Carlo è stato il primo a reagire, prima che potessi battere le palpebre era balzato in piedi ed aveva afferrato Enrico. I due ragazzi sono caduti a pochi centimetri dall’acqua. Enrico si è ripreso rapidamente dall’attacco di sorpresa e ha gettato Carlo sulla schiena, gli è salito sul torace e gli ha bloccato le braccia con le ginocchia. Carlo si dimenava ma non riusciva a sloggiare Enrico. Sebbene un po’ più basso, Enrico era più forte, forse anche più forte ed un po’ più pesante. Carlo era bloccato.Enrico è risalito verso la testa di Carlo, attento a non permettere alle braccia dell’altro di liberarsi; si è fermato non appena il suo inguine è stato vicino alla faccia di Carlo.”Senti l’odore di un vero cazzo” ha detto chinandosi un po’ e spingendo la sua area genitale contro il viso di Carlo. Carlo ha mollato, battuto, sapeva che non avrebbe avuto la forza di scrollare via il ragazzo, ma fissava il suo inguine.”Cedi?” Ha detto Enrico rimbalzando un po’ sul torace di Carlo.”Si…i…i” ha ansato Carlo.”Starai fermo se mi tolgo?””Sì, ma alzami, mi stai schiacciando!”Enrico ha aspettato ancora un momento, come se stesse pensando se dare o no fiducia a Carlo, poi si è alzato. Carlo si è alzato a sedere in un silenzio che si è protratto per molti secondi; poi Enrico ha parlato.”Allora, posso unirmi al vostro divertimento?” Il tono beffardo stava lasciando la sua voce. “Mi dispiace di avervi chiamati culi. Prometto che non lo dirò a nessuno, ma voi mi farete partecipare. OK?”Carlo ha aspettato un momento, poi mi ha guardato. Io ho accennato col capo.”Va bene” ha detto. “Se due cazzi si divertono, tre cazzi si divertono ancora di più. Benvenuto nel club!”Sono strisciato fino a dove erano i due ragazzi uno di fronte all’altro. Enrico ha guardato il mio cazzo flaccido, poi mi ha guardato in viso.”Carino il tuo uccellino” ha detto sorridendo.Io ho appoggiato la mano al suo inguine e gli ho sentito il cazzo e le palle. “Penso che tu mi batti come taglia, da come sento, ma scommetto che non è grosso come quello di Carlo. Mostracelo.”Enrico ha slacciato la fibbia della cintura, ma Carlo glia ha schiaffeggiato via la mano.”Fallo fare a noi.”Enrico si è appoggiato di nuovo sui gomiti e ha guardato Carlo che gli slacciava la cintura. Io gli ho slacciato le scarpe poi gliele ho tolte con le calze e le ho gettate via. Enrico ha alzato le anche e Carlo gli ha fatto scivolare i pantaloni alle ginocchia., poi Enrico ha appoggiato il culo sulla ghiaia ed io gli ho sfilato i pantaloni, a questi è seguita la biancheria intima. Ora eravamo tre ragazzi tutti nudi.Nessuno di noi aveva una vera erezione, ma Carlo ed io abbiamo cominciato a lavorarci Enrico e non ci è voluto molto tempo perché il suo cazzo sorgesse e puntasse verso il cielo. Che bel cazzo era! Era più lungo del mio, e più grosso, ma non come quello di Carlo. Doveva essere di diciotto o diciannove centimetri! Il mio piccolo pezzo di carne sembrava un po’ insignificante vicino a quei due cazzi massicci. Mi sono avvicinato, ho preso il suo cazzo nel mio pugno e l’ho schiacciato.”Oh, sì” si è lamentato Enrico. Ha gettato indietro la testa e ha spinto in alto le anche costringendo ulteriormente il suo cazzo nel mio pugno. Ho cominciato quel meraviglioso movimento, su e giù, su e giù. Ho appoggiato il pollice al prepuzio e ho spinto; il pollice è penetrato. Ho sentito la testa umida e quando l’ho ritratto il pollice era bagnato del suo liquido pre seminale.”Dammelo” ha detto Carlo e si è chinato a leccare la pre eiaculazione sul mio pollice, dopo di che ha ficcato la lingua nel prepuzio di Enrico per cercarle dell’altra. Non è rimasto deluso, ha mosso la lingua facendo rumori di risucchio. Mi sono spostato sotto di lui e ho preso in bocca una delle palle di Enrico. Le ho strette tra le labbra e le ho prima leccate e poi morsicate delicatamente, ho fatto roteare la palla mentre la succhiavo e quindi ho leccato il sacco che la conteneva. Aveva un sapore salato, come di sudato, ma mi piaceva. A quel punto ho cominciato a fare lo stesso con l’altra palla.Enrico si è lamentato di nuovo e Carlo ha aumentato il ritmo. Io ho alzato la mano e gli ho carezzato il torace, sentivo i suoi peli biondi, più lunghi in mezzo al torace tra i due capezzoli. Mi sono ricordato di quello che avevo sentito quando Carlo mi aveva succhiato un capezzolo, così ho lasciato andare le sue palle e mi sono spostato sul torace. Gli ho solleticato un capezzolo con la lingua e ho strofinato l’altro con la mia mano libera, poi ho cominciato a succhiargliene uno. Ho succhiato e leccato, succhiato e leccato. Enrico ha risposto chinandosi verso di in me e lamentandosi di nuovo.”Cazzo, dove hai imparato?” ha chiesto. “Fallo! Fallo! Succhiami le tette!”Io ho succhiato e leccato e succhiato per un po’, prima un capezzolo, poi l’altro. Sono diventati duri sotto le mie carezze ed ad Enrico piaceva. Nel frattempo Carlo era occupato col cazzo e dal respiro di Enrico che aumentava di velocità e dai brividi che attraversavano il suo corpo, si poteva dire che stava avvicinandosi all’orgasmo. Ho abbandonato i capezzoli e ho girato la testa per guardare.”Voglio vederlo venire” ho detto a Carlo. Carlo ha lasciato che il cazzo scivolasse fuori dalla sua bocca e ha cominciato a masturbarlo. Faceva scivolare la mano spostando su e giù la pelle molle del cazzo. Enrico si è appoggiato di nuovo ai gomiti, la testa gettata di nuovo indietro, si è inarcato e ha spinto in avanti le anche. “Uuunnnggghhh!” Si è lamentato. “Uuunnnggghhhh!”Uno spruzzo enorme di bianco sperma caldo è stato sparato fuori dal cazzo di Enrico. Come al rallentatore l’ho visto descrivere un arco nell’aria e cadere sul suo stomaco, a meno di tre centimetri dalla mia faccia. Senza pensarci un secondo ho spinto fuori la lingua e attirai la sborra nella mia bocca mentre un secondo spruzzo ancora più grande seguiva il primo, e poi un terzo, ed un quarto. Ne ho perso il conto mentre cercavo velocemente di leccarli mentre precipitavano sullo stomaco di Enrico.Alla fine la fontana bianca si è fermata. Enrico si è rilassato, i gomiti hanno ceduto e si è sdraiato a terra ad occhi serrati emettendo un lungo sospiro.”Cazzo!” ha detto. “Cazzo! Ragazzi voi sapete quello che bisogna fare! Non mi hanno mai fatto un pompino così prima d’ora!””Pompino” era un altro termine nuovo per me