Ho sentito l’alito caldo di Carlo sul retro del mio collo quando si è chinato in avanti a bisbigliarmi nell’orecchio. “Sono fottutamente eccitato” ha bisbigliato. “Mi è venuta un’erezione. Vuoi sentirlo?”Ho scosso la testa; mi sono chinato sui miei libri sperando che l’insegnante non avesse visto che mi aveva parlato a bassa voce. Speravo non si fosse accorto che la mia faccia era diventata rossa. Ero nuovo in quella quarta liceo, ed estremamente timido; ero alto per la mia età, solo Carlo lo era più di me. Ecco perché l’avevano fatto sedere dietro di me, eravamo ambedue in fondo all’aula, vicino alla porta del corridoio. Io ero spaventato, ma allo stesso tempo intrigato. Non sapevo esattamente cosa volesse dire eccitato e non sapevo esattamente cosa volesse dire erezione. Non avevo mai visto le parti intime di un altro ragazzo.Carlo si è chinato di nuovo. “Dai” mi ha bisbigliato all’orecchio. “Metti dietro la mano, io farò il resto.”Mi sono guardato intorno; stavano tutti leggendo o copiando dalla lavagna. L’insegnante stava correggendo i compiti. Mi sono dondolato sulla sedia e ho spinto indietro il braccio.”Bravo ragazzo” ha bisbigliò e poi si è agitato sulla sua sedia spingendo avanti le anche il più possibile. Ha allungato una mano sotto il banco e ha trovato la mia mano. Quando me l’ha afferrata avrei voluto tirarla via ma lui non me l’ha permesso. La mia mano era intrappolata nella sua e la stava tirando vicino, sempre più vicino al suo corpo. Improvvisamente ho sentito i suoi jeans sotto le mie dita; istintivamente ho tentato ancora di ritrarmi, ma lui l’ha trattenuta con forza e le mie dita hanno sentito il suo cazzo che pulsava attraverso la stoffa. Ho sentito un lungo, grosso, carnoso tubo che sembrava di gomma dentro la gamba dei suoi jeans. Io riuscivo a credere si trattasse di quello! Era molto più lungo del mio.”Stringilo” mi ha comandato in un bisbiglio. Io ho stretto e l’ho sentito pulsare tra le mie dita. “Uh” si è lamentato, rumorosamente questa volta, ed io ho ritirato la mano, e quando l’insegnante ha guardato era di nuovo sul mio banco.”Carlo, che c’è?”.”Uh, signore, posso andare al gabinetto?”L’insegnante non sembrava contento della richiesta ma ha detto “Affretti, è quasi mezzogiorno.”Carlo si è alzato lentamente e mi ha bisbigliato prima di lasciare l’aula “Aspettami quando suona la campana”. Io ho finto di non sentire.La campana è suonata prima che Carlo tornasse. Tutti si sono diretti verso la porta ed io ho lasciato cadere la matita fingendo di non riuscire a trovarla. Quindi ho riordinato i libri; nel frattempo l’insegnante era andato via e Carlo è ritornato.”Vini con me” Mi ha detto ed io l’ho seguito. Siamo usciti dalla porta principale e siamo ascesi in strada. All’angolo c’era uno spazio abbandonato e vuoto ad eccezione di un relitto di una macchina.”Vieni”, ha detto Carlo e si è diretto verso la macchina.Siamo entrati dalle portiere posteriori ed abbiamo abbassato la testa; Carlo si è alzato per vedere se qualcuno ci aveva seguiti, ma non c’era nessuno. Si e seduto e mi ha tirato accanto a se.”Adesso e diventato molle” mi ha detto “Guarda”.Ho guardato la protuberanza nei suoi jeans, mi sembrava ancora piuttosto grossa, ma aveva ragione lui, era molle.”Toccalo” ha ordinato. Io ho allungato una mano e l’ho messa sopra; ho sentito il calore attraverso i jeans. Ho sentito il suo cazzo grosso e molle che stava aumentando di dimensione.”Stringilo, come facevi a scuola.”Io l’ho stretto e l’ho sentito irrigidirsi mentre lo stringevo. È sembrato crescere dal nulla; ora era lungo e rigido e spingeva in fuori contro i suoi jeans stretti. Carlo si è lamentato di nuovo. “Oooh che bello”. Ha gettato indietro la testa contro il sedile e ha spinto in avanti le anche. “Stringi di più”.Ho sentito la lunghezza del suo cazzo con le dita, sono scivolato sino alla fine e ho sentito i contorni della testa, molto più grande della mia. Ora pulsava, al ritmo del suo cuore, e la stoffa si alzava ad ogni colpo.”Lo vuoi vedere?”.Non avevo mai visto il cazzo di un altro ragazzo, eccetto quello di mio fratello e solo quando facevamo il bagno insieme da piccoli. Dividevamo la stanza ed io l’ho visto nudo qualche volta, ma il suo cazzo non era mai rigido come era quello di Carlo, ed io non avevo mai sentito la sensazione che mi stava sommergendo in quel momento. Questo era quello che lui definiva essere eccitato? Se era così, io lo ero! “Va bene” sono riuscito a dire.”Apri il bottone e tira giù la cerniera. Avrai una bella sorpresa!”Ho fatto come mi ha detto ed improvvisamente le sue mutande bianche si sono incurvate in fuori attraverso l’apertura, forzando le falde dei jeans mentre io abbassavo la chiusura lampo.”Striglio ancora, diventerà ancora più grosso”.Gli ho strofinato il grosso cazzo duro ancora fu avvolto nelle mutande bianche e mi chiedevo come poteva diventare ancora più grosso. Non ero un competente, ma doveva essere lungo diciassette o venti centimetri, ed il mio era approssimativamente di soli tredici centimetri quando era completamente in tiro! Tuttavia lui aveva ragione. Ho tenuto il cazzo tra le dita, l’ho stretto e continuava a crescere.”Quanto diventa lungo?” Ho chiesto stupito.”Ventidue centimetri” ha detto Carlo orgogliosamente. “Ho il cazzo più grosso della classe!”Mi sono chiesto come facesse a saperlo, ma mi dispiaceva chiederglielo, pensavo fosse scortese.”È ora di far uscire il cucciolo” ha detto. Ha alzato le anche e si è tirato giù i jeans alle ginocchia e poi alle caviglie. “Tirami giù le mutande” mi ha detto tornando ad alzare le anche. Ho fatto quello che ha detto ma la testa del cazzo si è impigliata nell’elastico delle mutande, ho continuato a tirare ed improvvisamente è saltò fuori mentre la stoffa scivolava oltre. Poi l’ho visto in tutta la sua gloria! Che cazzo enorme! Non mentiva quando diceva che era lungo ventidue centimetri! E grosso anche, mentre il mio era piuttosto sottile. Aveva un grosso cespuglio di peli scuri che crescevano intorno alla base e le palle erano due vere uova d’oca.”Fammi una sega” ha detto gettando ancora indietro la testa e spingendo in avanti le anche ed il cazzo.”Io… io… io non so cosa vuoi dire” ho balbettato.”Non sai fare una sega? ” ha chiesto. “Non l’hai mai fatto prima di ora? “”Io penso di no” ho risposto.”Cazzo, te lo mostrerò” Ha preso la mia mano e l’ha