Sembrava si fossero date convegno a casa mia per farmi saltare le valvole. Erano le gemelline, le sorelle più piccole di mamma, Eva e Gloria; Eva dalle grandi tette carnose; Gloria la più sfacciata. Che le sorelline avessero la vena dolce e lesbicassero un po’ fra di loro ne avevo avuta la certezza il giorno in cui avevo sorpreso Gloria succhiare ì capezzoli della sorellina… Ma è mai possibile che mamma non si sia accorta mai delle occhiate assassine che mi lanciavano? E non era neanche escluso che lesbicassero per dare sfogo alla loro sesualità, non potendo esprimerla in altro modo in quanto la mamma le teneva segregate in casa per paura che potesse loro capitare qualche spiacevole avventura. Ma era impensabile, da parte mia, che quelle due creature fossero ancora vergini: Gloria, poi secondo il mio parere, doveva avere avuto molte e interessanti avventure, nella sua città d’origine. Ora erano venute assieme a casa mia per indurmi in tentazione, alla quale io sottostavo volentieri. Bisognava essere ciechi per non accorgersi delle occhiate che mi rivolgevano ammirate quando io mi mostravo loro in costume da bagno… Grazie al cielo, ho un cazzo voluminoso che dimostra tutta la sua potenza anche quando è in stato di riposo. Un paio di volte eravamo stati lasciati da soli, loro due e io, ma il tempo a disposizione era troppo breve per approfondire un’eventuale conoscenza carnale. Pensavo che esse erano in due e mi ci sarebbe voluto un bel pò di tempo per sistemare le loro fichette. Ma non era escluso che, soprattutto alla Gloria che sculettava così vistosamente, avrei fatto anche il buco del culo, dal quale mi sentivo enormemente attratto. Mi ci sarebbe voluta un’intera serata e io avrei fatto loro gustare la mia minchiazza orgogIiosa. L’occasione non mancò: mia madre doveva recarsi con mio padre a rendere visita ad una coppia di amici. Per l’occasione sarebbero rimasti lì a cena. lo avevo il compito di accompagnare le gemelline al cinema e poi a mangiare una pizza. L’occasione era quella buona! E che fosse buona me lo dimostrarono le stesse sorelline che a metà della proiezione del film vollero uscire perché, dissero, il film non piaceva loro. In effetti volevano anticipare i tempi e avere maggior tempo a disposizione per quel che loro sapevano che quella sera sarebbe accaduto. Le avevo portate a mangiare la pizza: loro due si erano ingozzate rapidamente sempre per lo stesso scopo, come io immaginavo. Poi eravamo tornati a casa: a occhio e croce avevamo a disposizione almeno tre ore, più che sufficienti per poter ficcare in santa pace! Appena tornati a casa, comunicai alle gemelline la mia intenzione di andare a fare una doccia. «Vuoi che ti accompagniamo per lavarti la schiena?» rise divertita Gloria ormai impudente. «No, se no faremo tardi» risposi io. E mi sembrava chiaro quel mio discorso: «faremo tardi» per quel che ci siamo ripromessi di fare dopo. «Faccio in un baleno… proprio una doccia per rinfrescarmi!». Il mio piano era già fatto. Dopo cinque minuti tornavo nella sala dove erano ad attendermi le sorelline. Attorno ai miei fianchi un semplice asciugamano che, all’altezza del cazzo, rimaneva sollevato in modo molto evidente e sfacciato: ero in piena erezione e l’uccello spingeva in fuori l’asciugamano. Mi ero avvicinato alla schiena di Gloria, seduta sul divano, poiché sapevo che da essa sarebbe venuta la prima mossa. Infatti non sbagliavo: Gloria aveva visto il palo incannato sotto l’asciugamano e lo aveva impugnato ridendo e dicendo a sua sorella: «Guarda un pò che razza di coda ha il nipotino!!». Poi l’asciugamano era andato a farsi benedire e le sorelle avevano potuto ammirare la possenza del mio nerbo dal vivo. Mentre Gloria mi tratteneva per l’uccelIo, non potei fare a meno di incoraggiarle: «assaggiate sta mischia!» dissi con noncuranza. Le parti erano state subito distribuite: la prima ricevere il mio cazzo doveva essere Gloria che aveva provocato la scena iniziale. Me lo aveva impugnato, lo aveva tirato a sé e lo aveva imboccato. Quindi mi aveva invitato a sedere fra di loro: per non perdere neppure il tempo di togliersi le mutandine mi si era seduta addosso tutta vestita, aveva scostato le stesse mutandine sull’inguine e si era infilata il mio grosso palo fra le labbra pelose, cercando contemporaneamente la bocca di Eva. Mi aveva cavalcato rapidamente, come se non ce la facesse più a trattenerla nelle mutande: aveva avuto due rapidi guizzi di piacere, si era sollevata e si era disposta alla pecorina. In quella posizione me la sono fatta con maggior calma e concentrazione mentre Gloria succhiava i capezzoli alla sorella. L’avevo chiavata a lungo, l’avevo fatta sborrare, mentre Eva continuava impaziente a smanettarmi, in attesa del suo turno. M’ero fatto prendere dalla voglia di leccarle il buco del culo: e quale non era stata fa mia sorpresa a constatare come lo sfintere della zietta Gloria mostrasse chiaramente i segni di ripetute effrazioni! Infatti quattro grossi petali di carne circondavano lo scuro cratere, segno più che evidente che quel buco era stato usato un’infinità di volte. Glielo avevo leccato con maggiore lussuria: sapevo che non avrei fatto alcuno sforzo a dilatare quel buco, che me lo sarei goduto fin dal primo istante. Vidi fremere Gloria di voluttà: il lecchino aveva fatto il suo effetto! Fui pronto a sostituire il cazzo alla lingua, e l’uccello scivolò dentro senza strappi, senza incontrare resistenze di sorta. Per dare la possibilità a Eva di partecipare al nostro piacere, feci in modo che Gloria si inculasse sul mio cazzo a spegnimoccolo. Lei si distese sul mio petto e Eva cominciò a leccarle la fica, mentre Gloria sussultava lievemente per darsi piacere sul mio cazzo, profondamente infisso nel suo delizioso deretano. Non so se per virtù del cazzo in culo e in virtù della leccata al grilletto che le infergeva la sorellina, Gloria se ne venne rapidamente con un lungo, modulato lamento. Rimase su di me, distesa, per alcuni minuti. Dopo di chè Gloria si sfilò l’uccello dal buco del deretano e, siccome me lo aveva sporcato, si occupò di lavarmelo; quindi ella stessa mi preparò per non farmi sfigurare con la sorellina: mi scappellò possentemente il cazzo e cominciò a battagliare a colpi di lingua sulla cappella; si ficcò l’intera asta in bocca, mi spompinò selvaggiamente fino a che l’uccello non si impennò ancora una volta. E soltanto allora mi distesi su Eva: ella rattrappì le gambe e mi ricevette nel suo grembo caldo e palpitante: fu una scopata distensiva e tranquilla, senza voli pindarici, ma era quel che ci voleva per il mio fisico già messo a dura prova!
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