Venticinque anni da finanziere, sembra ieri quel ricordo che ancora tutt’ora lo risendo dentro di me, che cambiò la mia sessualità. In quell’epoca ero un giovane piacente finanziere, prestavo servizio nella caserma di Bolzano. Un informatore fece una soffiata ai Superiori che una forte quantità di cocaina veniva messa sul mercato Italiano e fatta passare nei Passi: Svizzera – Italia – Austria.Il comando fece mobilitare degli appostamenti su vari passi di valichi alpini: il Passo del Brennero, il Passo dello Stelvio, il Passo di Resia, il Passo del Rombo. Io il mio collega Patrizio, essendo lui Capoposto. Eravamo di servizio al Passo del Rombo (2.497 m). E controllare non visti i movimenti dei contrabbandieri e dare le c’ordinate ai vari appostamenti. Quel giorno era una giornata grigia e fredda stavamo chiusi in auto ad aspettare “Ok” dei colleghi, eravamo ben attrezzati binocoli, macchina fotografica, radio trasmittente e provviste per dieci ore circa. Rassegnandoci alla lunga attesa e per il freddo avevamo una bottiglia di grappa e un termos di caffè per stare svegli.Alla fine ci rendiamo conto di essere un pò alticci, abbiamo bevuto più di tre o cinque bicchieri a testa. Mentre sorbisco il caffè per smaltire la sbornia, Patrizio prende dal cruscotto una rivista. E si mette a leggere.”Cos’è un porno?” rispondo. “No! Topolino non lo vedi?” Sghignazza divertito, “lo so, l’ho capito mica sono scemo?” Dico scocciato. Lui continua a leggere e parlare di fica in modo piuttosto volgare e ad alta voce, facendo commenti pesanti su alcune foto. Ovviamente il discorso che ha fatto sono tutti legati al sesso, a quanto mi piace toccare due belle tettone, a quanto piace a farsi fare pompini, e così via. Poi girandosi verso di me, mi fissa negli occhi senza dirmi niente. Cerco di non guardarlo, chissà cosa, gli e venuto in mente in quel momento. Ma, sarà l’ora tarda e soprattutto la grappa.Guardai subito di nuovo: non potevo credere ai miei occhi. Lui teneva la rivista fra le gambe e la cerniera dei suoi pantaloni era tirata giù e un cazzo tosto come un bastone guardava fuori dall’apertura. Aveva anche tirato fuori le sue palle senza badare più a me. Il suo cazzo era bello tosto e dopo averselo scappellato comincia a menarselo e respirava quasi a fatica. Ma evidentemente non è conscio dello spettacolo che stava dando. Lanciai un rapido sguardo i miei occhi erano calamitati a quella vista inattesa, vedere un bel cazzo tosto del mio Capoposto. Mi sentivo eccitato, ma anche un po’ stupito. Da quando in qua mi eccita un cazzo? Mi chiedo un po’ confuso. “Cosa guardi?” Chiede Patrizio, accorgendosi di dare spettacolo. Ride: “Questo?” e si scopre deliberatamente. Mi vergognai e tolsi lo sguardo. “Eh? No bello mio” dice ridento e si apri ancora un po’. Ce l’ha tosto e stava fuori dai pantaloni dritto. La sorpresa è tale che rimango impietrito dalla situazione. A quella vista arrossisco ma non distolgo lo sguardo e mi viene una erezione.Ormai non potevo più fare almeno di osservare il suo cazzo che oscillava di qua e di là per un bel po’. Il suo cazzo altalenava di continuo poiché le spinte non si fermavano mai. La pelle del prepuzio liberò quasi del tutto il glande, che era turgido e rosso scuro. “Bene,” dice Patrizio alzandosi quasi affrontandomi, “se lo vuoi vedere, e tutto tuo” io mi misi sulla difensiva, cercando le parole per nascondere il disagio. Ma lui mi prende per il cinturone, mi piazza una mano sulla patta gonfia e palpa: “Ehi, t’è venuto duro. Ti piace il mio cazzo?” Chiede con un sorrisetto malizioso e prima che io abbia il tempo di negare, e si mise così vicino a me stringendomi, il suo cazzo colpiva di continuo la mia coscia. Emisi