Il sodalizio con Laura divenne più di un rapporto alunna-maestra. Il ruolo di madre acquisita giocava un ruolo fondamentale nel duo ma esisteva un rapporto saffico ed un principio di rispetto reciproco che difficilmente consentivano di inquadrare secondo schemi predefiniti la loro identità di vedute. I criteri che avevano guidato le loro prime esperienze comuni erano sempre validi e nessuna si permetteva di metterli in dubbio. Una volta Laura, che stava subendo una seduta di addestramento per la dilatazione degli sfinteri, si era rifiutata di continuare. Senza rancori Anna aveva interrotto immediatamente l’esercizio e non lo aveva più riproposto. Ognuna aveva una vita personale nella quale l’altra non interferiva, a meno che non le fossero chiesti consigli specifici. Laura si era fatta donna; più sicura di sé, era lontana anni luce dal piccolo pulcino insicuro che aveva bussato alla porta di Anna pochi mesi prima. Nell’apprendimento del sesso non subiva più, ma immetteva sempre qualche variante a lei gradita nei rapporti. Aveva instaurato un rapporto stabile con un ragazzo ed era felicemente corrisposta.Anna invece trascinava stancamente le sue giornate invernali in casa, in attesa di Gianni. Con lui i rapporti si erano molto raffreddati, si salutavano al mattino ed alla sera come una coppia sposata da anni. Non c’era intensità nel loro rapporto di coppia e di sesso non si parlava che a sabati alterni. Anna si era già rassegnata ad una vita piatta e pensava di andarsene da quella casa. La presenza delle sua amica e la stabilità di un domicilio sicuro la convincevano sempre a rimandare la decisione. Aveva da poco compiuto i ventisette anni. Era nel fiore della gioventù e si sentiva bella ed ammirata. Anche in piscina, che aveva frequentato assiduamente dall’estate precedente, aveva moltissimi ammiratori che avrebbero fatto qualsiasi cosa per lei. Anna però era divenuta scaltra, sapeva benissimo che gli uomini mirano ad una sola cosa. Ottenuta quella ogni scusa era buona per dileguarsi. Così, grazie alla sua superiore esperienza ed all’innata abilità che la contraddistinguevano, teneva tutti sulla corda insinuando speranze che sapeva non avrebbe mai soddisfatto. Tuttavia le faceva piacere sapere che gli uomini fremevano per lei e la guardavano ogni volta che passava. Questo non era però sufficiente a calmare il suo desiderio sempre vivo di sesso. Dal momento che i rapporti con Gianni si erano ridotti, aveva preso un’abitudine particolare. Un giorno si era recata in un sexy shop ed aveva acquistato un mini vibratore elettronico, di quelli senza filo e di dimensioni ridottissime. Tornata a casa si era svestiva e aveva subito introdotto il suo nuovo giocattolo nella vagina. Verificato che non poteva uscire per la particolare conformazione dell’ovulo, si era rimessa il perizoma ed aveva cominciato a camminare per casa con l’ovulo vibrante immerso nell’intimità. Dosando adeguatamente la potenza vibrante riusciva ad ottenere degli stimoli deliziosi, mai violenti, ma sempre sufficienti a mantenere vivo il suo desiderio sconfinato. L’unico problema era costituito dalle solite imbarazzanti secrezioni che colavano dalle cosce dopo pochi minuti. Riuscì a risolvere anche questa difficoltà frapponendo un micro pannolino fra vulva e perizoma.La eccitava uscire per strada così bardata. Ogni tanto infilava la mano nella borsetta ed aumentava o diminuiva la velocità di vibrazione, soffocando i piccoli gemiti che le nascevano spontanei. Le piaceva pensare che, se le fosse accaduto qualcosa, all’ospedale le avrebbero trovato addosso quello strumento e lo stupore sul viso degli astanti l’avrebbe fatta sorridere. Oltre a tutto ciò, la stimolazione diretta che ricavava dal giocattolo era ampiamente superiore ai rischi di una figura in pubblico. La sua amica Laura usciva ogni tanto con lei e a volte le aveva chiesto se stesse bene, a causa delle sue improvvise fermate per strada e della chiusura degli occhi seguiti a piccoli sbandamenti. Non poteva sapere che il vibratore a volte toccava un punto