Mi chiamo Emanuela, 35 anni, carina e molto femminile. Abito a Roma ma sono originaria di Siena, dove risiede ancora la mia famiglia e dove vado spesso a trascorrere qualche fine settimana ospite di mia sorella Monica. Monica è felicemente sposata, con due figli: Matteo di 18 anni e Valentina, 17. Io invece sono nubile e abito in un bel appartamento in centro; sono una giornalista e grazie al mio aspetto non ho avuto difficoltà a farmi assumere come giornalista televisiva in un’emittente privata. Guadagno bene e mi godo tutti i piaceri che la vita può offrire ad una giovane e bella donna.Qualche mese addietro mio nipote Matteo ha iniziato a frequentare un corso di comunicazione svolto dall’Università di Roma e naturalmente ho proposto a mia sorella di ospitarlo io stessa, almeno fino a quando non avesse trovato una sistemazione più comoda. Non immaginavo certo che questo avrebbe cambiato la mia vita in maniera così drastica.Matteo arrivò in casa mia un sabato pomeriggio primaverile; il lunedì successivo sarebbero iniziati i corsi e la domenica sarebbe servita ad ambientarsi. Gli mostrai la sua camera e lui mi disse che avrebbe fatto una doccia prima di uscire alla scoperta di Roma.Naturalmente lo accompagnai e alla sera andammo a cena in un ristorante tipico che conoscevo e frequentavo spesso con colleghi, amici e corteggiatori.Mio nipote mi confidò di essere molto contento di essere mio ospite e poi mi fece ridere tutta la sera raccontandomi della eccessiva attenzione di sua madre, sempre ansiosa e curiosa di tutto ciò che riguardava i propri figli. Conoscendo bene mia sorella m’immaginavo le scene e capivo perfettamente perché Matteo era felice di quella nuova libertà.Ritornammo a casa sempre ridendo e rimanemmo ancora un poco a parlare sorseggiando una bibita. Non potei fare a meno di notare che mio nipote, facendo finta di niente, lanciava lunghe occhiate alle mie gambe, moderatamente scoperte dal corto abito estivo e la cosa mi lusingò. Alla mia età fa piacere quando un ragazzo adolescente sbircia; significa che si è ancora in forma, anche se non avevo mai avuto motivo di dubitarne visto l’effetto che suscito solitamente negli uomini.La domenica accompagnai ancora mio nipote a visitare la città; gli feci vedere quale linea metropolitana avrebbe dovuto prendere per raggiungere l’università il giorno successivo. Alla sera andammo a mangiare una pizza. Ritornando verso casa mio nipote mi prese a braccetto ridendo e scherzando. Io gli chiedevo se avesse o meno la fidanzata, se era al corrente di qualche relazione di sua sorella e curiosità di questo genere. Ad un certo punto lui si fece serio: “Posso farti una confessione zia? Ma devi promettermi che non ti arrabbi.” Mi fece promettere e continuò:”Sai zia che io sono sempre stato un pò innamorato di te?”Di fronte al mio stupore e al mio scherno continuò, incoraggiato forse dal fatto che io la mettessi sul ridere:”Ti giuro che è vero. Forse perché sei così diversa dalla mamma e anche da tutte le mie amiche. Sei sempre bella, elegante ed affascinante; vivi a Roma e chissà che cose interessanti ti capitano.”Ci eravamo fermati e sorridendo gli posai le mani sul petto, per fermare quella confessione galante.”Ma dai Matteo, non dire sciocchezze. Con tutte le ragazze carine della tue età che conosci, perdi tempo con una vecchiarda come tua zia?””Si, prendimi pure in giro, ma non sai che voglia avrei di…”Si bloccò di colpo e, prima che potessi dire o fare qualunque cosa mi trovai le sue labbra premute sulle mie e la sua lingua che cercava di forzare maldestramente la mia bocca.Lo respinsi con forza, indecisa sul comportamento che avrei dovuto assumere. Mi aveva colto talmente di sorpresa che non riuscivo a decidere se essere infuriata o divertita, offesa o lusingata. Comunque la mia reazione dovette essere di rabbia perché mio nipote abbassò lo sguardo borbottando qualche parola di scusa, poi non parlò più e continuò a camminare a testa