Fissai un nuovo appuntamento per il sabato successivo sicuro che questa volta Elena non sarebbe mancata. La settimana passò lentamente, e non facevo che contare i giorni che mi separavano dall’incontro con Flavio e Maria. Il venerdì mattina Elena fece entrare in ambulatorio un giovane che aveva fissato l’appuntamento da circa una settimana, per un problema nella regione anale. Alto circa 1,80 magro sui 35 anni si sedette sulla sedia di fronte a me e nervosamente iniziò a dirmi che da un po’ di tempo quando aveva lo stimolo di defecare sentiva un dolore all’ano. Iniziai a raccogliere l’anamnesi sulle sue malattie, sull’alimentazione, abitudini di vita ecc, poi dopo aver finito di scrivere al computer lo pregai di andare dietro il paravento, spogliarsi e mettersi sul lettino. Elena nel frattempo faceva finta di lavorare e mi guardava con aria curiosa ma, non diceva nulla, anche perché essendo un professionista serio ed affermato non potevo di certo lasciarmi andare con tutti, quindi la selezione doveva essere accurata. Dietro il paravento intanto il ragazzo che aveva 33 anni e si chiamava Sandro R***** si era spogliato e coricato sul lettino come ordinato. Dopo essermi infilato i guanti inizio la visita partendo dalla testa, il collo, il torace che esplorai e auscultai rigorosamente.Arrivato all’addome vidi il che il ragazzo si contraeva, ” faccio male qui?” “no, ma non mi aspettavo una mano così leggera” disse. Continuai la visita palpando i testicoli grossi e pieni di sborra, scoprii il glande notando che un po’ di smegma era annidato tra le pieghe del prepuzio, lo sgridai dicendo che quello era il punto di partenza per le infezioni e prendendo una garza iniziai a pulirlo energicamente. Lo sfregamento iniziava a dare i suoi frutti, infatti, il suo cazzo iniziava a indurirsi, allora lo feci girare e mettere a carponi sul lettino in posizione genu-pettorale (cioè in ginocchio sul lettino con i gomiti e la testa appoggiati al letto ed il sedere tutto indietro). Mettendomi dietro di lui gli spiegai che dovevo controllare l’ano ed esaminare la prostata attraverso l’esplorazione rettale. Dopo essermi lubrificato le dita inizio a dilatarli le natiche per vedere meglio l’ano dove s’intravedeva una piccola ragade, responsabile dei dolori, dicendo di rilassarsi gli chiesi di sporgere di più il sedere verso di me e di spingere come per andare di corpo.Di colpo la rosetta anale si spalancò davanti aprendosi dolcemente, pian piano infilai il dito guantato e lubrificato nell’ano dischiuso del giovane, che spingendo indietro il culo facilitava il mio compito, dopo aver esplorato il retto massaggiai la prostata e notai che un filo di liquido colava dal cazzo del ragazzo, finita l’esplorazione ritirai lentamente il dito e notai che il buco del culo rimaneva aperto. Allora infilai lentamente due dita unite mentre il ragazzo spingeva indietro il culo per farsi penetrare meglio. Le dita subito diventarono tre senza nessuna reazione da parte sua se non una vistosa erezione che mi faceva capire tante cose. Mi spostai dichiarando finita la visita ma lui, guardandomi finalmente negli occhi mi chiese di controllare meglio perché aveva molto prurito. Gli spiegai che il prurito era dovuto alla presenza di una ragade e che anche il dolore era legato a quello. Lo feci rivestire e gli diedi una dieta che avrebbe dovuto seguire ed una pomata da applicare due volte al giorno nell’ano. Lo vidi perplesso e mi chiese se poteva venire da me per farsi mettere la pomata, respinsi con cortesia ma con fermezza la sua proposta ma Elena si disse disposta a farlo lei se il ragazzo non si vergognava. Diventò rosso come un peperone ma non ebbe il coraggio di dire di no, lo congedai e lo lasciai alle cure di Elena sia per la parcella che per gli accordi per la pomata. Dopo