Sabato scorso eravamo a suonare in un locale. Un posto piccolo, ma accogliente. Luce soffusa e un’ottima acustica. Abbiamo iniziato a suonare alle 22.30 e c’era pochissima gente; non che la cosa ci importasse più di tanto, ma avendo temporaneamente un nuovo bassista nel gruppo eravamo molto attenti alla situazione. Mentre Joe cantava, io scherzavo in continuazione con Micky (il nuovo bassista, appunto!) Lo conoscevo da molto tempo e sapevo bene che anche lui, come me, appena poteva non disdegnava dal farsi qualche ragazza. Parlavo con lui, e davamo giudizi sulle poche ragazze presenti nel locale, e dai giudizi si passava ai “secondo te?” con Micky che ogni due per tre mi domandava: “ma secondo te quella con la maglietta grigia come ce li ha i capezzoli? E secondo te la bionda là in fondo come c’è l’ha rasata? E secondo quando fa i pompini, si lascia facializzare?”. Ovviamente io rispondevo stando alle domande, e lo spogliare con la mente le ragazze che ci stavano ascoltando suonare mi stava iniziando ad eccitare. A un certo punto Micky mi dice: “Verso mezzanotte viene qui Simona, con due sue amiche. Lei è mia, ma ti lascio campo aperto su le altre”. Avevo presente la storia che Micky aveva con Simona: lei era una delle sue quattro ragazze che si scopava senza problemi. Già, perché Micky stava contemporaneamente con quattro ragazze, e sebbene ognuna di loro conoscesse le altre, nessuna era a conoscenza del fatto che Micky si scopava tutte. “Ogni volta che esco con una di loro” mi disse una volta “rischio la vita, perché se per caso una delle altre ci vede assieme, per me è la fine!”. Ma in fondo questi erano problemi suoi: quello che io gli chiedevo spesso, invece, era di presentarmi altre sue amiche porche come Simona. E sabato sembrava essere la volta buona. Simona arrivò dieci minuti a mezzanotte. Con le sue due amiche. Simona era una ragazza piccolina, con i capelli neri corti, un corpo minuto, ma perfetto. Essendo lei insegnante di aerobica in una palestra, si teneva in forma. Aveva una minigonna di jeans, con un golfino rosso e si era truccata molto finemente. Le altre due ragazze erano un po’ diverse. Una era proprio bruttina, alta come me, capelli castani lunghi, il viso sciupato, e con un culo enorme e due tette piccole. L’altra invece era molto più carina, anche lei minuta di corpo, portava un golf girocollo, molto lungo, dal quale spuntavano queste due splendide tettine: si intravedeva il reggiseno nero sotto! Aveva capelli lisci molto lunghi, due occhi da cerbiatto, e una bocca sottile sottile. Indossava dei jeans aderenti molto sensuali. Simona e le sue amiche si sedettero un po’ lontano da palco, nell’unico tavolo libero, poiché nel frattempo il locale si era riempito. Micky le salutò con un cenno. La scaletta che avevamo preparato, fortunatamente, prevedeva che avremmo suonato ancora una canzone tutti assieme, e poi avremmo lasciato Joe e Sandro sul palco da soli, a fare una serie di canzoni “acustiche”. Così dopo aver suonato una splendida versione di “Sunshine of your love”, dove io mi esaltai in alcuni assoli di chitarra, lasciammo gli strumenti sul palco e raggiungemmo le ragazze, mentre Joe e Sandro iniziavano a suonare. Simona fece le presentazioni, e ci presentò Paola (quella bruttina) e Simona (quella più carina). Ci sedemmo al tavolino, ma essendo messo vicino al muro, capitò che le due ragazze fossero sedute di fronte a noi, io e Micky di fronte a loro, mentre Simona stava alla mia sinistra: ovvero io in mezzo a Micky e Simona!! La cosa mi sorprese perché fu proprio Micky a sedersi lontano da Simona, e a lasciarmi il posto in mezzo. Nel locale iniziava ad esserci tanta confusione, sia per via della musica, sia per il fatto che iniziava a riempirsi. Io e Micky ci scolammo l’ennesima birra offerta dal gestore del locale, e intanto parlavamo. Io cercavo di mostrarmi interessato a Simona, perché Micky mi aveva chiesto di lasciar perdere Simona, ma vedevo che anche lui in fondo non