Arrivai finalmente a casa, stanco ma soddisfatto, il culo mi bruciava ancora per via della penetrazione violenta ed improvvisa di Sandro.Dopo una doccia abbondante ed un pasto veloce, mi sdraiai sul letto di schiena a cosce aperte e lubrificai con abbondante crema lenitiva,- che mi aveva preparato una amica che aveva una erboristeria- il buco del culo lievemente dilatato dalla precedente inculata.Delicatamente infilai due dita piene di crema in culo, massaggiando lo sfintere che si faceva dilatare con facilità, in rapida successione riuscii ad infilare quattro dita, poi presi un plug, di dimensioni discrete, nel punto di massima larghezza arrivava a venti centimetri di circonferenza, circa sei di diametro e pian piano lo infilai su per il retto.Dopo un attimo di adattamento mi alzai dal letto sempre con il dilatatore infilato e tenuto in situ dalla sua stessa forma, ed infilatomi degli slip molto stretti, che usavo solo per l’occasione mi preparai per andare a dormire.Tardai un po’ ad addormentarmi per via del plug che mi dilatava il buco del culo, ma la stanchezza ebbe il sopravento e ben presto mi abbandonai nelle braccia di Morfeo.L’indomani mattina mi svegliai presto e dopo un caffè nero mi accinsi a farmi una doccia, mi sfilai gli slip e il plug scivolò sul pavimento uscendo senza difficoltà dal mio buco ormai dilatatissimo.Mi controllai con uno specchio e vidi con soddisfazione che il mio buco rimaneva bello dilatato. Dopo aver evacuato, e dopo una doccia, mi cosparsi di crema e mi recai in ambulatorio.Elena era già arrivata, aperte le finestre per cambiare l’aria, si avvicinò con aria indagatrice per chiedermi cosa era successo in ambulatorio dopo che era uscita.Non feci in tempo a rispondere che già il primo paziente si presentò puntualissimo per la visita, per fortuna le visite la mattina erano poche, ma tutte piuttosto impegnative, per cui il tempo volò in un attimo.Puntuale alle dodici arrivò Sandro che fu ricevuto da Elena, che subito lo indirizzo nella seconda sala delle visite, lo fece sdraiare in posizione ginecologica e si apprestò a raderlo.Dalla mia scrivania potevo vedere che il massaggio sui genitali e sul buco del culo con la mano piena di schiuma iniziava a eccitare Sandro infatti, il suo cazzo cresceva a vista d’occhio. Con mano esperta iniziò a radere il ragazzo prima sul pube poi i testicoli,poi fu la volta dell’interno cosce ed infine la regione perianale, durante queste manovre il cazzo del ragazzo veniva spostato con noncuranza dalla mia assistente.Terminato di rasare prese un asciugamano e pulì la schiuma che era rimasta, e in un lampo si infilò con ingordigia il cazzo in bocca, non senza aver prima infilato un dito in culo a Sandro.Mi avvicinai piano con il tubetto di crema in mano e lo porsi ad Elena, che continuava imperterrita con i giochi di lingua sulla cappella, cercando di infilare la punta nell’uretra.Dopo essersi ben unta la mano iniziò ad infilare le dita in quel culo dilatato che per l’eccitazione si dilatava sempre più.La mano ormai entrava con facilità, legata anche al fato che Elena aveva le mani piccole, il tutto eccitava sempre più Sandro che spingeva il culo in fuori, mentre la bocca perversa di Elena continuava a tormentargli la punta del cazzo che aveva raggiunto dimensioni mostruose per l’eccitazione.Elena sfilò la mano dal culo, mi guardò, ed ad un mio cenno di assenso con la testa la chiuse a pugno e di colpo la infilò tutta dentro senza mai smettere di spompinare. Sandro con un urlo venne in bocca della mia assistente che da brava non si lasciò sfuggire neanche una goccia.Lentamente sfilò il pugno dal culo e alzatasi si diresse verso di me,”lo hai gia aperto tu vero?” mi disse. In poche parole le spiegai cosa era accaduto la sera prima, dicendole che ora avevo preferito non partecipare per paura di fare cilecca la sera all’incontro con Maria e Flavio.Sandro venne congedato dopo aver fissato l’appuntamento per il lunedì sera, chiudemmo l’ambulatorio e andammo