Era stata una scelta infelice quella di partire in vacanza col gruppo di Luigi. “Mario che vai a fare da solo in Umbria? Unisciti a noi che ti diverti di sicuro!!” L’amico era stato più che convincente nel prospettargli gli aspetti positivi del partire in gruppo per visitare l’Olanda. “Saranno quindici giorni indimenticabili. E poi ci sarà anche Daniela con noi….” Daniela! Una stangona rossa che aveva visto forse due o tre volte, ma che aveva lasciato il segno per la sua bellezza statutaria, tanto da chiedere a Luigi di aiutarlo per poterla frequentare più spesso. Avere saputo che sarebbe stata accanto a lui per due settimane intere era stato determinate per la sua adesione. “OK! Ci sarò anch’io!”, …..e le premesse erano state all’altezza delle aspettative. Non era passato giorno che non si vedessero a casa dell’uno o dell’altro (Daniela compresa) per fare il punto prima della partenza. Città; alberghi, musei e ristoranti da visitare erano stati pianificati con dovizia nei particolari, ma a lui quel che interessava era la rossa! Aveva apprezzato ogni sua battuta, il suo modo di vestire (quasi sempre in jeans e maglietta, ma scollate e aderenti da lasciare poco all’immaginazione) e di sorridere e, ancor più, si era reso conto che stavano formando l’ottava coppia; gli altri erano tutti sposati. Ma la rossa lo aveva sbalordito il giorno della partenza. Erano già in aeroporto, lui e le sette coppie, quando era squillato il Nokia di Bettina, la moglie di Luigi. “Si …. Capisco… mi dispiace tanto… Allora ciao.” Era successo qualcosa, questo era chiaro a tutti, ma cosa ed a chi lo disse Bettina con una indifferenza tale che Mario l’avrebbe voluta strangolare sul posto. “Era Daniela. Purtroppo una sua collega si è dovuta allontanare d’urgenza dal lavoro e lei la deve sostituire. Non parte!” Così si era ritrovato a girare per i paesi bassi con i coglioni gonfi. Né le sette coppie in sua compagnia avevano fatto qualcosa per farlo sentire meno solo. Erano tutte “amoruccio”, “tesoro mio”, “gioia”; pronte a scambiarsi baci appassionanti in pubblico o strizzatine (di lui a lei) al limite dell’indecenza. Il tutto era peggiorato negli ultimi due giorni – all’inizio della seconda settimana del viaggio – quando da Breda si erano spostati a Eindhoven. Lì non li aspettava il solito albergo a quattro stelle ma una graziosa casetta a due piani, in mezzo al verde … e, per lui, la convivenza era stata subito un tormentone. La casa era un sogno. Soggiorno, cucina, un bagnetto e tre stanze da letto, non troppo grandi ma accoglienti, al piano terra. Bagno con doccia e altre cinque stanze al primo piano, cui si accedeva da una scala a chiocciola; il tutto arredato con gusto e semplicità. Appena messo piede dentro, le sette donne erano diventate più euforiche del solito e – posati mariti, sacche e valigie in soggiorno – erano corse per le camere da letto, accordandosi nella spartizione delle stanze. Lucia e Giacomo al pianterreno, nella stanza sulla sinistra del soggiorno; Bettina e Luigi in quella di fronte; Marina e Paolo, Sabrina e Gaetano, Giovanna e Matteo, Paola e Carlo, Antonella e Sandro al primo piano. Nessuno aveva chiesto a Mario se la stanza rimasta, la più angusta di quelle al piano terra, era di suo gradimento, ma non gliene importava più di tanto! Aveva preso il suo zaino e si era allontanato dal gruppo, entrando nella sua camera per gettarsi immediatamente sul letto, dopo essersi tolto solo le scarpe. Si era assopito e – dopo chissà quanto tempo – aveva riaperto gli occhi. Uno sguardo all’orologio gli aveva fatto capire di essere rimasto disteso sul materasso per quasi due ore. Si era alzato e, ancora stropicciandosi gli occhi, aveva aperto la ! porta, entrando nel soggiorno. NESSUNO!! Ma dov’erano quei matti?? Erano usciti senza di lui, per non disturbarlo?? Era bastato solo un attimo per fargli capire che Luigi e sua moglie, almeno loro, non erano fuori. Dalla loro stanza provenivano, distintamente, i mugolii della donna e, ancor di più, le spinte del suo amico erano accompagnate dallo scricchiolio della testata del letto: ci stavano dando sotto alla grande!! Pur infastidito, non poté fare a meno di sorridere, invidioso di Luigi: almeno quello stava trombando. Si girò lentamente verso la cucina quando fu distratto