Venne sconvolta al mio studio un paio di anni fa, e come entrò scoppiò in lagrime: Uscita dalla ginecologa si era precipitata allo studio del marito, per comunicargli che era incinta e lo aveva trovato che si inculava beato la segretaria – una piacente signora quarantenne – . A prescindere dal tradimento, e dal momento particolare, l’insulto fatto a lei, uno schianto di ventotto anni, era gravissimo.Cercai di calmarla come potevo, le diedi un tranquillante, ed analizzammo la situazione. Io avevo due anni più di lei, mi ero anch’io separato, ed avevo trasferito anche l’abitazione nello studio-casa paterna. Questo appartamento, rimasto vuoto dopo un nuovo matrimonio di nostra madre, apparteneva anche a lei, Clara, mia sorella. Decidemmo che avrebbe iniziato subito le pratiche di separazione, e che si sarebbe trasferita nella casa paterna, abbastanza gran de per ospitare entrambi. Clara avrebbe continuato il suo lavoro: l’insegna mento, ed avrebbe portato avanti la gravidanza.Dopo un paio di mesi – a giugno – un venerdì rientrò a casa per il pranzo ne ra: mandò giù un boccone ed andò a sedersi sul divano, avanti alla televisivo ne. Il nostro rapporto fraterno era sempre stato di grande solidarietà: andai a portarle un caffè e mi sedetti accanto a lei: “che c’è, ne parliamo?” le chiesi “c’è che con ‘sto panzone sto diventando un cesso..mi pare di puzzare..oggi mi son trovata con il reggiseno bagnato..uno schifo..non ce la faccio più”..e giù a singhiozzare..”non esagerare..è un fatto naturale..altro che cesso..sei una bella donna incinta..tutto passerà..calmati..non esagerare” “esagerare io? Ora ti faccio vedere..” aprì la camicetta e slacciò il reggiseno: rimasi di stucco.Da quando andavamo al mare io ricordavo Clara topless, una bella quarta, areole piccole e capezzoli come fragoline: ora le areole si erano enorme men te ingrandite, i capezzoli erano due ciliegioni umidi, il reggiseno era bagnato”visto se esagero?” E spremette un capezzolo: ne uscì uno zampillo chiaro “visto?” Telefonammo alla ginecologa: fuoricittà fino al prossimo lunedì, pazienza: le diedi un tranquillante. Alla sera Clara a letto presto, io alla TV.Verso le 22 sentii Clara mugolare.. mi precipitai in camera sua..piangeva “che dolore, mi sento scoppiare il seno” aprì i lembi del pigiama..le mammelle erano gonfie..i capezzoli lividi e gocciolanti “fai qualcosa, per carità..succhia mi il latte..prova..e mi porse la tetta sinistra, stringendola. Come in un sogno mi attaccai al capezzoli, tirando quanto potevo..un liquido sieroso ma saporito Clara mungeva la mammella, e ne bevevo parecchio..buono “va meglio, ora, passa all’altra” mi accompagnò la testa sull’altra tetta..attaccato al capezzolo mi misi a mungerla con le mie mani, assaporandone il latte..mi parve di senti re le mani di Clara guidarmi in su, verso la sua testa: mia attaccai alle sue labbra come prima avevo fatto con i capezzoli..le nostre lingue si avvitarono e limonammo lungamente, mentre ci strappavamo i pigiami di dosso Il mattino ci svegliammo ancora abbracciati..Clara mugolò “miaoo buongiorno voglio assaggiare il mio latte”: Spremuti abbondantemente i capezzoli sul mio uccello, lo ripulì rapidamente con la lingua “hai ragione..è buona la mia latteria e devi approfittarne sempre..mi piace quando mi succhi..ma ora baciami la topi na, chè ne ha diritto”..e ci posizionammo per il nostro primo 69..meraviglioso.. Clara ebbe tre veloci orgasmi prolungati..”aspetta..non venire..voglio donarti la mia verginità anale..e così il bambino non potrà soffrire per le nostre scopate” si dispose a pecorina, allargandosi le natiche “prendimi, sfondami!” Il suo ano era un roseo piccolissimo buchino.. il mio glande era grosso..leccai l’ano..stretto spostai un po’ di sborrretta dalla vulva, al perineo, all’ano. massaggiandolo col pollice..niente..sempre più stretto..riuscii ad introdurre un poco di indice..”piano mi fai molto male” il mio cazzo stava scoppiando..lo appoggiai tra le sue grandi labbra..fu