Mia moglie Sonia me l’aveva già preannunciato che suo padre doveva andare alle terme per delle cure, ma quello che non avevamo previsto era che lui si sarebbe rotto la gamba nel frattempo. Così, all’ultimo momento lei dovette improvvisarsi infermiera e accompagnatrice, prendere due settimane di ferie e badare a mio suocero per tutta la durata della cura. Io naturalmente ero piuttosto contrariato. Con tutta la simpatia che mi ispirava suo padre, per colpa sua sarei dovuto rimanere per conto mio quindici giorni: questo significava cucinare, lavare, stirare, ecc. (e per di più dormire da solo, il che non è poco per un maritino di 30 anni). Ma i miei suoceri mi adoravano e, d’accordo con mia moglie, furono lieti di organizzare una soluzione alternativa: ci avrebbe pensato la madre di Sonia a badare a tutte le faccende domestiche. ‘Figurati, cosa vuoi che sia!’ aveva detto la signora Teresa, entusiasta di badare al marito di sua figlia per due settimane. ‘Cominciamo subito domani che è Sabato, vieni a pranzo e ti preparo qualcosina di giusto!’ ‘Porterò io il vino,’ le dissi rincuorato, poi salutai Sonia e mio suocero che partivano per le terme. Non volevo ammetterlo, ma attesi con impazienza l’indomani. L’idea di pranzare da solo con mia suocera mi stuzzicava, anche perché la signora Teresa, oltre che una cuoca perfetta, è pure una gran donna. Non bellissima forse, ma ben fatta, 46 anni portati benissimo, un sacco di capelli biondi sempre ben curati e un corpo leggermente sovrappeso ma sodo e ben tornito. Appena arrivai fui accolto da un profumino delizioso e dal suo sorriso bianchissimo, come sempre, quando mi venne incontro con baci e abbracci per darmi il benvenuto. ‘E’ quasi pronto!’ disse correndo subito di nuovo in cucina, con quel bel sederino sodo avvolto dalla gonna di cotone. Eccitante davvero. ‘Se non fosse mia suocera…’, pensai. I preparativi furono tutto un rutilare di assaggini, sorrisi, battute, risate, persino bacini di approvazione da parte di entrambi. Conoscevo la signora Teresa ormai da due anni e sapevo che aveva un carattere allegro, ma così sembrava addirittura una ragazzina entusiasta all’appuntamento col moroso. All’ennesimo assaggio con bacino non potei fare a meno di dirle’Signora Teresa, Lei è davvero una donna deliziosa!’ Lei rise: ‘Avanti, sono la mamma di tua moglie, puoi anche darmi del tu, no’ E chiamami Terry, che è più carino di Teresa.’ Apparecchiare, pranzare, sistemare,… tutto fatto insieme, come due sposini novelli, con lei che mi svolazzava intorno, profumata e soda, e quella confidenza che si era creata tra noi diventando complicità. Mi raccontò alcuni pettegolezzi piccanti sulla sua vicina di casa, parlando sottovoce e avvicinandosi a me per non farsi sentire. E con la sua bocca a un palmo dalla mia, con quell’alito fragrante e quel viso da dea, non potei resistere e a metà racconto, mentre lei aveva le mani nella schiuma del detersivo per piatti, la baciai. Un bel bacio sulla bocca a labbra chiuse, ma lungo e con lo schiocco, che la lasciò interdetta. Rimase a bocca aperta, e io le dissi: ‘Dovrei scusarmi, ma non lo faccio. Sei così bella, così eccitante che non ho potuto farne a meno.’ Invece di arrabbiarsi, lei si fece una risata e rispose: ‘Allora dammene subito un altro!’ Non mi feci pregare, e stavolta fu un bacio come si deve, con le labbra incollate e la lingua nella sua bocca per leccarla tutta. Lei me la mordicchiava con mugolii di intenso gusto, e questo mi faceva impazzire. Le accarezzai il sedere sentendolo sodo sotto la gonna leggera. Lei si agitò dolcemente per strusciarlo contro la mia mano. Limonammo così per diversi minuti, poi mi staccai da lei per farle riprendere fiato. ‘Che delizia, Terry! Tua figlia non bacia così appassionatamente.’ ‘Mia figlia non mi ha mai detto che suo marito sa limonare con tanto gusto! Sai che quasi quasi…’ Non la lasciai finire: le cinsi la vita e la tirai a me. Prontamente lei tolse le mani dall’acqua del lavello e, con ancora tutta la schiuma tra le dita, mi mise le braccia intorno al collo per baciarmi di nuovo. Che baci favolosi! Che leccate, che bello limonare con mia suocera e sentire il suo alito nel mio e la sua saliva che mi inumidiva bocca, naso, mento, guance, collo, che lingue vogliose le nostre! Ci leccammo e limonammo per un tempo interminabile mentre le mani accarezzavano i nostri corpi con desiderio incontrollabile. Le sollevai la gonna fino alle cosce, poi le chiesi piano: ‘Posso?’ ‘Ma certo che puoi tesoro! C’è bisogno di chiederlo’ ‘Tiramela su tutta… e toccami il sedere come hai fatto prima.’ Detto e fatto, sollevai e palpai a piene mani, prima attraverso le mutande leggere, poi infilai le mani dentro per toccarle le natiche nude. Le passai un dito nel solco tra quelle chiappe paffute e le solleticai l’ano, cosa che lei accolse con un mugolio felice nella mia bocca continuando a succhiarmi la lingua. La sollevai e la posai sul tavolo, poi le aprii la camicetta scoprendole il bel reggiseno di pizzo che racchiudeva due poppe straordinarie. Gliele baciai con passione mentre lei, gemendo, mi aiutava a liberarla dal reggipetto. ‘Che meraviglia!’ esclamai quando rimase a seno nudo. Due mammelle tonde, ben fatte, prosperose ma non cadenti, anzi ben sode e sormontate da capezzoli grandi e già turgidi per l’eccitazione. ‘Cosa aspetti a succhiarmele?…’ disse lei. ‘Nemmeno un secondo, stavo solo ammirando questi capolavori della natura.’ Dopodiché mi misi a ciucciarle quei capezzoloni con foga, quasi come per staccarglieli, e intanto le mie mani le arrotolavano la gonna fino alla vita scoprendole le cosce e le deliziose coulottes di cotone bianco. Terry intanto accompagnava i miei movimenti con gemiti di piacere e con paroline eccitate. ‘Oh caro, tesoro, che bravo che sei… Mi stai facendo impazzire… Sento i tuoi denti attorno ai capezzoli, che bello!… Dài, tirami su bene la gonna, così. Ti piacciono le mie coulottes ? Cazzo, sono già tutta bagnata… Che puttana… Guarda, sto gocciolando sulla tovaglia…’ Mi abbassai e le sfilai le mutandine. Dal folto ciuffo di pelo castano sbocciavano due labbra che replicavano in tutto e per tutto la sua dolcissima boccuccia di rosa, e da queste stillavano gocce del suo umore che lei, eccitatissima, non poteva né voleva trattenere. Una bella leccata era d’obbligo, e mi presi il gusto di assaggiare per un po’ il suo sapore di femmina prima di alzarmi e baciarla di nuovo sulla bocca. ‘Non c’è un posto più comodo per coccolarci in santa pace?’ ‘Il mio letto non aspetta altro.’ Corremmo in camera sua, spogliandoci nel corridoio. Quando ci arrivammo lei salì sul letto camminando a quattro zampe. Le baciai il sedere afferrandola per i fianchi. Lei rimase ferma in mezzo al letto, con la schiena arcuata per il gran desiderio e le natiche spinte in fuori. Si girò per guardarmi, ansante, mentre io mi univo a lei con il cazzo in piedi. Allargai quelle belle cosce paffute e mi infilai con l’uccello nella figa calda della mia cara suocera, mentre lei dava un lunghissimo gemito di piacere. Scopammo subito, senza indugio, a colpi rapidi e forti, ansimando e mugolando entrambi mentre le tenevo i fianchi e mi abbassavo per baciarle i collo. L’eccitazione e il desiderio reciproco erano così intensi che io eiaculai in un batter d’occhio e lei mi seguì a ruota con sussulti e gemiti. Rimasi dentro di lei per un po’, continuando ad accarezzarle i fianchi e i seni, godendo del contatto di quel bel sedere sodo che si strusciava contro la mia pancia. E intanto lei continuava a gemere di piacere anche dopo l’orgasmo, tanto bello era stato godere insieme. ‘Era un pezzo che non facevo una scopata così eccitante!’ disse voltandosi verso di me, mentre io sfilavo il membro dalla sua vagina e l’aiutavo a voltarsi a pancia in su. ‘E per giunta con il marito di mia figlia, una sorpresa veramente gradita. Più ci penso e più mi arrapa!’ Io me la stavo baciando tutta, bella com’era, sul seno, sul ventre caldissimo, tra le cosce, sul collo, sulla bocca. ‘Fatti guardare: sei stupenda! Quante volte ho desiderato di vederti nuda così!’ ‘Accarezzami, adoro sentire le tue mani sul mio corpo. Mmmmhh, tesoro, ma fai godere così anche mia figlia? Come la invidio, lei ti può avere tutte le sere, tutti i week-end.’ Le mie dita la accarezzavano senza posa in mezzo alle gambe, passando e ripassando tra le pieghe umide della sua vulva carnosa che stillava un succo denso e intensamente profumato.Non resistetti e la baciai proprio lì, indugiando con la lingua tutto attorno alle grandi labbra, e poi intrufolandomi dentro per leccare quel nettare di femmina che mi eccitava tanto. Sentii la sua mano avvolgersi attorno al mio membro di nuovo turgido e menarlo dolcemente, con movimenti sapienti che mi arrapavano a dismisura senza però portarmi mai all’orgasmo. Tenendole aperte le labbra con le dita, iniziai a leccarle il clitoride gonfio e teso, lo succhiai e lo titillai mentre lei mi accompagnava con movimenti delle anche eparoline eccitate, senza mollare la verga dura che avevo tra le gambe. ‘Dio, come sei bravo. Ohhh, che bello! Mmmmhh, hai una lingua instancabile, ecco, leccami lì, oddìo mi fai impazzire… Mi stai facendo venire! E come ce l’hai duro di nuovo, mi sembra di tenere in mano una clava, senti che muscolo, senti che pelle… Cazzo, sto venendo, sto venendo! Leccami ancora, continua così, ti amo, ti amo!!…’ Poi i sussulti, le cosce che si stringevano attorno alla mia testa, mentre il suo liquido saporito veniva ad inondarmi la bocca e colava sulle lenzuola. Io lappavo goloso, eccitatissimo dalle sue mani che seguitavano a stringermi l’uccello ormai sul punto di scoppiare. ‘Cazzo, sei una dea, sto per venire di nuovo!’ ‘Dammelo qui, te lo voglio succhiare tutto.’ Infilò la testa tra le mie cosce e sentii la sua bella bocca calda e umida avvolgersi attorno al mio membro e muoversi su e giù per godere del mio piacere. Se lo toglieva di bocca solo per parlare.’Dio, che bello, come ce l’hai duro, mmmhhh… slurp… che buon sapore di maschio. Fatti slinguare, così, mmmhhh… così … mmmhhh…’ ‘Ohhh, Terry, bella figa… Godo, godo!…’ ‘Dài, sborra, sborra bello, sborrami in bocca, dammela tutta!… Mmmmhhh…’ E leccò e succhiò finché non potei resistere e raggiunsi l’orgasmo, riversandole in gola fiotti di sperma caldo che lei inghiottì con lunghi mugolii di intenso piacere. Intanto la mia testa era tra le sue belle cosce semichiuse, e nella penombra del suo angolino muscoso leccavo anch’io con desiderio. Non ci mise molto a bagnarsi di nuovo, e abbondantemente, proprio mentre io stesso le stavo godendo in bocca. Quando anche l’ultima goccia di sperma fu stata succhiata dal mio pene ormai floscio, e la sua vagina fu stata leccata e lappata fino a tornare linda e pettinata come dopo un bel bidé, solo allora ci riposammo l’uno tra le braccia dell’altra sotto le fresche lenzuola del suo letto che ci aveva accolti, ruffiano, e ci aveva visti amanti appassionati. ‘Che bello sentirti nuda tra le mie braccia.’ ‘La tua pelle mi fa impazzire. Mi piace il tuo odore, avrei voglia di leccarti per ore e ore, specialmente ora che sei così teneramente sudato.’ ‘Io invece non smetterei mai di succhiarti i capezzoli. Quando li prendo in bocca li sento inturgidirsi come ciliege e te li vorrei staccare con i denti.’ ‘Me ne sono accorta, caro. Quando li succhi con tanta foga mi fai provare un piacere intenso, potrei raggiungere l’orgasmo solo lasciandomeli succhiare da te.’ Le leccai le belle labbra mentre lei mordicchiava le mie amorevolmente. Le nostre mani scivolavano liberamente e dolcemente sui nostri corpi, godendo di quel nuovo contatto e di quell’unione a sorpresa che si era rivelata fonte di un piacere reciproco indicibile. ‘Sai che hai un alito da baci?’ disse lei mentre la sua lingua indugiava tra i miei denti. ‘Anche il tuo mi piace molto. Limoniamo un po’, come prima. Lasciati baciare, suocera del mio cuore.’ E baci e baci e baci si succedettero ai baci, e le nostre lingue instancabili si leccarono a vicenda, e le nostre bocche non smettevano mai di succhiarsi, inebriate l’una dell’altra, mentre gli occhi si incrociavano amorosi e i sorrisi aggiungevano miele a quell’amore sbocciato intenso e caldo tra la mia bella suocera e il maritino di sua figlia. Inutile dire che passai ogni momento libero di quelle due settimane a letto con la mia calda suocera. Non ci stancavamo mai l’uno dell’altra, innamorati, e godemmo così tanto che fummo entrambi molto abbacchiati quando quei due rompiscatole tornarono dalle terme. Ma Terry era una donna piena di inventiva oltre che di sano erotismo, e riuscì a inventare tutta una serie di espedienti per poterci incontrare il più spesso possibile. Così, pur continuando a far l’amore con mia moglie Sonia, che mi ha dato anche due figli, non ho mai perso l’occasione per accoppiarmi anche con sua madre’ naturalmente all’insaputa di mia moglie e di mio suocero!
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