a pranzo.Il pranzo piacevole come sempre, come quando si è in compagnia di una persona splendida come la mia assistente,lo passammo stuzzicarci sessualmente, provando a pensare a come trattare la coppia di amici che stavamo per ricevere.In un attimo mi venne in mente come avevo conosciuto Elena, allora più giovane lavoravo ancora in ospedale, e durate un turno di notte venni chiamato al Pronto Soccorso per vedere una persona che stava male, il collega non aveva voluto dirmi nulla al telefono. Arrivai il più presto al Pronto Soccorso e li trovai una giovane ragazza che singhiozzava nascondendosi il viso.Il collega mi informò che la giovane si era infilata una bottiglietta nel retto e non riusciva più a toglierla, e che la vergogna la stava sommergendo.Mi avvicinai alla ragazza che piangeva con la testa coperta e le spiegai che ci saremmo dovuti trasferire in reparto dove sarei riuscito meglio a rimuovere l’oggetto.La giovane venne trasferita in reparto in barella fatta entrare in medicheria, chiamai una delle infermiere di turno la notte, Elena appunto, e brevemente le spiegai come avremmo agito.Prima di tutto posizionammo una flebo con del Valium per rilassare la muscolatura anale, poi messa la donna di fianco con le gambe raccolte in posizione fetale, infilai un paio di guanti, presi una pinza e facendola scorrere sul dito che avevo gia infilato nell’ano della ragazza afferrai la bottiglia infilando una branca delle pinze dentro ed una fuori, senza stringere per non rompere la bottiglia iniziai a fare trazione verso l’esterno, ma la ragazza era ancora contratta, e persi la presa.Allora Elena si avvicinò si tolse i guanti e senza dire nulla iniziò a carezzare il clitoride della giovane dopo averle aperto le gambe, la manovra ebbe l’effetto desiderato infatti, la ragazza si rilassò e riuscii a sfilare per metà la bottiglia fino al primo restringimento.A questo punto presi la bottiglietta di Cocca Cola con la mano per sfilarla del tutto, ma la ragazza afferrandomi la mano mi costrinse a stare fermo. Elena intanto continuava a titillare la clitoride e ai primi gemiti afferrò saldamente la bottiglietta e di colpo la tolse per poi ripiantarla dentro il culo che non aveva fatto un tempo a chiudersi.Visibilmente eccitata, rossa in viso continuava a spingere la bottiglia dentro e fuori del culo della ragazza che aveva sostituito le lacrime con un sorriso. Stupito assistevo eccitato alla scena, la giovane prese il mio cazzo duro che premeva sui pantaloni della divisa, e tiratolo fuori inizio un pompino meraviglioso, Elena alla vista del mio cazzo si eccitò ancora di più aumentando la velocità con la mano che stantuffava il culo della ragazza che dilatando all’inverosimile il culo si prendeva dentro di se la bottiglia e parte della mano che la stringeva.Venimmo tutti e tre quasi contemporaneamente, e dopo esserci ricomposti diedi alla ragazza una pomata per lenire il dolore e le raccomandai caldamente di non infilare più degli oggetti che potevano sfuggirgli dentro, e in ogni caso le diedi il numero del mio cerca persone, mentre lei mi diede il suo numero di casa.Elena intanto era ancora sconvolta e si era seduta sul lettino con un aria da ebete, una volta uscita la ragazza mi prese le mani e piangendo mi chiese di perdonarla, che non sapeva cosa le fosse successo, che non lo aveva mai fatto, che non lo avrebbe più fatto, e che non poteva perdere il posto e così via.La ascoltai in silenzio, le spiegai che quello che aveva fatto era gravissimo ma che se la paziente aveva gradito e, se eravamo riusciti a rimuovere la bottiglietta era grazie alla sua iniziativa, anche se stava cercando di sfondarla infilandole la mano.Diventammo complici in moltissime cose, mi piaceva lavorare con le ed anche Elena prima di compilare gli orari verificava che ci fossi io di turno. Chiaro che non ci capitarono più episodi del genere ma diversi episodi a sfondo sessuale ci videro protagonisti nelle lunghe notti in Ospedale, fino a quando