Due parole in chat.. di dove sei.. quanti anni hai.. come sei.. descriviti.. mi piaci.. ci vediamo? Quando? Stasera? Ci scambiamo i numeri di telefono, dopo un istante il cellulare squilla.. “Ciao, allora, per stasera?” Ci accordiamo sul posto e l’ora e via… Sappiamo entrambi quello che vogliamo, quello che sarebbe successo, ma il senso di aspettativa è tanto, è un incontro al buio, avverto anche un certo senso di pericolo, non so chi è, cosa fa… potrebbe avermi mentito… ma mi butto.. il rischio è il sale della vita.. e vado! Mi chiama mentre sono per la strada.. forse anche lui ha avuto dei dubbi… Dopo poco arrivo al luogo dell’appuntamento e lo vedo sbracciarsi per farsi vedere… Alto, biondo, 38 anni portati molto bene, due spalle da ex nuotatore, camicia a quadretti e jeans strettissimi che evidenziano un culetto niente male e due cosce muscolose e tornite. Sale in macchina e si presenta, ci squadriamo l’un l’altro molto poco velatamente, un po’ d’imbarazzo è inevitabile, due parole e ci dirigiamo verso un pub. Una birra, un caldo soffocante, il posacenere ormai pieno, molti silenzi carichi di significato, le sue espressioni insofferenti, un’occhiata e decidiamo di andarcene. Mi indica la strada e giunti dove ci eravamo incontrati mi guarda e chiede “Sali da me?” L’indecisione è tanta.. mi piace, non posso negarlo, ma non era quella l’immagine che volevo dare di me, insomma avrei voluto essere un po’ più reticente… ma poi penso che certe occasioni vanno prese al volo e accetto. Parcheggio la macchina e scendiamo. Abita a pochi passi, in una zona molto elegante, entriamo nel suo appartamento e mentre va ad accendere l’aria condizionata mi do un’occhiata in giro. L’ambiente è bello, anche se un po’ impersonale, tipico di un’abitazione prettamente maschile, abiti gettati un po’ ovunque e corrispondenza aperta che sbuca fuori da ogni dove. In compenso due poltrone, un divano in stile barocco, un grande e soffice tappeto, il parquet in terra e il televisore con maxischermo creano un ambiente abbastanza accogliente. Rimango in piedi in mezzo alla stanza, non sapendo bene cosa fare, lui mi guarda e mi offre da bere, rifiuto, voglio essere lucida, non voglio che l’alcool mi ottenebri la mente. Accende la tv, io mi siedo su una delle poltrone, guardiamo senza vederle le scene di un vecchio film degli anni 70, poi d’un tratto sento che si avvicina da dietro alla poltrona. Si abbassa su di me e le sue labbra si avvicinano alle mie, mi bacia, prima lievemente, per studiare la mia reazione, poi sempre con maggior insistenza. Poi all’improvviso si stacca e mi guarda.. la sua espressione aveva un chiaro significato, mi afferra una mano e la posa sui bottoni dei jeans. Sento il suo membro già molto eccitato, duro e gonfio sotto la patta dei pantaloni, ma non voglio dargli la soddisfazione di prenderlo subito in mano, quindi comincio ad accarezzarlo attraverso la stoffa, a seguirne i contorni, comincio a premere sempre più, e i suoi gemiti indicano che comincia a piacergli davvero, allora comincio a! giocare con i bottoni finché i pantaloni si aprono e appaiono i suoi boxer neri stretti che dimostrano tutta la sua eccitazione. Li abbasso e il suo pene appare in tutta la sua forma, caldo, duro e turgido.. lo prendo delicatamente in mano e inizio a fargli una sega, lentamente, poi i miei movimenti si fanno sempre più veloci. Io sono ancora seduta sulla poltrona, lui in piedi accanto a me, la posizione è ottimale e la tentazione è troppa… avvicino decisamente la mia bocca a quella punta rossa e palpitante, prima lo sfioro lievemente con la lingua, poi comincio a leccarlo veramente, con passione e voracità finché le mie labbra non lo cingono intorno al glande e