come risucchiato dalla sua vulva ribollente, e mi beai nel bagno dei suoi orgasmi, mentre le strapazzavo le tette ed i capezzoli..venimmo insieme, mentre le mordevo la nuca. Ci alzammo, e andammo in bagno..una meraviglio sa doccia insieme..e a far colazione. Eravamo raggianti..Clara risplendeva di una nuova luce d’amore e di sensualità.. decidemmo di festeggiare e di andare a pranzo fuori. Il suo dono era armai deciso..bisognava solo avere pazienza e perseverare… io non volevo farle provare dolore ma lei era decisa che a tutti i costi l’inquilino del suo pancino non doveva soffrire per le nostre intemperanze.Andammo a pranzo.. una bella trattoria in riva al mare..Campari Soda..antipasti di mare..ostriche. .spaghetti all’astice.. grigliata di gamberi.. vinello gelato… pagai il conto.. Clara chiese di portarsi un vuoto di Campari.. rientrammo a casa . “hai un preservativo?” “no, perché?” “Ho un’idea. Appena vedi un distributore ferma ti e vai a comprarli”. Ciò feci; appena a casa Clara mi avviluppò con le sue braccia, inebriandomi col profumo del suo seno..”ci riposiamo?” e si avviò in camera da letto, via via spogliandosi.. si fermò, nuda, avanti al bagno “una pipì, vieni? Ci arrivai nudo anch’io: aveva già orinato e era seduta sul bidet..vuoi? mentre l’acqua riempiva la tazza la mia mano raggiunse la sua patatina, e cominciai a segarle il clitoride; mentre Clara aveva imboccato il mio sesso iniziò un lungo orgasmo, che lei sottolineava con mille morsicini sul glande… venni anch’io..”vai a prendere un guanto di gomma” ..ciò feci, e la raggiunsi in camera da letto. Clara aveva preparato sul comodino un tubo di vasellina, la botti gl’ietta di Campari vuota inguainata in un preservativo, un paio di forbici. “Ora facciamo come dico io, e non discutere” Tagliato il pollice ed un dito del guanto di gomma , me li infilò sulla mano destra, li passò nella vasellina e..”datti da fare, sfondami” Posò le sue cosce sulle mie spalle, offrendomi l’ano, generosamente lubrificato. Da lei incitato iniziai con il medio.. entrò.. il pollice..con sforzo”la bottiglia..e spingila tutta!” La bottiglia..nonostante i suoi gridolini di dolore affondai la bottiglia, la estrassi e le sostituii il mio uccello, introducendolo fino alle palle. Rimanemmo così compenetrati..Chiara piangeva e mi baciava.. “amore.. grazie..sei solo mio”. Movendomi molto lentamente, dopo parecchi orgasmi di Clara venni anch’io, scaricando il mio sperma nel suo intestino.Ansimanti ci denudavamo, ancora mangiandoci di baci in bocca..poi la mia bocca prese a scendere.. sul collo.. sul seno.. come era bello leccarle il pan cione.. ad ogni leccata o morsicino un fremito di Clara.. le sue unghie mi tormentavano le spalle.. delizioso l’ombelico sporgente.. e risalire dall’altra parte.. sul pancione.. sulle tettone.. e ridiscendere.. agli inguini.. e lungo la coscia, fino al piede… un morso all’alluce. e chiara mugolava.. tirò la mia testa sulla sua vulva… un folto bosco bagnato della sua sborretta profumata..potabile..le mie dita dischiusero le grandi labbra.. mi si mostrò la sua natura infocata.. le piccole labbra bagnate e frementi.. il clitoride duro ed ingrossato da sembrare un piccolo cazzo, che mi misi a leccare “siii, amore.. così.. così.. più forte, succhia, succhiami l’anima.. amore mio.. gioia mia, godo, come godo.. continua, continua!..basta così.. ti prego, amore, basta mi fai morire” Sollevai la bocca da quel paradiso infocato che mi aveva fatto bere l’elizir meraviglioso del suo amore, e mi spostai in su per penetrarlo.Il mio cazzo stava per scoppiare..il mio glande, entrato con grande facilità anche se è piuttosto grosso, non appena penetrò l’utero venne stretto in una morsa meravigliosa, e appena entrato esplose un quantità enorme di sperma, mentre clara aveva un altro orgasmo, ed urlammo liberati entrambi.Anche se avevo goduto un abbondante orgasmo, il mio cazzo era ancoraIn tiro, e Clara, nonostante i suoi cinque-sei orgasmi, era ancora eccitata.