da uno schiamazzo e da una porta che si apriva. “FINISCILA, AMORE!! Torno subito…” CAZZO!! Mario avrebbe voluto essere invisibile. Lucia era appena uscita dalla sua stanza (ancora gli dava le spalle e non si era accorta della sua presenza), vestita solo di un telo da bagno corto, tenuto goffamente per i lembi sotto l’ascella destra. In quel modo, la donna gli stava mostrando la bellezza delle gambe nude, perfette sinusoidi, dalle caviglie alla curva delle natiche, appena coperte dal telo. Si era girata ed era rimasta solo un attimo interdetta a fissarlo negli occhi. Cazzo! Era proprio bella! Sui trent’anni, forse vent’otto, alta almeno un metro e settanta, capelli lunghi, ondulati, rossi naturali, lentiggini sulla pelle. “Ohhh!! Io… io” L’aveva vista fuggire via, salendo i gradini della scala a chiocciola a due a due, con la chioma rossa che svolazzava da un lato all’altro delle spalle e un ciuffo ramato che faceva capolino da sotto il bordo del tessuto. Aveva trattenuto a stento un’improvvisa erezione ed era tornato nella sua stanza frastornato. Quello era stato il primo episodio di una lunga serie di piccoli e grandi inconvenienti, avvenuti con una frequenza impressionante. A quanto sembrava, quella casa, con la convivenza forzata, aveva scatenato nei suoi amici una scarica di adrenalina particolarmente elevata, tutta finalizzata a fare sesso a più non posso. Già la stessa sera, dopo una fugace cena, le coppie era sparite una dopo l’altra dentro la propria alcova, lasciandolo solo nel soggiorno. Poco dopo dalle stanze erano arrivati gemiti e gridolini che gli avevano lasciato parecchio per cercare di capire cosa stessero facendo in quel momento Luigi con sua moglie e Giacomo con Lucia. Cazzo!! Ma quant’era bella Lucia!! La curiosità aveva avuto il sopravvento e, invece di chiudersi nella stanza, si era alzato dalla poltrona e, quatto quatto, si era avvicinato a quella porta sino a poggiarci sopra l’orecchio. Se fosse sceso qualcuno??? “Si amore!! Scendi .. scendi..” La voce della ragazza gli arrivava chiarissima e Mario si sentiva lì dentro, al posto dell’amico, con le mani ferme sulle cosce della donna, per tenergliele ben divaricate, e la lingua che incominciava a scorrere su quell’angolo incantato. Orami aveva il cazzo che gli doleva. Si era rialzato, quasi fosse stato disturbato da qualcosa di anomalo, per fare pochi passi e ripetere la stessa manovra addossando l’orecchio sulla porta che dava nella stanza di Luigi. Qui i rumori erano più confusi, nessuno parlava e gli era parso di capire che i due fossero impegnati in una cavalcata soft. Che bastardi! Lui era lì, solo e impossibilitato dallo sfogarsi, e quelli pensavano solo a sfottere… e dal piano di sopra non si sentiva volare una mosca. Almeno all’inizio. Poi era stato un via vai di passi, di porte che si aprivano e chiudevano e di scroscio d’acqua. Ogni tanto gli giungevano delle voci. Frasi brevi che si scambiavano donne e uomini incontrandosi in corridoio. E poi le ragazze avevano preso l’abitudine di camminare per casa seminude. Gonne corte, camicioni senza nulla sotto che coprivano loro un po’ sotto le cosce, pantaloncini aderentissimi, e cosi via. “Tanto Mario, sei come un fratello per noi.” Solevano dirgli. La verità era che gli stava scoppiando il cazzo a vederle così. Aveva tentato di fare ragionare i mariti ma quelli lo avevano preso in giro. “Non sarai invidioso?!” …”Certo che è stato un peccato per Daniela… chissà quante!!” e intanto loro continuavano ad appartarsi con le loro mogli ed a spingersi sempre più ad atteggiamenti al limite della decenza dinanzi agli altri. Proprio quel giorno, dopo avere pranzato tutti insieme, Marina e Paolo si erano distesi sul divano del soggiorno e, piano piano, avevano incominciato a sbaciucchiarsi, poi la mano di lei era sparita tra i loro corpi stretti sui cuscini e, solo dopo avere tormentato Mario per un bel po’ con le loro effusioni, avevano deciso di imboscarsi nella loro stanza per proseguire tranquillamente. Tutti, tranne il buon Mario, avevano riso e scherzato dell’evidente gonfiore che sporgeva dai pantaloncini dell’uomo, senza che questi facesse nulla per nasconderlo. Era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso!! Le 16.30: come da accordi si erano ritrovati tutti nuovamente