particolarmente sensibile dell’anfratto di Anna e che lei sentiva un desiderio intensissimo. Era un suo segreto.Quel giorno di febbraio avevano deciso di uscire insieme per fare compere. Sembravano due sorelle affiatate. Appuntamento alle nove, taxi e via, verso le vetrine del centro. La grande città offriva molti spunti ai ricchi con tanto tempo a disposizione. Nella centralissima via dello shopping entrarono in qualche boutique, passeggiarono facendosi ammirare. Di fronte ad una gioielleria videro una lussuosa limousine ferma, ed intorno alcune guardie dl corpo. Per il gusto di sapere chi fosse il proprietario si avvicinarono al negozio fingendo di guardare i monili in vetrina. Non riuscivano a scorgere nessuno dai doppi vetri fumé del negozio, così suonarono per farsi aprire. Dopo qualche secondo di esitazione, la porta si dischiuse e loro entrarono. All’interno c’era uno spiegamento di guardie a difesa di un uomo vestito tutto di bianco alla foggia degli arabi. Quando lui si accorse della presenza estranea, un ombra improvvisa passò nei suoi occhi, subito dissolta dalla visione delle due meravigliose fanciulle. Le ragazze non sapevano che fare: erano entrate per vedere il personaggio più che i gioielli ed ora, immobili, fissavano l’uomo mentre un addetto del negozio le invitava gentilmente a rivolgersi a lui per ogni necessità. Gli occhi dell’arabo incontrarono quelli di Anna prima e di Laura subito dopo. Occhi scuri, nerissimi, di una profondità mai vista, acuti. Anna si sentì avvampare sotto quello sguardo e una contrazione uterina involontaria le spinse il micro vibratore proprio in quel punto delicatissimo della vagina. Chiuse gli occhi, sentendosi svenire. Laura non si era accorta di questo perché fissava ancora l’uomo e la sua scorta. Vide lo sceicco sussurrare qualcosa ad un seguace e questo si protese verso Anna sostenendola. La fecero sedere brevemente e, quando si fu ripresa, le offrirono un bicchiere d’acqua. Rinfrancata, lei ringraziò indirizzando un sorriso alla volta dello sceicco. Lui, per tutta risposta, fece un cenno all’orefice, si fece consegnare un paio di orecchini di zaffiri e brillanti e lo porse con eleganza ad Anna. Lei fece un cenno di diniego, pur desiderando ardentemente che lui insistesse. Allora lo sceicco si alzò, si avvicinò ad Anna e con un gesto reverenziale come solo i popoli del deserto sanno fare, offrì nuovamente e di persona i gioielli ad Anna. Oltre che stupido, questa volta sarebbe stato sconveniente rifiutare, così Anna si alzò e consentì all’uomo di agganciare i monili ai suoi teneri lobi auricolari. Si rimirò a lungo nello specchio che le veniva offerto, con il cuore gonfio di aspettative come una ragazzina. Infine lo sceicco si rigirò verso una delle guardie, disse qualche parola e facendo un minimo cenno alle donne di seguirlo, uscì dal negozio. Si accomodò sulla macchina e fece lasciare aperta la portiera come invito alle signore. Loro si guardarono negli occhi e presero una rapida decisione. Salirono con grazia sui sedili in pelle della vettura e si avventurarono in un mondo a loro sconosciuto.Lo sceicco non disse una parola per tutto il viaggio limitandosi a fissarle intensamente. Le due donne scrutavano fuori dai finestrini oscurati lievemente in tensione per la particolarità dell’evento e l’incertezza del futuro. Dopo alcuni chilometri la macchina si fermò in un residence di lusso fuori mano. La portiera venne spalancata per consentire l’uscita degli occupanti. Mentre l’arabo si incamminava verso una entrata secondaria, le due ragazze furono condotte in una suite imperiale. Con grande deferenza gli accompagnatori spiegarono loro il funzionamento delle apparecchiature elettroniche presenti nell’appartamento, quindi si congedarono salutando. Anna e Laura non avevano ancora assorbito il colpo dell’evento e si trovavano già proiettate in un mondo ovattato con un unico padrone silenzioso. Appena sole si scambiarono i dubbi e le domande senza tuttavia trovare risposte. Ammirarono ancora una volta gli orecchini di grande