Passarono pochi giorni, dalla cena in cui Carmela aveva conosciuto i genitori del suo fidanzato. sopratutto aveva fatto la conoscenza del padre, che senza tanti preamboli, alla prima occasiona le aveva messo in mano il suo enorme cazzo. lino le comunico che quel week-end l’avrebbero trascorso con i suoi genitori, nella tenuta dell’amico del padre quello della grappa; gli disse anche che suo padre aveva insistito molto che ci fosse anche lei, Carmela non faticò a crederci; poi lino aggiunse. —hai fatto colpo su di lui, sei contenta?—molto contenta amore– le rispose, e non stava mentendo. a bruciapelo le torno in mente l’obelisco di carne turgida del vecchio . questa volta aveva due giorni di tempo per togliersi lo sfizio, e giurò che si sarebbe fatta sbattere da Mario alla prima occasione. il sabato mattina giunsero a destinazione, tutti e quattro con il fuoristrada di Mario, amante della natura e della figa, sopratutto se giovane e fresca come quella di Carmela, il viaggio Carmela lo fece seduta sul sedile posteriore insieme a tilde che non la smetteva mai di parlare, Mario alla guida e suo figlio a fianco; Carmela notò che il vecchio sistemò più di una volta lo specchietto retrovisore, lo aveva puntato esattamente tra le sue gambe, Carmela si era vestita per l’ occasione, visto che dovevano andare in campagna con dei jeans vecchi e molto attillati, che seduta a gambe leggermente scostate lasciavano intravedere chiaramentelo, lo spacco della figa schiacciata sotto il tessuto dei pantaloni. ed era li che lo sguardo di Mario si posava quando non guardava la strada, per rendere la cosa più piccante Carmela di tanto in tanto ci passava le dita facendo entrare ancora di più il tessuto nella sorca. sperando che lo spettacolo non distraesse troppo il pilota, rischiando un incidente; ma anche con il cazzo duro Mario si rivelo un ottimo guidatore, e giunsero a destinazione senza problemi. la tenuta era uno spettacolo situata tra colline boscose e prati verdi. la casa si trovava su uno spiazzale circondata da alti alberi mossi dal vento, procedendo lungo una strada sterrata che si insinuava tra recinti di animali tra cui alcuni cavalli, arrivarono nel cortile della casa, ad attenderli due uomini. Mario fece le presentazioni–questo e Aldo –disse appoggiando le mani sulla spalla dell’ uomo. –e lui e suo figlio rocco –indicando un giovanottone sui diciotto anni. –tu devi essere Carmela? –disse Aldo –piacere di conoscerti. –piacere mio –rispose, educata Carmela. –dai, rocco accompagna gli ospiti in casa, falli mettere a proprio agio–disse al figlio. la comitiva si diresse verso casa, dietro tutti Mario e Aldo parlottavano tra loro senza staccare gli occhi dal culo di Carmela, che gli stretti pantaloni ne esaltavano la rotondità perfetta delle chiappe. durante il viaggio tilde aveva detto a Carmela, che Aldo era stato lasciato dalla moglie, purché era un donnaiolo impenitente. LA stanza che era stata messa a disposizione dei giovani fidanzati, era situata al piano di sopra . piccola ma accogliente, sistemati i bagagli, Carmela fece una veloce doccia, poi si vesti, mise una canottiera nera attillata senza reggiseno le tettine piccole e dure non avevano bisogno di nessun sostegno l’ unico problema erano i capezzoli perennemente duri e allungati che la canottiera lasciava vedere chiaramente, si infilo i jeans, aveva anche pensato di non mettersi le mutandine, ma poi le mise lino avrebbe potuto accorgersene, ma anche cosi la sua bella figa era visibile sotto i pantaloni attillatissimi, si mise anche un paio di stivali . sembrava una cavallerizza pronta ad essere cavalcata più che a cavalcare, cosi conciata avverti lino che l’avrebbe aspettata di sotto, dal bagno lino le rispose che sarebbe sceso anche lui dopo essersi fatto la doccia, Carmela usci dalla stanza nel corridoio contemporaneamente a Mario che aveva la stanza di fronte alla loro, i due si guardavano –mia moglie si sta facendo la doccia –le comunico Mario . –anche il mio fidanzato–le rispose Carmela. Mario guardò Carmela poi guardò in fondo al corridoio dove comincavano le scale, tutto era tranquillo, le porte delle stanze chiuse, l ‘unico rumore che si sentiva era lo sciaquettiò delle docce, non perse tempo, si sbottono i pantaloni e tiro fuori l ‘ uccello lo prese in mano e lo punto verso Carmela, che si ritrovò quasi senza accorgersi inginocchiata di fronte a quel grosso cazzo tanto desiderato, fregandosene se apparteneva al padre del suo fidanzato e promesso sposo, se lo infilò in bocca cominciandolo a ciucciare facendo sù e giù con la testa. –troia. . — sfuggì sottovoce dalla bocca di Mario. la bocca calda e umida di saliva di Carmela, le trasmetteva sensazioni indescrivibili . la troia li sapeva fare i pompini, poi Carmela si sfilò il cazzo di bocca e si alzò, aveva il mento mantido di saliva. –cosa fai ?