in soggiorno, pronti per uscire. In programma c’era la visita ai musei cittadini. “Ragazzi, andate voi. Io proprio non mi sento.” Lo avevano guardato stupiti e si erano preoccupati che non si sentisse bene ma, alla fine, lo avevano accontentato e si erano allontanati allegramente. “Allora ci vediamo Finalmente era solo!! Si era disteso sul divano ed aveva chiuso gli occhi per riposare senza che quei matti lo provocassero con le loro incessanti sozzerie. Però!! A pensarci bene capiva perfettamente Sandro, sempre a cercare il seno di sua moglie. Antonella sarà stata una quarta misura abbondante, forse quinta. Una donna non bellissima, castana, di media altezza, ma dalle cosce tornite e con quel seno mozzafiato. Chissà quante volte ne aveva approfittato il cazzo del suo amico?? Anzi!! Chissà quanti cazzi se n’erano serviti per raggiungere l’estasi, visto che i due si erano conosciuti solo da un paio d’anni e lei, a quel tempo, doveva avere compiuto già i ventiquattro anni. E che dire di Paola??!! Bella, bionda, la più giovane (ventidue anni appena), che aveva esplicitamente ammesso il suo amore per “le prove orali”. Così si era espressa a tavola mentre le coppie si scambiavano battute di ogni genere, ed il marito aveva confermato le sue parole, esaltandone l’abilità. Una mano era scesa a controllare cosa stava avvenendo in mezzo alle gambe. Cazzo!! Si era eccitato al solo pensiero di quella bocca in azione. Anche Marina e Lucia non erano niente male. Non poteva dimenticare l’apparizione della rossa, mezza nuda ed ancora accaldata per la scopata appena finita …. E quel ciuffo rosso naturale….!!! Per la mano trovare un varco tra i boxer era stato semplicissimo e, senza capacitarsene, stava provvedendo a calmare il tormento di quei giorni. Giovanna era la più rumorosa. Salendo al paino di sopra con la scusa di una doccia, si era soffermato più del dovuto ed aveva avuto modo di appurare che Matteo e la sua compagna amavano parlare tutto il tempo, scambiandosi pareri e richieste, se così si poteva dire!! E poi lei – ventinove anni, capelli corti, neri, snella e dal viso dolcissimo – aveva concluso con un orgasmo che, probabilmente, avevano sentito finanche all’esterno della casa. Gli piaceva essere solo in quella casa pensando a quelle sette giovani donne…. e si stava rilassando… quanto tempo era passato che non pensava a sé da solo?? … Certo che sarebbe stato bello avere lì, in quel momento, la mano di Daniela al posto della sua…. Sabrina!!! Nera da fare paura. Con uno sguardo profondo che ti spogliava con gli occhi… Non le si poteva nascondere nulla e, senza altro, si era resa conto del suo imbarazzo davanti a tutto quel sesso dove solo lui restava escluso… Solo che mostrava di compiacersene. Che stronza!! L’avesse avuta a disposizione per un pomeriggio l’avrebbe castigata lui per bene.. Non quel coglione del marito!! Restava la moglie del suo migliore amico, Bettina. Li aveva accanto alla sua stanza ed orami era diventato un abitudine sentire le loro effus…. CAZZO!! Qualcuno stava aprendo l’uscio di casa… e quel bastone non ne voleva sapere di sparire!!! Erano in giro da quasi un’ora e, proprio non ce la faceva più a passeggiare. “Amore, io non mi sento di continuare..” “Betty, vuoi che torniamo? Aspetta!! Sediamoci un po’” Luigi era stato un tesoro come sempre. Insieme al gruppo, erano rimasti seduti in un bar fin quando non si era ripresa un poco. Un calo di pressione, probabilmente; niente di grave, ma aveva preferito ritornare sui suoi passi… e non aveva volto che il marito rinunziasse alla gita. “Ce la faccio tranquillamente. E poi ti chiamo al cellulare, stai tranquillo.” E lo aveva chiamato proprio dinanzi il cancello che conduceva al giardino della casetta. Poi aveva fatto quei pochi metri che la dividevano dalla porta di accesso, aveva infilato la chiave nella toppa ed aveva aperto. “MA!! MARIO??!! …. CHE FAI??!!