valore chiedendosi il perché di tanta generosità. Anna, più smaliziata, intuì che il finale poteva essere a senso unico, quindi invitò Laura a dedicarsi alla cura del corpo in attesa di qualche profferta sessuale che sarebbe senza dubbio seguita a tanta generosità. Si prepararono un idromassaggio in un locale che sembrava più una piscina che un bagno. Anna, sotto lo sguardo interrogativo di Laura estrasse dalla vagina l’ovulo vibrante che infilò in borsa. Si immersero quindi nell’acqua calda con le essenze, riducendo molto lo stato di tensione ed attesa. Rilassate per il lungo bagno, si dedicarono alle piccole attenzioni del corpo: si depilarono perfettamente profumandosi e massaggiandosi a vicenda. I vestiti erano già appesi negli armadi; di ottima qualità, non appariscenti ma particolari. Lunghe fenditure sul laterale delle gonne consentivano la visione delle cosce fino all’attaccatura delle anche. Le autoreggenti erano di gran classe con fini pizzi ai bordi. Le camicie di seta abbondanti avevano una generosa scollatura che non lasciava nulla all’immaginazione. Quando Laura chiese dove fossero gli slip, si resero conto che non erano previsti nella dotazione. Le scarpe erano di foggia e colori diversi senza limite di scelta. Laura, contrariamente ad Anna, non era abituata a rimanere nuda sotto le gonne e questo le dava un senso di fastidio e di vulnerabilità. Rimasero così, sedute sul divano, in attesa degli eventi.All’ora di pranzo un leggero tocco alla porta le avvisò che era giunto il momento di scendere nel salone per le presentazioni ufficiali. Scortate dalle guardie del corpo furono condotte in un lungo salone di grande eleganza al temine del quale si trovava il loro benefattore seduto su una sedia a schienale alto incastonata di preziosi. Le due donne giunsero alla sua presenza e lui si alzò cerimonioso porgendo ad ambedue le mani sollevate. Loro le presero delicatamente e lui le guidò verso una tavola riccamente imbandita. Disse loro di essere il sultano di un paese arabo ricco di petrolio, in visita di piacere nella loro terra e come tale predisposto a godere di tutte le agevolazioni che il mondo occidentale e il denaro potevano garantire. Il messaggio era lampante per le due giovani, ognuna ad un lato del desco con lui capotavola. Intorno a loro le onnipresenti guardie del corpo. Chiacchierarono di argomenti frivoli e di gusti personali scoprendo nell’uomo un abile intrattenitore ed un ospite cortesissimo. Un pranzo delizioso e ricco di spezie stuzzicò prima il loro gusto e quindi i loro desideri, così come previsto. Lo champagne di ottima annata non poteva che migliorare il tono dell’umore dei commensali. Alla fine del pasto vennero serviti liquori dolci ben accetti alle signore. Terminato il rituale della conoscenza e del pasto, lasciate le guardie dl corpo all’esterno, passarono in una camera dalla foggia molto strana. Insonorizzata, specchi su tutte le pareti, un letto enorme in centro stanza. Le luci erano comandate a voce e un impianto stereo diffondeva una musica esotica. Lo sceicco si posizionò al centro del letto e chiese alle donne cortesemente di danzare per lui. Le due ragazze eseguirono un ballo dalle movenze sensuali, orientaleggiante, sperando di compiacere l’uomo. Grazie anche alle generose spaccature sui lati delle vesti e all’assenza degli slip qualche risultato lo ottennero, dato che il davanti del vestito dello sceicco iniziò a tendersi lasciando intravedere un membro molto sviluppato. Prese dall’atmosfera le due giovani mostrarono il seno contemporaneamente spogliando le camicie di seta . I seni sodi ed elastici seguivano il ritmo della musica con un effetto afrodisiaco che si andava a sommare a quello dei cibi. Le gonne vennero gentilmente sfilate durante il ballo, permettendo allo sceicco la visione dei due corpi completamente nudi, solo inguainati dalle autoreggenti. Accortosi definitivamente che i due inguini erano glabri, l’uomo ebbe un sussulto accompagnato da una erezione molto evidente e di notevoli dimensioni. Mentre le donne ballavano