Siamo oramai alla fine di luglio, il caldo è giunto, anche se in ritardo, e avvolge con la sua imponente patina ogni forma di vita. La sera prima ero andato a letto tardi, perciò bighellonai per qualche ora in più rispetto al solito. Con non indifferente fatica mi alzai e ancora rimbambito mi aggirai per casa facendo colazione con 3 biscotti rubati in cucina e un succo di frutta. Era una villa grande ed ogni spazio sembrava tanto immenso quanto inesplorato. Invece, conoscevo ogni singolo cm; vivendoci da anni sapevo la storia di ogni suo oggetto, dal più semplice al più raro. Erano le undici e in casa non c’erano nei miei ne mio fratello. Forse in quell’immenso vuoto potevo sentire la voce di mia sorella e uno di quei motivetti estivi che ne fanno da tormentoni. Tornando in stanza per prendere la biancheria, prima di andare in doccia, trovai Catia, che allungandosi sul davanzale puliva le tapparelle della mia camera. Il motivetto lo intonava lei, con una certa allegria… Era splendida, dai suoi vestiti leggeri trasparivano delle forme affusolate di un corpo ancora nel fiore degli anni. Il reggiseno sosteneva due seni ben fatti e colmi, dai pantaloni si intravedeva la mancanza di slip; ma la sua figa si nascondeva qua e la tra le pieghe, giocando un effetto di luci e ombre.. “Ciao!” , “Ciao Michele come stai?” , “un pochino rimbambito ma abbastanza bene”. “sono venuto a prendere la biancheria, per andare a lavarmi”. Ammetto che con Catia avevo già avuto due situazioni un po’ imbarazzanti; ma mai come quella che si sarebbe consumata di li a poco… In precedenza le avevo guardato il seno in diverse occasioni e in due particolari anche da vicino. E lei questo lo aveva colto; e con gesti di pudore si era coperta. Invece, quel mattino durante la doccia, lasciai la porta del bagno chiusa ma non a chiave; tanto nessuno si sarebbe mai permesso di entrare senza bussare… e non solo con me dentro.. Mentre mi sciacquavo i capelli insaponati m’accorsi che qualcuno era entrato in bagno, ma quando guardai fuori non vidi anima viva. Una volta pronto, con l’accappatoio indosso uscii dalla doccia e iniziai il rituale di preparazione: Barba, viso, denti capelli. E proprio in quell’istante qualcuno bussò alla porta. “Chi è?” – Sono Catia, scusami ma avrei bisogno del lucida scarpe… Immaginandomi la scena di prima mi venne duro ma essendo coperto non si sarebbe visto nulla. “Entra non ti preoccupare, è aperto.” “Si tanto, tranquillo che non guardo” – “beh non ho problemi”, infondo sai benissimo come è un uomo”. Catia aveva una figlia di otto anni, che avevo visto una volta sola e devo dire che le assomigliava tantissimo. E poi avevo il sospetto che suo marito se la chiavava regolarmente. “Si volendo, potrei anche essere tua mamma”.. beh in versione più giovane ovviamente”- “Beh non vorrai dirmi che tua mamma sia vecchia” “ beh non è formosa come te”.. Quelle parole erano scappate, quasi involontarie. “come scusa”?, “niente, lascia stare”… E non so spiegarmi come sia accaduto Catia entrò chiudendosi la porta alle spalle: e guardandomi negli occhi iniziò un breve spogliarello.. Qualche istante dopo ero privo del mio accappatoio con lei che lo succhiava, lo teneva stretto con la mano sinistra mentre la destra mi strizzava i testicoli e con la bocca percorreva tutta la lunghezza dell’asta. Ogni passaggio sentivo la lingua calda e la saliva, mi praticava un pompino con un risucchio pazzesco, tanto che mi sentivo strappare via il cazzo. Era tutto suo, lo viziava come solo una puttana sa fare, ma con classe.. Dettava un ritmo sostenuto tanto che non resistetti a lungo e le venni in bocca. Sfortunatamente non ingoiò il mio seme, ma lo sputò nel cesso. Si alzò mentre ancora ero frastornato, e si avvicinò baciandomi le labbra con una passione e una dolcezza che mi coinvolsero in uno strano gioco.. di emozioni.. Sentivo il sapore salato dello sperma mentre le lingue si intrecciavano e così oramai privo di ogni inibizione, le iniziai a tastare le tette. Sentivo due forme meravigliose muoversi nelle mie mani, i capezzoli presi da una mia morsa diventare duri .. come il mio cazzo.. Mi sedetti sul cesso con le spalle al muro e invitai Catia ad impalarsi sul mio cazzo. Divaricate le gambe, con un mano si aprì le sue due labbra carnose e con l’altra indirizzò il cazzo dentro il suo buco. Una volta sopra e completamente dentro, poggiò le sue braccia attorno alla mia schiena e iniziai a muovermi dentro di lei. Con la bocca aperta mi stimolava il lobo e la sentii ansimare ad ogni mio colpo, le sue tette erano strette al mio petto, la sua figa divorava il mio cazzo lasciando ad ogni su e giù una striscia lucida di umori. Sentii di non poter durare a lungo, perciò mi fermai e la feci alzare; e sdraiato per terra con il cazzo dritto le ordinai di immolarsi su di esso. E’ uno splendore sentire la sua calda intimità avvolgere il mio cazzo, e vedere tutta quella bellezza, ondeggiare sopra di me. Ormai il piacere di Catia era inarrestabile, i suoi addominali si contraevano, vidi le gambe tremare, la sua figa ormai a dimensione del mio cazzo colare copiosamente un fluido appicicaticcio, e proprio in quell’istante sentirla urlare tutto il piacere dell’essere chiavata in quella maniera. Troppo anche per me, sentii la testa scoppiare e il cazzo scaricò il seme rimasto dentro il suo corpo ancora in preda agli spasmi. Poi si accasciò su di me ancora tramortita della serie di orgasmi raggiunti in quell’infernale atto. Rimanemmo sul pavimento nudi ma appagati, poi accesi l’acqua della vasca e una volta piena ci immergemmo. Mentre era poggiata con la schiena sul mio petto con le mani nell’acqua cercai la sua clitoride e con due dita iniziai a stimolarla mentre con l’altro dito le praticai una penetrazione; dopo circa qualche minuto iniziò a dimenarsi, la sentii vibrare nell’acqua,stringersi e muoversi sul mio petto, allungò le mani per tenersi al mio collo mentre con la mano destra tirata fuori dall’acqua le strinsi una tetta e aggiunsi al movimento ritmico del suo corpo anche quello. Ansimava, e gli spasmi della sua figa diventavano forti al punto di farla esplodere in un immenso piacere, che la pervase dentro ogni centimetro del suo corpo. Priva di sensi, rimase tra le mie braccia poi voltandosi mi disse che era stata una chiavata unica.. ..che suo marito era bravo ma non possedeva certe fantasie e nemmeno un cazzo così grosso. Sciacquandosi il sapone di dosso uscì dalla vasca e sorridendo si rivestii, si sistemò i capelli, e lasciò il bagno senza dire nulla.. Io mi ripulii e vestito andai a prendere le scarpe con l’idea di uscire a fare un giro. Questo è un racconto realmente accaduto e i nomi dei protagonisti anche; racconto di qualche giorno fa. Ora Catia non l’ho ancora rivista ma spero che ci si possa ancora divertire..
Aggiungi ai Preferiti