c’è in casa tua adesso?”. Nulla da fare, il padre era come al solito in trasferta per lavoro, la signora aveva il suo giorno infrasettimanale libero e la casa era vuota, anzi vuotissima per tutto il giorno e per tutti gli stessi giorni della settimana a venire, come fece notare Laura. In trappola, Anna era in trappola. Avrebbe dovuto onorare il patto stipulato con la ragazza quasi per gioco.. Da dove iniziare?… “Laura, tu che ne sai di anatomia?” chiese Anna per prendere tempo. La risposta fu breve e lapidaria, come nei ragazzi di quella età:”boh… non ce la spiegano a scuola”. Anna decise allora di cominciare dalla cosa meno piacevole per una ragazza, lo studio. Prese un libro di medicina che Gianni conservava in biblioteca e lo aprì proprio dov’era ritratto un corpo umano femminile sezionato a metà longitudinalmente. Spiegò gli organi sessuali femminili, le zone di maggior interesse ai fini del piacere, illustrò il retto e il decorso dell’intestino. Si spinse a qualche consiglio pratico sulle pratiche per procurare piacere più intenso ad una donna, su come capire il grado e da cosa stabilire il livello dell’eccitazione. Come al solito, mentre spiegava le basi del sesso, si stava bagnando come una scolaretta. Passò quindi alla spiegazione dell’anatomia maschile, attirando grande attenzione dalla ragazza, che iniziava a muoversi sul divano,a disagio. Le illustrò ciò che avviene durante l’erezione, la funzione di testicoli e della prostata, i punti di maggiore sensibilità maschile ed il ruolo del buchino posteriore, spesso ignorato dalle donne. Laura beveva avidamente tutto ciò che Anna diceva, memorizzando ogni parola e cercando di tradurre in pratica gli insegnamenti. Non aveva tuttavia l’esperienza sufficiente per capire a fondo gli esiti delle sue future manovre. Era comunque una buona ascoltatrice. Interrompeva di rado con domande sempre precise rese a volte infantili dall’inesperienza. Anna scoprì che non conosceva il significato della parola – orgasmo – perché non l’aveva mai provato. Di fronte a questo concetto però si ritrovò inerme: come spiegare una sensazione fisica individuale a chi non l’ha mai provata? Anna notò che Laura continuava a muoversi sul divano, e la suo occhio allenato, questo parve un segno inequivocabile di eccitazione. Decise di iniziare la parte pratica partendo da questo. Le chiese di alzarsi e di andare con lei in bagno. Qui la fece svestire. Questa volta Laura non ebbe esitazioni e sfilò il vestitino leggero in un lampo, restando solo con gli slip traforati. Tolse anche questi con maggiore esitazione e si ritrovò nuda davanti ad Anna. Il triangolo di peli biondo scuri risaltava bene all’apice dl monte di venere. Il ventre piatto con l’accenno dei muscoli sottostanti identificava bene la sua giovane età. “Per prima cosa, devi imparare a depilarti l’inguine. E’ più igienico, durante l’introduzione non senti i peli tirare e, non ultimo, eccita a dismisura i maschi”. Laura si posizionò a gambe divaricate sul bidet mentre Anna le passava la schiuma. Una breve insaponata e la lametta monouso iniziò il suo lavoro, prima con timore, poi con maggiore sicurezza, guidata dalle piccole mani di Laura. In pochi minuti tutta la zona inguinale fu libera anche dal più piccolo pelo. La stessa operazione fu ripetuta anche nel solco che conduce dalla vulva all’ano con maggiore facilità per la scarsa presenza di peluria. Anna aiutò Laura a sciacquarsi e si accorse di un notevole gonfiore vulvare della giovane. “Bene” pensò, mentre le spalmava una crema lenitiva sulla zona depilata. “Ecco, dovrai tenerla sempre così, senza consentire ai peli di ricrescere”. Laura annuì estasiata mentre si guardava allo specchio sollevando i bordi della vulva con le dita per vedere meglio. Si girò quindi contro lo specchio e, senza malignità, allargò