nude lo sceicco si liberò dei vestiti, avocandole a sé. Per sicurezza Anna si presentò per prima di fronte all’uomo inginocchiandosi come nella prosecuzione del ballo, in effetti pronta a ricevere in bocca l’escrescenza del sultano. Laura si avvicinò di lato, massaggiandogli i pettorali e leccandogli i capezzoli, strofinandolo con le mani morbide. Anna si avvide della anomalia all’ultimo momento, quando era già pronta alla fellatio. Il pene che l’uomo estrasse era mastodontico. Le dimensioni erano paragonabili all’avambraccio di una donna. Come lunghezza e diametro. Anna con tutta la sua esperienza non aveva mai visto nulla di simile. Si fece coraggio e senza dare segno di spavento, avvicinò la bocca alla protuberanza. Riuscì con difficoltà ad introdurre la parte terminale del pene in bocca, aprendo al massimo le mandibole. La presenza dell’organo era così ingombrante che non sapeva dove mettere la lingua che lasciò in parte fuori leccando la parte inferiore del fallo. Per fortuna le dimensioni non aumentavano con l’eccitazione. Si abituò gradatamente al mostro che ingoiava cercando di spingere sempre più in fondo verso la gola l’ammasso di carne e riuscì a violare l’esofago ingurgitando altri dieci centimetri di pene. Nonostante questa manovra le consentisse di assorbire tutto un fallo di normali dimensioni, di questo rimanevano fuori almeno altri venti centimetri. Si rassegnò pensando ai limiti fisiologici degli esseri umani. Lo sceicco doveva accontentarsi di questo. Laura allibita proseguiva la stimolazione dei capezzoli spingendosi verso le rotondità posteriori dell’uomo, lasciando una umida scia di saliva al suo passaggio. Non smetteva però di tenere d’occhio il sesso incredibile dell’arabo che entrava ed usciva dalla bocca della sua amica. Le sarebbe piaciuto essere così abile da sostituire Anna, ma la terrorizzava una introduzione di tal misura per l’inesperienza. Anna invece se la cavava benissimo a veder le espressioni dello sceicco, quasi in preda ad una crisi di nervi sul letto. Si contraeva, tirava ogni fibra del suo corpo, innalzava gli occhi al cielo con sguardo estatico, godeva come un matto di quella insolita attività, che, anche per uno al suo livello sociale, non doveva essere facile ottenere. Dieci minuti di introduzione orale del fallo avevano slogato le mascelle della povera Anna, che, fra le lacrime, seguitava ad ingoiare ed espellere il mostro di carne. Soddisfatto dalla prestazione superiore, lo sceicco si distese supino con il fallo semieretto appoggiato all’addome. Chiese ad Anna di salirgli sopra impalandosi. Nonostante l’esperienza della giovane, si presentava un compito veramente arduo da affrontare. Lei si massaggiò le mandibole, con un grazioso movimento circolare delle mani, rivolse all’uomo uno sguardo pieno di adorazione e gli salì cavalcioni. Una volta accosciata, leccandosi le labbra e gemendo come in calore, si infilò con calma tre dita nella vagina grondante estraendo una quantità di succo femminile che usò per bagnare la punta del membro. Sempre guardando fisso l’arabo gli massaggiò il pene con il resto del liquido godendo con lui delle sue sensazioni e facendo scivolare leggere le dita sull’organo ora viscido e gocciolante. Con consumata esperienza avvicinò la punta dell’organo all’entrata vaginale, roteandolo e sfregandosi il clitoride per eccitasi maggiormente. Alternava il massaggio con l’auto introduzione delle sue dita in vagina per prepararsi alla dilatazione massimale. Fece durare questo gioco a lungo per vedere quale fosse la resistenza agli stimoli dell’uomo, quindi iniziò la lenta discesa sul palo di carne. Trentacinque centimetri circa di sesso la stavano aspettando per saggiare la sua elasticità e la sua resistenza al dolore. Anna però non era una donna convenzionale, da quando aveva conosciuto il sesso le sue esperienze l’avevano portata al di là di ogni immaginazione e nulla la spaventava. L’introduzione avvenne con difficoltà, ma ben stimolata e lubrificata, sotto la guida delle sue stesse mani, il palo entrò