L’acqua scendeva fumante e rumorosa, appannando lo specchio. Irene aveva versato il bagnoschiuma proprio in corrispondenza del getto d’acqua, e una bella massa di schiuma profumata andava gia’ formandosi nella vasca. La ragazza usci’ dal bagno chiudendosi la porta alla spalle, evitando di far uscire il calore dalla stanza. Lorenzo guardava la tv, semisdraiato sul divano. Irene lo bacio’, poi si diresse canticchiando verso la camera da letto. Mentre tornava verso il bagno cerco’ di passare inosservata, per poi chiudere la porta a chiave una volta dentro. Saggio’ l’acqua con la mano, la regolo’ alzando un po’ la temperatura. Avvicino’ alla vasca lo sgabello e vi poso’ sopra un piccolo asciugamano. Con cura poi comincio’ a svolgere dalla stoffa gli oggetti che aveva preso, posandoli ordinatamente uno vicino all’altro. Accese la candela quadrata che teneva sul bordo della vasca, si lego’ i capelli in alto, in una crocchia, e si spoglio’. Quando le sembro’ che tutto fosse pronto spense la luce e si immerse. L’acqua era bollente, ma lei sembrava farci poco caso. Si prese qualche minuto per rilassare i muscoli tesi dalla giornata di lavoro. Il bagno al lume di candela era un lusso di cui non si voleva privare. Fu naturale per lei, ad un certo punto, sfiorarsi il sesso. L’idea che aveva in mente per quella sera poi, rese quelle carezze ancora piu’ piacevoli. Comincio’ a pensare a come sarebbe stato, alla faccia che avrebbe fatto Lorenzo, al piacere che avrebbero provato. Le dita intanto le procuravano deliziosi brividi di piacere. Prese il fallo di lattice rosa dallo sgabello e lo lecco’, bagnandolo di saliva mentre continuava a toccarsi. Lo spinse quindi in bocca, in profondita’, fino a provocarsi piccoli spasimi di vomito. Quel fallo aveva delle dimensioni notevoli e Irene comincio’ ad immaginare la propria fica aperta da quel coso. Non resistette molto all’idea di averlo dentro e, depositandovi sopra un altro strato di saliva, lo immerse velocemente nell’acqua premendo sull’apertura della fica. I muscoli interni opponevano una leggera resistenza e lei ci gioco’, spingendo piu’ volte il fallo con la forza sufficiente a darle piacere, ma senza entrare. Solo quando la schiena le si inarco’ dalla voglia, lo affondo’ nel suo corpo. Come spesso le succedeva con i giochini che usava su di se’, l’eccitazione la costrinse a penetrarsi con velocita’ e forza sempre maggiori fino a che dovette fermarsi a respirare un attimo, esausta. Non levo’ pero’ l’attrezzo dal sesso. Le piaceva la sensazione. E ancora di piu’ le piaceva l’idea che fra un attimo si sarebbe penetrata anche il culo. Allungo’ un braccio a prendere il piccolo fallo anale dallo sgabello. Succhio’ avidamente anche questo e alzo’ una gamba verso l’alto, piegandola per rimanere il piu’ possibile nell’acqua calda. Senza smettere di penetrarsi davanti, comincio’ quindi a forzare il buco del culo. L’eccitazione lo aveva reso gia’ piu’ morbido, ma Irene se la prese con calma, godendosi l’invasione di quel secondo corpo estraneo. Le ci vollero un paio di minuti per farlo entrare tutto. Quando fu dentro si fermo’ un attimo, immobile. Voleva abituarsi a quella sensazione di pienezza che sempre la mandava fuori di testa. Quando le parve di non sentire piu’ tanto i due falli, ricomincio’ a muoverli lentamente. Non aveva fretta. Cambiava spesso la frequenza del movimento, cercando il massimo piacere. Dopo un po’, con uno sforzo, cerco’ di ricordare quello che doveva fare, il suo programma per la serata. Non poteva rimanere per sempre in acqua… Estrasse il piccolo oggetto dall’ano e lo butto’ per terra. Apri’ il rubinetto dell’acqua calda, il bagno non era mia abbastanza caldo per lei, e allungo’ di nuovo la mano verso lo sgabello. Prese un altro cazzo di lattice, ben piu’ grande di quello che aveva appena levato dall’ano, e lo cosparse di vaselina. Il barattolo era gia’ pronto e aperto sullo sgabello. Irene sorrise fra se’ e se’. Aveva preparato tutto perfettamente. Quando fu ben pieno di lubrificante lo appoggio’ al culo, spingendo leggermente. Il solito, inconfondibile dolorino le si affaccio’ alla mente. Ma sarebbe durato solo un attimo, stavolta, lo sapeva, e infatti subito il fallo comincio’ a scivolare dentro. La sensazione era molto piu’ forte adesso, e Irene non riusci’ a trattenere dei mugolii mentre si penetrava fino in fondo. Comincio’ a muovere quei due oggetti dentro di se’ e il piacere che le davano era ormai tanto intenso da farle sussurrare frasi sconnesse, da farle muovere la testa come se stesse negando qualcosa, con forza. Ansimava sempre piu’ forte. Il movimento dei due membri divenne scordinato ma efficace. A tratti li alternava dentro, a tratti li faceva entrare insieme per sentire il piu’ possibile la sensazione di sfondamento che adorava. Sentiva l’orgasmo pericolosamente vicino. Con uno sforzo, di nuovo, si costrinse a smettere. Estrasse i due cazzi con un brivido e li poso’ sullo sgabello. Levo’ il tappo della vasca e alzandosi in piedi comincio’ ad asciugarsi velocemente. Doveva essere rapida. Usci’ dalla vasca, indosso’ il neglige’ di pizzo comprato il giorno prima proprio per quest’occasione e si sciolse i capelli. Riempi’ ancora di vaselina il fallo che aveva avuto nel culo fino a quel momento, poso’ un piede sulla vasca e, aprendo il sedere con l’altra mano, lo rinfilo’ dentro con un gemito. Entro’ facilmente, come era ovvio. Il buco non aveva avuto ancora il tempo di stringersi. Getto’ fugacemente uno sguardo allo specchio appannato, godendo della troiaggine della figura che vi era riflessa. Ora veniva l’ultima parte, la piu’ difficile. Continuo’ a penetrarsi fino a quando le sembro’ che le dimensioni del culo sarebbero state adatte per l’ultima fase del gioco. Poi estrasse il fallo e spalmo’ abbondantemente di lubrificante quello piu’ grande, quello che aveva tenuto in fica prima. Quel fallo era decisamente piu’ largo anche rispetto al cazzo del suo ragazzo, ed era questo che Irene voleva. Voleva che quello ‘vero’ entrasse dentro di lei, dentro il suo culo, come dentro il burro. Voleva dare a Lorenzo l’idea di avere una troia col culo sfondato, davanti. Questo le era sembrato un buon metodo. Aprendosi quindi con la mano e spingendo in fuori i muscoli comincio’, millimetro dopo millimetro, a penetrarsi anche con quello. Il piacere misto al dolore era tanto da farle girare la testa, e dovette appoggiarsi per un attimo alla vasca. Appena il bagno smise di girarle intorno, prese a muovere quel grosso fallo avanti e indietro, lentamente. Doveva dare il tempo ai muscoli di adattarvisi, di allargarsi. La fica, come le capitava sempre quando veniva inculata, colava umori densi e trasparenti, che arrivavano fino a terra. Con l’ultimo briciolo di lucidita’ che le era rimasto ando’ verso il lavandino, piegandovisi sopra a novanta. Con un braccio teso dietro la schiena continuo’ a muovere il fallo, fissando quel volto sfatto riflesso a pochi cm da lei. Un po’ di saliva le colava dall’angolo della bocca. Fatico’ a riconoscersi. Quando capi’ di essere abbastanza larga lascio’ il fallo ben dentro e si avvio’ verso la porta. Era piuttosto scomodo camminare con quel coso nel culo, e si fermo’ sullo stipite a guardare il suo uomo. Lorenzo, come aveva previsto, era seduto sul divano a fare zapping fra i vari canali porno. A quell’ora capitava spesso, da quando si erano comprati la parabola. Di solito c’era anche lei, che si sdraiava sulle sue gambe e si eccitava insieme a lui, ma stavolta Lorenzo aveva tirato fuori il cazzo da solo e se lo stava carezzando lentamente. Lui la fisso’ incantato, posando lo sguardo sul suo completino trasparente, sulla nudita’ appena celata. Quello sguardo la fece emozionare. Irene si avvicino’, attenta a non svelare cosa aveva ancora infilato dentro. Si inginocchio’ davanti a lui e prese in bocca il cazzo gia’ turgido, ma solo per un attimo. Si mise quindi a cavalcioni, come aveva progettato. – Ho una sorpresa per te. – disse – Toccami. E lui la tocco’. E quando arrivo’ al culo e senti’ il lattice che le usciva ormai per diversi cm la guardo’ come se avesse un fantasma davanti. Lei scese piano sul suo cazzo, penetrandosi davanti. – Spingimelo dentro, nel culo. – ordino’ con voce irriconoscibile. Lorenzo tremava, mentre afferrava il fallo e lo rinfilava tutto dentro. Lei lo abbraccio’ stretto, cavalcandolo con furia crescente. La doppia penetrazione era sconvolgente, per Irene. La faceva uscire fuori di testa. – Levalo adesso, e mettici dentro il tuo. Ora! – urlo’ poco dopo. Il ragazzo, incapace di rispondere, sconvolto da quello che stava succedendo, obbedi’ senza fiatare. Estrasse il fallo di gomma e con un piccolo movimento del bacino le infilo’ il suo su per il culo. Entro’ come nel burro. Irene si dimeno’ come un ossessa, impalandosi con tutto il peso sopra di lui. Lorenzo credette di morire dal piacere. – Anche l’altro, voglio l’altro, dai, nella fica, DAI! Lorenzo stava per venire, ormai, ma riusci’ a rimandare il momento di quei pochi secondi necessari ad infilarle il cazzo di gomma nella fica. La spinse un po’ indietro, per godersi meglio quello spettacolo, poi lasciandosi andare completamente urlo’ tutto il suo orgasmo, il corpo teso come un arco, il volto stravolto. Anche Irene non ne poteva piu’ ormai, e si sfioro’ appena il clitoride con le dita tremanti. Venne con una potenza che aveva sperimentato raramente, mischiando le sue urla alla voce roca di lui. … Poi fu come la calma dopo la tempesta. Irene, riversa sulla spalla del suo ragazzo, aspettava che il respiro le tornasse normale. Quando il cuore smise di essere un tamburo suonato direttamente nel timpano, si stacco’ piano da Lorenzo. Sfilo’ il membro ancora duro del ragazzo, poi quello finto e corse in bagno a lavarsi. Tornata accanto a lui sfioro’ con un dito quel viso angelico che restava immobile, ad occhi chiusi, a godersi il dopo. Poi penso’ al suo progetto per la serata, a quello che aveva pregustato per tutto il giorno. Le venne l’acquolina in bocca. – E adesso… – disse sfiorando le labbra aperte di Lorenzo con un bacio – ci facciamo una bella cioccolata calda. Con panna! –
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