faceva altro che parlare con Simona, mentre Simona continuava a chiedermi cose e a mostrarsi interessata a me. Io guardavo davanti a me, ma ogni tanto mi giravo verso di lei e la vedevo con i suoi occhi socchiusi. Non potevo non pensare a tutte le porcate che Micky aveva fatto con lei, e quando avvicinava le sue labbra sottili al bordo del bicchiere in più occasione desiderai di essere al posto di quel bicchiere o che almeno ci fosse stato il mio pene. Ma avevo promesso a Micky di non provarci, così non lo feci. Ma lo fece lei!!! In quell’istante stavamo parlando di sci con Simona, per cui non guardava Simona, e a un certo punto sentii da sotto il tavolo la sua mano sulla mia gamba sinistra. Appena mi toccò mi girai lentamente verso di lei, e lei, senza farsi vedere dalle altre, coprendosi col bicchiere, face passare la sua lingua sulle sue labbra. Ovviamente ebbi un’erezione immediate! Non le dissi niente, e mi girai di nuovo verso Simona, con la quale Micky continuava a parlare animatamente. Anche Simona ogni tanto diceva qualche battuta, ma intanto non toglieva la sua mano dalla mia gamba e a poco a poco la stava avvicinando verso il mio gonfissimo pene. Tutto ciò mi eccitava da morire. Dopo un attimo, Simona prese in mano il mio pacco, e in quell’istante, sentendo il gonfiore, disse: “interessante!”. La sentirono tutti e tre, al tavolo, me pensarono si riferisse a un aneddoto che stava raccontando Paola, mentre lei si riferiva proprio al mio cazzo. Nel casino del locale, me lo prendeva, lo stringeva, lo strofinava, lo massaggiava. “Diamine”, pensai, “ma perché ho promesso a Micky?”. Poi notai che Micky, in fondo, non aveva degnato Simona di nessuna attenzione da quando ci eravamo seduti al tavolo, e che invece ne aveva dedicata tanta a Simona. “Chi se ne frega,” mi dissi “tanto mica sono fidanzati!!”. Così, a mia volta, feci scivolare la mia mano sinistra sulla gamba di Simona. Le accarezzai la gamba per un breve istante, poi puntai sotto la sua gonna, accarezzandogli l’interno coscia. Portava delle calze autoreggenti, e sentii la fine delle calze e inizia a toccarle la pelle calda. Poi arrivai sulla sua figa credendo di trovarvi le mutandine; scoprii invece che non portava biancheria intima. Le accarezzai così la sua patata, che era tutta bagnata!!! La guardai, e lei, sempre con gli occhi a mezz’asta, mi sorrise. Stava godendo. “Tutto bene, Simona?”, le chiese Paola, che vedendo il suo sguardo stranulato, probabilmente pensò che aveva bevuto un po’ troppo. “Benissimo!”, rispose lei. Io continuai ad accarezzargli la figa, mentre lei non mollava il mio pacco. Dal tatto, si capiva che aveva una pagnotta totalmente depilata, in quanto non sentivo peli. La sfioravo avanti e indietro con due dita, quando le feci scivolare l’indice dentro la figa, e le accarezzai il clitoride. In quell’istante lei stava per bere, tanto per nascondere agli altri la sua goduria, e a momenti si ingozzò con la birra. Andammo avanti così per 10 minuti, e avrei voluto non dover tornare a suonare. E invece dovemmo farlo. Il momento “acustico”, e, purtroppo anche quello “godereccio”, era finito, e noi dovevamo riprendere a suonare con gli altri. Salutammo le ragazze, perché non sarebbero rimaste fino alla fine della serata. La baciammo, e quando baciai Simona, lei in un orecchio mi disse: “Ho voglia di te, e prima o poi ti avrò!”. Poi mi sorrise e se ne andarono. Mentre tornavamo verso il palco, Micky mi disse: “Simona è splendida, ma secondo me è frigida. Hai visto invece Simona? C’aveva una voglia!!! Mi faceva tanto di quel sangue!!!”. Non gli risposi nulla. E non gli dissi niente del piccolo scambio di piacere che ci facemmo io e Simona. Tornammo sul palco, e continuammo il nostro giochino di commentare tutte le ragazze che c’erano ai tavoli. E suonammo per un’altra ora abbondante. Non ho ancora incontrato Simona, da sabato scorso, ma spero che accada il prima possibile!
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