senza enormi sforzi per circa venti centimetri. Anna sentiva la vagina dilatata a dismisura, gli organi interni schiacciati, il clitoride stirato verso l’esterno e smaniava per la difficoltà dell’atto. Nel contempo ripensava con piacere a tutte le manovre di dilatazione che si era imposta nel tempo; grazie a quelle oggi riusciva ad essere all’altezza della situazione. Laura, capendo la difficoltà oggettiva dell’amica, la stava aiutando prelevando le sue secrezioni e spalmandole sulla vulva e sull’organo parzialmente introdotto. Leccava i testicoli dell’uomo e graffiava lo scroto, masturbandogli la parte esterna dell’organo. Anna si era oramai accomodata sul pene ed era riuscita a infilarsi altri cinque centimetri rilassando i muscoli e rendendoli così più soffici e cedevoli. Lo sceicco era in visibilio per una insperata cavalcata sessuale. Era abituato a scene di terrore e attacchi di panico di fronte alla sua dotazione. In qualche caso il rapporto si era concluso con una corsa in un ospedale ove un chirurgo compiacente che aveva ricucito la sua malcapitata ospite dietro lauto compenso. Di solito i rapporti sessuali gli lasciavano un paradossale senso di inferiorità per l’incapacità di avere una vita normale. Questa ragazza invece sovvertiva tutte le sue convinzioni; era in grado di farlo godere come mai nessuna, lo accoglieva nel suo ventre senza urlare e sanguinare come le altre, sembrava anche godere della sua enormità. L’altra giovane non aveva nulla di particolare rispetto alle tante altre che aveva frequentato, però era in buona sintonia con la più esperta e completava il trio con manovre secondarie ma complementari. L’infaticabile succhiamento e lappamento dei testicoli gli consentiva di mantenere una discreta rigidità dell’organo e le dita che si infiltravano a cercare l’entrata posteriore aggiungevano una certa carica che da sola sarebbe stata insufficiente ma in combinazione con il resto delle sensazioni costituiva un ottimo mix. Come da tempo non gli succedeva, sentì montare una marea di liquido seminale su per la colonna infissa nella vagina di Anna e decise di prolungare il gioco. Bloccò la cavallerizza per le anche e le fece estrarre il pene, invitandola di fianco a sé. Durante lo spostamento l’uomo vide chiaramente la vagina dilatata a dismisura la cui apertura avrebbe potuto accogliere senza fatica una lattina di coca. La baciò lungamente sul corpo facendola rilassare, mentre la povera Laura si accingeva a imboccare la punta del fallo, senza minimamente riuscirvi. Si accontentò così di percorrere il palo per tutta la lunghezza dalla punta ai testicoli per più volte, traendo un grugnito di piacere dall’uomo. Mordicchiando e leccando si stava conquistando un posto di tutto rispetto, anche se di seconda fila, nella lunga schiera di donne che aveva posseduto. Intanto l’uomo continuava a leccare tutto il corpo di Anna, soffermandosi sul glabro monte di venere, sulla vulva violacea e sulle piccole labbra. La lingua poteva entrare ad esplorare senza difficoltà l’interno della caverna della ragazza, così tre dita seguirono la stessa strada senza incontrare resistenza alcuna, il quarto forzò appena ed il passaggio del polso provocò un innalzamento dello sguardo al cielo della povera Anna. Una volta aperta al via, lo sceicco voleva godersi fino in fondo le penetrazioni più estreme, portando al limite la ragazza. Il movimento a stantuffo della mano aumentò gradatamente l’introduzione dell’arto fino a metà avambraccio. Per svolgere questa missione lo sceicco si era posizionato inginocchiandosi di fronte ad Anna che giaceva supina a gambe aperte. Metteva in tal modo in mostra le natiche. Laura pensò di aiutare ancora l’amica distraendo il suo persecutore e, posizionatasi dietro l’uomo, introdusse lentamente un dito nell’ano pulsante, girando lentamente alla ricerca di una dilatazione ulteriore. L’arabo sentì il dito ed ebbe un moto di repulsione immediatamente seguito da una sensazione di godimento e dall’irrigidimento del fallo. Lasciò quindi proseguire l’opera mentre