e l’ho immagazzinato nella mia mente per usarlo più tardi.”Ora è il mio turno” ha detto Carlo. “Io sono l’unico che non ha sborrato! Chi si fa avanti?”La risposta era semplice. Enrico ed io ci siamo messi al lavoro. Questa volta però volevo il cazzo, quella sarebbe stata la mia prima succhiata ed io non ne potevo più! Enrico gli ha preso le palle ed abbiamo iniziato. Il cazzo di Carlo era così lungo che non c’era possibilità di prenderlo tutto in bocca, potevo prenderne solo metà. Ho afferrato il resto del cazzo con una mano e l’ho masturbato mentre succhiavo la parte superiore. Carlo non era completamente duro quando ho cominciato, ma ben presto ha cominciato ad indurirsi. Quando si è gonfiato il suo cazzo mi ha riempito la bocca, ma io ho resistito succhiando e leccando.Nel frattempo Enrico aveva fatto scivolare una mano sotto Carlo e gli stava strofinando l’indice su e giù sulla fessura. Carlo ha cominciato a muovere il culo spingendo per scendere sul dito di Enrico, tentando di prenderlo nel buco. Enrico ha capito il suggerimento e ha tentato di spingerlo dentro, ma non c’è riuscito.”Bagnalo” ha detto Carlo. “Poi entrerà.”Enrico si è bagnato il dito e l’ha spinto nel buco; una volta passato lo stretto muscolo, è scivolato dentro e Carlo ha dato un improvviso scossone spingendo il suo cazzo ulteriore nella mia bocca. Ne ho sentito la fine scivolare giù nella mia gola ma non mi ha soffocato. Sono rimasto sorpreso ed emozionato per questo fatto e così sono riuscito a lavorargliene di più con la bocca e meno con la mano. Enrico ha fatto scivolare un altro dito accanto all’indice ed il buco di Carlo si è allargato di più.Deve essergli successo qualche cosa di meraviglioso dentro perché gli occhi gli si sono rivoltati indietro e si è inarcato indietro spingendo il cazzo nella mia bocca. Enrico faceva scivolare le dita dentro e fuori mentre io succhiavo. Dopo solo un paio di minuti Carlo ha gridato “Vengo!”Volevo vedere, ma volevo anche avere l’esperienza del suo sperma che colpiva il fondo della mia gola. Ho optato per la seconda soluzione e ho succhiato. Senza preavviso il primo spruzzo caldo è arrivato e la mia bocca e la mia gola sono state riempite improvvisamente della sua sborra. Questa volta sono rimasto soffocato. Tossendo e sputando mi sono tirato via ansante. Il secondo spruzzo mi ha colpito in pieno sulla faccia, e poi un altro ed un altro ancora, finché non sono stato coperto della sborra di Carlo.Quando sono riuscito a smettere di tossire e la passione di Carlo è diminuita, lui si è avvicinato alla mia testa e l’ha tirò al suo viso. Ha cominciato a leccare la sua sborra; Enrico si è unito a lui nel leccare. Sono riuscito a prenderne un po’ in bocca quando Carlo ha pigiato le sue labbra sulle mie ed abbiamo condiviso il tesoro che lui aveva depositato sulla mia faccia. Ci siamo baciati a lungo e profondamente e la mia lingua ha tirato il nettare nella mia bocca. Enrico si è tirato indietro e ha guardato senza dire niente. Quando Carlo finalmente ha abbandonato la mia faccia, Enrico si è avvicinato e l’ha baciato sulle labbra. Si sono abbracciati e ci siamo sdraiati braccia, gambe, cazzi e palle attorcigliati. Siamo rimasti così, i nostri esercizi per ora erano finiti.Era difficile credere che noi avessimo potuto fare tanto sesso in così poco tempo! Carlo ha guardato l’orologio e ha visto che erano quasi le undici e mezza. Presto ci sarebbe stato l’intervallo e noi eravamo affamati!”Una nuotata veloce e poi andiamo a casa per pranzo”.Senza aspettare risposta è strisciato in riva all’acqua e si è schizzato faccia e braccia. “Non è troppo freddo” ci ha riassicurati. “Venite”.Si è alzato, era un piacere vedere il suo corpo nudo, col suo torace forte, le braccia ed i muscoli delle gambe che splendevano per il sudore degli esercizi della mattina. Non ci ha aspettato, si è tuffato ed è sparito dalla nostra vista. Enrico l’ha seguito ma subito dopo c’ero io, abbastanza vicino per ammirare il suo tondo, grosso sedere e desiderare di afferrarlo con le mie mani prima che scomparisse sotto l’acqua. Il mio cazzo era diventato di nuovo semi duro solo a guardare i loro corpi nudi. L’acqua non era così fredda da impedirci di nuotare, ma era abbastanza fredda da farmi diventare molle il cazzo.Non siamo stati a lungo nell’acqua e ci siamo vestiti rapidamente dopo essere emersi, rabbrividendo, coi cazzi flaccidi e le palle strette sotto. Carlo ed Enrico abitavano all’altro capo della città, così sono corsi via. Io mi sono incamminato verso casa sperando che i capelli si asciugassero prima di arrivarci.Fortunatamente la mamma non era in casa; mio fratello Franco invece c’era, aveva un cartone di latte in una mano ed un panino nell’altra. Ha accennato col capo quando sono entrato ma non ha smesso di bere fino a quando l’ultima goccia non è stata finita. Ha abbassato il cartone e l’ho visto sorridere col viso imbrattato di latte.”Mamma è già ritornata al lavoro, doveva tornare presto” poi ha esitato. “Ha chiamato il tuo professore.”Ho dimenticato completamente Carlo, Enrico ed i giochi della mattina. La mia faccia ha dovuto rivelare la mia sorpresa e gli improvvisi sensi di colpa perché Franco ha sorriso ancora di più.”Ha detto che tu ed altri due ragazzi eravate scomparsi e stava controllando dove eravate finiti. Ho pensato che tu fossi con Carlo.””Come hai fatto a saperlo? ” Ho chiesto. “E cosa hai detto al professore?””Gli ho detto che eri a letto con la diarrea e che mamma era andata in farmacia a prendere una medicina. Non potevo dirgli che probabilmente stava facendo una sega a Carlo ed all’altro ragazzo!”Di nuovo il mio viso deve aver mostrato sorpresa. Franco sapeva! Come aveva fatto?”Come l’hai saputo?” Ho chiesto quando ho recuperato l’uso della parola.”Merda, ragazzo, io lo sto facendo col fratello maggiore di Carlo, da quando siamo venuti ad abitare qui. Lui mi ha insegnato e ha insegnato anche a Carlo. Mi diceva quello che lui e Carlo facevano per eccitarmi. Funzionava! Io pensavo di fare quelle cose con te, ma tu eri troppo giovane; non pensavo che tu fossi pronto. Ora invece mi sembra che tu non sia troppo giovane!” I suoi occhi si sono abbassati al mio inguine e là si sono fermati.Franco stava provando a dirmi qualche cosa, ho pensato tra di me. Ho tentai di controllare l’espressione della mia faccia e