bassa.Appena a casa Matteo andò in camera sua e io rimasi sola, ancora sorpresa per quello sviluppo imprevisto. Quando mi coricai cerca inutilmente di prender sonno e quando, dopo due o tre ore, sentii mio nipote che armeggiava in cucina mi alzai per veder se aveva bisogno di qualcosa.Lo sorpresi seduto sul davanzale della finestra della cucina con una birra in mano:”Matteo, tutto bene? Ti serve qualcosa?” chiesi facendolo sobbalzare; evidentemente era immerso nei suoi pensieri e non mi aveva sentito arrivare.”Ho zia, scusa se ti ho svegliato, ma non riuscivo a dormire.””No, non mi hai svegliato, anch’io faticavo ad addormentarmi.””Sei ancora arrabbiata? Ti chiedo scusa, non so cosa mi abbia preso. Ma essere così vicino a te e poi, tutte quelle sciocchezze che ti ho detto.”Fingendo alterigia scherzai:”Ah, allora non è vero che sei innamorato di me, eh!? Hai già cambiato idea.”Mi dispiaceva vederlo così abbattuto per avermi fatto, in fondo, un complimento. Pensavo che buttandola sulla scherzo l’atmosfera si sarebbe distesa, ma mio nipote ci rimase male e rispose risentito:”No, tutto quello che ti ho detto è vero. Sono anni che passo le notti a sognarti e…” Arrossì come un peperone e si alzò per tornare in camera sua. Lo presi per un braccio, trattenendolo:”Dai Matteo, non sono arrabbiata. Solo non mi aspettavo di essere baciata in quel modo da mio nipote. Anzi ti ringrazio; alla mia età fanno sempre piacere un po’ di complimenti..”Matteo mi guardò:”Zia, tu non hai bisogno di complimenti…”Mi venne vicino a ci abbracciammo; come una mamma che consoli il proprio figlio cominciai ad accarezzarlo sulla nuca consolandolo:”Adesso vai a letto e cerca di dormire che domani hai una giornata impegnativa.”Lui sollevò il viso dalla mia spalla e le nostre bocche si sfiorarono casualmente. Cosa successe dopo è sempre rimasto confuso nella mia mente: forse ho inconsciamente cercato di rimuoverlo. Senza che riesca a spiegarmelo mi trovai la lingua di mio nipote che frugava tra le mie labbra e le sue mani che aprivano la vestaglia a scoprirmi i seni, il ventre, le cosce.Quella notte diventammo amanti. La sua foga inesperta mi riempì di tenerezza e desiderio. Gli insegnai come muoversi dentro di me, dove mettere le mani. Durante una pausa mi confessò che era la prima volta che viveva un rapporto completo. Quando gli baciai il sesso mi disse che durante le notti in cui mi sognava spesso m’immaginava in quella situazione. Fu una notte lunga e appagante per entrambi.La mattina Matteo uscì di casa molto presto e io potei rimanere sola a pensare come risolvere questa spiacevole situazione. Era stato piacevole provare l’ebbrezza di fare l’amore con un adolescente, certo, ma si trattava pur sempre di mio nipote. La cosa comportava molteplici problemi. Inoltre non riuscivo a capacitarmi di come mi fossi trovata in quella situazione senza avere la lucidità necessaria per capire cosa stava succedendo o almeno per tirarmi indietro in tempo. Ero furiosa con me stessa e decisi che la sera avrei parlato a Matteo per chiarire la situazione. Gli avrei spiegato che era stata una cazzata e che non avrebbe mai più dovuto ripetersi.Invece alla sera, quando lo vidi arrivare trafelato ed eccitato, quando mi getto la braccia al collo e mi baciò appassionatamente, quando sentii il suo desiderio premere contro mio ventre, mi sentii cedere le gambe e non dissi nulla. Lasciai che mi trascinasse in camera da letto, che mi distendesse sul letto dicendo:”Oh, zia, è tutto il giorno che ho voglia di te. Non resisto più.”Lasciai che le sue mani s’insinuassero sotto la gonna a sfilarmi le mutandine, che la sua lingua esplorasse il mio sesso come gli avevo insegnato la notte precedente, che mi possedesse fino a soddisfarsi.Da quel giorno aspettavo con ansia ed eccitazione il suo ritorno a casa. Persi la testa come una ragazzina. A volte, durante la notte, mio nipote mi confidava qualche sua fantasia erotica. Allora io durante il giorno mi