E’ ormai calata la notte e le cinque ragazze, dopo aver preso una lunga doccia ed aver saccheggiato il surgelatore, sono sdraiate sui letti che hanno trovato in un’altra camera.Più che una baita sembra un albergo, dotata com’è di numerose stanze, sale e servizi, senza contare il seminterrato, che riserverà non poche sorprese.Una serie di telecamere, tutte collegate in un circuito chiuso, fanno capo ad una avveniristica consolle, con una ventina di monitors e diverse apparecchiature di mixaggio audio-video.In questo momento Oscar, il quinto uomo, sta davanti alla consolle, intento a manovrare i comandi a distanza che permettono di brandeggiare ciascuna telecamera, sia in senso verticale che orizzontale; Oscar ha a sua disposizione anche i comandi di zoom ed altre regolazioni. Ciascuna camera è piazzata in maniera nascosta, fino a due o tre per stanza, in modo da coprire tutte le possibili angolazioni e primi piani. Questa è un’altra fetta consistente del business che Luca ha messo in piedi: le riprese delle ragazze, in tutte le situazioni, dalle più innocenti alle più scabrose, vengono selezionate, montate in videocassette e CDROM e vendute sul mercato internazionale a prezzi veramente remunerativi. Il guadagno è notevole, anche considerando che le “artiste” non vengono certo pagate! Talvolta i cinque uomini si mascherano, in occasione di scene particolarmente violente, ma in genere preferiscono rimanere a viso scoperto, forti dell’immunità che garantisce loro la rete di Luca e comunque appagati dalle manifestazioni di apprezzamento che ricevono quelle rare volte che vengono riconosciuti. A dire il vero qualche “reclutamento” è avvenuto proprio perché alcune donne sono state attratte dal loro status di attori.Marco e Mimmo hanno deciso di dare inizio ai divertimenti veri e propri. Si vestono completamento di nero, dalle scarpe alla tuta di lastex, fino al cappuccio che lascia scoperti solo occhi, naso e bocca. Sembrano dei ninja, minacciosi e taciturni.Si introducono senza fare alcun rumore nella stanza dove dormono le ragazze e si avvicinano a Mara e Maya, che dormono sullo stesso letto.Mimmo non ha dimenticato la promessa fatta a Mara, quella di strapparle tutti i peli della fica, e già pregusta il piacere. Marco invece, memore del carattere forte dimostrato da Maya, ha deciso di prendersi cura di lei, per vedere fino a dove può arrivare la resistenza di quello splendido esemplare: è sicuro che avrà il suo daffare per domarla, e già sente scorrere nelle più riposte fibre del suo essere il piacere dell’infliggere dolore e sofferenze a quel corpo stupendo.Le due ragazze dormono bocconi e la leggera tunichetta è risalita fino alle reni: lo spettacolo di quei culi così stupendamente in mostra eccita non poco i due. Allungano i bastoni elettrici, di cui hanno preventivamente abbassato la potenza, e li toccano delicatamente proprio in mezzo al solco.Maya si sveglia con un sobbalzo mentre Mara, che evidentemente ha il sonno più duro, emette un gemito, si rigira a pancia in su e continua a dormire. Mimmo allora le pianta il bastone tra le cosce, a contatto con la fica. A questo punto Mara apre gli occhi con un urlo, portandosi le mani al ventre.Senza parlare i due fanno loro cenno di alzarsi e di seguirle, agitando minacciosi il bastone.Usciti dalla camera comune, guidano le due ragazze giù per una scala a chiocciola; arrivando infine in una grande stanza circolare, in cui troneggiano al centro due tavoli circolari di ferro, ricoperti da uno strato di gommapiuma nera di dieci centimetri. Tutto intorno ai tavoli penzolano delle corte cinghie di cuoio, che terminano con anelli di acciaio. Appoggiati alle pareti ci sono degli apparecchi strani, il cui uso non si intuisce a prima vista. Dal soffitto pendono quattro coppie di corde, terminanti con anelli, mentre l’altro capo delle corde stesse è fissato a ganci infissi nel muro.“Toglietevi la tunica e stendetevi sui lettini” ringhia Mimmo. Mara e Maya obbediscono all’istante e si sdraiano supine.“Non pensi che abbiano la pancia piena di merda, con tutto quello che hanno mangiato?” Marco si rivolge a Mimmo, con un sorriso sornione.