portata al suo cazzo. “Afferralo. Avvolgici intorno le dita.”Ho fatto quello che diceva.”Ora fai scivolare la pelle, non ti preoccupare è larga, scivolerà senza problemi. Stringi mentre lo fai.”L’ho stretto e ho fatto scivolare la pelle; aveva ragione. La mia mano è scivolata di nuovo trascinando la pelle; sentivo le protuberanze del suo cazzo mentre scivolavo dalla punta retrocedendo con la mano al suo stomaco. Con mia grande sorpresa la pelle che copriva la testa del suo cazzo si è tesa aprendosi e l’umida, luccicante cappella è scoccata fuori, scura e porpora, luccicante sotto una sostanza vischiosa ed appiccicosa.”Ti ho fatto male?” Ho chiesto quando ha emesso un gemito.”Cazzo no”, ha detto, ha messo la sua mano sulla mia e mi ha fatto stringere con maggior forza. Mi ha mosso la mano su e giù per tutta la lunghezza del cazzo, dapprima lentamente e poi sempre più velocemente.”Lo stai facendo” ha detto. “Mi stai masturbando. Ora devi fare così, strigi di più ed aumenta la velocità.”Io ho stretto e sono andato più veloce. Lui ha abbandonato la mia mano ed ancora una volta ha gettato indietro la testa, si è lamentato un po’ e poi ha detto “Veloce! Più veloce!”L’ho masturbato più velocemente che potevo; il mio braccio era stanco, ma continuavo nella sega. Lui ora si agitava un po’, la sua gola emetteva dei rumori e sbuffava per le narici spalancate. Improvvisamente ha cominciato a gridare “Vengo! Vengo!” Poi una doccia di liquido bianco e latteo è sprizzata dalla piccola fessura sulla cima del suo cazzo. Mi sono fermato immediatamente credendo di avergli fatto male, ma lui ha afferrato la mia mano e mi ha costretto a continuare. Ha alzato ed abbassato le anche molte volte, costringendo il cazzo a muoversi nel mio pugno, come se volesse trapassarlo. Poi il suo corpo ha cominciato a rabbrividire e lentamente si è calmato. Dopo molte convulsioni brevi e rapide si è fermato ed è ritornato al suo posto.”Cazzo che bello!” Ha detto; si è seduto ed io ho guardato il liquido bianco che si era posato sulla mia mano e sul suo stomaco. Solo in quel momento mi sono accorto che si era alzato la camicia fino ai capezzoli. La sua pelle era calda al tocco ed io non potevo fare a meno di sfregare il liquido bianco sui suoi muscoli.”Questo è quello che si chiama una sega” ha detto “Non mi dirai che non lo hai mai fatto? Neanche a te stesso?””No” ho balbettato. “No… non sapevo neanche che si potesse fare qualche cosa del genere. Fa male?””Cazzo no” ha riso Carlo. “È la più bella sensazione del mondo. Vuoi che te lo faccia?”Io volevo disperatamente che me lo facesse, ma avevo troppa paura. “Non ora” sono riuscito a dire. “Devo andare, la mamma si chiederà dove sono finito”.Carlo ha cominciato a sistemarsi mutande e jeans. Mentre si abbottonava il bottone e si tirava su la chiusura lampo, ha detto “OK, ma mi permetterai di farlo domani. ‘Una volta per uno’ Questa è la regola. OK?””OK” ho detto mentre uscivamo dalla macchina e ci avviavamo verso casa. Questa era una lezione di cui non avrei parlato con la mamma!2Ho attraversato di corsa il campo di calcio per andare a scuola, ero in ritardo e la campana aveva già suonato. La maggior parte dei ragazzi erano ancora sul campo, avvicinandomi ho visto Carlo con Enrico, un altro ragazzo della nostra classe. Stavano facendo “braccio di ferro” e Carlo stava ridendo. Sebbene fossi nella loro classe solo da un paio di settimane, già sapevo che loro erano in concorrenza in tutte quelle che non erano materie di studio. Carlo era più alto e forte, ma Enrico era muscoloso. Carlo era più anziano ma anche Enrico aveva qualche mese più di me. Quindi avevo un anno meno di Carlo che aveva ripetuto un anno.Erano molto sportivi e giocavano il calcio in primavera, il baseball d’estate, la pallacanestro in autunno e hockey in inverno; erano acerrimi rivali e cercavano sempre di superare l’altro.Avevano ambedue un bell’aspetto anche se io fino ad allora non ci avevo pensato. Carlo aveva capelli ricci e scuri contrariamente ai capelli biondi di Enrico. Carlo aveva occhi marroni, sopracciglia folte, lunghe ciglia e pelle più scura mentre Enrico aveva occhi blu, ciglia bionde e pelle chiara. La cosa bella di Carlo era che lui era sempre amichevole, sempre con un sorriso pronto. Enrico invece mi ha fatto subito pesare il fatto di essere migliore di me nello sport, e mi scocciava vederlo arricciare le labbra in una specie di ghigno. Carlo mi piaceva, non altrettanto Enrico, almeno fin a quel momento.Quando mi sono avvicinato Carlo ha lasciato andare Enrico e gli ha dato una spinta. Si è incamminato verso la porta accanto a me mentre Enrico si riprendeva e ci seguiva.”Abbiamo palestra nell’ultima ora” mi ha detto Carlo chinandosi verso di me in modo che nessuno sentisse. “Ci offriremo di aiutare il professore a mettere via le palle e gli attrezzi, così potremo fermarci dopo che gli altri se ne saranno andati. Voglio mostrarti qualche cosa dopo la lezione.”Non ho detto ne sì ne no, ma dentro di me sapevo che avrei fatto quello che diceva. Qualsiasi cosa volesse mostrarmi, io volevo vederla, specialmente dopo che lui mi aveva insegnato a fare una sega in quella vecchia macchina. Non l’avevo mai fatto prima; diamine, non sapevo neppure che si potesse fare qualche cosa del genere! C’era storia, matematica e poi palestra e, dato che era la nostra ultima ora, abbiamo preso i libri con noi così da poter andare direttamente a casa dopo la lezione. Nello spogliatoio la maggior parte dei ragazzi si sono girati di schiena mentre si cambiavano ed anch’io ho fatto lo stesso. Ci piegavamo facendo in modo di stare ben coperti, io non avevo mai guardato le parti private di un altro ragazzo, il solo fatto di vedere le mutande quando tiravano su i pantaloncini sui loro giovani culi, mi imbarazzava. Carlo, invece, è rimasto in piedi e si è spogliato completamente. È rimasto dritto e nudo per un momento, lisciandosi il grosso cazzo, che ora era molle, ma sempre impressionante, e graffiandosi le palle. Poi si è piegato sulla borsa e ne ha estratto un paio di sospensori. Non ne avevo mai posseduti ma sapevo di che cosa si trattava. Li ha indossati sistemando gli elastici sulle natiche e poi si è messo i pantaloncini.Gli altri ragazzi stavano tutti sbirciando, come aveva detto Carlo, lui aveva il cazzo più lungo della classe e tutti volevano avere