Avevo finito da poco il militare a Bologna, durante il periodo di ferma per arrotondare, la sera invece di godermi le ore di libera uscita, davo una mano al Bar di un bellissimo Albergo, era un grosso rischio ma ne valeva la pena, perché qualche volta univo l’utile al dilettevole, nel senso che spesso dovevo soddisfare qualche solitaria signora, ero giovane ben dotato con un titolare che chiudeva un occhio, capitava anche a lui ogni tanto e quando la moglie chiedeva, la scusa era sempre pronta. Teminato il sevizio di leva, il proprietario dell’Albergo mi chiese, se volevo continuare a lavorare da lui, mi avrebbe assunto regolarmente con vitto e alloggio, ci pensai qualche giorno e poi accettai, facevo dei turni interessanti con pausa pasto, una settimana dalle 7 alle 15 e l’altra dalle 15 alle 23, il lavoro lo conoscevo bene, quando ero di turno al mattino, si preparavano le colazioni da portare in camera, poi i tavoli per quei clienti che facevano colazione in sala Ristorante, però il mio servizio si limitava, al Bar e alle colazione in camera. Mi piaceva perché avevo molto tempo libero, l’albergo aveva la palestra ed io qualche ora al giorno la dedicavo al mio fisico. Un giorno ero di turno al mattino, dopo aver preparato i due vassoi con 12 servizi, feci salire il tutto al piano di sopra col montacarichi, poi cominciai il giro in ordine di sveglia, rimasi perplesso, quando entrando nella camera 8, la signora mi ha ricevuto nuda, era molto bella e restai imbambolato qualche secondo, lei con indifferenza disse: metta pure sul tavolo, mi diede una buona mancia e mi accompagnò alla porta, prima di farmi uscire mi disse: ciao bello, arrivederci e mi diede una palpata al pacco, che era già a disposizione al primo impatto, e sorridendo aggiunse, niente male il mio giovanotto come ti chiami? Nando, risposi presi la porta e andai, la cosa mi fece capire tante belle cose. Dopo aver terminato il lavoro, mi sono preparato in tenuta sportiva e via di corsa in palestra, anche la bella signora stava facendo ginnastica, la osservai in tutto, era una bella gnocca, si capiva che aveva fatto molto sport, il suo fisico accentuava una bella muscolatura, mi mangiava con gli occhi, avrà avuto un 25 anni, il marito doveva essere molto più vecchio di lei almeno di 30 anni, era uscito al mattino con un valigione, probabilmente faceva il venditore. Guardavo la signora, stava usando dei pesi non adatti alle donne, erano troppo pesanti, allora approfittai per dirglielo, mi ringraziò e si presentò, io sono Margò una volta ballavo, quando vivevo a Parigi, dopo sposata mi sono trasferita a Roma, mio marito ha 57 anni, 31 in più di me, io 26, avevo sbagliato di pochissimo, comunque era molto espansiva gentile, molto dolce nel parlare, mi voleva raccontare tante cose, ma si è trattenuta abbiamo tempo tutta la settimana per dirti di me, poi voleva sapere se c’era un Night club vicino all’albergo, aveva voglia di fare quattro salti, il marito glielo avrebbe permesso, diceva che era molto buono, e le faceva fare tutto ciò che desiderava. Dopo cena l’aspettai, mi ero vestito elegante per l’occasione, scendemmo al night e ballammo tutta la serata, ogni tanto mi dava bacini sulle labbra, le piaceva stare abbracciata, senza strafare, cercavo di non farmi capire, ma il mio fratellino dava segni d’impazienza, lo girai verso l’alto però lei lo sentiva tra la passera e l’ombelico, portavo i boxer avevo una mano tra la vita e il gluteo destro, facevano tutti balli lenti, era la caratteristica del locale, musica soffusa non dava nessun fastidio, se dovevi scambiare due parole, ad un tratto con la mano mi girò l’uccello verso il basso, così s’appoggiava bene sulla sua fighetta, era vestita molto leggera ed il contatto si sentiva meglio, era puntato tutto sulla sua patacca, era bellissimo lei mi ha infilato la lingua in bocca, l’orgasmo arrivò subito dopo per tutte due, rimanemmo fermi per qualche secondo, poi di corsa al tavolo eravamo bagnatissimi, ci mettemmo in ordine, il nostro tavolo era sopra un balconcino con separè, nessuno poteva disturbarci, lei si tolse lo slip, si asciugò tutta la passerona, e mi fece sentire l’odore dei suoi umori, si era messa due dita in figa e me le ha messi in bocca, non resistetti, tirai fuori la mia bananona e lei come un