Il desiderio segreto di Martina, era quello di farsi un tatuaggio su una natica, non importava quale. Lo aveva visto negli spogliatoi del palazzetto ad una sua amica, e aveva notato che era estremamente carino e in un posto originale. Era una ragazza alta sul metro e settantacinque, seno abbastanza prosperoso, capelli a caschetto castani, occhi verdi e un sedere sodo e alto, ma un po’ abbondante: le sue misure erano 93-63-101. Adorava indossare gonne di almeno due misure più strette, non per provocare, ma perché stava più comoda nello stretto. Si recò quindi dal tatuatore più vicino a lei, Malcom, un americano trasferitosi da poco a Padova, e famoso per le sue prestazioni. Appena entrata nella sala, fu pervasa da uno strano senso di disorientamento, ma anche da uno stato di eccitamento leggero. I suoi capezzoli si indurirono, e risultarono visibili dalla maglietta. “Sono incensi orientali, anche se sono fatti a New York.” Martina si voltò, e vide Malcom appoggiato ad una s! edia, con in mano lo strumento per i tatuaggi. Era alto un po’ più di lei, un fisico eccezionale, e un’aria intrigante. “Allora, cosa vuoi?” Le mostrò il catalogo, e Martina optò per una tigre che balzava in avanti. “Lo vuoi grande o piccolo?” “Piccolo… ma non troppo… grande abbastanza… insomma… non molto visibile…” “Dove te lo devo fare?” “Dietro…” “Sulla schiena?” “In un altro posto…” Martina era visibilmente arrossita. Non aveva pensato a questo inconveniente. “In un altro posto?” Malcom faceva finta di non capire. “Ecco…” “Sarebbe meglio che tu me lo mostrassi!” Martina emise un lungo sospiro, poi si slacciò la gonna, facendola scivolare insieme alle mutandine fino alle caviglie, e poi togliendosi entrambi. Malcom ebbe un’erezione alla vista di quelle curve perfette, ma cercò di nasconderla. “Dovresti… dovresti stenderti sul… sul… sul lettino…” Malcom le dette uno schiaffo sulle natiche. “Fa male!” “Un secondo! E’ per non sentire dolore dopo!” Le dette altri due o tre schiaffi e pizzicotti, poi Martina si voltò stufata e si mise a sedere indispettita, ma appena vide l’erezione di Malcom, fu presa da una irrefrenabile voglia, forse anche per colpa degli incensi. Decise di rendersi disponibile con quello sconosciuto, e di offrirgli l’unica parte del suo corpo ancora vergine. “Senti, perché non rimandiamo il tatuaggio ad un’altra volta?” “Ma allora…” “Zitto!” Martina salì sul lettino: la testa in avanti, le mani in giù sul materasso e le ginocchia allargate. Malcom capì subito; prese la vasellina che teneva in caso di bruciatore e la spalmò nella parte interna del sedere e intorno all’oscura scanalatura, poi si spogliò, dando finalmente sfogo a quel pezzo d’artiglieria da 25 cm e lubrificò con vasellina anche questo. Montò sul lettino e separò delicatamente le natiche, infilando per preparazione il dito medio. “Ooooh!” ansimò Martina. Malcom afferrò con forza i fianchi della ragazza e affondò lentamen! te il suo cazzo pensando che dal quel momento non sarebbe stata più vergine di là. Le natiche di Martina tremarono e si contrassero, ma la volontà della ragazza permise la continuazione del gioco. Malcom riuscì ad infilare tutto il suo cazzo, e spingeva. Godeva come un pazzo, e per alleviare le sofferenze di Martina, iniziò a giocare col clitoride. “Ti piace? Eh… aaaahhhh… uuuuhhh… dimmi che ti piace!” “Siiiiii… sei il mio stallone… aaaaahhh… ti voglio… sfondami il culo… aaahh… è bellissimo… dai con quelle mani… aaaahhh” Malcom stava per venire, ma si trattenne più che poteva; doveva arrivare insieme a lei. Aumentò il ritmo dei ditalini e sentì Martina ansimare sempre di più. “Ooooohhh… daiiii… ancora… più forte… sto per venire… daiiiii!” “Eccomi amore… eccomi… aaaahhhh… uuuhhhh…” Malcom capì che anche lei era ormai arrivata, e quando emise il primo di una serie di gridolini, l’uomo si riversò in lei con immenso piacere. Martina! cedette, e cadde sul lettino, giacendo così, con il buon Malcom ancora con il cazzo dentro di lei. Martina si risvegliò solo con un perizoma nel suo letto. “Sarà solo stato un sogno, però devo assolutamente provare questa esperienza!” Si avvicinò allo specchio, e sulla sua natica sinistra vide una piccola tigre che saltava. Si tolse il perizoma, si toccò l’interno del sedere. C’era qualcosa di biancastro e un po’ appiccicoso. “Forse è stato tutto vero!” Un sorriso illuminò il suo splendido viso. Dopo quella volta i due non si rividero più, ma molti altri rividero il culo di Martina, che ogni settimana non mancava di mettere un annuncio sul giornale per ripetere il giochetto e mostrare a tutti il suo bel tatuaggio.
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