la possibilità di giudicarne la taglia. Anch’io l’ho fatto questa volta, e Carlo si stava godendo lo show. Sapeva che gli altri ragazzi volevano vedere il suo cazzo e lui, che non era timido, lo mostrava. Dannazione, se anch’io ne avessi avuto uno così grosso l’avrei mostrato! Non l’avevo mai guardato prima di allora, ero troppo timido, ma ora che avevo più familiarità con lui, non avevo paura di guardare, ma non volevo che gli altri ragazzi si accorgessero che guardavo, così ho dato appena una sbirciatina, tanto anche loro stavano facendo la stessa cosa. Quasi si è potuto sentire un sospiro collettivo quando si è sistemato la verga nei sospensori. Scommetto che non sono stato il solo a sognare che fosse la mia mano a compiere quell’atto!In palestra il professore ci ha fatto fare le solite cose, riscaldamento, flessioni, saltelli… insomma le solite cose. Carlo mi ha scelto come suo partner per gli esercizi a terra, dovevo tenergli i piedi incollati al terreno mentre le faceva ed io vedevo, su per la gamba dei pantaloncini, la grossa protuberanza nella borsa dei sospensori. Lui sapeva che stavo guardando e mi ha sorriso col sorriso più sexy quando è riuscito ad incontrare il mio sguardo. Sono stato un po’ imbarazzato quando è stato il suo turno di tenermi fermo, perché sapevo che non c’era molto da vedere nelle gambe dei miei pantaloncini. Tuttavia ha emesso un piccolo fischio e ha detto “Che bel piccolo pacco c’è là!” Ho arrossito. Poi metà classe è stata spedita ad un’estremità della palestra a tirare al cesto mentre all’altra metà è stata riservata l’arrampicata alla fune. Noi eravamo tra questi ultimi e dovevamo lavorare ancora in coppia, uno teneva ferma la corda per l’altro che saliva. Carlo ha tenuto la corda mentre io salivo; non sono riuscito a raggiungere la cima ma mi sono comportato nonostante tutto meglio di altri. Quando sono scivolato giù le mani di Carlo che stavano sulla corda hanno strofinato contro il mio cazzo che stato semi duro per tutta la scalata.”Felice di vedermi?” ha bisbigliato sorridendo. Sapevo che mi stava prendendo in giro ma sono arrossito lo stesso. Poi è stata la volta di Carlo, è salito sulla corda ed io ho guardato in su per vedere come faceva, così ho potuto vedere nella gamba dei suoi pantaloncini la grossa protuberanza del grosso cazzo e delle palle nella borsa anteriore dei sospensori; ho visto i peli pubici scuri che sporgevano dalla borsa e scendevano per le gambe… ho sentito un formicolio nelle mie parti più private e ho sentito la mia faccia diventare rossa. Quando è sceso ho guardato altrove e ho tentato di sistemarmi il cazzo, che si ingrossava, nei pantaloncini senza che nessuno vedesse.Dopo 45 minuti l’insegnante ha soffiato nel fischietto e tutti si sono avviati verso lo spogliatoio. Carlo ha radunato le palle ed io ho iniziato a piegare le stuoie che stavano sul pavimento sotto le corde. Il professore ha aperto la porta del magazzino e noi vi abbiamo sistemato gli attrezzi, dopo di che ci siamo diretti verso lo spogliatoio. Come mi aveva anticipato Carlo, l’abbiamo trovato quasi vuoto, la maggior parte dei ragazzi si era già vestita e se n’era andata, ma sentivamo la doccia scorrere e c’erano vestiti di fronte all’armadietto di Enrico, compresa la biancheria intima. Carlo ha raccolto le mutande bianche e le ha annusate, poi me le ha passate. Io non le ho annusate, quelle cose erano nuove per me, non capivo bene, ma ero sicuro di non voler odorare la biancheria intima di un altro ragazzo. “Vieni, vediamo cosa sta facendo” ha bisbigliato Carlo con un sogghigno.Abbiamo strisciammo lungo il muro che divideva le docce dal resto dello spogliatoio ed abbiamo guardato dietro l’angolo. Non c’erano tende davanti ai box e c’era Enrico, a mani alzate, coperto di schiuma bianca che si insaponava i capelli biondi. Il suo lungo, affusolato e muscoloso corpo brillava ed io a momenti mi sono messo ad ansare alla vista di quella forma perfetta. Che corpo!Aveva gli occhi ermeticamente chiusi per evitare che vi entrasse il sapone e così non ci vide. Stava a gambe aperte ed io vidi per la seconda volta in quel giorno il cazzo di un altro ragazzo. Anche se era molle mi entusiasmò. Era grosso quanto il mio quando era rigido e le grandi palle pendevano nel loro sacco di pelle scuro. Una grande quantità di peli bagnati pendevano dal cazzo e dalle palle e rimbalzavano su ed giù quando si strofinava il sapone sui capelli. Il cazzo è sembrato irrigidirsi leggermente mentre stavamo guardando, lui ha abbassato mano insaponata, se lo è lisciato ed è sembrato diventare ancora più grosso.Mentre noi stavamo guardando il suo cazzo, lui ha finito di togliersi il sapone dagli occhi e li ha aperti. “Che diavolo!” ha cominciato mentre noi tornavamo di corsa nello spogliatoio e ci siamo vestiti. Enrico è arrivato con un asciugamano intorno alla vita; dalla protuberanza che gli spuntava davanti era chiaro che il suo cazzo non era più molle, neanche semi-molle. Era ben sodo!”Ehi ragazzi che c’è?” Ha ghignato; poi ha sorriso. “È questo quello volevate vedere?” e si è tolto l’asciugamano mettendo in mostra il suo cazzo duro. Con l’altra mano se l’è accarezzato. “Ora che l’avete visto, chi di voi me lo vuole succhiare? “Carlo è stato il primo a reagire e ha tirato il suo asciugamano contro il cazzo di Enrico facendo fare un salto indietro al ragazzo. “Tu non sei normale” ha riso. “Sei quello che fa sempre la doccia per ultimo sperando che ci sia qualcuno a cui guardare le sue palle! Ma soprattutto tu vuoi vedere le palle, tu vuoi vedere queste!” E si è circondato con le mani i genitali tirando la stoffa dei jeans a circondarli. La protuberanza era piuttosto grossa e di nuovo ho sentito un formicolio delizioso che mi indeboliva il corpo. “Vieni” ha detto Carlo. “Lasciamo che questo depravato si masturbi!”Enrico ha agitato il pugno verso di noi mentre noi ci precipitavamo fuori della porta. Raggiunta la strada abbiamo rallentato e ci siamo messi a camminare. “Perché hai annusato le mutande di Enrico?” Gli ho chiesto.”Volevo vedere se c’era odore di sborra” ha risposto. “Ha un odore diverso della piscia. Lei può dire se si era fatto una sega dall’odore delle sue mutande.””E l’aveva fatto? Si era fatto una sega, voglio dire? “”Forse, ma non era possibile dirlo con una sola annusata.”Carlo ha guardato verso la vecchia macchina