Arianna è la donna della mia vita. L’ho pensato fin da quando l’ho incontrata la prima volta, e più la conosco più ne sono convinto.Arianna è una bresciana di 25 anni, alta un metro e settanta, forse qualcosa meno; con dei lunghi capelli neri un po’ mossi e dei profondi occhi nocciola, che sembrano più chiari di quello che sono per via della sua carnagione olivastra. Probabilmente, però, la maggior parte degli uomini di lei nota soprattutto le tette quinta misura, che vanno perfettamente d’accordo col suo fisico non certo anoressico. Non che Arianna sia sovrappeso, semplicemente ha la giusta quantità di carne nei punti giusti: non potrebbe mai fare la modella ma è una delle ragazze più belle che abbia mai visto.Anche se è difficile da credere visto il modo in cui mette spesso in mostra il suo davanzale, quello che di lei mi ha colpito non è stato il seno. Certo le sue tette non mi dispiacciano, ma ci sono altre cose di lei che apprezzo molto di più, fisicamente e caratterialmente.Ci eravamo conosciuti al cinema qualche mese prima, lei era seduta alla mia sinistra alla prima proiezione serale di un’importante produzione hollywoodiana. Curiosamente, eravamo entrambi soli, così iniziammo a chiacchierare del più e del meno, ma soprattutto di cinema: lei lavora come PR in un ufficio di promozione cinematografica qui di Milano e io faccio il fotografo di scena, e al di là della professione siamo entrambi grandi appassionati della settima arte.A fine film le offrii di andare in un locale lì vicino a bere qualcosa e lei accettò. Facemmo una lunga chiacchierata e poi ci salutammo amichevolmente, scambiandoci i numeri di cellulare. Non era successo niente, quella sera, ma sentivo che quella bella ragazza proprio non la volevo perdere. “I’m gonna get that girl, no matter what I do”, cantavano Simon & Garfunkel.Nei giorni successivi iniziammo a frequentarci, e ci mettemmo poco a finire a letto insieme. Arianna si dimostrò fin dalla prima volta una ragazza piuttosto… vivace, dal punto di vista sessuale. E io fui ben felice di assecondare i suoi desideri. Insomma, le cose tra noi andavano alla grande. Passammo un week-end di fuoco a Nizza, in occasione dell’ultimo ponte, uno dei pochi di quest’anno. “Di fuoco” in tutti i sensi, perché in Costa Azzurra faceva già caldissimo e perché Arianna ed io ci demmo al sesso selvaggio. Un paio di settimane dopo, ricevetti una lettera senza mittente, che mi sconvolse come mai mi era successo. Al suo interno, trovai due foto di Arianna nuda, in posizioni piuttosto esplicite. Quella vista mi fece andare completamente fuori di testa, non ci vedevo più dalla rabbia. Dovetti fare training autogeno per ritornare abbastanza calmo e rendermi conto che si trattava di foto che le avevo scattato io. Le avevo scattate proprio nel nostro week-end bizzardo, con la macchina di Arianna. Era poi stata Arianna a portare a sviluppare quel rullino, insieme con gli altri che avevamo scattato in quei tre giorni. Probabilmente nessuno di noi due si ricordava più di quelle immagini, non erano le prime foto osé che le scattavo, ma erano le prime che finivano in un laboratorio di sviluppo esterno. Quello che era successo, ora che ero tornato calmo, era ovvio: qualcuno aveva “intercettato” le foto al laboratorio e ne aveva fatto una copia. Il mio indirizzo l’avevano probabilmente ricavato dalla ricevuta delle pellicole. Quello che non tornava, però, era il motivo che aveva spinto l’anonimo a farmi sapere della cosa invece di tenersele ed ammazzarsi di seghe. Per scrupolo, diedi un’occhiata dentro la busta e ne tirai fuori un messaggio che prima non avevo proprio visto.”Porta la tua ragazza al Colosseo sabato allo spettacolo delle 20:00. Se non vi fare vedere le foto partono. Se le dici qualcosa le foto partono”.Un ricatto. ‘Sto stronzo voleva ricattarci. Naturalmente il Colosseo non è l’arena di Roma, ma il cinema che c’è in Piazza Cinque Giornate a Milano, poco lontano dall’ufficio di Arianna. Comunque, non capivo il senso del messaggio: se questo