– caffè! –Lui avanzò nella penombra in cui era immersa la stanza con le due tazzine in mano. Lei aprì gli occhi assonnati e lo guardò sorridendo, fissando poi gli occhi sui lembi della giacca del pigiama che coprivano appena il suo inguine nudo. Poi si sollevò su un gomito e porse la mano verso una tazzina. La prese mentre lui, chinandosi, le posava un bacio leggero e prolungato sulle labbra. Nel chinarsi verso di lei, l’orlo della giacca venne avanti e si allargò, mostrando la sua virilità, nuda e penzolante tra la folta peluria.Lei sorbì lentamente il caffè con gli occhi rivolti verso quel palese invito all’appagamento del suo piacere. Lui intanto si era rizzato e aveva sorbito il suo caffè. Poi aveva posato la tazzina sul comodino e, chinandosi di nuovo, aveva liberato il corpo di lei dal lenzuolo che la copriva, con la camiciola da notte sollevata sulle cosce scoperte. Dall’orlo della camiciola, che copriva appena l’inguine, la loro pienezza si mostrava in tutta la loro sensualità. La pelle appena dorata sembrava vibrare nell’attesa di essere carezzata. Lui guardò lungamente le sue cosce assaporando il piacere e il desiderio che sentiva risalire prepotentemente dal suo ventre. Nel chinarsi, intanto, l’orlo della giacca, aperta del tutto, ora mostrava il suo sesso che si era allungato notevolmente e si faceva sempre più turgido. Lei, che intanto aveva sorbito il suo caffè e aveva posato anche la sua tazzina accanto a quella di lui sul comodino, era tornata a distendersi sul letto con la camiciola sollevata sulle cosce, in attesa. Quello del caffè era un rito che, le mattine nella quali lui non doveva scappare subito per qualche impegno, si ripeteva con poche varianti.Per loro era il mattino il momento più erotico. Al compimento della giornata andavano a letto piuttosto tardi e il sonno li prendeva mentre leggevano qualche libro alla luce dell’abatjour.Il mattino lui si svegliava con una erezione fortissima e un desiderio intenso, mentre lei ancora dormiva. Così era nato il rito del caffè: lui si svegliava per primo, si toglieva i pantaloni del pigiama, andava in cucina in punta di piedi, preparava il caffè e si presentava nella stanza da letto dicendo a voce bassa: – Il caffè! –Sedutosi sull’orlo del letto, lui rialzò con una mano l’orlo della giacca del pigiama sulle gambe, e scoprì del tutto l’erezione, ormai evidente, del suo sesso. Poi restò così, guardando con desiderio le cosce. Allungata una mano lentamente rialzò la camiciola di lei sui suoi fianchi, scoprendole il pube nereggiante di peluria che troneggiava tra la possanza delle cosce che ora lei aveva leggermente aperte. Lui guardò prima intensamente e con desiderio l’inguine nudo di lei, sentendo risalire sempre più il flusso del piacere lungo l’asta tesa e turgida. Poi le mise delicatamente una mano sulla rotondità delle cosce, palpandole a lungo, prima di infilarla tra esse e avvicinarla alla loro inforcatura fino a toccare il pelo del pube.Intanto aveva infilato l’altra mano sotto la camiciola e, risalendo lungo il busto di lei, le aveva afferrato i seni a uno a uno, prima dal basso per sentirne la pienezza, poi muovendo la mano a spirale sui capezzoli che sentiva man mano ergersi e indurirsi. Lei si agitò. Cominciò ad allargare di più le cosce e portò avanti leggermente il bacino, facendo forza sulla mano che si era ormai impadronita del suo sesso e lo massaggiava con movimenti lenti ma decisi. Allungò quindi una mano verso le gambe di lui. La poggiò prima sul ginocchio e la fece risalire poi sulle cosce e avvicinandola a poco a poco alla loro inforcatura, dove trovò, piena e dura, la massa dei testicoli che afferrò con soddisfazione, assaporandone la morbidezza e la consistenza. Diresse quindi la mano verso la base dell’asta svettante come un’asta di bandiera. Cingendola strettamente, la fece risalire verso la punta rigonfia e dura. Qui la fermò, facendo roteare un dito sulla pelle tesa del glande e sulla fessurina sulla qual! e luccicava una goccia di sperma. Lui sentì il piacere risalire con maggiore veemenza. Le sollevò l’orlo della camiciola sul petto scoprendo del tutto i seni. Fece scorrere lo sguardo sul corpo di lei ormai del tutto denudato e affondò ambedue le mani tra le cosce che lei aveva sollevato e allargato del tutto. Le carezzò lungamente nelle parti interne, avvicinandosi a poco a poco alla fessura del sesso che si aprì subito alle sue dita che ne frugarono la profondità. A quelle carezze lei rispose prendendo nella mano l’asta del sesso di lui che fece scorrere lungo tutta l’erezione con un movimento lento e continuo. Lui, a questo punto, si liberò della giacca del pigiama e, restando nudo, si distese su di lei puntando il suo sesso verso la fessura occhieggiante tra i peli del pube e pronta ad accoglierlo. Le mani di lui si infilarono sotto le natiche di lei sollevandole il bacino, mentre infilava il suo sesso nella fessura, lentamente ma decisamente. Ormai avevano unito i loro corpi in un unico spasimo di gioia. Il sesso di lui ormai si era addentrato nella vagina e premeva con forza fino in fondo. Lei gli aveva prima afferrato le spalle, poi aveva sceso le mani sui glutei di lui affondandole nella carne nuda. L’orgasmo dei due non tardò ad arrivare, pieno ed esaltante, riempiendoli di un piacere gioioso. Gli ansiti si moltiplicarono, accendendoli di reciproca eccitazione, fino ad acquietarsi nella soddisfazione. Un bacio lunghissimo e profondo concluse il rito del mattino.
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