un minuto, Elena rientrò con un sorriso sulle labbra dicendomi che secondo lei era fatta, infatti, gli aveva consigliato di radersi bene la zona anale perché la pomata sarebbe entrata meglio e Sandro le aveva chiesto se ara disposta a farlo lei l’indomani prima di applicarli la pomata. Eccitata si buttò sul mio cazzo che non era rimasto insensibile alle pratiche appena finite tirandolo fuori dai pantaloni con fatica per via dell’erezione. Ma non avevamo tempo perché un’altra visita ci attendeva, la signora Mori che aveva a sua detta problemi di cistite. La Mori arrivò subito interrompendo il pompino di Elena, che subito si ricompose andando ad aprire la porta dell’ambulatorio. Accomodatasi nella sedia subito dopo una breve raccolta della storia clinica, la feci accomodare sul lettino, la Mori già esperta si spogliò subito e poggiò le gambe sugli appositi sostegni, dopo essermi infilati i guanti, iniziai la visita con accuratezza infilando le dita nella vagina che si apriva davanti ai miei occhi. La Mori una donna di 47 anni di aspetto piacevole giovanile era sempre ben vestita e curata, ed anche il giorno non si smentiva infatti, si era rasata accuratamente lasciando solo un ciuffetto di peli sul pube mentre le piccole labbra molto prominenti sporgevano dalle grandi labbra, e seguivano un clitoride grande già turgido. L’ano dischiuso, dava l’impressione di volersi aprire da un momento all’altro. Dopo la visita accurata chiesi a Elena di dare una mano alla signora a ripulirsi dalla crema lubrificante che avevo usato (una crema profumata a base di acqua), e mentre mi lavavo le mani spiegai alla signora che le sue cistiti ricorrenti erano legate alla sua scarsa ma intensa attività sessuale, infatti, i micro- traumi sull’uretra la esponevano di fatto alle infezioni soprattutto se non urinava prima del rapporto. Per tutta risposta la signora mi affermò che lei spesso pisciava durante il rapporto e l’orgasmo. Elena intanto facendo finta di ripulire la vulva della Mori la stava massaggiando, tittilando il clitoride che s’ingrossava sempre di più sporgendo a mo di piccolo pene. All’improvviso si abbassò di colpo per stringere tra le labbra quel piccolo gioiello tra i gemiti della Mori. La mano di Elena frugava la vulva della donna mentre succhiava il clitoride e la Mori le teneva la testa fra le cosce. La mano di Elena entrava sempre di più nella vagina della Mori fin quando non scomparve del tutto dentro di lei. Iniziò a venire furiosamente nella bocca della mia infermiera quando mi accorsi che la Mori stava pisciano in bocca di Elena che con l’altra mano si frugava tra le gambe venendo anche lei, mordendo il clitoride della Mori, non una goccia di piscio cadde sul pavimento perché la bocca avida di Elena ingoiava tutto, il piscio e lo sperma. Soddisfatta la Mori si alzò dal lettino e infilandosi le mutande prese la prescrizione e salutandomi con un sorriso uscì dal mio studio. Si era fatto già molto tardi e congedai Elena e mi apprestai a chiudere lo studio quando Sandro bussò alla porta. Stupito aprii e in silenzio mi porse una bustina di farmacia con la pomata chiedendomi se potevo per cortesia mettergliela perché aveva molto prurito. Lo invitai ad entrare, chiedendomi quale prurito avesse, e lui per tutta risposta si abbassò i pantaloni e le mutande mostrandomi un cazzo in erezione, si girò e allargandosi le natiche mi chiese di metterli la pomata come prima. Lo feci salire sul lettino e, dopo aver chiuso la porta m’infilai i guanti. Sandro si era già messo in posizione e sporgeva il culo in fuori, ed io iniziai a mettergli la pomata infilando due dita nel culo aperto e dilatato. Con voce rocca mi chiese di infilargli un altro dito, e allora riunendo le dita insieme iniziai ad infilargli tutte le dita, pian piano mi facevo strada in