pazzo voleva ricattarci, perché incontrarci? E cosa voleva dire “le foto partono”? Partono verso chi? Verso qualcuno che conosciamo? Verso i genitori di Arianna? Verso la redazione di qualche giornale porno, pronto a pubblicare in copertina le immagini di una strafiga come lei? Non capivo, ma non potevo permettermi di fare casino: qualunque ipotesi potessi pensare sarebbe stata “pericolosa”. E il casino è che, stando alla lettera, non potevo neanche parlarne con lei, per quanto non avessi idea di come il ricattatore se ne potesse accorgere, se l’avessi fatto… A malincuore presi in mano il giornale alla pagina degli spettacoli e cercai un modo per convincere la mia ragazza a passare il sabato sera in uno dei cinema peggio tenuti di tutta Milano, per vedere un film che avevamo già visto invece di uscire con i suoi amici come avevamo in programma di fare.Con un numero degno del miglior Moggi, sono riuscito a manipolare le cose per rispettare la condizione indicata nella lettera anonima. Prima ho convinto Sandro ad accompagnarci a vedere il film, poi ho convinto Arianna a sforzarsi per accompagnare Paolo a vedere un film che gli interessava moltissimo ma che nessun altro dei nostri amici voleva vedere. Nei tre giorni che hanno separato la ricezione della busta ad oggi, sabato, ho guardato dappertutto ma non sono riuscito a trovare alcune delle foto del nostro week-end a Nizza: quelle che ho scattato ad Arianna nuda e con le gambe spalancate non ci sono, neanche una. Probabilmente chi le ha sviluppate se le è tenute per sé. Probabilmente si è tenuto l’intero rullino per non farne notare la mancanza, visto che mancano anche i negativi.Comunque sia, eccoci nella sala grande del Colosseo: io, Arianna, Sandro e un’altra ventina di persone. Il film è uscito da un po’ e non mi sorprende vedere così poca gente in sala. Le luci si abbassano e la proiezione dei trailer iniziano. Poi le luci si spengono del tutto ed inizia il film vero e proprio. Pochi secondi ed un uomo mi si siede al fianco, facendomi sobbalzare. Al Colosseo, come in quasi tutte le sale di Milano, ci sono i posti numerati, per cui non mi sorprende che l’uomo si sia seduto lì, ma sono in uno stato di tensione clamoroso, e avere uno sconosciuto a fianco non mi fa certo rilassare.La proiezione è iniziata da qualche secondo che l’uomo al mio fianco mi passa qualcosa. Non ho bisogno di guardare per sapere che si tratta di un’altra immagine della mia ragazza, nuda. Poi l’uomo si china leggermente verso di me e mi suggerisce di uscire nell’atrio durante l’intervallo, portandomi dietro Arianna. Arriva l’intervallo che nemmeno mi sono accorto di aver visto il primo tempo, né tantomeno di come e quando l’uomo che era seduto al mio fianco se ne sia andato. Con la scusa di sgranchirmi le gambe a causa dei sedili vecchi, scomodi e troppo ravvicinati, convinco Arianna a venire fuori con me. Ovviamente Sandro ci segue nell’atrio. Una volta fuori, Arianna ne approfitta subito per andare in bagno, che si trova nell’angolo opposto all’entrata, proprio di fianco al bancone del bar. Camminando verso il bagno, Arianna cattura lo sguardo di un uomo che si trova vicino al bar, e a cui passa abbastanza vicino. D’altra parte, è difficile non notare una come lei, stasera: magliettina bianca che certo non nasconde il suo abbondante petto e jeans a vita bassa, piuttosto attillati e che lasciano intravedere la parte alta del retro del tanga che la mia bella bresciana indossa. L’uomo – un tipo alto e magro, con la faccia pallida e gli occhi arrossati dalla stanchezza – la segue con lo sguardo fino a quando lei non scompare dietro la porta del bagno delle donne, poi si gira verso di noi e indica con un dito me e Sandro, e quindi fa un cenno con la testa verso il bagno. Non capisco, o forse non voglio capire, fino a quando non lo vedo entrare con decisione nel bagno delle donne, a questo punto è chiaro che quell’uomo è il mio uomo, il ricattatore. Dico a Sandro di seguirmi senza dir nulla e poi mi dirigo anch’io verso il