ho guardato nella credenza per cercare pane e salame. Avevo fame ed avevo bisogno di mangiare. Mi sono fatto un panino, ma continuavo ad ascoltare attentamente ogni parola di Franco.”Quando ti sei fatto quel bagno ieri pomeriggio, io ero quasi sicuro, dall’espressione sulla tua faccia, di quello che tu e lui stavate facendolo” ha proseguito. “Ho visto il tuo inguine gonfiarsi e ho visto un segno bianco sulla tua camicia. La sua sborra o la tua? Mi sembravi molto eccitato e ho pensato che ti stavi facendo un bagno per farti una sega. Stupido! Se tu fossi andato nella tua camera ti avrei dato una mano.”Ho smesso di mangiare e ho guardato Franco che stava ancora vicino al frigorifero con il cartone di latte vuoto in mano. Con l’altra mano si è massaggiato la protuberanza che sembrava stesse crescendo nei suoi pantaloncini. Mi ha guardato negli occhi e mi ha sorriso.Ho appoggiato il panino, tutti i pensieri di mangiare se ne erano andati, a meno non si pensi a quello che stavo immaginando di fare col cazzo di Franco! Mi sono alzato e lui ha guardato il mio inguine. Poi ha usato quella vecchia battuta cinematografica “È una pistola quello che hai in tasca, o sei solo felice di vedermi?”Il mio cazzo pulsante e duro come la roccia gli ha dato la risposta.”Vieni di sopra” ha detto Franco. “Abbiamo delle cose da mostrarci l’un l’altro.””Cosa di scuola? ” Gli ho chiesto seguendolo.”Al diavolo la scuola! Noi possiamo insegnarci l’un l’altro. Inoltre tu sei a letto ammalato, ricordi? Vieni. “Ho seguito Franco su per le scale e nella sua stanza che era dall’altra parte del corridoio rispetto alla mia. Il suo letto era contro il muro, ma lui non è andato là. Invece è andato all’armadio e ha preso una grande scatola chiusa dalla mensola in alto. Mi sono ricordato che gliel’aveva regalata tre anni prima nostro padre per il suo diciottesimo compleanno. Non l’avevo mai visto metterci dentro o toglierci qualche cosa, ma siccome da qualche anno dormivamo in stanze separate, la cosa era normale.Franco ha messo la scatola sul letto e si è tolto di tasca una chiave; l’ha aperta e ha alzato il coperchio. “Dai un’occhiata, hai mai visto niente del genere?”Nella scatola c’erano un piccolo plico di riviste, dei piccoli pacchetti come pacchetti di borsa del tè che si trovano nei ristoranti, ma diverso, ed una cosa lunga, di plastica che sembrava un cetriolo, ma senza le protuberanze. Uno sguardo più da vicino mi ha detto che si trattava di un grosso cazzo di plastica! A cosa serviva, mi sono chiesto.Ho preso una rivista e l’ho aperta. Franco ha riso all’espressione che è passata sulla mia faccia. La fotografia mostrava due ragazzi, un ragazzo nudo in ginocchio di fronte all’altro, la testa proprio nell’inguine dell’altro ragazzo. Non ho avuto bisogno che mi dicesse cosa stavano facendo, io avevo fatto la stessa cosa a Carlo quella mattina.”Cazzo!” Ho detto.”No, succhio!” Ha detto Franco e poi ha riso. “C’è più. Guarda le altre.”La rivista seguente mostrava una donna con grandi tette e due uomini. Uno stava le stava strofinando le tette con una mano ed il cespuglio peloso con l’altra. L’altro ragazzo aveva la mano avvolta intorno al cazzo del primo ragazzo.”Vuoi vedere la fica? Più avanti ci sono delle immagini.”Ho aperto la rivista a metà e c’era un’immagine della stessa ragazza sdraiata sulla schiena, le dita di una mano conficcate nel suo buco, la sua fica, come l’aveva chiamata Franco, e l’indice dell’altra mano infilato in bocca. Lei sorrideva.”È lei?” Ho chiesto. “Quella è una fica?””Non ne hai mai vista una prima?””Fino ad ieri non sapevo che le ragazze ne avevano una” ho confessato e Franco ha riso di nuovo. “Uaaa, sei veramente vergine! O meglio sei stato vergine fino a che non hai incontrato Carlo, non è vero?””Sì” ho detto, ora avevo meno vergogna a parlare di sesso con Franco. Ho girato la pagina e c’era un uomo, teneva il suo cazzo massiccio con una mano e lo spingeva nella fica della ragazza. La sua testa era gettata indietro, proprio come Carlo quando io… noi… Enrico ed io, gli succhiavamo il cazzo. Conoscevo quella sensazione. Le sue anche erano spinte in avanti, come se stesse spingendo la fica sul grosso cazzo. L’uomo stava guardando in basso come per guidarlo dentro. Avrei desiderato che fosse un film invece di una fotografia!”Guardane un’altra, prova questa” ha detto Franco cercando tra le riviste per trovare quella che cercava. Ha girato molte pagine prima di mostrarmi la foto che cercava. “Questa è la mia favorita.”Ho guardato l’illustrazione e ho visto tre bei giovani ben fatti in un fienile; mi è venuto in mente il posto dove Carlo ed io avevamo giocato a strip poker; era stato solo ieri? Un ragazzo stava in piedi, il cazzo enorme spinto nel culo del secondo ragazzo. Il secondo ragazzo era chinato, accarezzava le tette al terzo ragazzo e gli succhiava il cazzo. Il terzo ragazzo giaceva sulla schiena su una balla di paglia ed aveva la mano avvolta intorno al cazzo duro come pietra del ragazzo di mezzo ed evidentemente gli stava facendo una sega.Ero così eccitato, il mio cazzo stava diritto nei mio pantaloncini. Avrei voluto avere sollievo, ma gli altri oggetti nella scatola mi intrigavano, dovevo sapere cos’erano. Ho preso uno dei pacchetti.”Cos’è questo? ” Ho chiesto.”Non sai cos’è quello?” Ha chiesto Franco. “Cazzo, è un preservativo. Lo devi mettere sulla verga quando chiavi una ragazza così lo sperma non le resterà dentro.”Lo sapevo, Carlo mi aveva spiegato che sborrando in una ragazza si fanno i bambini.”Dovresti portarlo anche se fotti un ragazzo” ha continuato Franco. “Altrimenti, potresti prenderti qualche cosa di irrimediabile, l’AIDS.”Avevo sentito qualcosa sull’AIDS scuola, ma l’insegnante non aveva accennato alle inculate, ma solo ad aghi sporchi o roba del genere.”Ma come si usa?” Ho chiesto, effettivamente non ne avevo idea. Non ne avevo mai visto uno, se non nella fotografia dei ragazzi che chiamavano sulla rivista di Franco, e anche in quel caso si vedeva vicino allo stomaco, il resto del cazzo era sepolto nel culo dell’altro ragazzo.”Aprilo” ha detto Franco; mi si è avvicinato mentre io stracciavo l’estremità del pacchetto. Ho tirato fuori un piccolo cerchio di gomma.”Vuoi mettertelo? Ti aiuto io.”Ha aperto il bottone dei miei pantaloncini poi ha tirato giù la chiusura lampo. I pantaloncini si sono