Dopo due mesi di frequentazioni assidue e rapporti oltremodo fantasiosi e stuzzicanti, sentivo di dover cercare anche altrove le fonti del mio piacere.Non che avessi intenzione di abbandonare il mio amante, tuttavia la cosa basilare per me era quella di non perdere i contatti con il mondo delle donne.Telefonai a Patrizia, una mia ex, 24 bruttina ma decisamente dotata, con la quale avevo avuto una relazione molto controversa, fatta di poco sesso e tanti problemi.Lei era una verginella a 5 stelle, quindi pompini e seghe spagnole, le mie pratiche preferite erano al di fuori delle possibilità.Lei ovviamente, ben lieta di sentirmi non si fece pregare per una rimpatriata, e due giorni dopo già facevamo l’amore.Stare dentro ad una donna, mi rinfrancò dandomi l’appagamento totale di cui avevo bisogno.I suoi seni ingrossati dal mestruo erano un divertimento garantito, e con mia grande sorpresa notai che sessualmente era maturata. Non facemmo nulla di nuovo, ma in un certo senso mi sembrava che padroneggiasse la situazione in maniera del tutto spontanea.Aveva una gran fame di uomo, una voglia che la aveva spinta ad evolversi, la stessa che aveva convinto me a fare il grande passo. Il nostro rapporto prese una piega piacevole, senza invadenza, lasciandomi tutto il tempo di godere anche dell’altra relazione omosessuale che ormai mi aveva coinvolto.Appena dieci giorni, e come avevo agognato finalmente, mi ritrovai con l’uccello tra le labbra della mia nuova bella.Naturalmente non le venni in bocca, ma mi consolai irrorandole quei magnifici capezzoli di caldo seme denso.Spesso facevamo solo del petting spinto, alle volte mi ritrovavo a farle quello che il mio avvocato mi faceva provare, entro certi limiti e senza la furia che contraddistingueva le mio scopate omo.Era migliorata notevolmente nelle seghe e con queste sane scopate nei limiti del tradizionale, mi ritrovavo il giorno a darlo e la notte a prenderlo.Viceversa non poteva mai accadere, a causa della simpatica mammina di lei, molto poco disponibile a lasciar andare fuori la figlia, o a farle ospitare giovani focosi.Lei era una divorziata di ferro e la sua solitudine spesso di ripercuoteva su Patrizia, davvero troppo remissiva alle volte.Era praticamente impossibile scopare con sua madre in casa, visto anche l’interesse a non essere seccati, così ci consolavamo anche a casa mia, dove per la prima volta la presi alla pecorina, belli rilassati sul tappeto della mia stanza.Le mie giornate risultavano sempre più piene, e spesso mi ritrovavo a sparire, suscitando divertenti dubbi in entrambi i miei partner, dubbi che però non esternavano mai se non con velata ironia.Mario seppe per primo di Patrizia, mentre lei continuava a godersi la nostra relazione senza farsi particolari problemi, e del resto io avevo messo da subito in chiaro che non saremo mai stati una coppia, ma solo due persone che trascorrevano del tempo assieme, sesso o non sesso.D’altra parte io spesso mi divertivo a stuzzicarla, facendole credere di tutto e di più, ma l’idea che il suo bel ganzo si ritrovasse in ginocchio oppure a 90 gradi di fronte ad un uomo che avrebbe potuto essere proprio non la toccava.Spesso le accennavo la cosa, ma visto lo scarso approfondimento e la mia propensione al faceto, il risultato era quello di non essere mai preso sul serio.Decisi che certamente era meglio così, ma il metterla a parte di tutto prima o poi, mi avrebbe tentato seriamente.Fu così che tra una scopata e l’altra trascorsero i mesi, ma improvvisamente un giorno, preso da uno strano fervore mi decisi a vuotare il sacco.Ci vollero diverse ore per convincerla, ma alla fine le confidai tutto, trovando una inaspettata comprensione, ed una mancanza di gelosia che sinceramente mi