lampo, con la lingua mi diede quattro colpi, mi succhiò il glande con una bravura da farmi sborrare un’altra volta, ingoiò tutto il mio sperma, levai anch’io il boxer, in maniera da non sporcare i pantaloni neri, era una porcona mi fece annusare ancora il suo slippino me lo fece leccare, vol le farmi sentire tutto il sapore dei suoi umori, ero come drogato, non mi dispiaceva al momento, perché certe donne ti fanno capire a volte, quanto si può essere sporcaccioni nell’amore, e che c’è sempre da imparare. Ci ricomponemmo lei chiamò il cameriere, ordinò un’altra bottiglia di champagne, l’abbiamo bevuta tutta, era fatta come una scimmia, e la seconda bottiglia le dissi, lei niente alzò il vestito prese a toccarsi, poi si appoggiò al muro aveva ancora voglia di godere, mi abbassò la testa e volle essere baciata e leccata la fica, due colpi è raggiunse l’orgasmo per la seconda volta, ormai era in balia dell’alcol, la presi con forza, misi in tasca gli slip che erano sul tavolo, dopo aver pagato un conto salatissimo,lei. La portai in albergo, fino in camera, il marito dormiva come un ghiro, la spogliai la misi a letto sfinita, dormì tutta la notte. Il marito al mattino quando fece colazione al banco, mi chiese soltanto se la signora si era divertita, risposi certo signore a ballato tutta la sera, mi salutò è via a lavorare il cornuto, quando portai in camera la colazione, stava ancora dormendo, la chiamai due volte, Margò, aprì gli occhi e si girò dall’altra parte, poi si rigirò e vide che ero io, di corsa andò in bagno a darsi una sistemata, quasi si vergognava per quello che era successo al night, intanto sul tavolo del salotto erano appoggiati, oggetti da sex shop e tante video porno, feci finta di niente anche se avevo capito, quali articoli trattava suo marito, lei uscì dal bagno era una grande figona, solo a guardarla il cazzo diventò di marmo, purtroppo dovevo lavorare, la salutai con un bacio e andai fuori di corsa, per il pomeriggio ci mettemmo d’accordo al ristorante, c’era anche il marito, si raccomandò di accontentarla in tutto, certo le dissi, non si deve preoccupare lasci fare a me. Alle 3 finito il turno di lavoro, andai nel mio alloggio e misi la tenuta da palestra, poi raggiunsi in camera Margò, ma lei di ginnastica non ne aveva voglia, voleva ben altro, intanto cominciò a spiegarmi come si usavano, tutti gli oggetti che il marito vendeva, iniziò con vistoso vibratore, si mise seduta sul letto appoggiata alla spalliera, con un dito si spalmò in figa un prodotto che faceva ritardare l’orgasmo, poi azionò l’arnese che vibrava e andava avanti e indietro, una bella invenzione, poi mi fece vedere un aggeggio lungo 50 centimetri, che era a forma di cazzo da tutte due le parti, anche questo dopo averlo lubrificato con la solita crema, prima mi ha fatto vedere la parte che entrava nel culo, dopo quella veniva inserita nella gnoccolona, facendo un certo movimento con tutte due le mani, dava il suo risultato intanto io mi ero spogliato, perché ero eccitatissimo, allora Margò mi mise un pò di pomata ritardante, che serviva anche per l’erezione duratura, sul tavolo c’erano membri di tutte le misure, mi fece vedere quale misura corrispondeva il mio, la terza, poi si girò a pecorina e si fece infilare dal culo, indescrivibile il godimento era un continuo piacere, per una bella mezzora un orgasmo leggero ma costante, sentivo piacere in tutto il corpo, quando lei cominciò a venire, le presi il seno tra le mani, sembrava un trattore i gemiti accompagnati dagli urli, si confondevano con la musica a tutto volume, dopo l’orgasmo andai avanti ancora un pò, lei continuava a buttare liquidi dalla sua bernarda, io feci la seconda sborrata mi sembrava di volare, un amplesso come quella volta non l’ho più provato, quei prodotti probabilmente sono come le droghe, se ne abusi ti fanno morire, mi fermai eravamo stravolti entrambi, andammo a fare una ricca doccia, la scopai ancora sotto la doccia, per circa dieci minuti il mio cilindro entrava e usciva la sua figona, era una grande troia, se lo prese in bocca, per succhiare fino all’ultima goccia la mia sborra. Per i giorni seguenti non volle vedermi, almeno fin quando insieme al marito, mi proposero di fare film porno a livello amatoriale, con dei buoni guadagni.
Aggiungi ai Preferiti