impigliati nel mio cazzo duro, lui li ha spostati e sono precipitati sul pavimento; quindi mi ha aperto le mutande, con una mano mi ha afferrato il cazzo e con l’altra mi ha abbassato gli slip.”Direi che sei proto, dammi il preservativo”. Gli ho passato il preservativo e lui ha messo l’anello di gomma sulla cima del mio cazzo duro. Poi, con un movimento uniforme, lo ha fatto scivolare dall’inizio alla fine giù fino al mio stomaco. Il mio cazzo è rimasto stretto in un pallone di gomma!”Lo si porta così” ha detto Franco. “Ora usiamolo, non vorrai sprecarlo.”Ha cominciato a masturbarmi lentamente, tenendomi per il cazzo è retrocesso verso l’armadio ed io l’ho seguito. Raggiunto l’armadio ha aperto il primo cassetto, ha preso un vasetto e ha detto “Aprilo”L’ho aperto, c’era dentro una specie di gelatina.”Calami i pantaloni” mi ha detto, il suo respiro era pesante e continuava a menarmi i cazzo nel suo contenitore di plastica.Gli ho aperto la cintura, poi il bottone, poi la chiusura lampo. I pantaloni gli sono caduti alle ginocchia, poi sul pavimento. La parte anteriore delle sue mutande era tesa in fuori. Sono entrato con una mano e ho trovato il suo cazzo duro che pulsava e sobbalzava al mio tocco. Con l’altra mano gli ho tirato giù le mutande. Vedendoglielo duro per la prima volta non ho potuto fare a meno di pensare che non era molto più grosso del mio anche se aveva due anni più di me. Questo significava che anche il mio non sarebbe diventato più grosso? Carlo pensava che fosse possibile ed io speravo che avesse ragione.Franco mi ha teso il vasetto. “Mettitene un po’ sul cazzo” ha ordinato. L’ho fatto spalmandolo sul preservativo, tenendo in mano il cazzo e strofinando la sostanza gelatinosa su tutta la lunghezza. Franco si è girato e si è piegato mettendo le mani sul bordo del letto.”Ora fottimi” ha detto. “Fai scivolare il tuo cazzo caldo nel mio buco del culo. Spingilo con forza, dal principio alla fine.”Mi sono messo dietro di lui e ho appoggiato l’estremità del mio cazzo dentro il suo sudario di plastica contro il buco. Ho spinto ed improvvisamente il mio cazzo è scivolato dentro, fino all’elsa! Oh, Dio! ho pensato mentre la pressione mi stringeva la verga. Che sensazione meravigliosa! Ed il piacere è aumentato quando Franco ha stretto i muscoli stringendo il mio cazzo per tutta la sua lunghezza. “Santa fottuta!” Ho esclamato.”Hai detto la parola magica, ragazzo! Fottimi! Fottimi forte!” ha detto mio fratello e non ha aspettato che iniziassi l’azione. Ha cominciato a muovere le anche ed il mio cazzo è scivolato fuori, poi dentro, poi fuori ed dentro di nuovo, ancora ed ancora.”Vai ragazzo!” ha gridato. “Fottimi! Fottimi il culo!Dammelo tutto!”Dopo due o tre tentativi ho preso il ritmo; il mio cazzo andava dentro e fuori, dentro e fuori, dentro e fuori. Di tanto in tanto lui stringeva con forza ed io ho pensato che stava per spingermi fuori come fosse uno stronzo, ma poi lui allentava la presa ed io scivolavo di nuovo dentro. Dentro e fuori, dentro e fuori. Lui si lamentava e così io. Di tutte le esperienze io avevo avuto in quei due giorni di istruzione al sesso, quella era la migliore! Ho aumentato la velocità, sempre di più, volevo venisse il momento dell’orgasmo, quel momento delizioso del piacere più alto, di liberazione improvvisa, ma contemporaneamente non volevo che quella sensazione finisse. La sborrata però non era dilazionabile ed io mi sono immerso in lui, più profondamente e con più forza possibile. Se avessi potuto farlo avrei spinto il mio cazzo duro attraverso di lui e fuori dall’altro lato. Dio sa che ho tentato!Poi sono venuto! Uunnnnggghhh! Sprizzata dopo sprizzata, sprizzata dopo sprizzata! Possibile? Ho sprizzato veramente sei volte? Il piacere del momento era troppo grande, tuttavia tentavo di contare, tentando di vedere quanti spruzza riuscivo a fare. Il giorno precedente ne avevo fatto solo uno e non lo si poteva chiamare veramente uno spruzzo, più che altro una colatura! Questa volta avevo sprizzato sei grossi getti di sperma nel preservativo nel culo di Franco! Non potevo crederlo!Poi, passato il momento, ho sentito le ginocchia cedere e sono precipitato in avanti avvolgendo il mio corpo caldo, sudato su quello di Franco. Le mie anche hanno smesso le loro convulsioni; il mio cazzo ha cominciato ad ammollarsi ed è scivolato fuori dal culo di Franco. Lui si è spostato di lato ed io sono precipitato sul letto, esausto.Franco si è voltato e mi ha guardato. “Ehh, se te l’avessi insegnato prima avremmo potuto farlo un sacco di volte! Pensa quello che abbiamo perso!””Non fa niente Franco” ho detto. “Quello che è successo valeva l’attesa. È stato terrificante!”Ho guardato il mio cazzo flaccido, l’estremità del preservativo pendeva libera con dentro una grande quantità di liquido bianco. L’avevo fatto tutto io?”Che grande chiavata!” Ha detto Franco. “Hai ragione! Valeva l’attesa! “Pensavamo fosse sfuggito il fatto che eravamo scomparsi la mattina precedente. Il nostro insegnante, il sig. Ciocci l’aveva notato ed aveva chiamato le nostre case. Mio fratello Franco aveva risposto ed aveva detto che io ero a letto ammalato, aveva indovinato che ero fuori con Carlo ed Enrico.Il sig. Ciocci non aveva scoperto altro anche a casa di Carlo perché suo fratello aveva trovato una scusa come Franco; evidentemente Carlo gli aveva detto quello che aveva in animo di fare.Il sig. Ciocci aveva avuto migliore fortuna a casa di Enrico, comunque; aveva risposto sua madre ed era rimasta scioccata nel sentire che non era a scuola. Era molto preoccupata e quasi stava per telefonare alla polizia quando è tornato a casa per pranzo. Gli ha detto che voleva sapere dove era stato, naturalmente lui non gli aveva detto che era andato a succhiare cazzi, ma che era andato a nuotare e che Carlo ed io eravamo con lui. Lei aveva chiamato la scuola ed aveva comunicato all’insegnante quello che Enrico le aveva detto.Quando siamo arrivati a scuola il giorno seguente siamo stati chiamati nell’ufficio. Una parte della verità è uscita, la parte del nuoto, ma nessuno di noi ha parlato del resto, Enrico tuttavia era dannatamente spaventato! Siamo stati puniti, avremmo dovuto pulire la classe ed il sig. Ciocci ha detto che per due settimane saremmo tornati dopo la scuola dal sig. Guenzi, l’insegnante di ginnastica. L’ho guardato mentre lo diceva e mi è sembrato di vedere un sogghigno sulla sua faccia. Cosa c’era di così divertente mi sono chiesto, ma poi me ne sono dimenticato.