lasciò allibito.La cosa le piaceva molto, la divertiva e le sue parole, la sua voglia di sentirmi raccontare e di conoscere particolari morbosi, mi fece capire quanto coglione fossi in realtà, e di come le persone mai e poi mai sono quello che sembrano.Nei giorni successivi raccontai tutto a Mario, e lui ancora più divertito di Patrizia prese a canzonarmi ed a scherzare.Mi sentivo messo in mezzo ma in un certo senso mi rasserenava quella complicità totale che non mi rendeva schiavo di bugie e menzogne.Sfruttando la situazione, sulla scia della curiosità di patrizia, le proposi che avrei assecondato le sue sordide voglie di ascoltare la relazioni omo del suo fidanzato in cambio di una pratica che oltre a donare, avrei tanto voluto subire.Mi ritrovai così in con i suoi piedini stretti attorno al cazzo, poi intenti a schiacciarmelo e così via. Le venni obbligatoriamente sui seni, sborrando alla grande e con estrema soddisfazione.Nei giorni successivi, divenne sempre più avida di particolari e sempre più puttana ed affamata di cazzo.Era un pomeriggio caldo e particolarmente umido, sorseggiavo un caffè e lei mi lasciò basito con una richiesta che dapprima feci finta di non comprendere.-Perché non mi fai conoscere il tuo amico?–In che senso scusa?–L’avvocato, lo stallone che ti monta!-Rise.Io tentennai poi risi fingendo imbarazzo.-Ma che te ne frega di conoscerlo? Che c’è ti interessa qualcosa di lui?–Che ne sai, può anche darsi, da quello che mi hai detto è messo bene, molto meglio di te!-Volli pensare che scherzava, ma il suo tono era incredibilmente serio, non abbassava mai lo sguardo ed anzi mi sfidava.Poggiai la tazza meravigliato-Ti vuoi scopare l’amante del tuo fidanzato?–Ma no!-rise-Lo voglio solo conoscere, in un certo senso abbiamo tanto in comune!-La conversazione morì su quel punto ma quando ne parlai a Mario, il suo interesse non si perse in pochi attimi, ma suscitò in me un turbine di sensazioni, quasi che quei due si fossero messi d’accordo per farmi uscire matto. Naturalmente non era così, però la situazione mi confondeva.-Se sei d’accordo possiamo prendere un caffè qui tutti e tre-Concluse.Ne parlai a Patrizia, per provocarla oltremodo, per farla giocare a carte scoperte, ma ancora una volta mi ritrovai a giocare la parte del coglione confuso.La verginella che tanta fatica aveva fatto a trovare una dimensione di porcaggine adeguata, adesso mi faceva capire che si sarebbe incontrata volentieri con il mio amante.Non potevo tirarmi indietro a quel punto, così pensai di farle cambiare idea raccontandole che magari Mario avrebbe potuto interpretarla male, e che lui era tipo da sesso estremo, comunque molto oltre la sua porta.A quelle affermazioni Patrizia si avvicinò a me con il chiaro intento di scopare.Mi rincuorai, pensando di averla convinta, e concentrandomi sul rapporto, notai una certa fretta, fretta che si concluse con un pompino voracemente stuzzicante.Si distaccò ammiccando.-Pensi che non sia all’altezza della tua sessualità?- Io balbettai qualcosa.-Non sono quella di una volta ormai-Prese a segarmi, ma intervenni io, ormai mi era chiaro, voleva che le sborrassi in faccia.Un minuto di sega e venni sulla sua faccia e sulla lingua che aveva tirato fuori per ingoiare parte del mio sperma.Era una sensazione stupenda venire sul viso di una donna, eccitante e perversa.Preso dalla foga, indottrinato da Mario le sputai sulla lingua, pentendomene subito, al contrario lei però non battè ciglio, ed anzi mi sorrise, rammentando i resoconti che le avevo fatto, di quella pratica.Tre giorni dopo, anche se apparentemente non ne avrei avuto motivo, col cuore in gola bussavo alla porta di Mario con Patrizia al mio fianco.
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