Laura era nella sua vasca da bagno, quando un pensiero fulmineo quanto fastidioso attraversó il suo cervello. Ruotó velocemente il polso lanciando uno sguardo infuocato a quell’orologio "Dio" si disse "sono giá le 7,30 e tra mezz’ora arriva Alessia, per fortuna la tavola é giá apparecchi lei gli ultimi istanti di quel meraviglioso abbandono. Passó ancora qualche istante, poi con uno scatto rapido delle gambe il corpo di Laura riaffioró dall’acqua, inguainato in una lucida pellicola di mille perle rotolanti verso i suoi piedi … afferó allora la doccetta e velocemente s’offerse al suo getto. Mentre il suo seno incontrava l’accappatoio, Laura udí il suono del citofono che dall’ingresso squittiva annunciando l’arrivo di Alessia. "Oh Dio, lo sapevo, é giá arrivata ed io son qui mezza bagnata ancora da vestire!" Fece a tempo a toccare la maniglia della porta di casa quando il suono del campanello trapassó il suo cervello squassando ulteriormente quel pó di calma poc’anzi assaporato. "Ciao Amore" disse Laura aprendo la porta, la voce incerta e soffocata uscí dalla sua bocca tradendo l’eccitazione che ora in lei esplodeva. "Vieni, accomodati, scusa se sono ancora in questo stato ma dall’ufficio a casa la strada era bloccata e …" e Alessia la interruppe con un sorriso malizioso "Laura, dai, son 3 anni che ti conosco non é necessario che ti giustifichi … sei fatta cosí il ritardo é parte di te stessa, se non l’avessi accettato non sarei qui, accanto te …" Era una donna unica Alessia, straordinaria in tutti i sensi, e questo lei lo sapeva … un corpo invidiabile sposato ad un cervello altrettanto particolare. Un perfetto cocktail di sensualitá e determinazione, umiltá ed arroganza, racchiusi in un involucro squisitamente femminile. Laura la guardó ed abbassando gli occhi prese le sue mani accompagnandola cosí verso la sala. "Scusami Amore, cercheró di vestirmi in un lampo, te lo prometto" e cosí dicendo lasció Alessia accanto al divano imbucando veloce il corridoio che portava alla sua camera. Aprí frenetica le ante dell’armadio arraffando quel velo di seta nero che píú volte aveva accarezzato il suo corpo, dritta davanti allo specchio abbandonó allora l’accappatioio a terra e convulsa indossó l’abito offrendo cosí la pelle al quel morbido tessuto. Nulla le stava meglio, anche se in quel momento poco aveva da giocare coi suoi soliti rituali di preparazione … un colpo deciso di spazzola ai capelli, l’esile traccia del suo rossetto, e via verso il profumo che come un tralcio di rose inghirlandó il suo lungo collo. Corse scalza verso il corridoio, e raggiunta la sala incontró lo sguardo di Alessia seduta ancora su quel divano … un abito bianco lungo sino ai piedi drappeggiava languidamente le sue gambe accavallate sotto le mani, stava leggendo una rivista per nulla infastidita dal frenetico ronzare di Laura, composta in questo stato di grazia virginale, sfogliava le pagine con tale quiete da stridere al confronto del resto. L’abito cingeva il suo corpo lasciando indovinare le armoniose forme … piccoli seni imperlati da capezzoli appuntiti coronavano quel delcolté di raso lucente a tratti rotto da lunghe spighe dorate. Sembrava una ninfa greca emersa dalle acque di un lagho trasparente. "Ah, sei pronta mia dolcissima cerbiatta " esordí Alessia sorridendo ancora all’impaccio di Laura, "Dai vieni qui e siediti tranquilla, sei stata bravissima ad imbandir la tavola Amore … mahh … io non ho voglia di sedermi e tu?" Laura la guardó posando le natiche sui cuscini, era un pó perplessa anche se ció non costituiva cosa insolita nei comportamenti di Alessia. "Beh se vuoi mangiamo qui, per me é la stessa .. a te la scelta". Non fece in tempo a finire la frase che le labbra di Alessia incontrarono le sue schiudendole la bocca, la lingua la raggiunse regalandole un’oliva rapita al vassoio di quella tavola. Alessia prese ad accarezzarla con quel fare sicuro che solo le cacciatrici hanno, scoperti i seni, fin troppo facile preda, vi si tuffó col viso mordendone i capezzoli giá inturgiditi. "Amore mi fai male, … che fame hai questa sera" disse Laura soffocata dal piacere che ora incominciava a bagnarla e mentre le sue mani correvano lungo i fianchi della compagna, sentí la sua lingua