“Sicuro, e penso che abbiano bisogno di una bella ripulita!” risponde sullo stesso tono Mimmo.E subito, rivolto a Maya: “Tu voltati bocconi e mostraci quel tuo splendido culo”. Mentre Maya esegue l’ordine, Marco le si avvicina e quando la vede pronta, dopo averle fatto distendere braccia e gambe, fissa le manette, che ormai le ragazze portano sempre, come se fosse un accessorio indispensabile dell’abbigliamento, ai quattro anelli più vicini. Mimmo fa la stessa cosa con Mara, che invece è rimasta supina. I due si avvicinano alla parete e spostano un treppiede, alto e lungo, con in cima due ganci dai quali pendono due recipienti di plastica, da cui esce un lungo tubo flessibile, che termina con un rubinetto al quale è avvitato un beccuccio. In precedenza i due recipienti sono stati riempiti con una miscela tiepida di latte e olio, fatta emulsionare in una centrifuga. Marco afferra uno dei due beccucci e, senza tante delicatezze, con una mano allarga le chiappe di Maya mentre con l’altra infila il beccuccio nel culo della sventurata con un colpo solo. Intanto Mimmo ha liberato le gambe di Maya e la ha fatto alzare e divaricare le ginocchia. Con la ragazza in questa posizione ginecologica, prende anche lui un beccuccio e lo infila delicatamente nel buchetto di Mara, stretto all’inverosimile dalla paura. Terminata così la preparazione, cominciano ad aprire i rubinetti. Il liquido sciropposo comincia a fluire lentamente.Marco osserva un po’ la scena, poi, non soddisfatto, sfila il beccuccio di Maya e lo sostituisce con uno ben più grosso, che infila immediatamente nel culo della ragazza, la quale, per la posizione bocconi in cui è costretta, non può vedere niente. Ogni cosa le capita all’improvviso e questo è ancora peggio. Dalle sue labbra, comunque non esce ancora un lamento. Ora il flusso nel culo di Maya è pieno e soddisfacente per Marco, che, portatosi davanti al viso della donna, le afferra i capelli, tirandola su con uno strattone: “Adesso facciamo un bel lavaggio, giusto per accogliere bene qualsiasi ospite, no?”. Poiché Maya lo guarda con occhi carichi di odio e senza la minima paura, la lascia andare di colpo e la testa della ragazza piomba sulla gommapiuma con un sobbalzo.Mimmo intanto armeggia intorno al tavolo sul quale Mara sta lentamente riempiendosi le budella. Le prende le caviglie e le tira delicatamente fino a farle distendere di nuovo le gambe, poi sposta le manette di cuoio dalle caviglie alle ginocchia, che fissa quindi ai lati del tavolo, dopo avergliele fatte allargare allo spasimo. Adesso Mara è lì, con la fica completamente esposta, mentre di sotto il beccuccio infilato nel culo fa il suo dovere. Ora Mimmo prende tra il pollice e l’indice un ciuffo di peli e incomincia ad arrotolarli girando intorno al tavolo, senza mai lasciarli: lo fa lentamente, molto lentamente. I peli più esterni del ciuffo incominciano a staccarsi, finché, con un piccolo strattone, gli rimane tra le ditta tutto il piccolo ciuffo. Ripete l’operazione una, due, tante volte: è una tortura incredibile, il dolore cresce poco a poco fino ad esplodere nel cervello di Mara e poi nella bocca con un urlo disumano. Più che il dolore vero e proprio, è la novità della sua situazione: non è stata mai trattata così, non ha mai avuto occasione nella sua vita di provare un dolore intenso e tutto le sembra assurdo, senza un perché. Mimmo continua la sua opera finché il monte di Venere rimane tutto spelacchiato ed arrossato. A questo punto estrae dalla tasca una pinzetta per sopracciglia ed incomincia ad afferrare i peli rimasti, uno ad uno e ad estrarli dal loro alveolo, con molta lentezza. In breve il pube della ragazza rimane glabro come la guancia di un bambino Si sposta allora più in basso, appena sopra il clitoride, continuando la sua opera di deforestazione. Mara ormai non urla più, il suo è un lamento prolungato, senza fine, quasi un flebile ululato. Mimmo passa ora con la pinzetta intorno alle grandi labbra, afferrano i peli uno ad uno: qui la pelle è più cedevole ed accompagna nella salita il pelo ogni volta, stirandosi prima che questo si stacchi. La fica è ormai tutta rossa e gonfia, quando Mimmo si attarda sui peli intorno al buchetto che, nel frattempo continua a ricevere la mistura di latte ed olio. Il recipiente è quasi vuoto, ormai quasi due litri sono entrati negli intestini di Mara. La pelatura è finita: la fica, gonfia e livida, risalta nella sua completa nudità. Ora Mimmo e Marco sciolgono dai legacci la ragazza, la sollevano di peso e la mettono a sedere , a gambe larghe, su una sedia cui è stata tolta la parte centrale. Mara entra