del giorno precedente. “Vuoi che andiamo là?” mi ha chiesto.”No” ho detto “Io conosco un posto migliore,vieni con me.”Io fatto attraversare a Carlo la città fino al mio quartiere. Siamo andati a casa mia, abbiamo lasciato cadere i libri ed abbiamo preso alcuni biscotti, poi siamo usciti dalla porta posteriore. Abbiamo attraversato il campo dietro il granaio del mio vicino, ora aveva solo cavalli ed il granaio era vuoto. Siamo saliti sulla soffitta, c’erano balle di fieno che circondavano uno spazio pulito, un fascio di luce cadeva dall’alto da un grande buco nel soffitto. Per terra c’era un gioco del Monopoli aperto e delle carte da gioco, i bambini del vicino venivano lì nei giorni piovosi; uno di loro mi aveva mostrato il modo di entrare.Carlo ha preso le carte. “Grande!” ha detto.”Possiamo giocare a strip poker!”Io non avevo mai giocato a poker, così Carlo ha dovuto spiegarmi le regole; ha scartato due carte e le ha sostituite. “Prima devi puntare, devi puntare un indumento, te lo devi togliere e mettere nel ‘piatto'”.Io ho puntato le scarpe, me le sono tolte e le ho messe sulla balla di fieno. Non avevo idea se le mie carte erano buone o no, per me le regole erano ancora un po’ confuse. Carlo ha messo le scarpe sulla balla e ha detto, “Vedo.” Poi si è tolto una calza e l’ha messa sulla balla di fieno, anch’io ho fatto lo stesso.Poi mi ha detto che potevo scartare qualche carta; ho scartato tre carte e ho tenuto una coppia. Anche lui ne ha scartate tre e ha distribuito le carte nuove. “Ora rilancia” mi ha detto. Io avevo ancora solamente la coppia di sette e se lui avesse avuto anche solo una coppia, avrebbe vinto, ma ho rilanciato lo stesso.”Una maglietta? ” Ho chiesto.”Vedo. Mettila sul piatto” e si è tolto la sua. Io l’ho guardato, ho guardato il suo torace muscoloso, i suoi capezzoli erti ed il po’ di peli scuri tra di loro per poi sparire verso la cintura. Enrico aveva un bel corpo, ma quello di Carlo mi piaceva di più.Mi sono tolto la camicia e ho tentato di nascondermi un po’ mentre la lasciavo cadere. Non avevo molti muscoli e non avevo peli sul torace, solo un po’ di lanugine. Anche il mio cazzo e le mie palle non erano come quelle di Carlo ed Enrico. Ero un po’ preoccupato per quello che avrebbe potuto accadere in seguito.Carlo tuttavia voleva il grande show, ha rilanciato un paio di pantaloni e noi abbiamo fatto cadere i nostri jeans sul piatto e ci siamo seduti guardandoci l’un l’altro in mutande. Lui aveva una protuberanza ben visibile nelle sue e, guardando in giù, ho visto che anche nelle mie c’era qualcosa che puntava dritto verso l’esterno. Quando ho alzato lo sguardo Carlo stava guardando là.”Vediamo quello che hai” ha detto posando le carte. Ho pensato che volesse dire di togliermi le mutande, ma poi ho compreso che stava parlando delle carte. Ho mostrato le mie carte e lui si è messo a ridere. “Hai puntato tutta quella roba avendo solo una coppia di sette?” Lui aveva due regine. Si è portato tutti i vestiti dalla sua parte della balla di fieno e ha detto, “A te il mazzo.”Ho dato le carte e questa volta avevo un tris; sapevo che era molto meglio. Carlo ha detto che l’unica cosa che potevo scommettere erano le mutande e che se io le avessi puntate, lui avrebbe messo sul piatto tutti i miei ed i suoi vestiti. Mi sono detto d’accordo ed ora eravamo là seduti uno davanti all’altro, entrambi nudi. Prima di allora non ero mai stato nudo di fronte ad un altro ragazzo eccetto, come ho detto, mio fratello quando eravamo più piccoli e condividevamo vasca da bagno e camera da letto. Io cercavo di coprirmi con le carte ma lui ha allargato le gambe ed io ho dato un’eccitante e lunga occhiata a quello che mi stava mostrando. Che cazzo, anche ora che era sodo solo a metà, non potevo distogliere gli occhi. Era enorme!Quella è l’unica parola per descriverlo: enorme! Ho sentito il mio cazzo che diventava sempre più duro, e volevo che la mano finisse.Abbiamo scartato ed io ho pescato due carte che non mi servivano comunque quando abbiamo scoperto le carte ho visto che avevo vinto.”Posso scommettere ‘la faccia’” ha detto Carlo mentre distribuiva le carte.”Cosa vuol dire?””Vuole dire che se io perdo, tu puoi dirmi di fare qualsiasi cosa ti piaccia ed io devo farlo, qualcosa come essere tuo schiavo. Se tu perdi io riprendo tutto e tocca a te scommettere la faccia.”Ho detto va bene ed abbiamo giocato. Io avevo due re ed un asso, comunque, quando abbiamo scartato io ho gettato uno dei re. Non volevo vincere, non avrei saputo cosa chiedergli di fare. Carlo ha vinto facilmente ed ora toccava a me scommettere la faccia.Carlo sembrava si stesse eccitando, il suo cazzo si stava ergendo in aria e gocciolando quel liquido chiaro che avevo già notato. Mentre lo guardavo lui ci ha messo sopra un dito e poi l’ha leccato. “Umm, mi piace la pre eiaculazione!” ha detto immergendovi ancora il dito. Gli ha dato un paio di rapidi colpi ed è sembrato irrigidirsi ancora di più. Comunque Carlo perse le due mani seguenti e mi disse “Sono il tuo schiavo, farò qualsiasi cosa tu voglia.”Non avevo la minima idea di cosa fargli fare e gliel’ho detto.”Merda, potresti chiedermi di masturbarmi, o di masturbarti o…” ha esitato “Potresti chiedermi di succhiarti i capezzoli, o di succhiarti il cazzo.”Non avevo idea di quello che significasse ma dalla sua voce sembrava fosse qualche cosa di veramente bello. Ma avevo paura. Non avevo mai fatto niente del genere e non volevo fare qualche cosa troppo velocemente.”Ti farò una sega” ho detto, l’avevo già fatto e sapevo cosa aspettarmi.Carlo ha allargato le gambe ed io mi ci sono messo in mezzo. Ho preso in mano il suo cazzo da ventitre centimetri e ho cominciato a far scivolare la pelle su e giù.”Vai piano” ha detto. “Vai molto piano fino a quando non ho sentito il gusto, poi fai come ti piace.”Ho stretto il cazzo e ho cominciato a muovermi più lentamente che potevo. Lui si è appoggiato indietro, ha chiuso gli occhi si è lamentato. “Cazzo che bello!”Mentre lo menavo ho guardato da vicino il suo cazzo, ho visto le grandi vene che scendevano per tutta la lunghezza, il groviglio di peli ricci e neri alla base, ho guardato con stupore come in cima la pelle si apriva e l’umida cappella rossa vi sbirciava attraverso. Ho tirato in giù completamente la pelle mettendo in mostra completamente la testa, e ho guardai la coccia