Io (Mauro) e Daniele siamo praticamente cresciuti assieme; le nostre famiglie si conoscevano e si frequentavano da una vita. Sin dal periodo scolastico, Dan era il mio compagno di giochi e di avventure preferito. Avevamo fatto assieme anche le prime conoscenze ed esperienze nel campo del sesso, che ci attirava in modo particolare, per l’alone di “proibito” che circondava tutto quanto riguardava l’argomento e per i silenzi imbarazzati in famiglia, ogniqualvolta si accennava ad entrare in argomenti che in qualche modo riguardavano il sesso e, più in generale, l’erotismo. Le prime conoscenze le avevamo fatte nell’ambito familiare; quando andavo a giocare a nascondino nel suo giardino, con Daniele e con la sua sorellina minore, che voleva sempre giocare con noi, ed il gioco finiva invariabilmente con lei che si faceva trovare in un anfratto nascosto della siepe di recinzione, dove, per penitenza, gli facevamo abbassare le mutandine sino alle ginocchia, le alzavamo la gonnellina e poi la accarezzavamo, esplorando la sua passerina e commentando la “difference” tra i suoi risolini divertiti ed eccitati. Poi, qualche anno dopo, avendo preso diversi indirizzi negli studi, ci perdemmo di vista per qualche tempo, salvo ritrovarci durante le vacanze estive. In una delle nostre scorribande notturne in discoteca conoscemmo due ragazze, Rosa e Lauretta, nostre coetanee, che abitavano in un paese vicino ed erano veramente simpatiche e carine. Rosa attirò subito l’attenzione di Dan per il suo modo di fare brillante, spigliato ed estroverso, e per il suo fisico ben messo, viso alla Demi Moore con capelli cortissimi a spazzola e con due bellissime tette (terza misura, come si appurò in seguito) che stavano ritte senza reggiseno e che facevano intravedere i capezzoli nudi sotto la camicetta bianca, oltre ad un culetto a mandolino che avrebbe indotto in tentazione anche un santo, (oltre naturalmente al sottoscritto) ed io mi trovai subito in sintonia con la sua amica. Lauretta era un tipo che non passava certo inosservato, con un visino ovale incorniciato da lunghi capelli neri, occhi azzurri ed una espressione solare, sempre sorridente, che sembrava stupirsi degli sguardi ammirati che immancabilmente attirava su di sé, magra, longilinea e con un seno piccolo ma ben fatto, e due meravigliose gambe che spuntavano dai miniabiti stretch che indossava abitualmente. Le prime volte, per non bruciarci, ci limitavamo ad accompagnarle a casa in macchina senza fare particolari avances (loro erano appiedate, e non avevano certo difficoltà a procurarsi passaggi in autostop), con qualche bacetto di commiato alla Peynet, poi una sera che diluviava, ci fermammo in un posticino tranquillo a ridosso della strada, vicino a casa loro. Dan e Rosa erano sul sedile posteriore, ed iniziarono a fare petting con passione, mentre io mi avvicinai ad Etta (lei mi aveva chiesto di chiamarla così) e l’attirai a me, ci guardammo, le sue labbra si avvicinavano e la baciai sulla bocca, tenendola stretta mentre lei ricambiava il bacio. Ma il cambio ed il tunnel centrale dell’auto mi rendevano difficoltoso l’evolversi della situazione, perciò proposi a tutti di abbassare i sedili , e di metterci in due per parte, proposta accolta con risolini e soddisfazione da tutti, nonostante i “… perché? ma dai che stiamo bene anche così” detti pro forma da Etta, che guardava Rosa in cerca di una conferma che non venne. Così mi trovai finalmente con Etta tutta vicina, sentivo il suo corpo contro il mio, lei tra un bacio e l’altro ansimava ed io sentivo una erezione imponente che si faceva largo tra i miei slip ed i jeans. Lentamente le accarezzavo il seno dall’esterno (il miniabito era accollato, e i bottoncini erano sulla schiena) poi tentai di introdurre la mano nell’abito ma dovetti rinunciare per la posizione troppo scomoda ed innaturale che dovevo assumere, anche se lei cercava di agevolarmi in tutti i modi. Sentivo il suo pube che si strusciava sulla mia gamba, per cui le infilai una mano tra le gambe, e presi ad accarezzare l’interno piano piano, tirandole su l’abito sino a che arrivai alle sue mutandine. Lei in un orecchio mi sussurrava di fermarmi, c’erano anche gli altri… .ma sentivo il suo respiro affannoso ed il suo corpo che dicevano il contrario. Io intanto sbirciavo (avevo la schiena girata verso la mia portiera) anche gli altri e vedevo che Rosa aveva la camicetta slacciata, con la testa di Dan che stava succhiando i suoi seni. Infilai la mano nelle mutandine di Etta, accarezzai la sua peluria morbida e ricciuta, poi presi a massaggiarle delicatamente il clitoride strofinandolo leggermente tra il pollice e l’indice, sino a quando la sentii mugolare di piacere e stringersi a me più forte e mi ritrovai le dita e la mano bagnate dai suoi umori intimi, mentre lei mi prese il polso e mi guidò le dita verso l’interno della sua vagina. Mi sentivo tutta la sua deliziosa passerina in mano, e la masturbavo lentamente, mentre mi slacciai i jeans con l’altra mano ed estraevo il mio cazzo, che lei prima accarezzò con la mano, poi inaspettatamente si abbassò e prese in bocca, iniziando un favoloso