Conoscevo Claudia già da qualche anno, facemmo un corso di formazione e passammo insieme una settimana circa. Lei era innamorata di me, e mi faceva una corte spietata, ma io non volevo cedere perchè non mi piaceva. Claudia ha un anno meno di me, quando ci conoscemmo io ne avevo 19 e lei 18 e, nonostante avesse un bel corpo, era piccolina, magra, seno piccolo e dolce, occhi e capelli castani, teneva i capelli troppo corti, rendendo il suo viso buffo e togliendo ogni mio possibile interesse. Dopo il corso rimanemmo in contatto, uscimmo insieme diverse volte e fui proprio io a presentarle quello che sarebbe diventato il suo ragazzo: Pietro, più grande di noi di qualche anno, poco più alto di Leo, magro e scuro di capelli e occhi. Pietro era senza dubbio un bravo ragazzo, ma troppo rozzo per i miei gusti, e anche per i gusti di Claudia, secondo me. Invece mi sbagliavo. Proprio mentre io, stanco di farmi le pippe, stavo per cedere alle avances di Claudia e divertirmi finalmente un pò, loro due si misero insieme. Erano una coppia strana, rozzo e volgare lui, timida e educata lei. Non capivo cosa trovassero l’uno nell’altro, ma dopotutto non mi importava, ero felice per loro e questo mi bastava. Ci siamo persi di vista per qualche mese, finchè, nella mia ditta, è venuta a lavorare Claudia. Ero felice di avere di nuovo la sua compagnia come ai tempi del corso, e aveva avuto anche una bella sorpresa: Claudia si era fatta crescere i capelli, li pettinava in modo diverso rispetto a prima e questo metteva in risalto i suoi occhi e le sue labbra… ora mi piaceva sul serio!!! Passammo insieme tanti turni di lavoro, che mi sembrava più leggero del solito grazie alla sua presenza, e io in tutte quelle ore non smisi di mangiarmela con gli occhi nemmeno per un attimo. Ieri ci toccò il turno notturno, e Cla sembra va un po’ strana, sembrava quasi triste. Quando le chiesi se avesse un problema mi disse che era tutto a posto, e questo mi confermò che era successo qualcosa. Poco dopo si mise di fronte a me, mi guardò, poi scoppiando in lacrime mi abbracciò. Io la strinsi forte fra le mie braccia, non senza un bel po’ di eccitazione dovuta al contatto del mio petto con i suoi piccoli seni. In lacrime mi spiegò che Aveva lasciato Pietro, che non ne poteva più. la sua vita era un incubo. Mi raccontò che lui la trattava alla pari di un animale, non aveva mai un’attenzione, mai una carezza, mai un tenero abbraccio… Poi si calmo e continuammo a parlare più tranquillamente. Ad un certo punto lei si face seria ma con uno sguardo malizioso, mi disse che doveva farmi una proposta. Non so di che colore diventai quando mi spiegò che aveva bisogno di un maschio, un maschio che la coccolasse e facesse l’amore con lei… già l’amore perchè con Pietro fino a quel momento aveva fatto solo del sesso, era costretta a fare tutto come voleva lui, ad essere la sua troia per appagarlo. Naturalmente io accettai subito la proposta, e cominciammo subito a baciarci i maniera dolce, stretti in un caldo abbraccio. Ci baciammo così tanto che le nostre labbra cominciarono a farci male, ma sapevamo che non avremmo resistito a lungo. Da sotto i miei pantaloni si intravedeva un cazzo già duro pronto all’uso, e, dal modo in cui lei ci si strusciava sopra, non sarebbe rimasto inutilizzato per molto ancora. Lai si inginocchiò davanti a me, mi tirò fuori il cazzo e cominciò un pompino dolce come non ne avevo mai ricevuto, mentre io le sostenevo la testa e le accarezzavo i capelli. quando mi accorsi di essere sul punto di venire, le dissi di alzarsi, e le dissi di spogliarmi. Cominciò collo slegarmi le scarpe, prima la destra e poi la sinistra, seguite dalle rispettive calze. Poi mi sbottono e mo tolse in modo molto sensuale la camicia, lasciandomi senza fiato. Era ormai la volta dei pantaloni, slaccio la cintura e li sbottonò in modo deciso, in un attimo l’unico indumento che mi era rimasto erano i boxer. Ora toccava a me spogliarla, decisi di fare come lei e le tolsi le scarpe, erano degli stivali tipo “pugile” neri in pelle, scelti secondo il suo ottimo gusto. Portava poi una camicetta nera tanto stretta che conteneva a malapena il suo seno, gliela tolsi in pochi attimi, e mi sentii svenire quando vidi che non portava il reggiseno. Un piccolo seno dalle forme dolci stava adesso davanti a me, ed io senza resistere, mi soffermai a baciare quei piccoli capezzoli ormai duri per l’eccitazione. Mentre facevo questo le slacciai i pantaloni e lasciai che se li togliesse da sola. A questo punto ci rimanevano solo i boxer per me e gli slippini bianchi per lei. Claudia vide che il mio cazzo era sacrificato in quel pezzo di tela, e con abili mosse, mi tolse con la bocca i boxer. Volli fare anch’io così e riuscii, pur con alcune difficoltà, nel mio intento. Ormai nudi i nostri corpi non resistevano più, ci buttammo per terra, e messi l’uno davanti all’altro, con le nostre gambe incrociate, entrai in lei. Non avevo mai provato quella posizione, e fu una piacevole novità che ci porto a godere al massimo della scopata, prima con movimenti lenti e profondi, poi con movimenti sempre più rapidi e decisi. Ero quasi all’apice quando lei si stacco, mi fece sdraiare a pancia in su e cominciò a baciarmi e a stuzzicarmi in ogni parte del mio corpo, mischiando sapientemente baci nei punti giusti a pause più o menu lunghe, con lo scopo di mantenere più a lungo possibile la mia eccitazione. quando vide che la tortura mi stava facendo gemere dal desiderio cominciò un altro pompino, molto più breve dell’altro, che aveva lo scopo di lubrificarmi per bene il cazzo. quando mi ritenne pronto, con una mossa che mi lasciò senza fiato salì su di me, e subito sentii, il mio cazzo insidiare il suo stretto sfintere. Con pochi colpi, il cui ritmo era dettato da lei, fui di nuovo dentro, ma questa volta fu molto più eccitante, perchè era lei a condurre il gioco, ed inoltre ogni tanto contraeva il suo ormai violato sfintere facendomi impazzire dal piacere. Presto venni per la prima volta, ma avevamo tutt’e due l’intenzione di non fermarci ed infatti continuammo per tutta la notte. . .
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