È risultato che non eravamo gli unici a dover ritornare dopo la scuola, c’erano tre altri ragazzi, non dalla nostra classe, che si erano messi nei guai quella settimana. L’Guenzi ci fece allenare duramente e, quando abbiamo finito, eravamo fradici di sudore.Il primo giorno, tornati nello spogliatoio dopo l’allenamento, nonostante l’Guenzi ci avesse detto di fare la doccia prima di andare via, noi ci siamo vestiti immediatamente e siamo andati a casa. Il secondo giorno Carlo ha portato il sapone, lo shampoo ed un asciugamano, ha detto che avrebbe fatto la doccia. Non aveva la doccia a casa, così aveva pensato fosse una buona idea; Enrico, fanatico della pulizia come avevamo già visto, aveva deciso di fare altrettanto.Il giorno seguente, in classe, Carlo mi ha detto sottovoce di fermarmi e fare anch’io la doccia. Non potevamo stare insieme dopo la scuola, le nostre mamme erano adirate e non permettevano di stare insieme. Il terzo giorno abbiamo pensato che per noi era ancora possibile godere l’uno del corpo dell’altro, ma in palestra! Punizione e passione in un sol colpo, questo era parlare! Anche il mio cazzo sospettava che stesse per succedere qualche cosa di bello, infatti in quei giorni era sempre in tiro. Quindi il terzo giorno ho portato il sapone e tutto il resto oltre ad un cambio di vestiti. La stessa cosa hanno fatto Carlo ed Enrico. Tutti e tre ci siamo messi sotto le docce ed anche gli altri tre hanno fatto la stessa cosa. Evidentemente Carlo fin dal giorno precedente aveva in mente un’idea e non era difficile capire cosa aveva in mente, che idea!Uno degli altri era Luca, un ragazzone grande e goffo. Non era un buon atleta, sembrava inciampasse nei suoi piedi! Tuttavia aveva un bell’aspetto, un paio di profondo occhi marroni e lunghe ciglia, il genere che piace alle ragazze. Un altro era Billy, era più piccolo di noi ma molto muscoloso, aveva una serie di pesi in cantina e si allenava di frequente. Il torace ed i muscoli delle braccia erano gonfi, e lo stomaco, quando l’abbiamo visto il giorno, era uno di quegli stomachi tipo asse da bucato, una bella visione. Le gambe erano possenti e muscolose, corte rispetto alla parte superiore del corpo, ma molto forti, e molto pelose! Il terzo ragazzo era Michele, “Grande Michi” come lo chiamavano tutti, e la prima volta che l’ho visto fare la doccia, ho capito il perché! Il suo cazzo era anche più grosso di quello di Carlo e le sue palle sembravano quelle di un cavallo!Inutile dire che noi ora stavamo godendoci la nostra punizione! Immaginateci in un locale docce con tre ragazzi sexy! In breve anche loro cominciarono a pavoneggiarsi nella loro nudità. Io ero contento di vedere che Luca e Billy avevano cazzi delle dimensioni del mio; io stavo cominciando ad avere un serio complesso, con Carlo ed Enrico ambedue così grossi. Ma anche loro si sentivano piccoli vicini a Grande Michi! Molle era più grosso di Enrico, e pressoché grosso come quello di Carlo. Io speravo che un giorno o l’altro saremmo riusciti a vedere il suo cazzo duro, ma non c’è voluto molto tempo prima che accadesse.Dunque quel terzo giorno avevo portato con me il necessario per la doccia e quando il professore ci ha permesso di tornare nello spogliatoio eravamo sudati come maiali. “E fate la doccia! ” ci ha ordinato mentre uscivamo dalla palestra. “Puzzate! “Diceva la stessa cosa anche dopo le lezioni regolari, veniva nello spogliatoio per vedere chi stava facendo la doccia e chi no, si avvicinava ai ragazzi nudi e gli metteva una mano sulle spalle mentre parlava della lezione appena finita o di roba del genere. Non guardava mai i cazzi e le palle, almeno non durante o dopo le lezioni, e così non avevamo mai pensato che fosse gay. Quel giorno stava per succedere qualcosa di diverso.Come dicevo tutti e sei eravamo sotto le docce; il locale era diviso dallo spogliatoio da un muro, ma dentro non c’erano tende davanti ai quattro box. Questi erano abbastanza grandi per contenere due persone come avremmo scoperto. Carlo mi ha sussurrato di svestirmi lentamente ed io l’ho fatto, ho fatto finta di non riuscire a sciogliere un nodo. Quando sono stato spogliato e ho raccolto l’asciugamano, tutti erano già sotto la doccia, eccetto Carlo che stava aspettandomi accarezzandosi soprapensiero il grosso cazzo. Abbiamo girato l’angolo e là c’erano quattro ragazzi nudi! Sapevamo che avremmo avuto tutto il tempo di sollazzarci la vista pensando di dover aspettare che un paio di loro avessero finito e ci dessero i loro box. O meglio così noi pensavamo.Quando abbiamo guardato abbiamo visto che Billy e Luca erano nello stesso box e si dividevano sapone e spugna. Grande Michi era nel secondo da solo ed Enrico, che sembrava molto piccolo vicino a Grande Michi, era nel terzo. Il quarto era vuoto.Abbiamo dato una bella occhiata al cazzo molle di Grande Michi, e ne valeva la pena. Stava insaponandosi i capelli ed il movimento della parte superiore del corpo faceva dondolare avanti ed indietro il cazzo massiccio. Anche molle, o semi molle com’era; era una visione degna di essere vista!Tuttavia la verga enorme non era l’attrazione principale; abbiamo visto che Billy e Luca si stavano eccitando l’un l’altro strofinandosi l’un l’altro con la spugna insaponata. I loro cazzi erano semi duri e stavano crescendo, la stessa cosa stava accadendo ai nostri.Enrico è diventato duro semplicemente guardando noi che guardavamo gli altri ragazzi e lui si stava già masturbando! Era girato verso di noi e si accarezzava il cazzo duro, la testa gettata indietro e le labbra aperte, i denti stretti. Ha aperto gli occhi, ci ha visto e ha sorriso; ha spostato la mano, ci stava proponendo il suo cazzo duro? Non eravamo molto interessati, ci piaceva il suo cazzo, ma non ci piaceva lui!I nostri occhi sono deviati di nuovo su Billy e Luca che ora stavano interessandosi sempre più seriamente l’uno del corpo dell’altro. Billy aveva una mano sulla parte posteriore di Luca e stava tirando il corpo dell’altro ragazzo più vicino al suo, i loro cazzi duri ora si toccavano, sembrava quasi che stessero duellando mentre loro si muovevano avanti ed indietro strofinandosi l’uno con l’altro. Billy stava strofinando le tette