bagno delle donne.”Pessima idea, portarti dietro un amico”, dice subito l’uomo. Non so cosa rispondere, perché non so cosa sta per succedere, e Sandro non capisce cosa stia succedendo. Ma sentiamo il rumore dello sciacquone e Arianna inizia a parlare ancora prima di uscire dal bagno.”Questo è il bagno delle signore”, poi si blocca sorpresa dall’uomo che si trova davanti.”Oh, lo so benissimo. Per quanto il termine ‘signora’ non si addica di certo ad una come te!”Arianna sbianca, poi mi vede e apre la bocca per dire qualcosa, ma l’uomo la anticipa mettendole davanti al viso una sua foto. Lei sgrana gli occhi, guarda prima la foto poi me, poi l’uomo.”Mettiamola così, bella mia: o fai quello che dico, o tutti i giornalisti di Milano ricevono a casa l’intera collezione. E quando te ne tornerai al paesello con la coda tra le gambe, scoprirai che nel frattempo è arrivata una copia anche ai tuoi genitori”.Ancora una volta, Arianna mi guarda senza dir nulla.”Oh, lui lo sapeva già. Ma vista la presenza di un terzo incomodo, penso che cambierò un po’ i miei piani”.Sento i rumori del film provenire dalla sala, la proiezione è ricominciata e se speravo che qualcuno potesse entrare e toglierci d’impaccio, adesso è ovvio che non succederà.”Innanzi tutto, togliti la maglietta e fammi vedere quelle tettone dal vivo!”Sto per protestare, ma l’uomo non ha finito: “Voi due, venite avanti per gustarvi meglio lo spettacolo. Avanti…”Arianna mi guarda, e l’uomo le mostra nuovamente la foto. La mia ragazza, allora, capisce di non avere scelta. Mentre lei prende un respiro profondo io lancio un’occhiata a Sandro, che è rosso come un peperone e con gli occhi fuori delle orbite. Arianna si toglie la maglietta e rimane in piedi davanti a noi con solo il reggiseno bianco a coprirle le tette.”Avanti…”Arianna porta le braccia dietro la schiena e si slaccia il reggiseno, togliendoselo in perfetto silenzio e rimanendo a seno nudo in mezzo alla stanza.”Magnifiche…”Arianna è rossa di imbarazzo, io sono rosso dalla rabbia. Lei si sta fissando la punta delle scarpe, quasi a voler fuggire il nostro sguardo.”Fai un po’ sentire”.La mia ragazza strabuzza gli occhi, a quelle parole, ma prima che abbia tempo di protestare l’uomo si è già fatto avanti e le ha piazzato una mano sulle tette.”Però! Sono dure… Pensavo fossero un po’ cadenti, vista la grandezza, invece sono belle turgide…”Si gira verso me e Sandro.”Tu, che ne dici di provare?””No, io…””Muoviti!”Non è una domanda, stavolta: è un ordine. Sandro si avvicina ad Arianna e lentamente, chiedendole anche scusa, inizia a palparle le tette.”Smanacciagliele per bene…”, e Sandro obbedisce. Il gemito di Arianna mi fa capire che il nostro amico ci sta andando un po’ troppo pesante.”Basta così, non voglio tu le faccia del male. Avanti, bella mia: spogliati””No…””Non obbligarmi a strapparti i vestiti a forza. Spogliati”.Arianna si toglie in fretta le scarpe da tennis, poi si slaccia i jeans e li lascia cadere a terra, allontanandoli con un piccolo calcio. Resta ferma lì, con indosso solo un minuscolo tanga nero a guardare negli occhi il suo ‘torturatore’. Quando questi fa un cenno con la testa, lei prende un respiro profondo ed infila i pollici nell’elastico degli slip, facendoli cadere a terra. Sento Sandro soffiare fuori tutta l’aria che aveva nei polmoni quando vede per la prima volta il folto boschetto di peli neri che copre la fica della mia ragazza. L’uomo, invece, si limita a sorridere malignamente.”Piroetta”.Arianna, quasi a prenderlo in giro, alza le braccia e ruota su se stessa, fermandosi in modo da darci la schiena e mostrarci il suo bel culo.”Eh… niente male. Immagino sia d’accordo anche tu, è ragazzo?”Sandro non riesce a rispondere se non annuendo.”Ottimo, mi fa piacere. Perché questa troietta adesso ti farà un pompino!””Cosa? No, non se ne parla…!””C’è poco da fare, bella mia: o glielo succhi per bene o me ne vado di qui e imbuco le buste che ho in macchina già bell’e pronte…”Arianna mi guarda, ma io proprio non so cosa fare. Ci