–domando Mario temendo che Carmela si fosse pentita di quel loro scandaloso rapporto e non avesse più voglia di continuarlo, ma osservando ciò che stava facendo la donna si tranquillizzò, Carmela si era girata di spalle e calato i pantaloni fino alle caviglie, si piegò in avanti e appoggiate le mani sulla porta della stanza dove il suo fidanzato stava facendo la doccia ignaro delle porcherie che la sua fidanzata e suo padre stavano facendo a pochi metri da lui, piegata in quella posizione mostrava tutte le sue intimità all’uomo dietro di lei, poi quasi sbattè la testa contro la porta quando l’enorme cazzo di Mario si infilò di botto nella sua figa, fece un enorme sforzo per non urlare, l’uomo come un invasato menava colpi tremendi con il suo cazzone nella figa affamata, il rumore del bacino dell’uomo che sbatteva contro il culo di Carmela, dava il ritmo della scopata. Mario stava quasi per venire, ma usava tutte la sua forza di volontà per trattenersi e godersi le sensazioni che le dava quella giovane e fresca fighetta, Carmela lo anticipò stava gia godendo, il modo in cui muoveva il culo al momento dell’orgasmo e la figa che si stringeva attorno al cazzo che stantuffava senza tregua in lei, ruppe tutte le dighe mentali che Mario aveva eretto, si svuoto i coglioni in quella tana bollente, stavano entrambi godendosi quelle sensazioni che i loro corpi eccitati si trasmettevano, quando si accorsero che nel corridoio non erano più soli, Aldo li stava osservando da un po’ e non sembrava per niente stupito, come se fosse normale che un genitore si scopasse alla pecorina la giovane fidanzata del figlio. –e cosi ti sei dovuto scopare anche lei . . . non ti vergogni–esordi rivolgendosi a Mario ma guardando Carmela che era rimasta in piedi seminuda, con la figa sgocciolante. –perche tu che avresti fatto . . . se tuo figlio ti porta a casa una troia cosi, tu non la riempiresti di sborra?–le domandò Mario, anche lui aveva ancora in bella mostra la proboscide sgocciolante. –si penso proprio di si–continuo Aldo che mentre parlava si avvicinò a Carmela poi senza chiedere il permesso cominciò a toccarle i seni li tastò li soppesò li strinse nel palmo delle mani, piccoli come erano ci stavano tutti interi, le tirò i capezzoli strappandole un gemito. la mano destra lascio il turgido capezzolo e scesa tra le coscie bagnate rovistandole dentro senza nessuna premura, un altro gemito di Carmela gli fece capire che alla ragazza non dispiaceva per niente quel tipo di trattamento, le dita di Aldo raccolsero la sborra dalla figa e le portò sulle labbra di Carmela che apri la bocca facendosi entrare le dita sporche e odorose di sborra, Mario si godeva la scena massagiandosi il cazzo, adesso le dita di Aldo erano scese tra le natiche lubrificate dai precedenti passaggi nelle parti intime della ragazza, si insinuarono con facilita nel buco del culo. –uhmm. . . sembra che non sia del tutto sano–disse Aldo, rivolgendosi all’ amico. –chissà perchè, la cosa non mi stupisce affatto — rispose sarcastico Mario. Aldo continuò spingendo le dita più in profondità nel culo di Carmela, che non la smetteva di mugolare e ancheggiare . –credo proprio che adesso le rompo questo bel culetto –minacciò Aldo che intanto aveva tirato fuori il cazzo. lo punto sul foro anale, Carmela si era piegata di nuovo pronta a riceverlo nel culo, ma i tre depravati dovettero smettere di corsa di fare porcate purché dalle stanze non si sentiva più il rumore delle doccie, si ricomposero e scesero al piano di sotto, un ombra di delusione apparve sul volto di Carmela, l’ispezione che Aldo le aveva fatto al culo aveva acceso la sua voglia, desiderando che anche il suo buchetto posteriore fosse visitato da un bel cazzo duro. –non preoccuparti prima di stasera troverò il modo di farti il culo. — le disse brutalmente Aldo. un brivido corse lungo tutta la schiena di Carmela fino al buco del culo. –non vedo l’ ora– le comunico con aria da troia. Mario che aveva sentito tutto. per un attimo pensò a suo figlio. se avesse sposato come aveva intenzione di fare quella baldracca, avrebbe portato più corna di una mandria di cervi, ma erano problemi suoi a lui stava bene cosi, avrebbe partecipato attivamente a riempire di corna la testa di suo figlio, scopandogli la fidanzata in tutti i buchi.
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