di liquido pre seminale che ne usciva.”Leccalo” ha detto Carlo. “Ha un buon sapore.””No” ho detto, non ero ancora pronto per una cosa del genere.Carlo ha bagnato il dito nel liquido e se l’è portato alla bocca, un filo lungo e brillante si è teso dal suo cazzo alla sua bocca, e lui l’ha succhiato leccandosi poi le dita. “Tu non sai cosa ti sei perso, la pre eiaculazione è incredibile! “Iniziava ad alzare le anche verso il mio pugno e, indovinando correttamente, ho stretto con più forza e ho iniziato a menarlo più velocemente. Il suo respiro è diventato più affannoso ed ha iniziato a sbuffare attraverso il naso.”Cazzo, oh cazzo! Masturbami, ragazzo! Masturbami forte!”Il mio braccio si è stancato ed allora ho cambiato mano.”Sentimi le palle” mi ha ordinato, ed io l’ho fatto. Gliele ho strofinate con la mano libera e loro scivolavano l’una contro l’altra nel loro sacco scuro, coperto di peli. Erano così enormi! Grandi come uova di gallina, mentre le mie erano solamente della dimensione di noci.”Mettimi un dito nel culo!” ha ordinato.Non l’avrei mai fatto! Ma lui ha alzato le anche ed ha afferrato la mia mano nella sua.”Così” ha detto spingendo la mia mano sotto di lui; ha afferrato il indice con la sua mano e lo ha costretto sempre più vicino al suo buco. Quando il mio dito l’ha toccato lui è rabbrividito. “Spingilo dentro”.Ho tentato ma non ci riuscivo. “Bagnalo” ha ordinato. “Bagnati il dito, sputaci sopra, entrerà.”Ho sputato è quando ho riprovato è scivolato dentro ed i suoi muscoli l’hanno afferrato.”Fottimi col dito” ha gridato.”Non so come fare” ho detto. Sebbene tutti usassero la parola “fotti” continuamente, io non ero del tutto sicuro di quello che voleva dire.”Dentro e fuori” ha ordinato. “Dentro e fuori, come faresti con una ragazza. Quello è fottere.”Ho spinto il dito dentro e fuori. È scivolato piuttosto facilmente, anche se sentivo i suoi muscoli che lo stringevano. Si è inarcato indietro per permettermi di trovare la migliore angolazione, si è mosso su e giù sul mio dito costringendo contemporaneamente il suo cazzo duro come pietra nel mio pugno. Alla fine l’orgasmo è venuto ed il suo cazzo è scoppiato con uno spruzzo dopo l’altro di quel bianco liquido cremoso che avevo già visto uscire da lui la volta precedente.”Che cos’è quella roba?” Ho chiesto quando alla fine si è rilassato e ha iniziato a diventare molle.”Quella è sborra” ha detto raccogliendone un po’ e mettendoselo in bocca. “È quello che metti dentro una ragazza per fare bambini quando la chiavi. Provane un po’.””Non voglio fare bambini” ho detto.”Non farai bambini mettendo in bocca la sborra, bisogna metterla in una ragazza; lei ha un buco dove noi abbiamo il cazzo. Funziona così, bisogna spingere il cazzo nel suo buco come tu facevi col dito nel mio culo. E se lei non vuole fare bambini, ti masturba o ti fa qualcosa d’altro. Così noi veniamo lo stesso senza metterlo dentro una ragazza” ha spiegato Carlo. “I ragazzi non possono fare i bambini masturbandosi, lo possono fare solo fottendo le ragazze. Non ti ha mai spiegato niente nessuno?””Chi te l’ha detto?” Gli ho chiesto ignorando la sua domanda. Mio padre sarebbe stato quello che avrebbe dovuto dirmelo, ma se n’era andato da casa da cinque anni. Probabilmente mio fratello Frano avrebbe dovuto dirmelo, ma non ero sicuro che lo sapesse neppure lui! Sicuramente non ne avevamo mai parlato. “Chi ti ha parlato di fottere?” Ho ripetuto.”Mio fratello, lui chiava le ragazze continuamente, ma non fa bambini. Lui usa i ‘goldoni’.”Non avevo idea di cosa fosse e non sapevo se mio fratello ne avesse mai usato uno, non credevo neppure che si fosse mai masturbato, perlomeno quando io ero nei dintorni. Non avevamo mai parlato di cose del genere, non fino a quel momento perlomeno. Ragazzi, sarebbe rimasto sorpreso quando gliene avrei parlato!Stava diventando troppo tardi per scoprire qualche cosa d’altro, era ora di andare a casa e ho cominciato a vestirmi.”Un momento, non ricordi l’accordo di lealtà? Quella è la regola. Devo fartelo io ora”.Ma non ho voluto, ne avevo avuto abbastanza per un giorno, ed inoltre l’eccitazione che mi aveva preso mentre giocavo a carte e mentre masturbavo Carlo se ne era andata; ora il mio cazzo era molle.”Sarà per la prossima volta” ha detto Carlo. “La prossima volta tu sarai il primo. Inoltre ho molte altre cose da mostrarti, cose che ti piaceranno!”Quanto ero impaziente!3Carlo ed io siamo arrivati a casa mia poco prima che facesse buio; lui ha raccolto i suoi libri e se n’è andato. La mamma stava preparando la cena.”Mamma, ho tempo per far un bagno prima di cena? ” Ho chiesto ostentando noncuranza, ma mentre dentro di me gli ormoni scoppiando adirati.”Un bagno durante la settimana? Perché?””Sono andato nello sporco di un cane, mi sono sporcato le scarpe e nel togliermele mi sono sporcato le dita e senza accorgermene me le sono passate tra i capelli. Pensavo fosse meglio venire a cena profumando di pulito che non di cane!””Hai ragione” ha detto la mamma. “C’è della biancheria pulita nel cesto nel bucato, ed anche asciugamani puliti. Non mettere a soqquadro il bagno!”Ho preso la biancheria e gli asciugamani e mi sono diretto in bagno. Mentre la vasca si riempiva, mi sono tolto tutti i vestiti e mi sono alzato in modo da specchiarmi nello specchio dell’armadietto dei medicinali. Avevo appena scoperto che il sesso è la cosa migliore per aprire la mente che si conosce, ed ora ero molto interessato a vedere il mio corpo.Ho visto che non ero così magro come pensavo di essere, tuttavia non ero muscoloso come Carlo o Enrico. Non avevo molti peli, ma il cazzo e le palle erano avvolte in una quantità ragionevole, non come Carlo però.”I peli verranno” ha detto lui quando ho commentato quanti lui ne avesse. “Fino a poco fa ero nudo come il sedere di un bambino!”Come altezza ero il secondo della classe, alla pari di Enrico, e solamente Carlo mi superava. Io avevo capelli castani sabbia e lentiggini sulla faccia. Ho messo le mani sulle anche come faceva Carlo quando stava nudo di fronte a me a gambe aperte. Il cazzo era decisamente più corto di quello di Carlo ed anche Enrico mi batteva. Carlo mi ha detto di non preoccuparmi; sarebbe cresciuto sicuramente. “Non è quanto è lungo” mi ha detto “ma quello che ci sai fare che conta!”Ho contratto i muscoli addominali e l’ho fatto alzare un poco di più. Si