si dedicava allo sfibramento della fessura di Anna. Il pugno nella vagina scorreva inguainato dai morbidi tessuti dei quali saggiava la resistenza traendo mugolii sempre più intensi e godimento infinito. Anna venne improvvisamente senza preavviso, stringendo e rilasciando i muscoli vaginali intorno al polso dell’uomo che, grazie anche alle dita nell’ano che erano adesso diventate due, si eccitò a dismisura. Era la prima volta che riusciva a far godere in tal modo una donna che prima aveva posseduto !!! Di solito scappavano piangenti e lacerate senza aver provato piacere. Anna era scossa da singulti di intensissima goduria, si agitava piangente sul fulcro del polso infilato in vagina, contraeva i muscoli dilatati allo spasimo. All’apice del piacere urlò:”porco, sei un porco con un cazzo da toro, mi hai sfondata come nessuno, ti voglio nel culo…. Rompimi, squartami, fammi uscire l’intestino, inculami fino a inondarmi di sperma, fammi godere ancora…. Fino alla morte. Lo voglio, ti prego….. adesso”. Le frasi sconce urlate dalla donna impazzita dal piacere colpirono a fondo lo sceicco che ebbe un fremito di erezione che non provava da anni. Il membro si erse di colpo per tutta la sua lunghezza svettando verso il cielo. Laura apprezzò un violenta contrazione sfinterica seguita alle parole di Anna. Faceva paura il mastodonte che si agitava davanti all’arabo eccitatissimo, Laura lo intravedeva dal dietro dove continuava il suo paziente lavoro di sodomia con le dita. Rimase sconvolta ancora una volta dalle dimensioni inumane di quell’arnese animalesco. Lo sceicco prese l’iniziativa. Fece accomodare Anna inginocchiata con le terga rivolte a lui. Invitò Laura a spostarsi a fianco di Anna rinunciando alla gradita introduzione anale. Laura si prodigò a leccare il posteriore dell’amica insalivando più possibile l’entrata e ricorrendo ai suoi umori per introdurre le dita in sequenza. Il morbido sfintere cedette rapidamente alle falangi della giovane e si adattò in fretta alla dilatazione. Con un po’ di paura Laura spinse anche il polso nel retto della più esperta amica senza incontrare ostacoli. Effettuò delle brevi escursioni più profondamente possibile e quindi si girò verso lo sceicco estraendo la mano e afferrandogli il pene. Ancora una volta cercò di imboccare il fallo senza riuscirvi, quindi lo puntò verso l’ano di Anna spingendo piano. Fortunatamente i muscoli cedettero subito permettendo l’ingresso del fallo senza causare dolore; lentamente lo sceicco spinse e ritrasse il membro affondando sempre più nel caldo ed accogliente posteriore godendo della sensazione di sfregamento del sesso contro le mucose interne. Laura controllava che l’introduzione fosse graduale e non superasse il limite consentito dalla conformazione del corpo di Anna. Nonostante le attenzioni, il pene era entrato per quasi tutta la sua lunghezza, conferendo allo sceicco uno sguardo di potenza assoluta nei confronti della femmina sodomizzata davanti ai suoi occhi e dal suo membro pazzesco. Intuendo la grande tensione dell’uomo e ricordando la sua reazione precedente, Laura si chinò e sussurrò qualcosa all’orecchio di Anna, che scarmigliata e godente iniziò ad apostrofare l’uomo:”lurido schifoso, mi hai aperta in due, il mio intestino è diventato la guaina della tua spada, mi hai squarciato la figa e poi mi hai inculata come una porca. Non godevo così da anni, riempimi di sperma, fammelo colare dal culo”. Lo sceicco, nuovamente stimolato, ebbe un nuovo fremito di contrazione ed aumentò l’andirivieni sbuffando come un mantice, Laura intanto, lasciato il membro, si dedicava ai testicoli e all’ano, dove aveva reintrodotto due dita. Memore degli insegnamenti di Anna, stimolò la prostata con gentilezza, aumentando ulteriormente la pressione dell’uomo. Nel giro di pochi secondi Laura sentì i testicoli gonfiarsi e alzarsi, il pene irrigidirsi allo spasimo e quindi un fiotto di liquido risalire lungo l’asta ed inondare lei viscere infiammate di Anna; lo sceicco urlò godendo mentre Anna rantolava per l’ultimo assalto