non mi misi in proprio con un mio ambulatorio,ed Elena mi chiese di seguirmi visto che avevo bisogno di una infermiera -assistente- segretaria.In effetti non avevo bisogno di lavorare, quello che avevo era più che sufficiente, ma il contatto con la gente, di quello si che avevo bisogno, e tra l’altro ero considerato un bravo medico.Elena mi riportò alla realtà chiedendomi se mi ricordavo di fra Paolo, un giovane frate francescano che era rimasto vittima di un incidente stradale e che io avevo dovuto cateterizzare poiché a seguito di una frattura del femore non si poteva spostare dal letto ed aveva problemi ad urinare nel pappagallo, aveva un uccello talmente lungo che gli arrivava alla valvola del catetere, ed un orifizio uretrale molto largo.Quando mi ero licenziato dall’ospedale lui era ancora ricoverato, ed ero andato a salutarlo, ma quando alla dimissione gli avevano rimosso il catetere, non riusciva più ad urinare spontaneamente, e dopo due cateterismi in urgenza al Pronto Soccorso, Elena gli aveva suggerito di venire a visita da me. Quando si presentò per l’appuntamento, visto che era in ritenzione decisi di cateterizzarlo, lo feci coricare sul lettino e dopo avergli disinfettato il pube ed il pene gli infilai un catetere n° 20 gonfiai il palloncino con circa 40 cc di fisiologica e collegai il tutto ad una busta, l’intenzione era di rimuoverlo dopo il completo svuotamento della vescica, ma il frate alzandosi dal lettino mise il piede sulla busta con il risultato che si sfilò il catetere con il palloncino gonfio.Preoccupato mi alzai dalla sedia e mi diressi verso il frate, che con tutta calma aveva raccolto il catetere e si era seduto di nuovo sul lettino con una erezione che incominciava a fargli crescere il cazzo asinino.Con lo sguardo basso mi confessò che quella era una pratica che usava da diverso tempo per eccitarsi si infilava un catetere e dopo aver gonfiato il palloncino lo sfilava lentamente. Lo informai dei danni che poteva farsi all’uretra ma capii che stavo sprecando il mio tempo.Il frate si stava lentamente accarezzando il crosso e lungo cazzo, quando suonarono alla porta dell’ambulatorio; era Elena che si era licenziata e prendeva servizio presso di me.Alla vista del cazzo del frate si gettò come una lupa affamata, prendendoli il cazzo in bocca, e stringendoli le palle, il frate a tale trattamento non resistette a lungo e dopo un paio di colpi venne in bocca di Elena copiosamente. Elena per prima aveva capito che l’uomo era un masochista e che gli piaceva sentire dolore, continuando a spompinarlo gli torceva le palle stringendole con la mano destra mentre con due dita della sinistra gli frugava il culo.Il frate abbandonata ogni inibizione gemeva mostrando una generosa erezione che non accennava a diminuire, velocemente mi spogliai e gli diedi il mio cazzo da succhiare.Si vedeva benissimo che non era nuovo a tali manovre, perché succhiava con perizia inusuale che solo chi ha molta pratica può avere.Elena intanto aveva abbandonato le palle di fra Paolo e si frugava la fregna infilandosi tre dita dentro con un rumore di sciacquettio che ci faceva capire come godeva, tolsi il mio cazzo dalla bocca del frate e mi spostai dietro di lei infilandole di colpo il cazzo dentro. Mentre la scopavo Elena continuava a leccare e succhiare il grosso cazzo, che a malapena entrava nella sua bocca, e a infilare le dita in culo al frate.Ad un certo punto Elena sfilò le dita dal culo dell’uomo ed impugnando il cazzo con la destra infilò l’indice della mano destra nell’orifizio uretrale, il frate si contorse tutto e il suo cazzo diventò ancora più grosso, la ragazza allora infilò anche il medio fino alle nocche mentre il frate diventava paonazza e iniziò ad eruttare una quantità enorme di sperma che ci colpì in faccia, io venni in figa ad Elena mentre mi leccavo lo sperma che scivolava sulle mie labbra. Mi sfilai da dentro di lei e iniziai leccare quel cazzo stupendo mentre Elena lo reggeva e lo leccava insieme