“Ciao Caro, non torno al lavoro oggi pomeriggio. Ho l’incontro col Dott. Lo Bianco, il ginecologo.” Dopo avere salutato il marito con un bacio sulle labbra, Cinzia era uscita da casa. Aveva fissato l’appuntamento da più di un mese e quasi lo aveva dimenticato, ancora euforica per quanto accaduto il giorno prima con Mario e con l’altro uomo. Come aveva detto di chiamarsi, Giacomo?! Boh! Il traffico era scorrevole e dieci minuti dopo, parcheggiava la sua auto sotto lo studio del medico. Come sempre non c’era da fare sala d’attesa, il Dott. Lo Bianco era molto attento in questo. Cinzia era entrata nella stanza ormai di sua conoscenza, aveva salutato il medico, e, dopo pochi convenevoli, era seduta sul lettino, pronta per la visita. Per l’occasione aveva indossato una semplice camicia bianca ed una gonna ampia e corta, con le sole mutandine sotto. Seguendo un rituale ripetuto altre volte, il dottore (un uomo di quarantanove anni, sposato, dal fisico un po’ rotondetto ma, per fortuna, alto) si era avvicinato e le aveva ascoltato le spalle. “ora si sbottoni pure, signora”. Le aveva fatto cenno di aprire la camicetta e Cinzia si era subito messa all’opera per liberare il seno dal tessuto che lo copriva. Il medico le aveva palpato a lungo le due mammelle, grugnendo soddisfatto pur mantenendo sempre un atteggiamento professionale. Non gli era sfuggito che le sue carezze avevano fatto inturgidire i capezzoli della donna. – Una gran bella gnocca – aveva pensato fra sé – fortunato il marito che la poteva trombare quando voleva. “Tutto a posto, come sempre. Ora vediamo il resto.” Cinzia si era ricomposta solo per un attimo, poi era scesa dal lettino per sfilarsi le mutandine. Era risalita subito dopo, distendendosi e poggiando i piedi nei supporti laterali. Il medico era già pronto, aveva avvicinato le dita e.. “Ahi!” la donna era saltata dal dolore. “Che succede?” l’aveva guardata perplesso. “Io .. io non lo so. Mi ha fatto male appena mi ha toccato.” “Com’è possibile?! Vediamo, mi avvicino piano, stia tranquilla. Qui le fa male?” Aveva iniziato a sfiorarle con un dito tutta la zona intorno la clitoride, senza che lei provasse alcun fastidio. Poi, si era intrufolato appena, formando dei cerchi all’interno con la falange. Ancora nulla. Quando si era spinto oltre, il dolore era tornato più forte di prima. “Così non può andare. Signora si alzi.” L’aveva aiutata a rialzarsi dal lettino e le aveva chiesto di rimanere in piedi, curvandosi leggermente in avanti, poggiando le mani sul materassino per mantenersi in equilibrio. Preoccupata per il dolore provato, Cinzia aveva eseguito tutto senza fiatare. Subito dopo aveva sentito le mani del medico poggiarsi sulla parte alta delle cosce, dal lato posteriore, ed allargarle per studiare da vicino le sue intimità. “Uhmmm. Ma che è successo??” “Dottore, cosa c’è?” “Aspetti.” Lo aveva sentito mentre la frugava dentro con delicatezza e sicurezza. In quella posizione non le faceva più male. Poi: “Signora, le chiedo scusa, ma dovrei verificare un’altra cosa. Mi permette?” Benché perplessa da quella strana richiesta aveva dato il suo consenso. Subito dopo aveva sentito un dito del medico violarle il forellino posteriore. “bene, bene..” La visita era durata altri venti minuti nel più assoluto silenzio. Poi, il medico le aveva fatto cenno di sistemarsi ed era tornato a sedersi alla sua scrivania. Lei lo aveva raggiunto poco dopo, ansiosa. “Allora, dottore?! Cosa c’è?” L’uomo l’aveva guardata a fondo negli occhi prima di parlarle. Era arrivata al punto di arrossire. “Mi spiace doverle fare simili domande intime, mia cara, (Cinzia pensò che era un termine mai utilizzato prima con lei) ma con suo marito siete soliti avere rapporti con una certa violenza?” Se prima era arrossita a quel punto si era sentita bruciare. “ma no, dottore. Assolutamente. Perché?” “Perché, mia cara, lei risente di un rapporto recentissimo abbastanza focoso. E, per di più, si sono infiammati ambedue i canali.” Lo aveva guardato confusa. “Scusi?” L’uomo, pazientemente, ma con un sorriso decisamente beffardo. “Signora, le sto dicendo che al più tardi ieri, lei e suo marito ci siete andati troppo duramente e questo le ha causato delle infiammazioni antipatiche da curare. E quello che le dico vale anche per il rapporto anale. Ora c’è da informare suo marito perché si deve rassegnare per almeno un mese e, soprattutto, non deve trattarla mai più in quel modo”. Era stato il turno del dottore di rimanere stupito, impietrito sulla poltrona. “No, no, dottore. Scherza!!” Ne era seguita una discussione confusa, fatta di mezze parole, doppi sensi e sguardi complici. Alla fine, rassegnata, Cinzia aveva confidato al dottore che, sì, il giorno prima aveva avuto un rapporto sessuale con un uomo (a quel punto aveva balbettato, impaurita che il medico potesse capire che gli uomini erano stati due non uno), ma che non si trattava di suo marito. Lo Bianco era riuscito a dire solo un “Ah, certo!” Si era alzato, più imbarazzato della donna, incominciando a misurare il pavimento con i suoi passi. Che doveva fare? Conosceva il marito della signora ma, certamente, non era compito suo fare il moralista con quella donna. Però bisognava pur informare quell’uomo delle infiammazioni della moglie e che doveva stare a riposo per parecchio tempo. Che cazzo!! Quella si era divertita ed ora il problema restava a lui. Cinzia aveva osservato il medico alzarsi e iniziare a camminare. Era inutile che perdesse tempo, facendo finta chissà cosa – aveva pensato. Lei sapeva benissimo che gli piaceva come donna e che – a quel punto – stava solo studiando un modo per costringerla ad avere rapporti con lui. Ebbene, lo avrebbe stupito. Lo aveva visto tornare verso di lei. “Cosa c’è, dottore?” Gli aveva chiesto con una voce calda e sensuale. “Signora, io sono imbarazzato. Come posso, come faccio con suo marito?” “Venga, si avvicini. Forse il modo c’è.” Il medico stava per cadere dalla sorpresa. Le mani di Cinzia erano corse ai suoi pantaloni, facendo scivolare la cerniera verso il basso. Un secondo dopo, il pene dell’uomo era stretto tra le sue labbra. Tre minuti dopo le esplodeva in bocca. Non aveva retto a tanta emozione. Si era passata il dorso della mano destra sul muso, con aria soddisfatta. Gli aveva fatto notare che aveva bevuto tutto, sino all’ultima goccia. Si era rialzata, sicura di sé. “Benissimo, dottore. Immagino che saprà cosa dire a mio marito. Io se lei è d’accordo tornerei tra una settimana per un primo controllo. Che ne pensa?”
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