le gambe chinandosi per vedersi dietro. La scena era deliziosa, Anna la scrutava e Laura si rimirava davanti e dietro allo specchio per scoprire la sua nuova nudità. Nude e oramai simili, andarono in cucina a bere del the freddo. Risero e scherzarono della iniziazione di Laura, mentre brindavano al futuro. Anna si avvicinò il bicchiere gelato al seno e subito i capezzoli si irrigidirono per il freddo. Laura notò la manovra e volle ripeterla, ottenendo lo stesso risultato. Allora Anna si avvicinò e le sfiorò i piccoli bottoncini ottenendo un sospiro profondo di ritorno. Le stuzzicò con la lingua le due escrescenze provocandone un ulteriore irrigidimento. Nel contempo sulla sedia si stava creando una piccola zona umida che non sfuggì all’occhio attento di Anna. Appoggiato il bicchiere, prese per mano la fanciulla e la guidò verso la camera da letto. La fece sdraiare e cominciò a baciarla sul, collo, sul seno, suggendole i capezzoli (che sembravano una erogena formidabile di Laura), per proseguire verso il ventre e il sesso. Istintivamente Laura allargò le cosce appena sentì la lingua guizzante di Anna giungere in prossimità del suo monte di venere. Si dimenò violentemente al primo contatto con il clitoride, e mugolando godette delle penetrazioni con la punta della lingua all’entrata della vagina. Anna passò delicatamente la lingua sul contorno delle grandi labbra, percorse le piccole cavità fra la vulva e le piccole labbra con una carezza di fuoco e saliva. Toccò delicatamente le parti esterne del sesso di Laura, graffiandolo gentilmente con le unghie. Soffiò con destrezza sul fiore aperto della ragazza che allargava le gambe a dismisura per godere di quegli sfregamenti. La sua vagina era piccola e rosea, mai toccata da nessuno e scatenò un impeto di desiderio in Anna che dovette farsi forza per non violare quel giovane santuario. I sapienti tocchi e le lunghe leccate di Anna produssero rapidamente i risultati sperati. Per la scarsa dimestichezza a dosare le sensazioni, Laura si sciolse in un orgasmo lento e dolcissimo, contraendo ritmicamente e a lungo le pareti vaginali senza nessuna volontarietà. Restò così, ad occhi chiusi, per alcuni momenti. Quando guardò di nuovo Anna, il suo sguardo era cambiato. La ragazzina che aveva bussato alla porta qualche giorno prima non esisteva più: al suo posto era nata una femmina assetata di sesso e desideri nascosti.Anna prese una mano di Laura e se la portò al sesso sfregando con maestria il clitoride con le dita dell’amica. Laura intuì rapidamente che sarebbe toccato a lei adesso stimolare l’insegnante fino a farla volare verso lo stesso cielo che aveva appena conosciuto. Con l‘aiuto di Anna cominciò a sondare l’universo femminile fino a ora sconosciuto, imparò a percepire le piccole pieghe, i minuscoli anfratti e percorrerli con decisa leggerezza. L’esterno della vulva le era poco noto ma usuale, perché qualche volta si era avventurata in una esplorazione solitaria su sé stessa, ma mai era penetrata all’interno del proprio corpo. Sotto la sapiente guida di Anna riunì due dita e le introdusse nella morbida e calda cavità di lei, gustandone le minime contrazioni e i sommessi gemiti. SI avventurò verso il fondo della voragine viscida ed invitante, toccando con la punta delle dita la cervice, per poi retrocedere verso l’uscita, dove gli spasmi volontari si sentivano maggiormente. Gustò le potenzialità dello sfregamento del clitoride e la importanza del minuscolo organo. Seppe per la prima volta somministrare piacere ad un altro essere solo toccando i punti esatti nel momento esatto. Stranamente il contatto incerto delle mani di Laura sul sesso di Anna provocarono una intensa eccitazione ed un subitaneo orgasmo a chi era abituata a soffocare i propri istinti fino all’ultimo. Fu, anche per Anna, un