a me, la finimmo che mi scopai il frate che a sua volta inculava la mia futura assistente.IL pranzo era terminato, e ci recammo insieme nell’ambulatorio, ed Elena iniziò a preparare il tutto per l’esame di Maria, (ancora non le avevo detto nulla ), quando suono alla porta Flavio che era arrivato prima della moglie, su mia richiesta per iniziare a conoscere Elena.Invitai Flavio ad accomodarsi e finsi che avesse un problema alle emorroidi, ed invitai Elena a prepararlo, lo fece distendere sul lettino ma, non contenta della posizione lo mise in posizione genu-pettorale, ed infilatasi un paio di guanti iniziò a lubrificare l’ano aspettando il mio arrivo.Intanto Maria era arrivata e senza suonare, aspettava che io le aprissi la porta, scivolò dentro l’ambulatorio e le feci vedere il marito che già in posizione veniva lubrificato a dovere da Elena.Lasciai Maria dietro il paravento e mi avvicinai ai due, e sostituendomi ad Elena iniziai a massaggiare il culo di Flavio, che in evidente stato di eccitazione spingeva indietro il culo.Chiesi ad Elena di aiutarmi nel massaggio e prendendole la mano feci infilare due dita dentro il culo del mio amico, con quattro dita dentro Flavio, sempre spingendo il sedere il fuori ci incitava a sfondarlo di più.Intanto Maria era uscita allo scoperto e nuda si avvicinò a noi, cogliendo Elena di sorpresa, infilandole due dita in figa da sotto la gonna, facilitata dal fato che la mia assistente per mio volere non portava mai le mutande se non quando aveva le mestruazioni.La sorpresa era riuscita in pieno, Elena felice e sorridente apri di più le gambe per permettere una migliore introduzione delle dita a Maria, mentre continuava a infilare la mano in culo a Flavio, che dal canto suo la incitava sempre di più a sfondarlo con tutta la mano. Elena eccitatissima fistava Flavio a pugno chiuso ormai, riceveva la mano intera di Maria nella sua figa ed io non sapevo se scoparmi il culo di Elena o di Maria, optai per quest’ultima, e con un colpo deciso la infilai di colpo, eravamo come una catena di montaggio, il mio colpo si ripercosse su Maria che infilò di più la mano nella figa di Elena che a sua volta infilò di più il braccio nel culo di Flavio, era incredibile, il braccio infilato fin oltre il gomito.Decisi di aprire il culo a Maria, tolsi il mio cazzo e iniziai ad infilare le dita, Maria che era abituata a grosse dilatazioni si spinse indietro schiudendo le gambe per facilitarmi nell’impresa, in breve riuscii ad infilare la mano come il sabato precedente tutta dentro fino al polso, a questo punto mentre Elena, con la mano di Maria che entrava ed usciva sempre più velocemente dalla sua figa, si accingeva ad infilare anche la seconda mano in culo a Flavio, che con occhi chiusi si faceva una sega spingendo indietro il culo ed accompagnando Elena nei suoi movimenti.Ormai la mia mano era tutta dentro, chiusi il pugno e continuai ad aprire Maria, la dilatazione aveva raggiunto delle dimensioni spaventose, come sfilavo il pugno una piccola parte di retto la seguiva, decisi allora di unire alla prima l’altra mano, pian piano riuscii a farmi strada e Maria con un grido si accasciò in preda ad un orgasmo violento, ne approfittai per infilare ancora più in fondo le mie mani, riuscendo ad arrivare fino a metà degli avambracci.Anche Elena e Flavio vennero urlando e sborrando abbondante-mente, mentre io non ancora pago e con il cazzo ancora duro sfilai le mai dl culo di Maria e gli infilai il cazzo in figa.Caldissima e abbondantemente bagnata mi accolse con gioia e inizio a muoversi Flavio intanto liberato da Elena si inginocchiò sotto di noi leccando la figa alla moglie e leccandomi il cazzo nella porzione che rimaneva fuori.Elena intanto dopo essersi lavata si cambiò i guanti ed iniziò a infilarmi due dita in culo, scopare ed essere scopato, era una cosa fantastica, purtroppo al quarto dito venni dentro Maria e la nostra serata si concluse così.
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