Sono un 44enne ben messo, fisico atletico, maschile, mi piacciono molto le donne, con cui faccio sesso con piacere, sono alla ricerca di una lunga relazione ma nonostante ciò ho piacere di dedicarmi, fino a sentirmi invaso, ad un sontuoso maturo cazzone. Questa mia “passione iniziò nel 1980 quando militare a Caserta, un giorno decisi, mentre ero in libera uscita di recarmi ad un cinema porno della città. Mentre assistevo al film, per effetto di una bibita gelata, ebbi bisogno della toilette, entrai di corsa in bagno spinto da un forte stimolo, all’interno trovai un’uomo che apparentemente urinava, scusandomi abbassai lo sguardo e notai un cazzo che a riposo era di notevoli dimensioni, imbarazzato cambiai bagno e finalmente evaquai. tornai poi in sala e continuai la visione del film. La sala era poco gremita con molti posti vuoti, seguii la scena del film dove si vedeva una matura signora che sdraiata di schiena, a gambe divaricate riceveva l’assalto dei colpi di un grosso cazzo ansimando e gemendo mentre l’uomo in piedi fuori dal letto le teneva le caviglie. Osservando ciò mi eccitai e iniziai a carezzarmi la patta dei pantaloni e non mi accorsi che l’uomo del bagno posto dopo posto era arrivato a sedersi accanto al mio, sino allorchè mi disse: mia moglie quando la prendo cosi dice che gli faccio male per come è grosso il mio cazzo.A questa affermazione seguì un periodo di silenzio rotto da orgasmi di celluloide.La sua mano si posò sulla mia appoggiata al bracciolo e la portò infilandola sotto una giacca poggiata sulle gambe sulla sua mazza imbarzottita forzando una carezza a pieno palmo, sotto la stoffa dei pantaloni premeva un rigonfio notevole, ero stupito di me stesso, lasciavo guidarmi da uno sconosciuto in una lasciva carezza nel buio del cinema, continuò sino alla fine della scena poi si alzò e misse di seguirlo, uscimmo e ci recammo alla sua macchina, una 128 fiat di colore verde, con cui ci appartammo in una strada di campagna, facemmo un pò di conversazione presentandoci poi di nuovo la mano sulla sua patta, ad erezione ormai completa Antonio si calò i pantaloni mostrandomi un cazzo veramente grosso, eretto anche se l’uomo tarchiato aveva un pò di pancia svettava con i suoi 21×16 cm, mi dichiarò orgoglioso le misure. Sotto la sua guida iniziai a masturbarlo, facevo fatica ad impugnarlo. trovai piacevole sentirlo pulsare caldo e turgido che non feci resistenza quando mettendomi una mano sulla nuca mi avvicinò con il viso alla sua verga, mi premette la cappella sulle labbra finchè non aprendo la bocca invase il mio palato, iniziai a succhiarlo cercando di far entrare il più possibile ma nonostante i miei sforzi e le sue pressioni di mano sulla nuca e di bacino non riuscì che a prenderne metà, mentre ero intento a succhiare il cazzo di Antonio lui mi aveva calato pantaloni e slip e cominciato a tintillare il buco del culo penetrandolo con un dito sino a che mettendomi di fianco e adagiandosi dietro me decise che era il momento di sodomizzarmi, mi irrigidii sentendo la grossa cappelle premere sull’ano, una forte fitta mi percorse il corpo allorchè dilatato lasciò entrare prima il glande poi mezza colonna, una vibrazione intensa percorse la spina dorsale, un ripensamento per un attimo ma la sua forte presa, il suo continuo spingere sino a penetrazione completa mi fecero capitolare. tra dolore e piacere mi scopò a contrazioni, faceva fuoriuscire pochi centimetri e lo rispingeva tutto dentro, facendo ciò inizio anche a masturbarmi con una mano tenendo ferma l’altra su un fianco per cadenzare il ritmo penetrazione-sega, con mio stupore il mio cazzo s’eresse a riprova del piacere e della voluttuosa sensazione che provavo, presa coscienza del mio piacere si contrasse a sua volta ed eiaculò nel mio sfintere gemendo e alitando sul mio collo, restammo allacciati per un pò finchè sceso dalla macchina per evaquare accucciato il suo seme dal mio intestino, all’epoca l’aids era sconosciuto e i preservativi non erano molto usati, mi disse che aveva ancora voglia, pulii con una novità dell’epoca “le salviette umidificate” quella verga e mi approntai ad una nuova fellatio, sotto effetto della mia bocca che inesperta ma capiente e appassionata il cazzo barzotto riprese turgidità e vigore, succhiai avido quel non previsto portatore di intensa sensuale sensazione di piacere carnale finche mi chiese di dargli ancora il culo, esitai enunciando che era dolorante per la precedente penetrazione ma lui mi rabbòni con la scusa che avrebbe accellerato i tempi, ingenuo io e bugiardo lui, una volta messo a carponi sul cofano inizio a penetrarmi di getto affondando fino a mezza canna per poi tirarlo fuori e rificcandolo dentro sino a che una volta ormai dilatato il buco iniziò a pomparmi a tutta mazza scuotendomi e sbattendomi tenendo ferme con salda presa le mano sui miei fianchi, mi prese a lungo facendomi sussultare e gemere, sentivo quel grosso arnese invadere il mio ano, fuoriuscire lasciando dilatato il buco per poi rinfilarsi prepotentemente dentro scuotendomi tutto. mi accasciai con il busto sul cofano dell’auto ormai completamente in preda ad un lascivo desiderio. Non sò dopo quanto tempo ma oramai in piena notte arrivò al secondo orgasmo. lo sentii irrigidirsi, sfilò dal mio ano il suo superbo cazzo e facendomi inginocchiare me lo mise in bocca ordinandomi di ingoiare il suo sperma, senti i fiotti caldi inondare il palato e ingoiai un pò per non soffocare anche perchè premeva forte il bacino verso il viso impedendomi di estrarre il cazzo dalla bocca e sputare, lo leccai per un’altro pò poi una volta ricomposti mi riaccompagnò in caserma. lasciandomi nelle vicinanze ci salutammo e lui mi strappò la promessa di un futuro incontro con la prerogativa di uno smorza candela dove lui sarebbe stato solo strumento di piacere. Rientrato in caserma per l’eccessivo ritardo effettuato al rientro ebbi 4 giorni di consegna, ma a chi mi faceva notare che (con la punizione per il ritardo) me l’avevano messo in quel posto, non aveva idea di quanto ciò era verità. E di quanto mi era piaciuto.
Aggiungi ai Preferiti