siamo infilati in una situazione allucinante…”Forza!”Arianna si avvicina a noi con le gambe tremanti e si inginocchia di fronte a Sandro. Senza dir nulla gli sbottona subito i pantaloni e li lascia cadere a terra, poi gli cala i boxer e libera un uccello di dimensioni rispettabili e già bello duro e rigido. Quando la mia ragazza se lo fa affondare in bocca, Sandro emette un gemito gutturale che la dice lunga sul suo stato di eccitazione. Arianna inizia subito a pompare alla grande, a succhiarlo per bene, e Sandro chiude gli occhi e le mette una mano sulla testa per accompagnarne il movimento. Ciuccia con vigore, Arianna, emettendo rumorini di risucchio che sono talmente eccitanti da farti sborrare solo a sentirli… Sandro tira indietro la testa per godersela meglio, in preda al piacere più puro, e quando finalmente Arianna riesce ad arrivare col naso contro il suo pube, facendogli una gola profonda coi fiocchi, il mio amico sente le gambe molli e allunga un braccio verso di me per non cadere a terra. Mi tocca persino sorreggerlo mentre la donna della mia vita gli fa un pompino!”Non venirle in gola, sborrale in faccia”Sandro riapre gli occhi e guarda Arianna, col suo cazzo affondato in gola e con le mani di lei che gli accarezzano le palle, poi la afferra per la nuca e la tira a sé con forza, aumentando la foga del pompino. Arianna respira a fatica, ora, ma a questo punto è costretta ad andare alla velocità voluta da Sandro, che ad un certo punto si blocca con l’uccello piantato più in profondità possibile. Mentre la mia ragazza apre gli occhi e guarda in su per capire quale sia il problema, il mio amico allunga una mano per accarezzarle il collo gonfio del suo uccello, poi si tira indietro e le punta il cazzo in faccia, rovesciandole addosso due… tre…quattro… cinque schizzi di sborra, colpendola in pieno viso e sui capelli. L’ultimo le cola sulle tette. Mentre Sandro respira profondamente, Arianna si siede per terra per riprendere fiato. L’uomo le porge il suo tanga.”Puliscigli il cazzo con questo, poi rimettitelo e rivestiti. Non ti ripulire la faccia”.Arianna, lentamente e sempre in silenzio, pulisce l’uccello di Sandro dalla sborra rimastagli addosso, poi si alza e si riveste, mettendosi addosso quel tanga impregnato dello sperma del nostro amico. Intanto, il seme che il nostro amico le ha sparato in faccia cola lentamente lungo il viso ed giù lungo il corpo. L’uomo la prende a braccetto.”Bene, adesso andiamo”.Arianna si blocca, tirandosi indietro.”No…””Sì… Tu adesso esci di qui coperta di sborra com’è giusto che una zoccola come te faccia. E voi ci venite dietro in silenzio”.La vedo avvicinarsi all’uscita dei bagni, all’atrio del cinema, con la faccia ed i capelli coperti dalla sborra di Sandro. Trema come una foglia per la rabbia e per la vergogna, ma non ha il coraggio di dire niente. Attraversiamo l’atrio in silenzio, con gli sguardi di tutti puntati addosso, puntati addosso al viso unto di sperma della mia ragazza. L’uomo ci guida alla fermata dell’autobus, giusto girato l’angolo dal cinema. Arriva quasi subito la 60 e l’uomo sale, portandosi dietro Arianna e con me e Sandro al seguito. Ci sediamo, nessuno di noi ha il coraggio di dire una parola. L’autobus è mezzo vuoto, ma non vuoto del tutto, e tutti gli sguardi sono calamitati dal volto di Arianna. È impossibile non capire cos’abbia in faccia. Nessuno parla. Quando arriviamo alla fermata di piazza del Duomo l’uomo si alza e scende, e noi con lui. Ci guida fino alla metropolitana, fin giù dalle scale fino alle macchinette obliteratrici.”Bene, ragazzi: adesso potete tornarvene a casa. Arrivederci”.Con una mano strizza una tetta di Arianna, poi si volta e si allontana. Lo guardiamo andarsene, poi Arianna si pulisce il viso con le mani, velocemente, rabbiosamente. Ce ne torniamo verso Cinque Giornate a piedi, tutti e tre scossi dall’esperienza appena vissuta. Nessuno parla, e a me continua a risuonare nella testa una cosa. “Arrivederci”…
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