un respiro forte, e sentivo il suo cazzo che mi stava premendo addosso, duro. Io ero come impietrito. Il mio cazzo era già da tempo duro come il ferro e accanto a me c’era un cazzo ancora più duro anzi “Tosto” e che razza di cazzo! Io non potevo muovermi. Io guardavo il suo cazzo, che sfregava ancora contro la mia gamba: “Ti piace, eh?” Mi ripeteva con voce bassa e calda e senza lasciarmi il tempo di reagire mi prende la mano e se la posa sul cazzo, ritrovandomi in pochi secondi col suo cazzo duro in mano. “Fammi una sega ora!” Mi sussurrò all’orecchio. Alzai le mie sopracciglia e guardai fuori dall’abitacolo, eravamo lì, soli in montagna, riguardai verso il suo cazzo e poi l’afferrai.Pensai, sentirsi così eccitato per il cazzo di un collega. Gli menai l’asta lentamente tirandogli la pelle del prepuzio avanti e indietro. “Finalmente”, sentii dire a Patrizio, e mi guardava come se nulla fosse. Lo menavo con una lentezza straziante, e con la mia mano destra tastavo le sue belle palle pelose. “Più veloce” mi ordinava, e io continuavo a menarlo un poco più svelto. Non potei resistere così tirai fuori anche il mio cazzo che ormai stava esplodendo nelle mutande e cominciai anche io a segarmelo. Lui respirava più affannosamente e bisbigliava a fatica: “Si vengo frocetto” sussurrava. Io tiravo ora il suo cazzo con passo sostenuto e cercavo di farlo venire. Improvvisamente Patrizio trattenne il respiro e chiuse gli occhi. Io lo osservavo, e prestavo attenzione allo stesso tempo a come il suo cazzo si gonfiava e iniziava a spruzzare. Parecchi schizzi di caldo seme spruzzarono sui nostri pantaloni, il resto cadde sul pavimento dell’auto. Io rallentai lo smanettamento e strizzai fuori le ultime gocce dal cazzo. A quel punto lui mi dice: “Sarebbe il momento che tu mi facessi una bella pompa!”. Non credo alle mie orecchie! Non ho mai pensato a questa eventualità, sono stato colto di sprovvista, non so cosa rispondere, e non capisco subito cosa sto facendo, e lui che mi urla “Dai frocetto succhiamelo!” Non so come mai, basta che lui spinga un po’ la mia testa verso il suo basso ventre che cedo immediatamente.Non capisco più niente, non mi è mai capitata una cosa del genere, ma quella vista mi eccita al punto che non resisto più e Incomincio così a fargli scivolare un po’ di saliva lungo il cazzo poi me lo metto tutto in bocca come una vacca, e inizioa pompare e leccare come se non avesse fatto altro nella vita. Mentre ero incastrato con la testa tra le sue gambe e il volante, sento che lui armeggia dietro di me, infila la sua mano nei miei pantaloni, e piano piano sento un dito farsi strada fra le mie natiche, non faccio in tempo a godere di questo contatto che mi infila violentemente il dito nel buco del mio culo. Non ho mai ricevuto nulla nel mio culo, è la prima volta che qualcuno lo viola, non sapevo che potesse provocare un piacere così intenso. Mentre ho ancora il suo cazzo tra le labbra lui incominciava a scoparmi in bocca con violenza, infilandomi con violenti colpi, tutto il cazzo in bocca, e spaccandomi letteralmente il culo, infilandoci prima due poi tre e infine quattro dita contemporaneamente dentro. Non riesco nemmeno a urlare dal dolore per quanto ho la bocca piena. Mi sento una troia, ma sono eccitato come non lo sono mai stato, e infatti dopo un po’ mi sborra un fiume di sborra calda in bocca, che io mi bevo avidamente, ha un gusto buonissimo.A quel punto restiamo fermi per qualche minuto. Sono veramente incredulo. Non può essere realmente successo! Basta poco per capire che invece è tutto vero. E dopo un pò lui mi dice “rincomincia da capo!” Io non me lo faccio ripetere, ho ancora voglia di quel suo bel pezzo di