ritorno alla gioventù ingenua e spensierata dove il sesso costituisce un donare sé agli altri. Spossate per la breve ma intensa esperienza, le due donne si alzarono dal letto. Ognuna aveva raggiunto il proprio scopo; l’una provava finalmente i piaceri del corpo convinta, come tutti i giovani, di essere già all’apice delle proprie acquisizioni, l’altra ritrovava una freschezza ormai perduta dopo aver toccato il fondo delle perversioni più sfrenate. Si guardarono negli occhi e si avvicinarono, scambiandosi un bacio profondo che rappresentava per ognuna il ringraziamento all’altra per il dono ricevuto.Fecero una doccia insieme, imparando conoscere i rispettivi corpi, quindi si asciugarono insieme e come due vecchie amiche, si rivestirono aiutandosi a vicenda. Laura uscì sognante dalla casa di Anna e si scambiarono una tacita promessa per la settimana successiva. La vita sessuale di Anna ebbe una nuova svolta, però questa volta più vera, più pulita. Il suo compito era insegnare il sesso alla sua amica: niente di più, nessun secondo fine, così come era nella natura di Anna. Le cose ignote a Laura erano molte, soprattutto dell’universo maschile. Non riusciva a capire l’erezione perché non ne aveva mai vista una e i vibratori non erano buoni strumenti didattici. Per lei un uomo era in erezione perenne, non riusciva a concepire che l’organo maschile potesse manifestare le sensazioni di chi lo possedeva passando da uno stato di quiescenza ad uno di risveglio potente. Anna trovava difficoltà a spiegare questo concetto senza un modello a disposizione. Per questo motivo propose a Laura di invitare un ragazzo che le piacesse ad una delle loro sedute. Lei accettò con piacere e, oramai smaliziata, chiamò un giovane di circa vent’anni che le piaceva molto. Il compito di Anna era questa volta gravoso. Si trattava di aiutare l’amica a perdere la verginità senza traumi e alla sua presenza. Non sono molte le giovani che a diciotto anni accettano di farsi aiutare dall’esterno durante il loro primo amplesso. Tuttavia la confidenza fra le due donne era assoluta, come fra due sorelle. Dopo aver pianificato tutto, giunse finalmente il giorno tanto atteso. Il ragazzo, Gigi, non era stato avvisato della presenza di una terza persona all’appuntamento. Laura si era vestita in modo molto provocante: minigonna estrema con perizoma in tinta. Top scollatissimo senza reggiseno e tacchi alti. Da far girare la testa. Tutto era pronto. Alle 14.00 esatte il ragazzo suonò alla porta:”chi è” chiese Laura fremente. “Sono Gigi” rispose una voce maschile al citofono. Scatto il cancello e lui si presentò all’uscio con un mazzo i fiori ed un bacio pronto per lei. Laura apprezzò molto l’uno e l’altro e lo invitò in casa. La scusa era costituita da un riproduttore di CD che non funzionava a dovere. Laura, ancheggiando e mostrando il sedere che non era praticamente coperto, lo introdusse nella sua camera. “Ecco” gli disse ”questo è il mio riproduttore che non funziona bene”. Così dicendo di accomodò davanti a lui con le gambe semiaperte e la minigonna sulla vita. Gigi iniziò bene il lavoro ma venne distratto in continuazione dalle cosce di Laura che non stavano ferme un attimo. Anche la scollatura faceva la sua parte perché Gigi non sapeva più a che cosa prestare attenzione. Aveva praticamente la vulva davanti agli occhi in continuo e il seno gli ballonzolava in secondo piano. Ad un certo punto Laura disse: “Che caldo oggi, non hai caldo?” e, senza aspettare risposta si era tolta il top. Davanti a Gigi si trovava una ragazza con il fisico da modella, a seno nudo e con un fazzoletto di mini che lasciava travedere un perizoma microscopico. Questo era troppo per chiunque e Gigi, rotti gli indugi, si avvicinò a Laura attirandola a sé.In un lampo i vestiti volarono via e i due, le bocche