quel culo dilatato all’inverosimile, riuscivo a infilare la mano fino alle nocche, Sandro mi prese la mano e la spinse sempre di più dentro di lui. A questo punto lo feci girare sul lettino e gli sistemai le cosce sui sostegni mentre continuavo a fissarlo, il suo cazzo duro svettava a pochi centimetri dal mio viso e lui mi prese la testa guidandola sul suo cazzo. Come lo presi in bocca il suo culo si dilatò ancora di più, permettendomi di infilargli tutta la mano in culo, dal cazzo intanto iniziava ad uscire abbondante liquido pre- spermatico che in preda ad una libidine violenta ingoiavo tutto leccandolo e succhiandolo. La mia mano ormai entrava senza più nessuna difficoltà in quel culo slabbrato, chiusi il pugno e continuai furiosamente a sfondarlo quando all’improvviso m’inondò la bocca di sperma, tanto, tantissimo, denso, riuscii a malapena a non soffocare preso alla sprovvista, ma non ne perdetti neanche una goccia tanto era buono, diverso dal mio che rimaneva un po’ più acre. Il suo crosso cazzo rimaneva ancora duro e continuai a spompinarlo mentre il suo culo si dilatava ancora di più, decisi a questo punto di esagerare ed iniziai ad infilare anche due dita dell’altra mano che fino a quel momento era impegnata a reggerli il cazzo. Sandro apprezzò il mio gesto sporgendo per quanto possibile il culo e spingendo come per defecare, ben presto le dita della seconda mano diventarono tre e poi quattro, il suo culo largo lubrificato sapientemente accoglieva senza difficoltà le mie mani, riuscivo ad infilare tutte e due le mani unite in quel culo che non aveva più nulla di umano. Il suo cazzo non diminuiva di consistenza ed io ne approfittavo per spompinarlo alla grande senza smettere di dilatargli il culo. Sfilai lentamente le mani da quel culo e togliendomi i guanti gli chiesi di rimanere coricato sul lettino. Rapidamente mi spogliai e presi una bottiglia di plastica d’acqua e dopo averla lubrificata la infilai in culo a Sandro, che rispose subito allo stimolo con un aumento dell’erezione. Il suo cazzo duro, era decisamente superbo grosso e lungo tanto che avevo difficoltà ad infilarlo in bocca, gli bloccai la bottiglia in culo con una cinghia e mi misi a cavallo su di lui infilandoli il mio cazzo, che non era da meno, in bocca, la sua lingua accarezzava dolcemente il mio cazzo che finalmente trovava un posto dove scaricarsi dopo una giornata di intense emozioni. Mentre Sandro mi spompinava io continuavo a tirargli il cazzo che mi stimolava e pian piano lo guidai fino a posizionarlo all’ingresso del mio buchetto che avevo gia lubrificato. Quel bastardo mi diede a quel punto un morso sul cazzo ed io istintivamente mi spostai indietro, mentre lui con un colpo di reni m’infilò di colpo il suo enorme cazzo in culo. Rimasi senza fiato e alcune lacrime mi solcarono il viso mentre il bastardo continuava ad incularmi come un matto. Lo bloccai e rimanendo fermo mi abituai al suo enorme cazzo, iniziai a muovermi sopra di lui, incitandolo a scoparmi più forte, i suoi colpi si succedevano violenti sfondandomi il culo che si adattava suo malgrado l’intrusione violenta. Gridò qualche cosa, e sentii che m’inondava il culo di sborra, lo sentivo spruzzarmi in culo tanto liquido caldo che ben presto mi riempi tutto. Anche io venni in bocca al bastardo, e sfilandomi dal suo cazzo mi voltai sul suo viso e aprendomi il culo con le mani, feci cadere lo sperma che usciva dal mio culo nella sua bocca. Dopo aver sciolto la cinghia che la teneva ferma, sfilai la bottiglia dal culo che rimase dilatato e aperto, “bene “gli dissi “vedrai che adesso non avrai più dolore quando vai di corpo, continua a mettere la pomata e presto guarirai” . Aspettai che si vestisse e lo congedai accompagnandolo alla porta.
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