di Luca ed i piccoli capezzoli marroni si stavano sollevando dal suo torace. La mano di Carlo si è abbassata al suo cazzo e ha cominciato ad accarezzarlo, poi alzò una mano a darmi una piccola stretta ed immediatamente mi si è messo sull’attenti. Eravamo così occupati ad osservare Billy e Luca ed ad ignorare Enrico, che nessuno di noi si è accorto che Grande Michi aveva smesso di lavarsi e ci fissava, dopo di che ha lasciato il suo box ed è venuto vicino a noi per vedere cosa stavamo fissando. Quando ha visto cosa ci eccitava ha dato una forte risata sguaiata.”Ehi, pervertiti!” ha gridato a Billy e Luca. “State eccitando questi qui con la vostra lotta dei cazzi. Guardate i loro cazzi!”Billy ed luca si sono fermati e hanno guardato. Io ho tentato di nascondermi, ma Carlo è rimasto fermo, sorridente, a gambe aperte, mentre si accarezzava il capolavoro da venticinque centimetri. Gli altri hanno spento le docce e si sono avvicinati. “Cazzo, è proprio bello” ha detto Billy.Luca era più deciso, si è avvicinato e glielo ha preso in mano. “Acci, e è anche grosso” ha detto dandogli un paio di colpi.Grande Michi si è avvicinato e lo ha preso in mano. “Penso che a Carlo piace” ha detto dopo averlo accarezzato un paio di volte. Gliel’ha schiacciato e rilasciato. Billy, Luca ed Enrico ora si stavano masturbando mentre guardavano Grande Michi che faceva la sega a Carlo. Io non potevo non farlo e mi sono unito agli altri. Carlo, vedendo che tutti i cazzi stavano festeggiando eccetto quello di Grande Michi, gliel’ha preso in mano.Senza che nessuno ce lo suggerisse ci siamo messi in cerchio ed ognuno ha cominciato a fare una sega al ragazzo vicino. Sopra il rumore dei prepuzi agitati si sentivano dei lamenti. Grande Michi era l’unico che aveva qualcosa di differente, non avevo visto molti cazzi ma sia io che Carlo che mio fratesco avevamo la cappella incappucciata. Com’ero inesperto in fatto di cazzi, quello di Grande Michi era il primo cazzo circonciso che avessi mai visto.Se non fosse perché Enrico aveva preso in simpatia il mio cazzo duro e stava accarezzandolo furiosamente, mi sarei avvicinato a toccare la cappella di Grande Michi. Non potevo raggiungerlo ma potevo vedere come si gonfiava e diventava sempre più duro e più grosso di qualsiasi cazzo avessi mai visto prima, doveva essere lungo circa ventotto centimetri! Carlo aveva la mano completamente riempita mentre accarezzava quel cazzo massiccio, ma lui era la persona giusta per quel lavoro. Ha torto la mano e che mentre lui massaggiava la carne massiccia Grande Michi muoveva le anche avanti ed indietro costringendo il suo cazzo sempre più profondamente nella mano di Carlo.Ora eravamo tutti al limite ed il bisogno di sborrare era al capolinea. I lamenti erano divenuti grugniti e tutti di noi ci stavamo schiaffeggiando lo stomaco più velocemente che potevamo. Grande Michi stava lavorando il cazzo di Enrico, ed Enrico è stato il primo a venire. Ha rilasciato un strillo acuto e selvaggio “uuunnnggghhhhhhh!”Lui stava lavorando il cazzo di Billy e Billy ha raggiunto il punto abbagliante guardando Enrico che sprizzava il suo sperma nel centro del cerchio. Luca mi aveva portato sull’orlo ed io ero sicuro che stavo facendo la stessa cosa con Carlo, speravo che avremmo sborrato insieme. Improvvisamente Luca è arrivato ed il suo sperma caldo mi ha colpito sulla gamba. Era troppo per me e Carlo mi ha seguito dopo un secondo. Rimaneva solo Grande Michi; il braccio di Carlo cominciava ad essere stanco e lo si vedeva.Grande Michi ha allontanato la mano di Carlo e se l’è preso da solo mentre noi, coi cazzi ammosciati tra le gambe, lo guardavamo affascinati portarsi all’orgasmo. Grandi fiotti della sua sborra calda venivano spruzzati fuori dalla fessura all’estremità del suo cazzo e lui si è girato in tondo spruzzando su di noi, un enorme spasmo dopo l’altro. Alla fine il suo cazzo ha cominciato ad ammorbidirsi e lui ha rallentato, poi si è fermato.”Clap, clap, clap!”Ci siamo girati verso la porta dello spogliatoio e c’erano i professori Guenzi e Ciocci, le protuberanze nei loro pantaloni mostravano che avevano goduto dello show.”Bene ragazzi” ha detto Guenzi entrando nel locale docce. “Come ci dovremmo comportare per questo! Il sig. Ciocci ha dei suggerimenti?””Oh sì” ha detto il sig. Ciocci. “Oh sì davvero. Penso di sapere precisamente cosa dobbiamo fare.”Si è avvicinato, si è strofinato il cazzo duro che sembrava stesse tentando di lacerargli la stoffa dei pantaloni e ha sorriso.La Punizione adatta per il reatoQualunque cosa il sig. Ciocci avesse progettato per noi, avrebbe dovuto aspettare. Erano quasi le quattro e la palestra era prenotata per la squadra di pallacanestro delle ragazze del liceo. L’allenatrice era una delle professoresse e le ragazze stavano arrivando, l’abbiamo capito dalle risate che venivano dal loro spogliatoio.”Bene, ragazzi” ha detto il sig. Guenzi guardando l’orologio. “Siete stati molto ‘birichini’; siete nei guai e lo sapete. Ma non ne parleremo al preside, almeno non ancora. Siete stati molto fortunati ad essere stati scoperti dal sig. Ciocci e da me, e ne scoprirete il perché domani quando ci vedremo di nuovo. Ora fatevi la doccia ed uscite da qui, veloci!”Ci siamo precipitati nei box, abbiamo sciacquato via la sborra di Grande Michi, ci siamo asciugati, vestiti e siamo usciti. Enrico, spaventato come al solito, stava piangendo. Ma Carlo stava sorridendo e così anche gli altri ragazzi. Io ero spaventato, ma quando ho visto che loro non lo erano, mi sono calmato un po’. Prima di arrivare all’angolo dove ci saremmo separati per andare ognuno a casa propria, ho chiesto a Carlo perché aveva sorriso.Mi ha guardato e ha riso. “Non sai niente? Se avessero voluto denunciarci l’avrebbero fatto immediatamente. No, hanno qualche cosa d’altro in mente e penso che domani lo metteranno sul piatto. Vedrai domani.”Ho camminato lentamente verso casa, mi sarebbe piaciuto essere fiducioso come Carlo, ma ero ancora preoccupato. La mamma si sarebbe arrabbiata se avesse saputo cosa avevo fatto a scuola. Se le avessero detto che ero stato scoperto a masturbarmi nello spogliatoio con altri cinque ragazzi, me le avrebbe date di sicuro!Non l’ho detto neppure a Franco. Sapevo che era contento che avevo scoperto il sesso, ma non potevo dirglielo. Avrebbe pensato di sicuro che ero