agganciate, si frugavano freneticamente alla ricerca dei rispettivi sessi. Laura percepì una colonna di carne caldissima che si arrampicava lungo la coscia, lo toccò con le dita e lo sentì fremere. Memore degli insegnamenti di Anna lo circondò con il palmo della mano muovendolo lentamente su e giù. Il ragazzo non credeva che gli potesse succedere una simile occasione e cercava goffamente di ricambiare il piacere senza riuscire a sfilare il perizoma che si era incastrato a metà coscia di Laura. Lei eseguì qualche elegante movimento di disimpegno sfilandosi praticamente da sola l’indumento fastidioso. Proseguirono a baciarsi, le mani infilate nei rispettivi sessi. Gigi strabiliato dalla depilazione di Laura che non si sarebbe mai aspettato, vantava una erezione marmorea. Ora Laura afferrava il significato di erezione perché manovrava un organo che si induriva a volte più a volte meno, a seconda delle attenzioni che lei gli dedicava. Si sdraiarono sul letto nella classica posizione dell’amore con Laura a gambe divaricate pronta ad accogliere il suo primo uomo. Gigi cercava un assestamento migliore per iniziare la penetrazione, quando si sentì afferrare il pene dal dietro e da una mano differente. Si girò spaventato e vide una ragazza stupenda che lo sovrastava dal retro tenendogli i genitali in mano. “Ma chi…..” Esclamò stupefatto il ragazzo, subito rincuorato da un dolce sorriso e un tenero bacio sul collo. Anna stava guidando con esperienza consumata il suo fallo nella vulva di Laura con delicatezza, senza traumi. Continuò una lieve masturbazione in punta di dita per rinvigorire l’organo provato dalla sua presenza inaspettata; valutando poi scarsa la lubrificazione di Laura e le secrezioni di Gigi, si infilò due dita in vagina estraendone un succo denso e scivoloso con il quale bagnò la punta del pene del ragazzo e l’ingresso della fessura smaniosa di Laura. Provò ad appoggiare il fallo all’entrata vulvare e spinse delicatamente. Gigi aveva afferrato al volo che si presentava l’occasione della sua vita e si era subito adattato al ruolo di stallone, sentendo il tocco esperto e le trazioni verso la vagina di Laura aveva assecondato il gioco e si lasciava andare ai desideri della più matura ragazza. L’apice dell’organo maschile si era incuneato per pochi centimetri nella vagina di Laura portandola già verso vette inviolate, ma la parte più difficile era la penetrazione vera e propria. Mantenendo più fermo possibile il pene di Gigi che sentiva odore di sesso e voleva spingere a fondo, fece alzare lentamente Laura verso l’organo maschile in modo da autopenetrarsi ma decidendo lei tempi e modalità. Così facendo Laura era libera di decidere come e quando spingere per l’affondo finale senza sentire dolore. La ragazza gradiva molto questa attenzione e collaborava pienamente dando lievi colpi di bacino verso l’alto ogni volta più intensi e seguiti da gemiti sommessi ad occhi chiusi. Ad un tratto sembrò prendere la decisione finale e, raccolte le forze, diede un secco colpo di bacino verso l’alto ingoiando tutto il fallo dentro sé. Una piccola contrazione delle labbra indicò l’avvenuta deflorazione. Gigi, dal canto suo, non vedeva l’ora di esplodere dentro il corpo della ragazza e cercava di divincolarsi fra la mano di Anna e la vagina calda e vogliosa di Laura. Appena Anna lasciò il pene per favorire la penetrazione, lui cercò di muoversi velocemente su e giù per raggiungere un orgasmo veloce. Anna però prevedeva la mossa e, sia per evitare il dolore a Laura, sia per procrastinare l’eiaculazione, lo bloccò stringendogli i testicoli dal dietro. La manovra ebbe un effetto immediato perché il ragazzo, calmati immediatamente i bollori, mantenne il pene immobile nella vagina di Laura. La ragazza si stava lentamente abituando alla presenza di un organo