industriavo per cercare di soddisfarlo e spesso alla sera attendevo il suo ritorno abbigliata in qualche modo strano, fantasioso ed eccitante, oppure completamente nuda, con indosso solamente le scarpe con il tacco.Per lui impersonai di volta in volta la sexy cameriera, la squillo d’alto bordo, e così via.Con il tempo Matteo assunse sempre più sicurezza e padronanza. Sapeva di avermi completamente soggiogata ed un poco ne approfittava. Ma, ancora una volta, non ebbi la forza di ritrarmi tanto forte era l’ascendente che aveva su di me.Per circa tre mesi fu idilliaco. Solo quando fu troppo tardi m’accorsi che qualcosa stava cambiando. Mio nipote cominciava a farsi delle amicizie nell’ambito dell’università e probabilmente la “vecchia” zia cominciava a venirgli a noia. Così, inaspettatamente per me, una sera dopo aver fatto l’amore mi disse brutalmente:”Zia, da domani vado ad abitare con alcuni amici. Hanno un appartamentino vicino all’università e sarà più comodo per tutti.”Rimasi sconcertata; solamente l’idea di essere abbandonata da Matteo mi riempiva di sgomento. Mio nipote se ne accorse: si mise a ridere ed, accarezzandomi un seno con noncuranza, continuò:”Non preoccuparti zietta; qualche volta passerò a farti divertire.”Mi sentii umiliata, sia per il tono sia per quel gesto; mi sentivo accarezzata come un animale.”Puoi fare anche a meno di passare. Non penserai certo che abbia bisogno di te per queste cose Occupati delle tue nuove amichette.”Risposi furibonda. Lui mi squadrò ben bene poi concluse:”Va bene zia, allora non passerò…”Uscì dalla mia stanza lasciandomi sola e disperata.La mattina mi alzai con gli occhi gonfi a causa delle poche ore di sonno e delle troppo lacrime. Preparai la colazione a Matteo e quando lui si apprestò ad uscire gli chiesi timidamente:”Ti aspetto questa sera?””No zia, mi sembrava che ci fossimo già spiegati su questo punto.”Insistetti disperata:”Ti prego Matteo, non farmi questo, non puoi lasciarmi sola dopo quello che è successo”Freddo e tagliente m’interruppe:”Perché non posso?””Se mi abbandoni racconto tutto a tua madre…””Ecco zia, si brava. E racconta anche di come ti sei divertita e di come godevi ad essere chiavata da tuo nipote.”Il tono e la volgarità di quelle risposte abbatterono le ultime barriere del mio orgoglio e mi ritrovai piegata sul tavolo a piangere mentre mio nipote usciva sbattendo la porta.Alla sera Matteo non tornò; e neanche la sera dopo e quello dopo ancora. Stavo male per amore come neanche da ragazzina mi era mai successo. Mi rendevo conto che vivevo una passione insana, ma sempre passione era. Resistetti tutta la settimana sperando che nel fine settimana mio nipote si sarebbe fatto vivo. Invece niente. Il lunedì successivo non resistetti più e buttando al vento ogni dignità andai a cercarlo all’università. Lo trovai in compagnia di altri ragazzi e ragazze: non potei evitare di notare che una della ragazze gli teneva la mano affettuosamente e accusai una fitta di dolorosa gelosia:”Matteo, scusa, posso parlarti un attimo?”Lui mi guardò e la sua espressione si rabbuiò: rivolgendosi agli altri mi apostrofò:”Scusate un attimo, è mia zia…”Fece qualche passo e si avvicinò a me:”Cosa c’è zietta? Sei stata poco bene? Hai una brutta faccia…””Passi da casa questa sera? Ti prego…””No zia, mi dispiace ma stasera non posso. Sono stanco e voglio andare a dormire presto. Poi cosa passerei a fare?! Non mi dicevi che non hai bisogno di me per certe cose??