scendere verso il pube. Il fuoco l’avvampava mozzandole il respiro ad ogni colpo di leccata sul suo clitoride, si sentiva succhiare e mordere voracemente mentre le dita di quelle esperte mani percorrevano la vagina allargandole l’orifizio … Alessia si staccó lasciando Laura in quello stato di eccitazione, andó allora verso la tavola e prese dalla cesta del pinzimonio un bel cetriolo ancora intero. Apri la bocca e lo leccó quasi fosse un gelato, poi raggiunta la sua preda allargó ancora quel delizioso buco e glielo infiló sicura sino in fondo. "Ahh" sussultó Laura "piano é grosso, ahhhhh … che piacere .. dai spingilo ora e leccami ti prego." Alessia obbedí e incominció a stantufare il vegetale al suo interno leccandole gli umori ad ogni uscita, poi con la mano corse alla sua borsa mentre lei urlava di piacere, rapida estrasse un dildó per completare l’opera. Con la lingua prese allora a leccarle anche l’ano premendo dolcemente verso il centro, poi con dolcezza spinse il dildó verso l’incavo dei glutei affondandolo a piú riprese. Laura accoglieva questi oggetti con enorme piacere e piú Alessia s’industriava nella scelta piú lei godeva della loro scoperta. Era un rituale raffinato, un gioco perverso che a volte le vedeva alle prese con gli oggetti piú strani … Laura gemeva al ritmo di quei corpi che come bielle di un motore entravano ed uscivano dal suo corpo, sentiva le onde degli orgasmi propagarsi in ogni direzione del suo corpo, mentre la bocca di Alessia lubrificava il suo intimo. Il suono del campanello ruppe brusco il loro gioco, Laura smarrita la guardó allora con fare interrogativo "Mah chi púo essere …". "Dai stai tranquilla" sussurró Alessia andando ad aprire la porta. un raggio di luce entró nella sala accompangando l’incedere di una nuova sagoma, era avvolta in una scia odorosa e complice la semioscuritá sembrava priva di lineamenti. Alessia non si muoveva, imbarazzata e inerme al cospetto di questo inedito spettacolo, sentiva solo i passi di Alessia avvicinarsi accompagnati da quello strano profumo. "Rilassati e chiudi gli occhi" le sussurró allora in un orecchio accarezzzandole i seni "Vedrai che ti piacerá … questo é il mio regalo di compleanno Amore" cosí dicendo prese le mani di quel nuovo corpo e le abbassó sul seno di Laura. Era una sensazione strana perché quel tatto era forte e massiccio, ancora titubante siarrese al gioco ed abbassó le palpedre. Sentiva il corpo di Alessia vicino al suo viso quando lei abbassó il pube sulla sua bocca. Laura incominció allora a leccarla aiutandosi con le dita … divaricando quelle labbra calde per infilarle la lingua nella vagina. Adorava il sapore della sua compagna e provava un piacere sottile a morderle il clitoride quando lei godeva. L’ospite intanto continuava ad esplorarle il corpo quando ad un tratto un membro caldo e grosso s’infiló tra le sue cosce. Era bollente e duro come un tizzone di brace al fuoco ed ora era lí a premere contro la sua vagina pronto a violarla … fu un attimo e l’asta rovente entro in lei procurandole un orgasmo lancinante "Ahhh .." sussurró con la bocca incollata alla vagina di Alessia, le due mani sconosciute avevano afferrato i suoi fianchi e spingendola ritmicamente accompagnavano i colpi di quell’enorme pene. Si sentiva percorrer dentro con una furia scatenata mentre la sua compagna continuava a farsi leccare. Poi ad un tratto Alessia si staccó tornando ad accarezzarle il viso, "Ti piace il mio regalo?" le disse, Laura annuiva mostrandosi sempre piú inerme al gioco. La lingua della donna riprese a leccarla lá dove il membro dello sconosciuto aveva osato tanto, un senso di sicurezza la pervase sino quando l’asta gni di stanchezza, Alessia scostó allora l’uomo dal suo corpo, e lasciatolo sistemare lo accompagnó alla porta sussurandogli qualcosa. Poi con quella calma che la caratterizzava tanto si avvicinó a Laura baciandole le labbra, "Ti è piaciuto piccola?" le sussurró all’orecchio, lei stanca e soddisfatta annuí e sorridendo cerchó ancora le sue mani. "Dai alzati adesso che mi é venuta fame, vuoi forse dirmi che tu non l’hai??" Le due donne risero abbracciandosi e raggiunta la tavola incominciarono a mangiare.
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