… CHE SCHIFO!!” Era rimasto interdetto, con la mano stretta intorno il manico – come a poterlo nascondere dalla vista della donna. Ma non aveva potuto fare a meno di ammirarla. Alta più delle altre, con un fisico asciutto e slanciato, indossava una maglietta con una scollatura a mezza luna che gli permetta di osservare l’inizio dell’incavo del seno, e una mini jeans che lasciava a nudo due gambe dritte ed ambrate. “Io … IO” parlava mentre schizzava via nella sua stanza, rosso per la vergogna. Minuti dopo aveva deciso che non poteva rimanere chiuso lì dentro, con la possibilità che tornassero gli altri e che la donna decidesse di spiattellare tutto in pubblico. Era uscito dalla stanza timoroso e si era diretto verso la cucina da dove provenivano rumori di piatti e bicchieri. “CHE VUOI??? VAI VIA, PORCO DEPRAVATO!!” Forse aveva ragione ed era rimasto, lì fermo sull’uscio, guardandola mentre continuava a strofinare una spugnetta su una pentola: Pi aveva incominciato a parlare, quasi come stesse raccontando a se stesso cosa era successo e a quale livello di eccitazione lo avevano portato quelle sette giovani coppie, lei e suo marito compresi. “…avresti dovuto sentirti l’altra sera” aveva concluso. Si era girato e, moggio moggio, era tornato nella sua stanza. Il silenzio che era seguito lo stava torturando quando la porta si era schiusa. Dubbioso, aveva osservato Bettina entrare .. “Dormi?” “No …” si era dovuto schiarire la voce ed aveva ribadito di essere sveglio mentre la guardava sedersi sul materasso, al bordo del letto. “Forse hai ragione…. E’ colpa nostra.” Non la capiva… cosa voleva dirgli con quelle parole?? Ma era rimasto in silenzio… lei aveva proseguito. “… Mi hai fatto riflettere poco fa..” gli parlava mantenendo una voce distaccata, senza guardarlo in viso, fissando la finestra, “ .. se fossi stata sola con tante coppie intorno, anch’io sarei scoppiata. Si!! Ti capisco!!” Era venuta a chiarire ogni cosa, per fortuna. Bene! “Gra… grazie Betty…. e …. e non lo dirai a Luigi?? Vero??” “NO!! CERTO!! Dai!! Fatti aiutare… Non posso pensarti chiuso in bagno come un ragazzino. Ma acqua in bocca con tutti. Lo faccio ad un amico. CHIARO??” Parlava e Mario aveva incominciato a tremare divorando con gli occhi quella mano delicata che si faceva strada tra il tessuto del boxer e gli impugnava il cazzo, incominciando subito a smanettarlo. “Poverino… era proprio su di giri..” Cercava di fare dello spirito ma il suo nervosismo era lampante. Sempre meno di quel che stava provando l’uomo, assolutamente interdetto e incapace di muovere un solo muscolo. Lei aveva proseguito sapientemente a masturbarlo con dolcezza, incominciando a guardarlo, prima negli occhi, poi in mezzo alle gambe. Gli stava regalando qualcosa di parecchio gradevole. Chissà quanto le stava costando?? Aveva deciso di chiederglielo. “NO! Come ti salta in mente??!! Io quelle cose non le faccio!! NON HO MAI TRADITO LUIGI!! Lo amo!!” Aveva alzato il tono della voce, ma che gli stesse sparando una sega era vero, mica un sogno!! “Ma allora perché….??..” le aveva indicato la mano stretta intorno al suo pene eretto. “Perché?.. perché?? Perché!! … Ma non sai dire altro?? Però!! Non lo hai poi tanto male!!” Quella frase aveva rotto tutti gli indugi. Avevano incominciato a ridere ed a scherzare su ogni cosa. “Eri proprio buffo poco fa!! Che schifo!!” “..e tu non ti sei sentita quando trombi… Una vera maialina..” Senza rendersene conto, Bettina si era ritrovata distesa a fianco dell’uomo che, vinte le paure, non aveva perso tempo a cercare le sue intimità. Si erano regalati quel modo ingenuo di godere l’uno nelle mani dell’altro. Poi, non ancora sazi, si erano posizionati per qualcosa di più grande. Un’ultima esitazione di Mario.. “e se ritornano??” .. Lei gli aveva risposto impugnandogli il membro, ancora gonfio, avvicinandolo a sé, sino a penetrasi. Era stata una galoppata veloce, piena di eccitazione e di paura, ma avevano goduto da matti. Un’ora dopo essersi ricomposti, doccia inclusa (occasione per un’ultima sveltina), avevano assistito al ritorno del gruppo, chiassoso ed allegro come sempre. Da allora erano passati due mesi e Mario aveva avuto modo di approfondire la conoscenza con Daniela (aveva scoperto che la donna fremeva in attesa del suo ritorno per farsi perdonare), tanto da essere diventata la sua compagna. Ma quel che più lo esaltava era il rapporto con Luigi e sua moglie. Lui aveva stretto ancor di più il rapporto di amicizia “.. mi sento come se dividessimo qualcosa di importante, Mario.” Soleva dirgli da un po’ di tempo. Lei era quel che (ad insaputa del marito) si divideva.
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