stava gradualmente irrigidendo ed io stavo ritrovando quella sensazione che provavo da quando Carlo mi aveva fatto sentire il cazzo attraverso i jeans in classe.Ora c’era abbastanza acqua nella vasca, così sono entrato. Mi sono spostato in avanti e ho appoggiato il culo al fondo. Non ero veramente sporco come avevo detto alla mamma, volevo solo essere in un luogo appartato così da poter pensare a tutte le cose che Carlo mi aveva mostrato, e magari provare a farmi una sega da solo. Il bagno era il posto migliore a cui avessi potuto pensare.Non avevo messo troppa acqua nella vasca, abbastanza per raggiungere il cazzo ma non era completamente coperto quando mi sono seduto; ho alzato ed abbassato le anche e muovendo l’acqua. Il cazzo e le palle si sono alzati ed abbassati con l’acqua e la sensazione di solletico mi ha fatto eccitare ancora di più. Quando il cazzo si è irrigidito, si è opposto alle onde che provocavo ed alla fine è rimasto ritto come un palo.Ho alzato le anche il più possibile e ho preso il cazzo duro come la pietra tra pollice ed indice. Vi ho avvolto lentamente il resto delle dita; ho stretto un po’ la presa ed un brivido di piacere si è agitato dentro di me. Un lamento ha cercato di uscire dalla mia bocca ma sono riuscito a trattenerlo; la mamma non doveva sentirmi! Poi ho cominciato a far scivolare la pelle. Carlo mi aveva detto che si chiamava prepuzio. Il suo era scivolato facilmente, ma il mio era più stretto. Fino ad allora mi ero limitato a spostarlo per pulirmi e poi era molle, mai duro come ora. Ora era duro e gonfio, la pelle era tesa. Ho tirato di nuovo, lentamente dapprima, ma quando i brividi di piacere hanno incominciato ad attraversarmi il corpo, ho tirato con più forza ed improvvisamente la cappella è comparsa fra la pelle. Ho fatto scivolare ancora la pelle sino a mettere in mostra completamente la testa. Che sensazione esaltante! Ho fermato l’esplorazione e ho cominciato a far scivolare la pelle su, poi giù di nuovo, come avevo fatto con Carlo. Che sensazione elettrizzante! Non avevo mai provato una cosa del genere. Ho schiacciato con più forza, come lui mi aveva mostrato col suo cazzo, e hop spostato la mano su ed in giù più velocemente. Quando raggiungeva la base la mano faceva schizzare l’acqua ed avevo paura che la mamma sentisse, così mi sono inarcato indietro ancora di più e ho alzato le anche fuori dell’acqua.Ora il desiderio mi aveva preso e ho dato una scossa più veloce e più forte. Ho sentito il più meraviglioso fiotto di piacere salire dentro di me ed improvvisamente ho sentito come se dovessi fare la pipì, solamente che era una cosa diversa. Speravo che volesse dire che la sborra stava per venire, così ho continuato a muovere la mano. Sono scivolato sui gomiti e giù nell’acqua, ma mi sono alzato di nuovo. Avevo dimenticato il rumore che stavo facendo, pensavo solo ad una cosa, sborrare! Ed ecco improvvisamente! Un grande fiotto di piacere mi ha attraversato il corpo ed io sono rabbrividito dalla testa alla punta dei piedi mentre il primo piccolo spruzzo appariva, non una fontana di sperma come Carlo; solo un piccolo spruzzo di crema bianca. Non abbastanza per riempire un ditale, ma era il mio primo ed io ero stupito di esserci riuscito.Ho alzato di nuovo il corpo nell’acqua e quando questa è arrivata all’altezza del cazzo, i piccoli pezzi di sborra hanno cominciato a galleggiare. Ho tentato di inseguirli con un dito, ma non appena raggiunti si dissolvevano lasciando un residuo appiccicoso. Ho portato le dita al naso e le ho annusate, ma non me li sono messi in bocca. Carlo aveva leccato la sua sborra e mi aveva detto che gli piaceva, ma io non ero ancora pronto per provarci.Finalmente, quando mi sono calmato, ho finito di lavarmi e sono uscito dalla vasca. Mi sono asciugato, mi sono vestito e ho cominciato a scendere le scale proprio mentre la mamma mi stava chiamando per la cena. Mio fratello era arrivato a casa e quando ha sentito che avevo fatto un bagno in un giorno infrasettimanale mi ha guardato in maniera strana, ma non ha detto niente. Mi sono chiesto se lui sapesse, mi sono chiesto se non si masturbava mai, mi sono chiesto se papà non si masturbava mai! Certamente no! Ma deve averlo fatto perché deve aver sborrato per fare in modo che nostra madre ci avesse! Questo voleva dire che le aveva messo dentro il cazzo?Deve averlo fatto. E lei lasciava che anche altri lo facessero? Era per quello che aveva degli amici anche se nostro padre era andato via da tre anni? Si faceva chiavare?”Ho detto passami le patate” ha detto mio fratello dandomi un colpo nelle costole. “Cosa succede? Sei sordo?”Ho allontanato tutti i pensieri di sesso dalla mia testa e mi sono messo a mangiare; stavo morendo di fame. Sono andato a letto prima quella notte, ansioso che venisse mattino e poter dire a Carlo quello che io avevo fatto.4Succhiare o essere succhiato? Questo è il problema!Avevo tanto sonno! Ho sognato di Carlo e me e di quello che avevamo fatto insieme quel giorno. Eravamo ancora nel fienile e stavamo giocando a strip poker, eravamo in mutande quando Enrico entrò e chiese se poteva giocare anche lui. Carlo disse di no, ma io dissi di sì. Volevo vederlo di nuovo nudo, vedere il suo cespuglio di peli biondi intorno al suo lungo e grosso cazzo. Carlo ha accettato di malavoglia e ha detto che poteva giocare ma doveva cominciare dal punto in cui eravamo noi, dalle mutande.Enrico si è spogliato ammiccando ed abbiamo ripreso a giocare. Carlo ha dato le carte ed io ho fatto la prima puntata: la nostra biancheria intima. Ci siamo spogliati e poi Carlo ha detto che avrebbe giocato la faccia, quindi se avessimo perso avremmo dovuto fare qualsiasi cosa il vincitore volesse. Ho avuto fortuna, e dato che era il mio sogno, ho vinto la mano. Carlo ed Enrico erano nudi di fronte a me, i bei cazzi semi duri e le palle pendenti… cosa potevo chiedere di fare? Non ne avevo idea.”Svegliati” ha detto una voce, ma non era la mia. “Svegliati, dormiglione, o farai tardi a scuola!”Ho aperto gli occhi e c’era mia madre ai piedi del letto. È buona cosa che le madri non possano vedere nei sogni! Ero sicuro che sarebbe rimasta scioccata di quello che avrebbe visto!Mi sono svegliato, sono andato in bagno e poi mi sono vestito. Mio fratello stava già facendo colazione quando sono arrivato a tavola. Non sarebbe andato a