lentamente scivolano lungo tutta l’asta fino alla base, i suoni che escono dalla sua bocca mi fanno capire quanto abbia apprezzato… Mi prende dolcemente la testa con le mani guidando i miei movimenti, mi accarezza i capelli, mentre io continuo a succhiarlo, alternando i movimenti con la bocca e con le mani, e a volte con entrambe, tenendo la punta in bocca e facendogli una sega con la mano… Il suo respiro si fa sempre più ansimante finché non mi afferra la testa e comincia a muoversi nella mia bocca, quasi come se mi scopasse in quella cavità, fino a quando un suo grido anticipa di poco il fiotto caldo che mi riempie la bocca. Ingoio tutto quel liquido caldo senza smettere di succhiarlo, sempre più dolcemente fin quando sento che dentro la mia bocca si fa sempre più piccolo e morbido. Allora mi stacco, alzo gli occhi e vedo la sua espressione soddisfatta e stupita allo stesso tempo, mi guarda e mi dice “Accidenti, sei stata fantastica!” Non gli rispondo, abbasso gli occhi, in un certo senso mi vergogno, ma sono anche soddisfatta di me.. la mia duplice natura che si manifesta come sempre. Si allontana, va in bagno, torna, sempre con i jeans slacciati, mi chiede nuovamente se voglio bere e io con sguardo malizioso gli rispondo “L’ho appena fatto…” Mi guarda e sorride compiaciuto, poi si siede, e la nostra attenzione torna nuovamente sul film, passiamo così un quarto d’ora, in silenzio, fin quando lui si alza e si avvicina nuovamente. Senza tanti preamboli mi mette una mano fra le gambe, attraverso la stoffa dei pantaloni sente il calore della mia figa bagnata, preme le sue dita su di me facendomi ansimare, mi prende per una mano e mi fa alzare, mi passa le mani su tutto il corpo, poi sento le sue dita che scivolano dentro i pantaloni e gli slip, con un’unica mossa me li abbassa fino alle caviglie, mi fa voltare e appoggiare le mani sul tavolo. Comincia ad esplorarmi da dietro, provocandomi un piacere unico, divarico ancora di più le gambe per facilitare l’accesso della sua mano alla mia carne bruciante, poi lo sento armeggiare con i suoi pantaloni e subito la punta del suo pene già durissimo che fruga tra le mie pieghe ormai fradice, finché con un’unica possente spinta mi penetra. Mi sento totalmente invasa da lui, da quel membro caldo e forte che mi riempie. Mi prende per i fianchi, mi stringe e inizia a muoversi dentro di me, con colpi decisi, forti e veloci, proprio come piace a me. Il piacere cresce vorticosamente, inarco la schiena per sentirlo ancora di più, lui si afferra ai miei fianchi per mettere ancora più forza nelle sue spinte. Sento che l’orgasmo si sta avvicinando per entrambi, i suoi colpi sempre più veloci e intensi mi fanno giungere ben presto alla vetta del piacere, e lui subito mi segue uscendo da me e schizzandomi le natiche del suo sperma caldo. Rimaniamo così per un attimo, lui appoggiato ad i miei fianchi e io ancora accasciata sul tavolo, poi sento che si allontana, ci puliamo alla meglio e ci rivestiamo, senza una parola, ma con gli sguardi che si incrociano maliziosi… il suo che significa “Sapevo che sarebbe successo” e il mio che non vuole ammetterlo, ma è costretto a farlo. Ci sediamo per un po’, per riprenderci e recuperare un po’ di forze… il silenzio però sta iniziando ad essere pesante, decido di andare, è inutile ormai restare, mi alzo, ci salutiamo, un bacio su una guancia, il classico avvertimento “Vai piano…” e via, scendo le scale sentendomi strana… So benissimo che la cosa non si ripeterà, ed è quello che voglio, ma è difficile accettare me stessa in questa veste. Ma poi penso “Chi se ne frega, se non ora, quando?”, prendo la macchina e serena corro verso casa.
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