un pervertito! Era difficile pensare a quello che non sapevo solo una settimana prima, fare seghe, sborrare. Ora ero sul punto di essere bollato come pervertito sessuale e di diventare la vergogna dell’intera famiglia!Sebbene andassi a letto presto quella sera, il sonno non venne facilmente. Ho sognato che venivamo fotografati, spediti al riformatorio e roba del genere. Tuttavia il pensiero dei ragazzi del riformatorio mi ha eccitato. Ho infilato le mani sotto le coperte e le ho messe nel pigiama, mi sono toccato il cazzo molle e le palle. Ci ho giocato un po’ e ho sentito un piacere familiare. Come poteva una cosa tanto divertente e piacevole essere un tale crimine? Ho smesso di pensarci e ho cominciato a masturbarmi. Domani sarebbe accaduto ciò che doveva accader e non c’era senso a piangere sul latte versato!Il giorno seguente era giovedì e mi sono alzato lentamente; non ho voluto fare colazione e mamma mi ha sentito la mia fronte per vedere se ero ammalato. Non lo ero e mi ha fatto andare a scuola. Ci sarei andato in ogni modo, penso, ma dentro di me speravo che mi avrebbe fatto restare a casa; avrei perso la faccia ad andare in palestra dopo la scuola, ma ero anche eccitato all’idea di vedere di nuovo gli altri ragazzi e scoprire perché erano tutti così tranquilli, ma io ero anche spaventato. Tutto stava andando così veloce.Il sig. Ciocci non accennò a quanto era successo e noi non siamo stati chiamati in Presidenza. Cominciavo a sentirmi meglio. Carlo, Enrico ed io nell’intervallo siamo andati vicino alla recinzione del campo di calcio. “Cosa pensa che ci faranno?” Ha chiesto Enrico nervosamente. “Ci faranno scrivere un sacco di frasi o qualche cosa del genere?””Ma che scrivere del cazzo!” Ha sbuffato Carlo. “Non col sangue probabilmente! Qualunque cosa abbiano in serbo, io penso che non ci farà tanto dispiacere. Non preoccupatevi tanto. Se avessero voluto dirlo l’avrebbero già fatto”. Il resto della mattina è passata lentamente e così il pomeriggio. Verso le tre mi sono accorto che il tempo non passava lentamente solo per me, anche il sig. Ciocci continuava a guardare prima l’orologio che c’era sulla scrivania, poi quello che aveva al polso, poi ancora quello sulla scrivania. Una volta l’ho visto guardare Carlo e sorridere. Carlo gli ha reso il sorriso. Quando ha guardato verso Enrico o me, noi piegavamo la testa.Appena finita la lezione ci siamo recati allo spogliatoio. Gli altri erano già là, quelli dell’ultima lezione si stavano rivestendo, ma io non li ho guardati e non ho guardato neppure nelle docce quando ho sentito l’acqua che scendeva. Abbiamo aspettato tutti e sei che gli altri se ne andassero per metterci in pantaloncini e Tshirt, come al solito, ed andare in palestra, come al solito.Il prof. Guenzi era là e ci ha dato le istruzioni sugli esercizi da fare dopo di che ci ha detto “Ma andate con calma oggi ragazzi. Non vogliamo che vi stanchiate troppo, non è vero? Dovete riservare un po’ di energia per dopo, non è vero?” E ghignava mentre lo diceva.Quando abbiamo finito eravamo bagnati di sudore ed io ho pensato che forse non sarebbe accaduto nulla. Nel frattempo era arrivato il sig. Ciocci e si era seduto sulla trave a guardarci; si era cambiato l’abito che portava in classe ed aveva su un paio di pantaloncini da jogging e scarpe di gomma; una maglietta rigata, stretta che metteva in evidenza i suoi muscoli. Sembrava essere in buona forma anche se non era più un ragazzino, doveva avere una trentina di anni!Quando il sig. Guenzi ha soffiato nel suo fischietto e ci ha ordinato di andare a fare la doccia, il sig. Ciocci ed il sig. Guenzi ci hanno seguiti nello spogliatoio, sono entrati dietro di noi ed il sig. Guenzi ha chiuso a chiave la porta che conduceva in palestra, dopo di che ha chiuso anche la porta che portava all’esterno. Noi eravamo là fermi a guardarlo e lui si è girato verso di noi.”Bene” ha detto. “Non mi avete sentito? Sotto le docce!”Abbiamo cominciato a toglierci i vestiti da palestra; Enrico ed io ci siamo piegati per nascondersi, ma Carlo e gli altri sono stati diritti in piedi mentre lasciavano cadere i pantaloncini e si toglievano le magliette sudate. Carlo si è avvicinato a Guenzi e gli ha strofinato il torace guardandolo negli occhi.”Anche lei è sudato” ha detto. “Perché non fa una doccia con noi? Le piacerebbe, non è vero?”Guenzi gli ha accarezzato il cazzo semi duro e le palle. “Grazie per l’invito, Carlo, è probabile che lo faccia, ed è probabile che si unisca a noi anche il sig. Ciocci, vero Ciocci?”Il sig. Ciocci era seduto sulla panca e si stava togliendo le scarpe; si è alzato e si è sfilato la maglietta dalla testa. Grande Michi gli si è avvicinato e ha accarezzato il torace peloso dell’insegnante. Il sig. Ciocci si è girato verso di lui e ha avvolto la mano intorno al cazzo massiccio del ragazzo.”Ho desiderato prenderlo in mano sin dalla prima volta che l’ho visto quando vi ho accompagnato in piscina” ha detto. “Te lo ricordi, Michi? Quel giorno che non riuscivi a trovare le mutande dopo avere nuotato? Le avevo prese io, le ho usate per ricordarmi del tuo giovane grosso cazzo, anche se posso assicurarti che non lo dimenticherei mai! Mi masturbavo pensando a lui ed annusando le tue mutande. Cosa ne pensi?””Penso che è un bel complimento, signore. Ma se le piace annusare la mia biancheria intima, perché non prova a sentire l’odore della cosa vera? È qui per lei per tutto il tempo che vuole.”Il sig. Ciocci si è precipitato sulle ginocchia e ha messo ambedue le mani sul grosso cazzo di Michi. Ha cominciato a lavorarlo facendo scivolare il pollice sulla cappella asciutta e leccandola. Quando il cazzo ha cominciato a crescere, una perla di liquido pre seminale è apparsa nel mezzo ed il sig. Ciocci l’ha leccata. Poi ha avvolto le labbra intorno alla verga e ha cominciato a succhiarla dentro come se si trattasse di spaghetti. Non ci è voluto molto tempo perché la sua bocca fosse piena, Michi l’ha afferrato per i capelli e ha cominciato a muoversi dentro e fuori della bocca.”Succhialo, uomo” ha detto. “Succhialo disperatamente!”Ora, se pensate che noi eravamo là fermi a guardare, avete ragione! Che spettacolo! Il nostro insegnante che succhiava il più grosso cazzo che avessimo mai visto. Il mio piccolo membro si è alzato alla sua completa altezza ed Enrico si è avvicinato