scuola quella mattina perché aveva un appuntamento con il dentista, dopo di che la mamma l’avrebbe accompagnato comprarsi un vestito, si diplomava quell’anno. Tra dentista e acquisto poteva non andare a scuola, ma io no, io non volevo, io volevo vedere Carlo. Io mangiato il più velocemente possibile, ho preso una banana e sono uscito.”Ciao mamma”.”Ciao figlio, ci vediamo a pranzo.”Che grande giorno! Giugno era sempre così bello, non troppo caldo, ma non freddo. Non era necessario portare la giacca ed in giorni come quello bastava una maglietta ed un paio di pantaloncini. Sulla strada di scuola ho sbucciato la banana e ne ho preso un morso. Improvvisamente un fiotto di ormoni mi si è infiammato dentro.”Questa banana ha la stessa dimensione del cazzo di Carlo” ho pensato dentro di me. Dopo avere ingoiato il boccone, ho riportato la banana alle labbra. Questa volta non l’ho morsa. L’ho spinta lentamente in bocca mentre mi chiedevo quanto avrei potuto spingerla prima di soffocare. Mi è scesa quasi in fondo alla gola prima che mi sentissi soffocare e tossendo e sputando l’ho estratta.”Si fa così quando si succhia un cazzo?” mi sono chiesto. Carlo l’aveva proposto quando aveva perso a poker, mi aveva detto che potevo chiedergli di succhiarmi. Non l’avevo fatto perché non sapevo precisamente cosa voleva dire ed ero riluttante a provare troppe cose in una volta. Cazzo, il giorno prima non sapevo neppure cosa volesse dire masturbarsi!Mi sono messo di nuovo la banana in bocca e l’ho spinta dentro il più profondamente possibile. Questa volta sono riuscito a prenderne di più prima di soffocare, dopo di che rapidamente l’ho estratta. Mi sono guardato intorno, stavo camminando in strada succhiando una banana come se fosse il cazzo di Carlo. Ho mangiato rapidamente il resto e ho gettato la buccia in un bidone. Avrei potuto chiedere a Carlo qualcosa sul succhiare la prossima volta che fossimo stati insieme.Quando sono arrivato a scuola, Carlo era già là, era vicino al campo di calcio ma diversamente dal solito non giocava. Quando mi ha visto ha agitato una mano ed io mi sono avvicinato. “Devo dirti una cosa” ho detto arrossendo.”Scommetto che lo so”, ti sei fatto una sega!””Come lo sai?” Ho chiesto sconcertato ed un po’ seccato che lui mi avesse rubato la sorpresa, volevo essere io a dirglielo.”Sapevo che l’avresti fatto non appena ne avessi avuto l’opportunità. Non appena l’ho imparato lo facevo anche dieci volte al giorno! Ora sono diventato vecchio e lo faccio solamente cinque volte al giorno!”Carlo mi ha dato una gomitata nelle costole e ha tentato di afferrarmi, ma io sono scivolato via e mi sono tenuto fuori della sua portata. Mi si è avvicinato e mi ha bisbigliato “Così com’è stato? Dimmi. Dove l’hai fatto?”Io gli ho raccontato tutto quello che era accaduto dopo che ci eravamo lasciati la sera precedente.”Mio fratello mi ha guardato divertito quando ha sentito che avevo fatto un bagno durante la giornata” ho detto alla fine della mia storia. “Pensi che sospetti? Pensi che lo faccia? Che si faccia le seghe voglio dire.””Sicuro che se le fa, tutti i ragazzi lo fanno una volta che hanno imparato come. ‘Noi siamo degli ormoni ambulanti’, questo dice mio fratello. Lui dice che tutti lo fanno, ma a nessuno piace essere sorpreso. Ecco perché lo facciamo nel bagno o a letto. Mio fratello lo fa a letto tutte le volte che non riesce a chiavare con la sua ragazza.”Carlo si è chinato di nuovo. “Qualche volta, se è davvero eccitato, fotte me!” ha bisbigliato.Sono rimasto di stucco, il giorno prima avevo scoperto come un ragazzo fotte una ragazza; ora Carlo stava dicendomi che un ragazzo poteva fottere un altro ragazzo, e che suo fratello maggiore fotteva lui!”Come?” Ho chiesto. “Come fa a fotterti? Tu non hai un buco davanti come le ragazze.”No, ma ne ho uno di dietro!” Ha detto ridendo. “Ricordi dove hai ficcato il dito ieri? Bene mio fratello conficca lì il suo cazzo! La prima volta mi ha fatto male e non mi è piaciuto, ma ora è splendido! È meglio di masturbarsi!”Non potevo crederlo. Avevo appena imparato a masturbarmi e credevo fosse la cosa migliore al mondo, sentire quel fiotto di piacere che pulsa dentro di te e sparare la tua sborra; la prima volta non avevo sparato molto, ma credevo a Carlo che mi aveva detto che le volte seguenti avrei sparato di più.”Tu sei ‘fottutamente’ pazzo!” Gli ho detto. Lui usava sempre quella parola e mi è sembrato naturale usarla con lui. Non l’avrei mai usata tuttavia davanti a mia madre, non se volevo continuare a vivere!”Io posso dirti qualsiasi cosa e tu non lo crederai fino a che non lo proverai. Perché non lo proviamo oggi? Io posso sfotterti se tu vuoi provarlo. Io so come farlo. Qualche volta mio fratello si fa fottere dopo che ha sfottuto me. Ricordi la regola, fare a turno con lealtà? Questo è quello che dice sempre mio fratello”.Non sapevo se volevo essere sfottuto o no ed il pensiero di quel cazzo da venti centimetri di Carlo mi spaventava. Non ero sicuro di essere in grado di succhiarlo, ed ora lui voleva spingermelo nel culo! Però, il giorno precedente non avevo voluto toccare il cazzo di Carlo neppure attraverso i jeans ed ora non ne potevo più di essere solo con lui di nuovo.”Vedrò” ho risposto senza impegnarmi. “Quando? Dopo la scuola? “”Scuola di chiavata” ha detto Carlo. “Potremmo andare al fiume, sotto il ponte. È abbastanza caldo per poter nuotare. Possiamo fottere e poi nuotare. Che ne dici? Andiamo!”Prima che avessi il tempo di pensarci due volte, stavamo correndo lungo il campo di calcio. Nel momento in cui il cicalino ha suonato, noi ci abbassavamo fra i cespugli e percorrevamo la strada che si allontanava dal campo sportivo. Ci siamo nascosti dietro i cespugli lungo i bordi della strada e quando siamo stati abbastanza sicuri che nessuno stesse guardando, siamo filati attraverso la strada e dietro le case. Il mio cuore batteva velocemente ed ero senza fiato, più per la paura di essere sorpreso che per la coesa. Non avevo detto di sì, mi ero limitato a seguire Carlo quando si era incamminato. Ora era tardi per cambiare idea.In pochi minuti eravamo al ponte, Carlo si è fatto dondolare appendendosi al bordo ed io l’ho seguito. C’era una banca stretta sotto il ponte, e poi l’acqua. Era abbastanza alta la sponda e per nuotare era necessario saltare dentro; non era possibile guadare. Prima che