particolarmente violento dell’uomo. Alcuni movimenti per favorire lo svuotamento dei testicoli gonfi dell’arabo e questi si accasciò quasi svenuto sul letto estraendo di colpo il fallo dal posteriore di Anna. Laura, controllando con la coda dell’occhio l’uomo sconvolto, diede il colpo di grazia alla sua libidine leccando la marea di sperma che usciva dall’ano dell’amica. Pulì tutto diligentemente, ingoiando il frutto della passione dei due amanti, infine lappò l’ano dilatato di Anna cercando di lenire il suo dolore. Quando l’uomo dette segni di ripresa si appiccicò al suo membro lappandolo e pulendolo da ogni residuo organico rimasto. Questa ulteriore depravazione convinse l’arabo che le due donne dovevano essere sue ad ogni costo. Memore dell’educazione ricevuta considerava le donne al pari degli animali, merce di scambio per baratti.Ripresesi dalle fatiche dell’amore, le ragazze si infilarono in bagno per una tonificante doccia ed un idromassaggio. I sali disciolti nell’acqua ebbero un effetto miracoloso e gli oli a loro disposizione ritonificarono corpo e spirito. Dopo una buona ora di cure dedicate al corpo, le due donne non trovarono più nessuno nella stanza. La porta tuttavia era aperta e la infilarono per ripercorrere la strada che portava alla sala da pranzo. Ad attenderle due guardie del corpo, che le scortarono nella loro suite. Appena giunte si sdraiarono sul letto abbandonandosi ad un sonno ristoratore.Le risvegliò una musica di sottofondo dolcissima, richiamandole al rispetto dell’ora di cena. Trovarono i vestiti da sera nell’armadio, sbigottendo per la sorpresa. Ambedue neri e pieni di strass, scollatissimi, erano corredati da scarpe nere a tacco alto e una parure di collane ed orecchini di smeraldo l’una e rubini l’altra. Oltre a questo, nulla. Agghindatesi secondo i generosi gusti dello sceicco, vennero accompagnate in salone per la cena. Si trattava di una stanza diversa rispetto a quella del pranzo. Alti soffitti a volta in ricordo di quelli della reggia dell’uomo, ricchi addobbi e profumi d’oriente in un contesto suntuoso. La cena speziata, i vini profumati e ad alta gradazione crearono un ambiente di complicità fra le donne e l’uomo, che conversarono amabilmente per tutta la sera. Quando l’atmosfera si riscaldò lo sceicco disse:”Voi due siete le migliori amanti che abbia mai conosciuto. Fino a che punto siete capaci di spingervi nelle perversioni del sesso?”. Rispose Anna per tutte e due.”I limiti delle nostre prestazioni saranno quelle che tu saprai indicarci”. L’uomo, che non si aspettava una risposta tanto diretta e franca, saltò in piedi, iniziando a camminare pensieroso in cerchio per soppesare l’entità delle loro affermazioni. “A quali limiti potrei mai spingerle, se adeguatamente motivate?”. Infine, da buon commerciante, decise di ribaltare il problema chiedendo ancora loro :”che vorreste per obbedire a tutti i miei desideri per un mese?”. Anna, che conosceva degli uomini non solo il sesso ma la psicologia, rispose:”i nostri corpi non sono in vendita. Hai visto che cosa siamo in grado di offrire. Tuttavia, visto che lo chiedi, pensavamo di lasciare al tuo buon cuore una adeguata ricompensa. Se sei grande di cuore quanto abile nell’amore il nostro guadagno sarà sicuramente inestimabile”. Stimolando l’istinto di maschio dello sceicco e facendo leva sul desiderio sessuale l‘aveva posto in condizione di offrire molto di più di quanto loro avrebbero mai potuto chiedere, per di più di fronte a testimoni. Lui sorrise per l’abilità della donna ed annuì, felice di poter contrattare con un così degno avversario. Fissarono delle regole per la loro permanenza particolarmente cautelative per Laura, fecero avvisare i parenti dell’improvvisa assenza e si consegnarono nelle mani del loro mecenate. I preparativi per la partenza furono rapidi. Il giorno dopo un elicottero li condusse fino al porto più vicino e di qui si imbarcarono su uno jacht privato di gran lusso. Nel primo pomeriggio salparono per gli emirati.
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