nel cerchio di legno quasi per intero, rimanendovi incastrata. Sotto, la fica ed il culo sono in piena evidenza, a tutto beneficio della telecamera, manovrata alla consolle da Oscar, che non ha perso una battuta dei clisteri e della depilazione ed ora punta con una rapida zoomata al buchetto di Mara.Mimmo appoggia il pugno sulla pancia della ragazza e preme a fondo, rilasciando poi di colpo.Dopo due o tre di questi movimenti, un getto biancastro erompe dal culo di Mara, seguito a breve da altri in rapida successione. Viene raccolto tutto in una capace bacinella posta sotto.Sembra che non debba finire mai, ma contemporaneamente pare di scorgere un’ombra di sollievo sul viso della ragazza.Alla fine, quando dal culo martoriato non esce più una goccia, Mara viene tolta dalla scomoda posizione e lasciata a terra in disparte.E’ tempo di occuparsi di Maya, che intanto si è riempita di tutto il contenuto del recipiente.Marco le sfila il beccuccio dal culo e ci infila subito un tappo di plastica, di grandezza uguale al beccuccio: infatti ha timore che i muscoli dello sfintere, costretti per lungo tempo, non possano trattenere il liquido che preme dalle viscere. Sciolgono la ragazza e la trasportano sulla stessa sediadi Mara, incastrandovela ben bene. Maya stringe i denti, resistendo al dolore che le strazia la pancia, ma non emette un gemito.Marco si china sotto di lei e con un gesto deciso strappa il tappo dalla sua sede: stavolta non c’è bisogno di stimolazione manuale; un lungo e potente getto bianco sporco, quasi giallastro, sgorga improvviso dal culo Il buchetto dilatato di Maya erutta per parecchio tempo. Il livello del liquido nauseabondo nella bacinella ha raggiunto i dieci centimetri quando anche il culo di Maya smette di irraggiare merda mista a latte.Qui Marco ha un’idea delle sue. Non vuole più infierire sul corpo di Maya, riservandosi per altri momenti le “delicatezze” che ha in testa. Vuole invece umiliare quella fica altera, che non ha perso nulla della sua apparente superbia, nonostante la prova crudele cui è stata sottoposta.La toglie quindi dalla sedia, la fa mettere in ginocchio e le immerge la testa nella bacinella piena di liquido. Una, due, tre volte, tenendola ogni volta più a lungo. Alla fine anche la resistenza di Maya viene meno e, tra un singulto ed un colpo di tosse la ragazza erompe in un urlo: “Basta, basta, per pietà”. A quel grido Marco, soddisfatto, la solleva e la pone supina sul tavolo.“Benissimo, vedo che anche sua signoria ha i suoi limiti. Ora vediamo se riesco a pulirti anche lo stomaco. Adesso tu spalanchi la bocca e mandi giù quello che ti verso dentro. Alla minima esitazione ricominciamo con i “tuffi”, intesi? Il viso di Maya, tutto impiastricciato, si muove su e giù in segno di assenso. Appena apre la bocca, Marco le versa un mestolo della broda della bacinella direttamente in gola. La ragazza, inaspettatamente gira la testa di lato e sputa fuori tutto.Marco le afferra un capezzolo tra due dita stringendo come un ossesso e urla: “devi inghiottire, hai capito, troia? Non sputare, inghiottire, altrimenti ti rimetto con il muso a mollo, Riproviamo!.Sempre stringendo forte il capezzolo prende un altro mestolo di sbobba e lo versa nella bocca che Maya nel frattempo ha riaperto, anche per cacciare un urlo di dolore. Stavolta la ragazza si sforza di inghiottire almeno un po’, e ci riesce, anche se parte del liquido le fuoriesce dalla bocca socchiusa. “Non basta! Ancora una volta” ringhia Marco, dando di mano al mestolo.Alla terza inghiottita Maya non resiste più e si vomita addosso tutto quello che ha nello stomaco.I conati la squassano tutta e continuano anche dopo che lo stomaco si è svuotato completamente, procurandole un dolore lancinante. I suoi occhi ora sono un fiume di lacrime, il suo bel corpo è tutto insozzato, è il ritratto della disperazione e della vergogna.Marco si sente soddisfatto di quella prima seduta e del risultato che ha ottenuto con Maya a livello psichico; sa che ora la ragazza sarà un po’ più malleabile. Non che a lui importi molto, ma pensa di farlo più per gli altri che per sé.Ad un suo cenno, si caricano sulle spalle i corpi inerti delle ragazze e si avviano verso la stanza dormitorio, raccogliendo nel passaggio le tunichette delle due. Giunti nella stanza, le sbattono senza tanti riguardi sul letto e se ne vanno chiudendosi la porta alle spalle.