lo raggiungessi Carlo si era già tolto la camicia e stava aprendo la fibbia della cintura.”Prima si chiava o prima si nuota? Cosa dici?” Ha chiesto calciando via le scarpe.Stava succedendo tutto troppo in fretta. Volevo che mi sfottesse ma allo stesso tempo avevo paura.”Calma” ho detto ansimando. “Io non sono pronto per essere fottuto. Non possiamo limitarci a delle seghe invece? Vorrei fare questo, oppure succhiarci l’un l’altro” ho aggiunto timidamente.”Succhiare? Sicuro!” ha detto Carlo. Lui ora era in mutande ed io non avevo ancora cominciato a spogliarmi. “Dai, permettimi di aiutarti a toglierti i vestiti.”Mi si è avvicinato e ha sbottonato i miei pantaloncini; ha tirato giù la chiusura lampo e li ha lasciati cadere a terra. Io ne sono uscito mentre lui mi stava tirando la maglietta oltre la testa. Ora ero là in scarpe e mutande e sentivo gli ormoni che andavano di nuovo alla carica.”Siiii, sei già duro!” ha detto Carlo vedendo l’erezione nelle mutande. Ha carezzato il cazzo semi duro che immediatamente si è irrigidito. L’ha afferrato attraverso la stoffa e ha cominciato a massaggiarlo. Si è strofinato alla stessa maniera ed il suo cazzo ha cominciato a spingere per allontanarsi da lui, tendendo le mutande.”Che bello” ho detto chinandomi verso di lui; ho messo una mano sul suo cazzo. “Il tuo è così grosso” gli ho detto di nuovo, credo per la terza volta. Ivi ho avvolto intorno la mano, ma diversamente da come era successo quando lo facevo col mio e riuscivo ad abbracciarne pressoché l’intera circonferenza, questa volta la mia mano non ha coperto neanche la metà del suo. Lui ha avvolto le sue dita sulle mie e ha schiacciato. Le mie ginocchia hanno ceduto.”Che si fottano le mutande” ha detto; è indietreggiato e ha spinto a terra le sue; le ha calciate via e ha afferrato le mie. In un secondo ero nudo, a parte le scarpe. Si è chinato, me le ha slacciate ed io le ho calciate via. Solo le calze e poi sarei stato nudo. Mi si è avvicinato e mi ha avvolto con le sue braccia. Io ero stato abbracciato da mia madre e mio padre, dai vari vecchi zii e zie, ma questa volta era diverso. Mi sono sciolto nelle sue braccia. Mi ha tirato a se e mi ha guardato negli occhi. Poi ha guardato la mia bocca. Io ho alzato appena la testa e lui mi ha baciato sulle labbra. Ha infilato la sua lingua calda, umida nella mia bocca e mi ha succhiato l’aria fuori dai polmoni. Anch’io ho succhiato. Ho avvolto le braccio attorno a lui e ho sentito la sua pelle calda contro la mia. Era meraviglioso.Alla fine abbiamo interrotto l’abbraccio; ho posato la testa contro la sua spalla e mi sono sentito come un bambino, avvolto nelle sue braccia protettive.Quando finalmente sono riuscito a parlare, tutto quello che sono riuscito a dire è stato “Wow!””Sì” è stato tutto quello che lui ha detto. Avevo la sensazione che quella fosse la prima volta che baciava qualcun altro anche lui, io intendo baciare realmente, non roba da zio o zia… Davvero.Carlo è scivolato giù lungo tutta la lunghezza del mio corpo mordicchiando la mia pelle con le sue labbra. Io ho messo le mani sulla sua testa e gli ho scompigliato i capelli. Lui ha infilato la lingua nel mio ombelico. In un altro momento avrei pensato che era una cosa ‘sporca’. Ora pensavo che era la sensazione più meravigliosa. È scivolato giù ulteriormente, mordicchiando e tirando la lanugine di pesca che dal cazzo saliva al mio stomaco. Poi mi ha leccato il cazzo. Brividi mi hanno attraversato ed io ho schiacciato con più forza la sua testa contro di me.”Quanto liquido” Ha detto leccando ancora, ha alzato la testa per guardarmi ed un lungo filo di liquido chiaro univa l’estremità del mio cazzo alle sue labbra. Ha sporto la lingua e l’ha tirato in bocca. “Ummm!”Poi il mio cazzo era nella sua bocca e lui stava succhiandolo! Che sensazione! Io non potevo fare a meno di alzare le anche tentando di dargli ogni centimetro dei miei quindici centimetri. Lui ha leccato la testa ed è sceso sui fianchi. Ha lasciato che il cazzo gli scivolasse fuori dalla bocca e ha succhiato dentro le palle, una e poi l’altra. Ho sentito le mie ginocchia diventare di nuovo deboli e quasi sono crollato per il piacere puro e semplice che stavo provando. Ha ripreso in bocca il cazzo e ha cominciato a muovere la cappella dentro e fuori. Era come se stesse masturbandomi, ma era la sua bocca che lo faceva, non la mia mano.Gli ho tenuto stretta la testa, poi compreso il suo ritmo ho cominciato a muovermi con lui; spingevo dentro e fuori il mio cazzo palpitante, dentro e fuori, dentro e fuori. Quando il piacere mi ha sommerso, ho aumentato la velocità, e poi ancora più veloce. Ora stavo anelando, inspirando e sbuffando velocemente attraverso il naso. Gemevo e singhiozzavo. Volevo un orgasmo per venire, ma volevo che durasse per sempre. Ora freneticamente gli fottevo la faccia. Lui me lo permetteva a malapena con la sua lingua e lo scivolare della sua bocca. Il mio ritmo è aumentato, ho dato un sospiro finale e poi sono venuto. Uno, due, tre sprizzi! Tre! La sera precedente avevo sprizzato solamente una volta. Ad ogni spasmo rabbrividivo e mi indebolivo. Alla fine sono crollato su di lui e lui mi ha fatto sdraiare per terra.Ha lasciato che il cazzo gli sfuggisse dalla bocca e si è sdraiato accanto a me. Io avevo gli occhi chiusi quando ha messo le sue labbra sulle mie. Poi ho sentito una sapore eccezionale, salato, il mio sperma dalla sua bocca. Ho spinto la lingua nella sua bocca per trovarne di più, e l’abbiamo ingoiato tutto. Il mio primo pompino, il mio primo bacio, il mio primo sperma. La vita era meravigliosa!Improvvisamente siamo stati consapevoli di un’altra presenza. Il primo rumore che abbiamo sentito era un applauso. Carlo è scivolato via da me mentre io giravo la testa ed aprivo gli occhi. C’era Enrico che guardava, sorrideva, applaudiva.”Cosa cazzo…? ” ha esclamato Carlo.”Vorrai dire ‘cosa succhi'” ha detto Enrico. “Lo sapevo che eravate dei culi, l’ho capito quando vi ho sorpreso a guardarmi nella doccia ieri. Quindi, cosa farete per farmi tacere?” Si è preso i genitali e ha stretto la stoffa intorno al cazzo e le palle. Non c’era dubbio che era duro. Il cazzo era ritto contro il suo addome, coperto dai pantaloncini. “Bene chi vuole essere il primo?”Carlo ed io eravamo là sdraiati, sbalorditi.
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