carne. Questa volta incomincio a succhiargli le palle, gliele succhio, gliele lecco, poi risalgo fino alla cappella con la lingua e rincomincio di nuovo a succhiare il suo bellissimo cazzo che ha un gusto sempre piu’ buono. Continuo per un bel po’ a succhiarlo, intanto il mio cazzo e’ alle stelle, poi mi viene in bocca e in faccia e io mi passo il suo cazzo su tutta la faccia per spalmarmi la sua sborra dappertutto. A quel punto mi dice “voglio che mi spompi di nuovo”. Io eseguo subito il suo ordine. Prima gli lecco un po’ le palle pelose fino all’interno, per fargli diventare di nuovo il cazzo duro, poi glielo massaggio per un po’ poi mi metto tutto quel coso in bocca e inizio di nuovo il mio lavoro, mi piace molto succhiargli il suo cazzo e questa volta mentre lo faccio mi masturbo, dopo un po’ veniamo insieme, io sul suo cazzo e lui sulla mia faccia che e’ ormai piena di sborra.A quel punto ero esausto ho fatto il pieno di sborra, ma, lui ancora arrapato e non soddisfatto mi dice, “ti voglio sfondare il tuo bel culetto”.”No quello no, non l’ho mai preso lì”. “Vedrai che ti piacerà. Guardavi il mio cazzo con una voglia! Adesso te lo do, no?” “No smetti non voglio”. “Ma io sì. Ho dirò a tutti che sei frocio?” Dice sorridendo. “Bastardo!” Ansimai, immaginavo che cosa stava per accadere, tremavo ma ero eccitato proprio dal fatto che l’altro sta avendo la meglio. Il Capoposto abbassare il sedile dell’auto. “Voglio vederti impalato sul mio cazzo” disse. E così dicendo si stese. Il suo cazzo era bello tosto in tiro. Tenendoselo per la base, mi fece cenno di calarmici sopra. Per cui non indugiai mi tolsi i pantaloni e slip, e prendo un po’ della sua sborra che avevo in faccia e me lo passo sul mio buchetto vergine per lubrificarlo. Continuò per diversi minuti a lavorarmi il culo con le dita. Mi infilò prima uno, poi due ed infine tre dita, lubrificando con la saliva. Ora Il mio buchetto era pronto. Mi misi a cavalcioni sul suo cazzo e allargai le chiappe pronto ad accoglierlo, con circospezione avvicinai il buco del culo alla sua cappella. Lo sentivo, grosso e caldo, umido e scivolosa per la saliva che avevo distribuito come lubrificante. Rimasi qualche secondo così, sempre ad occhi chiusi, cominciai ad impalarmi su quel grosso arnese. Spinsi un poco e la cappella con qualche fatica si fece strada nello stretto pertugio. Ma esitai un attimo nel proseguire nell’abbassamento. Poi, deciso bruscamente spinsi fino in fondo.Prima la cappella, poi, centimetro dopo centimetro, tutto il palo rovente nel culo! In maniera da ricevere tutto e subito nel culo quel cazzo turgido e tosto. Comincia a rendermi conto di aver perso la mia verginità, non feci in tempo a concludere questi pensieri. Urlo di dolore, faceva male, il suo cazzo era piuttosto grosso, ma ben presto i muscoli anali si adattarono attorno a quell’intruso, il cazzo finalmente è tutto dentro di me! Penai molto inizialmente, ma dopo un primo momento al dolore una piacevole sensazione, difficile da definire ma estremamente gradevole. “OK, adesso è tutto dentro sempre più a fondo. Dai forza muovi il culo frocione” disse. Iniziai così a muovermi su quel cazzo a fottermi da solo. Su e giù, dalla cappella alla base del cazzo, senza farmelo uscire, stringendo i muscoli del culo per godere maggiormente di quella presenza e dare maggiore piacere al mio Capoposto molto tosto, il quale gradiva, evidentemente.Infatti, se all’inizio ero rimasto fermo mentre io facevo su e giù, adesso avevo iniziato ad assecondare il mio ritmo, con forti colpi di anche. Muovendo i fianchi e roteare il culo in modo da adagiarmici meglio e per riceverlo più profondamente. Sentivo il mio buco del culo bello largo