estraneo dentro di sé e grazie alla elasticità dei tessuti della giovane donna, quello che prima era un fastidio divenne presto fonte di piacere. Fu lei ad iniziare dei lenti movimenti circolari con il bacino per mantenendo infisso il palo di cane fino in fondo, da lei vennero le prime avvisaglie di desiderio della frizione degli organi avanti e indietro. Nel giro di pochi minuti i due giovani si scambiavano dei profondi assalti sollecitando i rispettivi sessi con vigore. Anna manteneva sempre un certo controllo sul giovane esercitando una pressione più o meno decisa sulla sacca scrotale e sul suo contenuto. Quando vedeva che Gigi si apprestava a venire lo stringeva forte inchiodandolo all’immobilità temporanea. Non le interessava quante volte godesse Laura; l’importante era che lui non le venisse dentro con il suo liquido. Alternando così la pressione lei riusciva a controllare i due giovani amanti. Laura, libera da ogni costrizione si lasciò rapidamente andare ad un orgasmo liberatorio ed unico nel suo genere perché ottenuto grazie alla presenza di un organo maschile profondamente infisso in lei per la prima volta. Aveva superato il primo rapporto senza traumi, anzi godendo in libertà. Il maschio era stravolto dal piacere ma non riusciva ad eiaculare per la ferrea stretta ai genitali che lo costringeva a spingere il suo stantuffo nella profonda e giovane cavità senza portare a termine la sua fatica. Nonostante l’età riusciva a controllarsi bene e spingeva in continuo l’organo lucido e lubrificato. Anna decise che era meglio dargli un poco di riposo; gli fece estrarre il pene dalla vagina frapponendosi con la mano e tirando all’esterno. Il ragazzo scivolò sul letto di fianco a Laura con il fallo in piena erezione e pulsante. Anna allora imboccò l’asta iniziando un delizioso movimento con la bocca e la lingua. Nel giro di pochi secondi un schizzo dolce di sperma le riempì la cavità orale. Aprì le labbra e lasciò scivolare fuori la copiosa produzione, contando nelle capacità di recupero del giovane maschio. Aspettò che il pene si afflosciasse, lo rimirò, gli soffiò sopra, lo toccò con lenti movimenti di va e vieni e nel giro di pochi minuti l’erezione era nuovamente presente. Anna si trovava vicino all’inguine dei due ragazzi, leccava i testicoli di Gigi e la vulva di Laura per gratificarli della loro prestazione. I due, estasiati, lasciavano fare e si cercavano con le mani. Dopo alcuni minuti di leccate e strofinamenti, Laura si pose a cavalcioni di Gigi introducendosi senza fatica il palo nella vagina. Iniziò poi una lenta cavalcata muovendo il bacino con eleganza senza mai estrarre il maschio. Lo sentiva profondamente in sé, le piaceva stimolarlo contraendo i muscoli interni della vagina, sui quali peraltro non aveva ancora un buon controllo. Nonostante l’inesperienza e l’imprecisione di alcune manovre di Laura, il ragazzo pareva gradire molto questo trattamento perché nuovamente il pene pulsò per il desiderio represso. Anna fece smontare Laura e, posizionatala a quattro zampe, introdusse personalmente il fallo nella sua vagina stretta. Gigi, dal dietro, poteva afferrare Laura per le anche e decidere il ritmo a lui più congeniale, accelerando al bisogno il movimento a stantuffo. Anna si posizionò sotto i due leccando l’asta di Gigi e la vulva di Laura e godendosi lo spettacolo in primo piano dei due giovani sessi al lavoro. Ancora una volta le toccò intervenire per allontanare Gigi da Laura prima che lui le esplodesse dentro. Come ricompensa ricevette sul viso una serie di schizzi destinati alle viscere di Laura. Ritenendo sufficiente il primo approccio della ragazza al sesso vero e approfittando della fase di rilassamento dei due amanti, Anna scivolò via dal letto lasciandoli soli.
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