e ha cominciato ad accarezzarlo. Io ho guardato in basso, ho visto che anche il suo era al massimo e ho cominciato a lavorarglielo. Billy e Luca, che avevano già familiarità l’uno con l’attrezzatura dell’altro, non ci hanno messo molto ad iniziare e vedevo anche sul pavimento che il sig. Guenzi e Carlo erano impegnati in un 69.La scena davanti ai miei occhi era meravigliosa, la mia voglia crescente ha cominciato ad assorbire tutti i miei pensieri ed io ho cominciato a fare una sega ad Enrico con il più grande grado di passione mentre lui lavorava il mio cazzo. Mi ha tirato più vicino a se, finché le nostre anche non si sono toccate e lui ha cominciato a strisciare contro di me, come una piuma che mi carezzasse la mia pelle. Questo non ha fatto che aggiungere adrenalina al mio sangue! Ho aperto la bocca e lui ha fatto scivolare dentro la sua lingua, completamente, mentre sotto mi menava il cazzo. Io ho masturbato il suo mentre gli succhiavo la lingua. Lui ha cominciato a muoverla dentro e fuori, dentro e fuori, come se stessimo chiavando. Io ho succhiato con maggior forza e gliel’ho tenuta in bocca. Ho schiacciato il mio corpo contro il suo, come se stessi tentando di far compenetrare i nostri corpi. Stava diventando più difficile per noi masturbarci, allora ci siamo separati un po’ ed abbiamo rivolto la nostra attenzione a quelle parti dei nostri corpi che lo stavano esigendo.Enrico ora sospirava ed io con lui. Lui si stava spingendo contro di me ed io ho indietreggiato lentamente fino a che non mi sono trovato contro il muro. Lui si è avvicinato ancora di più finché non mi sono sentito soffocato dal suo corpo, ma lui continuava a lavorarmi il cazzo. Io stavo lottando per lavorare il suo mentre la mia passione aumentava. Alla fine mi ha costretto sul pavimento e ha liberato il suo cazzo dalla mia mano. Si è messo in ginocchio e poi ha seppellito la faccia nel mio cazzo e nelle mie palle, tirandomi nella sua bocca e succhiandomi con tutta la sua forza.”Oh cazzo” mi sono lamentato. “Oh, che bello! Oh Dio, Enrico oh cazzo!” Se mia madre avesse potuto sentirmi! Se mia madre avesse potuto vedermi! Ma io non mi sono fermato a quel pensiero. Io ero completamente alla mercé di Enrico. Il piacere è aumentato sempre più e lui non smetteva. Solo quando ho pensato di essere lì lì per venire, lui ha lasciato cadere il mio cazzo duro come la pietra e mi ha succhiato le palle. Sebbene mi piacesse non era lo stesso ed il piacere è diminuito. Poi lui ha preso il cazzo in bocca e ha ricominciato.”Oh” mi sono lamentato di nuovo, poi “UnnngggghhhhhhhhhhhhHHHHHHH!” mentre il primo di molti spruzzi caldi di sborra eruttavano dal mio cazzo nella sua bocca. Enrico ha continuato a succhiare anche mentre il mio cazzo si ammosciava. “Oh, Enrico. Merda Enrico! Cazzo Enrico” ho detto quando alla fine ha smesso.Lui mi ha guardato negli occhi, il mio sperma gocciolava dai lati della sua bocca; si è alzato alla mia faccia ed io mi sono unito alle sue labbra, ho assaggiato il mio sperma. Lui ha aperto la bocca ed io ho bevuto quel torrente delizioso di sborra; poi mi ha baciato di nuovo e mi ha stretto a lui.Ho capito che era il mio turno la mia svolta. Carlo non mi aveva parlato della lealtà? Mi sono allontanato lentamente dalle labbra di Enrico e sono sceso leccandogli il torace. Gli ho leccato i piccoli capezzoli marroni e li ho sentiti diventare sempre più sodi. Li ho mordicchiati delicatamente ed il suo corpo si è torto di piacere, poi mi ha messo le mani sulla testa e ha cominciato a spingermi in giù verso il suo cazzo in attesa. Era pronto e non ci ho messo molto a portarlo all’orgasmo. Lui si dibatteva ed i miei denti gli colpivano duramente il cazzo, ma la cosa non sembrava infastidirlo. Lui mi stava facendo fare un pompino, guidando il suo cazzo il più profondamente possibile nella mia gola. Se avessi potuto fermarmi a pensarci mi sarei stupito del fatto che fossi in grado di prendergli tutto il cazzo in bocca ed in gola, tutto! Ma era possibile ragionare in un momento come quello? Io succhiavo, lui spingeva e ben presto il suo sperma mi ha riempito la bocca, eruzione dopo eruzione, tre, quattro, cinque, forse sei volte e la mia bocca era piena, ed io non avevo alcuna alternativa se non ingoiare o soffocare. Mentre il suo piacere diminuiva io ho ingoiato e poi ho ingoiato ancora. Il suo cazzo, ormai molle, è scivolato fuori dalla mia bocca. Lui mi ha alzato di nuovo alla sua faccia e le sue labbra sono arrivate alle mie. Ha cercato nella mia bocca la sua sborra, ma ce n’era molto poca, l’avevo ingoiata pressoché tutta.Mi ha stretto a se ed io mi sono girato ad osservare gli altri ammucchiati nella stanza. Il sig. Ciocci e Michi si stavano accarezzando l’un l’altro il torace con mani delicate. Anche Billy ed Enrico avevano finito e stavano l’uno nelle braccia dell’altro senza fissare niente in particolare. L’unico movimento veniva ancora dal sig. Guenzi e Carlo.Carlo stava in piedi, piegato coi gomiti sulla panca e la faccia abbassata. Il sig. Guenzi era dietro di lui e grugnendo mentre il suo cazzo scivolava dentro e fuori del culo di Carlo. Guenzi aveva la testa gettata indietro, gli occhi chiusero, la bocca atteggiata ad un ghigno stretto. Quando immergeva nel culo, Carlo spingeva indietro ed il professore grugniva come un animale. Anche Carlo grugniva e spingeva il culo contro il cazzo dell’altro.Poi il sig. Guenzi l’ha estratto e si è afferrato il cazzo con una mano. L’ha messo sulla schiena di Carlo e ha cominciato a masturbarsi a tutta forza. I grugniti erano diventati più frequenti ed improvvisamente una doccia di sperma spesso, bianco è esploso dal suo cazzo e ha spruzzato la schiena di Carlo. Spruzzo dopo spruzzo ha schizzò sulla sua pelle bianca, quando ha smesso ha aperto gli occhi e ha iniziato a spandere con una mano la sborra sulla pelle calda del ragazzo. Poi Carlo si è alzato, ed il suo stomaco era coperto di sperma, anche lui era venuto mentre il sig. Guenzi lo inculava.Lentamente il sig. Guenzi ha riguadagnato la calma e ci ha guardati, il sig. Ciocci, Grande Michi, Billy, Enrico, Luca, Carlo e me. “Bene, ragazzi”, ha detto. “Sapete che questo è solo l’inizio di qualche cosa di veramente bello. Non lo credete?”Le nostre facce sorridenti hanno risposto per noi.
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