…”Il tono era sprezzante ed arrogante:”… Certo dovrebbe trattarsi proprio di qualcosa di eccezionale per farmi cambiare idea. Cosa hai da propormi di nuovo e di fresco, zietta?”Calcò l’accento su “nuove e fresco” proprio per sottolineare la differenza di età ed il fatto che ormai mi reputava una cosa vecchia.”Ti prego Matteo, farò quello che vuoi…””Uhmm, questo potrebbe essere interessante. Proprio tutto? Non è che mi fai perdere tempo, vero zia?””No, ti giuro, tutto quello che vuoi…”Ci pensò un attimo poi, abbassando la voce, mi disse:”Fatti trovare nuda sul pianerottolo, zietta. E anzi, oggi vai a farti depilare l’inguine perché ti preferisco così.” Non aggiunse altro; mi girò la schiena e si allontanò ritornando dai suoi amici.Non ebbi il coraggio di andare da una estetista a farmi depilare e così feci da sola in casa, utilizzando una crema depilatoria che adoperavo in estate prima d’indossare i miei ridotti bikini. Quando ebbi finito mi osservai nello specchio e mi stupii di vedere il mio sesso così esposto ed in vista. Dovetti ammettere che ero estremamente sexy. Dopo un buon bagno profumato mi truccai, indossai le scarpe con il tacco alto e rimasi, nuda, ad aspettare Matteo.Quando sentii la chiave che girava nella serratura mi precipitai ad accogliere mio nipote, ansiosa e preoccupata che rimanesse soddisfatto del mio aspetto. Mi sentii ridicola a sospirare tanto per un ragazzino di diciassette anni più giovane di me. Invece rimasi di sasso quando, senza che neanche mi guardasse, lo sentii dirmi:”Non sei stata ai patti zia. Avevo detto che volevo trovarti nuda ad aspettarmi sul pianerottolo, non in casa. Immaginavo che mi avresti delusa. Me ne vado.”Uscì di casa richiudendo la porta alle sue spalle. Sconvolta per quanto stava succedendo indossai una corta vestaglietta e mi precipitai per le scale, raggiungendolo solamente al piano terra, due piani sotto al mio:”Ti prego Matteo, non andartene…””Non sei stata ai patti zia. Hai giurato di fare quello che ti dicevo e sbagli già la prima cosa.””Scusami, ma mi sono vergognata. Ho avuto paura che mi vedessero i vicini. Ti prego, resta…”Il suo sguardi si fece strano, tra il severo ed il divertito: “Va bene, zia, togliti la vestaglia e precedimi.”Mi sentii avvampare:Ti prego, mi vergogno da morire…””Avanti, zia.””Ma… E se mi vedono?…”Mio nipote si girò sui tacchi ed accennò ad andarsene. Lo fermai per un braccio supplicandolo:”No, Ti prego no…”Abbassando lo sguardo per la vergogna mi sfilai la vestaglia restando nuda davanti a mio nipote sulle scale.Lui mi guardò un po’, poi senza manifestare nessuna emozione particolare, mi disse:”Avanti zietta, precedimi in casa.”Mi avviai su per le scale cercando di coprirmi l’inguine ed il seno con le mani ma mio nipote mi ordinò di tenere le mani lungo i fianchi e di salire normalmente, senza affrettare il passo. Sentivo lo sguardo di Matteo sulle natiche mentre salivo e guardavo terrorizzata le porte che davano sui pianerottoli nel timore che qualcuna si aprisse di scatto e mi sorprendessero nuda e rasata sulle scale seguita da un ragazzino.Arrivati davanti alla porta del mio appartamento mio nipote mi fermò:”dammi la vestaglia zia, adesso io entro ma tu rimani qui sul pianerottolo ancora un poco, finchè non vengo a prenderti. Così impari ad ubbidire. E tieni le braccia lungo i fianchi. D’accordo?!””Si Matteo.”Matteo entrò lasciandomi sola e nuda sul pianerottolo di casa mia. Fortunatamente dovetti soffrire solo qualche minuto prima che mio nipote, eccitato dalla mia ubbidienza, tornasse a prendermi per potersi soddisfare con il mio corpo.Da quel giorno, gradini dopo gradino, mio nipote mi ha costretto a percorrere tutti gli scalini della sottomissione. Sono diventata una cosa sua; un oggetto che lui usa e impresta a suo piacere. La cosa che lo eccita maggiormente è quella di umiliarmi, in privato ma anche davanti ad altre persone. I suoi amici, tutti coetanei di mio nipote, non riescono credere alla possibilità di avere una splendida trentacinquenne a loro completa disposizione. Mio nipote ed i suoi amici m’impongono abbigliamenti indecorosi ed umilianti al solo scopo di rendere imbarazzanti i miei movimenti. Quando naturalmente non preferiscono che serva loro ed i loro invitati completamente nuda.Perfino alcune ragazze, diciottenni anche loro, si divertono ad umiliarmi e a farsi obbedire. Le immagini che allego mostrano il modo in cui il nipotino mi presenta a dei suoi nuovi amici….