pompino. Venni quasi subito, e lei ingoiò il mio sperma fino all’ultima goccia. Dan mi sbirciava compiaciuto, mentre la gonna di Rosa era aperta sino alla cintura, lasciando intravedere le sue mutandine bianche che mi sembravano leggermente abbassate e mettendo in mostra l’inizio del solco del suo meraviglioso culetto. Etta continuava ad accarezzarmi l’uccello ed i testicoli, e ben presto il mio lui ritornò di nuovo rigido, affacciandosi prepotentemente vicino alla sua passerina e allora… .lei lo prese in mano e se lo indirizzò in mezzo alle gambe, ove solo la stoffa degli slip separava i due sessi bollenti. Nel frattempo Rosa ci guardava, e mi chiese sorridendo e strizzandomi l’occhio:… .”ti fa tribolare!!” Poi, rivolta all’amica: “Ma dai!!!!!!! Non fare la pudibonda… togliti l’abito o lo farai impazzire… … ..” Ed Etta, di rimando: “Adesso capisco perché tu prediligi le gonne lunghe… ma con lo spacco laterale sino alla vita… .” Dan intanto palpava i magnifici seni di Rosa, (esibendoli alla mia vista con evidente piacere nel mostrarmeli) che si era girata per sbottonare il vestito sulla schiena a Lauretta, ma questa non volle, dicendo che era tardi ed era meglio andare a casa, visto anche l’orario. Poi mi sussurrò all’orecchio: “Ho voglia anch’io di fare all’amore con te… ma voglio farlo io e te soli, ed in un posto più carino, almeno la prima volta” Risposi “Ok, intesi, ma non puoi lasciarmi in questo stato” e presi a baciarla sul collo, mordicchiandole l’orecchio, mentre vedevo Rosa che si era chinata a succhiare il cazzo di Dan; Laura si abbassò di nuovo e mi riprese in bocca l’uccello, ingoiandolo con delicatezza fino in gola e facendomi venire in breve tempo per la seconda volta. Io e Dan ci guardavamo, e, come mi disse poi, anche lui provava un insolito piacere ed una maggiore eccitazione per il fatto di guardare ed essere guardato da me ed Etta. Poi Etta si rialzò e mi baciò sulla bocca facendomi sentire il sapore asprigno del mio sperma, poi si girò verso gli altri due. Rosa e Daniele si stavano baciando, e Lauretta con la mano aprì del tutto la gonna dell’amica, mostrandomi le sue mutandine bianche abbassate, poi infilò la mano nei suoi slip; Rosa si girò ridendo e disse: “Ah, sei tu Etta… mi chiedevo se Daniele potesse avere tre mani!” Poi prese a rassettarsi i vestiti con assoluta libertà, slacciando del tutto la gonna per tirarsi su gli slip, mostrando per un attimo una folta peluria nera; poi si sistemò i seni nella maglietta. Etta, vedendo che guardavo ammirato tanto ben di Dio, mi lesse nel pensiero e mi disse: “Vuoi provare a toccare i suoi seni… ..sentirai come sono sodi anche i suoi..Rosa te lo permette, non è vero?” E Rosa, sorridendo, aprì la camicetta “Dai … .tocca pure, così ti togli la voglia e accerti una volta per tutte come sono… .Etta li ha a pera, i miei invece sono tondeggianti” Io non me lo feci ripetere e presi a palpeggiare quei due seni meravigliosamente esibiti e con i capezzoli visibilmente eccitati, sino a che Daniele, evidentemente per non essere da meno, infilò la mano nel vestito di Etta e prese ad accarezzarle le tette, “..anche i tuoi non sono niente male..” e lei lo lasciò fare senza protestare, anzi, si chinò verso di lui per agevolargli il compito.. Il vedere Daniele che toccava la mia ragazza, anziché darmi fastidio, mi provocò uno stato di eccitazione mentale inaspettata, che mai avrei immaginato. Dopo un poco di reciproci palpeggiamenti, finimmo di ricomporci e portammo a casa le ragazze. Durante il viaggio constatammo che tutti eravamo in accordo sul fatto che la gelosia tra di noi non aveva ragione di esistere, a condizione di dirci sempre tutto quanto accadeva, senza falsi pudori e senza nasconderci nulla. Poi, per un poco di tempo, uscimmo separatamente con due auto, ed ogni coppia si appartava per conto suo. Io ed Etta facevamo all’amore con foga e passione, poi io e Daniele ci raccontavamo tutto, con i particolari più intimi, degli incontri con le nostre ragazze, ed anche loro facevano lo stesso. Rosa aveva confidato ad Etta che Dan aveva un pisello lungo, sottile e con il glande stranamente ricurvo verso sinistra, il che le procurava un piacere intensissimo durante il rapporto. Etta mi raccontò che le prime scoperte nel pianeta del sesso le aveva fatte con Rosa, si toccavano la passerina quando andavano a giocare nel fienile del nonno, e pertanto non avevano segreti tra di loro. Mi confidò anche che Rosa aveva un clitoride molto sviluppato, ed amava particolarmente farsela leccare, cosa che poi mi venne confermata da Daniele. Ogni tanto io ed Etta fantasticavamo, ricordando l’incontro a quattro, quando Daniele gli aveva accarezzato il seno, ed io avevo toccato quello di Rosa, e questo aumentava la nostra eccitazione. “Ti piacerebbe se Dan ti toccasse ancora?” “Se capitasse l’occasione, perché no… sono sicura che tu faresti la stessa cosa con la mia amica… saresti geloso se io facessi l’amore con lui?” “Sarei tremendamente geloso se tu lo facessi di nascosto… ” “Anch’io” Poi facevamo all’amore con più passione del solito.
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