adesso, infatti quando nel sali e scendi arrivavo a prenderlo tutto in culo, mi piaceva un sacco sentire, il fallo caldo e pulsava nel mio sfintere. Così incomincio a saltellare come un pazzo, e godo come una cagna, me lo infilo fino alle palle urlando “Siiii spaccami il culo Capoposto molto tosto!!” E lui questo sembra farlo godere infinitamente! Spingo ancora più in giù aumentando sempre più il ritmo. Dopo un po’ ho il culo in fiamme ed e’ bagnato fradicio. Le sue cosce sbattevano contro il mio culo e il mio sacco delle palle che pendeva sul suo ventre. Quale piacere animalesco sentire quella grossa cappella farsi strada nelle mie viscere! Lo sentivo strofinarsi dentro di me, cercare profondità mai esplorate, massaggiare la prostata così da procurarmi il piacere.Il nostro ritmo era sincronizzato alla perfezione: lui spingeva in alto ed io mi affondavo sopra quell’asta. I suoi peli pubici mi solleticavano il culo e i coglioni, provocandomi un eccitazione ulteriore. Quando lo sentii ansimare dietro di me provai una profonda umiliazione e sottomissione verso il mio Capoposto che mi aveva posseduto il mio culo vergine. Sentivo che non mancava molto al raggiungimento del culmine del piacere. Sentivo la sua cappella ancora più grossa e il suo cazzo più rigido. Le spinte sempre più veloci e violente. “Sto per venire ahh aah vengo vengo ah aahh godo sborro sborro” mugolò. E venne. Schizzi bollenti inondarono il mio intestino. Mi sta’ sborrando nel culo e mi piace un casino sentire la sua calda sborra che entra nel mio culo. Una sborrata potente, abbondante. Pure nel momento del godimento Lui sembrava non perdere il controllo. Continuava infatti a spingere come se nulla fosse ed io a seguirlo nei suoi movimenti. Lui mi dice di non togliermi da li sopra ma di rincominciare da capo nel sfondarmi il culo e siccome mi piace rincomincio ancora piu’ veloce a violentemente di prima, il culo mi fa’ un male boia, ma mi piace tutto questo, lui mi impugna il cazzo e mi tira una sega assurda. Dopo poco io gli vengo in mano, ma lui non e’ ancora arrivato così continuo a farmi sfondare il buco del culo che ormai e’ molto largo, pieno di sborra e bagnato di sudore.Dopo un po’ quando proprio il mio culo era al limite ed io ero in estasi il Capoposto mi dice che sta’ per venire, allora io mi tolgo di li sopra e me lo rificco tutto in bocca comprese le palle e lui mi riempie la bocca e la gola di sborra che mando giù con piacere. “Ho voglia di leccarti il buco del culo”, dice soddisfatto, non mi feci pregare, mi misi in ginocchio a cavalcioni del suo petto e rivolgendogli il mio culo in faccia. Patrizio continua per diversi minuti a lavorarmi il culo con le dita. Mi infila prima uno, poi due ed infine tre dita, lubrificando con la saliva. Poi, decise che forse era meglio leccarmi il buchetto. Così sentii la sua lingua, leggermente ruvida e umida, cercare di farsi strada. Mi stava scopando con la lingua e la cosa mi procurava un grande piacere. Sono eccitato e sto gemendo e che ogni tanto stringo le chiappe, mi piace molto ed infatti il mio buco e anche molto slabbrato e sudato.A quel punto eravamo stanchi ci riposiamo un po’ e dopo arrivò la notizia a via radio che i contrabbandieri sono stati presi al Passo dello Stelvio, e dovevamo rientrare in caserma, ma, non prima di avermi sfondato di nuovo il culo per una buona mezz’ora. Da quella volta Patrizio, si comportava con me come se nulla fosse successo. Ero sbalordito e io invece aspettavo fremito nella camerata che accadesse di nuovo, ma non accadde niente altro. “E io?”, mi domandai deluso. “E godi e fai godere”. Non accadde più nulla da quel giorno.
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