Mi sveglio di soprassalto: le 15.30! Merda! Merda! Sono in ritardo in un modo spaventoso: Monia, una ragazza conosciuta da poco in facoltà, arriverà tra breve per una full immersion in biologia. Scelgo una bella doccia fresca: meglio schiarirsi le idee! Mentre mi lavo e mi insapono con estrema cura, mi chiedo che cosa mi abbia spinto ad invitare una ragazza pressoché estranea a casa mia; è vero, l’esame si avvicina rapidamente e lei sembra essere molto preparata, ma… c’è qualcosa che mi intimorisce, perché incomprensibile! Spesso mi trovo fissa a guardarla durante le lezioni: occhi scuri, profondi, delineati da un leggero velo di trucco; un bel naso, dritto, discreto; gli zigomi sono troppo forti ed anche le mascelle sembrano scolpite…e poi, le spalle: larghe, ben dritte, le danno quasi un’aria da atleta… magari ha fatto nuoto a livello agonistico! Comunque è una bella ragazza… un po’ androgena, ma bella… Il campanello mi richiama al dovere: Monia è arrivata ed io sono ancora sotto l’acqua?! Merda! E ancora merda! Indosso l’accappatoio e corro ad aprirle; la sento salire col suo passo scattante lungo le scale, finché non compare sul mio pianerottolo…è splendida: Ha un paio di pantaloni larghi, che le arrivano appena sotto il ginocchio ed una magliettina leggera, quasi trasparente…noto subito i suoi capezzoli liberi sotto il leggero tessuto: questa Monia deve essere un po’ …birichina!! Scambiamo i soliti convenevoli e presto la conduco verso la mia camera, dove tanta luce, moti appunti ed una pila di libri e fotocopie ci stanno aspettando, ma io sono ancora in accappatoio… «Accomodati pure! Io cerco di sbrigarmi; devo solo cambiarmi, ma lo faccio qui, tanto siamo tra donne!» Lei mi risponde con un sorriso furbetto ed un sopracciglio alzato… mah! Mi porto di fronte al comò e apro il cassetto della biancheria: estraggo una canottierina nera in lycra ed un perizoma… Accidenti: devo essermi piegata troppo: l’accappatoio è corto e basta abbassarsi un po’ per mostrare tutte le Grazie! Con la coda dell’occhio noto che lei, seduta alle mie spalle, mi osserva attentamente. Ormai il danno è fatto! Con molta indifferenza, slaccio la cintura e cerco di ricompormi per un attimo. Dallo specchio posso vederla perfettamente: è lì, seduta tranquilla, che mi guarda, mentre si morde il labbro inferiore e con una mano si accarezza un seno; la vedo stuzzicare il capezzolo, pizzicarlo, massaggiarlo e ancora stringerlo…mentre l’altra mano è…sì, è proprio lì tra le sue gambe… ma, c’è qualcosa di strano… qualcosa come una protuberanza… insomma, che fosse mascolina lo avevo intuito, ma ora stiamo esagerando! Non è possibile: meglio vestirsi in fretta ed andare a studiare… Infilo il perizoma e, mentre sono lì che lo sistemo, lei si avvicina e dice: «Resta così!» Mi blocco… sapevo di avere un bel corpo; sapevo che nessuno è mai rimasto indifferente ad esso, ma Monia… Monia è una donna!! Si accosta dietro di me, posando le mani sul collo sulle spalle… trascorre un tempo interminabile a massaggiarmi: scioglie tutta la schiena…è molto brava, tanto che incomincio a rilassarmi… reclino il capo sulla sua spalla: lei è molto alta, oltre l’1.80…anche questo è un fatto ambiguo! Mi sfila l’accappatoio, lasciandolo cadere a terra. Le sue mani si posano sul mio seno…ha le mani grandi: non le avevo mai notate prima! Ora sono io che cerco un contatto nuovo, diverso: spingo il mio sedere indietro, tenendolo bello alto e… non mi ero affatto sbagliata: c’è qualcosa di duro, ma non ci voglio credere! Sono confusa, in preda al panico. Mi volto di scatto e cerco di tastare dapprima la sua femminilità: quei seni così sodi sembrano lì apposta. Poi, le mie mani corrono in tutta fretta al pube e lì, finalmente, trovo la conferma della sua virilità: Monia è un uomo ed è anche molto ben dotato!!! Lei, nel frattempo, ha preso a baciare e succhiare il mio petto: la lingua rotea intorno ai capezzoli, subito seguita dai denti, che affondano nella carne tenera. Le mani esplorano il mio corpo: le sento premere tra le cosce, perché io le divarichi un po’. Quando, finalmente, la sento spingere le dita dentro la mia fichetta ormai bagnata, le gambe non mi reggono e sono costretta ad aggrapparmi a lei, che prontamente mi sorregge con l’altro braccio! Mi solleva, stringendo i glutei con le mani forti…io prego che questo non sia solo un sogno! Le mie gambe si avvitano intorno al suo bacino ed ora lo sento distintamente: ha il pene durissimo ed io mi muovo su di lui, come se lo avessi già dentro. Mi posa sul lenzuolo e, sganciandosi da me, si libera, svelta degli abiti, mostrandomi il seno, sodo e bianco, e liberando un grosso pene, rosso, bollente, duro come un palo di cemento! E’ una visione idilliaca: un membro così perfetto su un corpo di donna… Monia si appresta a sfilarmi il perizoma e, ponendosi al contrario sopra di me, prende a leccarmi con avidità e perizia, mentre io, sotto di lei, sono alle prese con quel cazzo, talmente grande, che non riesco nemmeno a prenderlo in bocca come vorrei! Le nostre lingue si muovono vorticosamente e la sento gemere forte, con una voce, profonda, calda…è un uomo vero e mi piace da impazzire! Un attimo prima di venire si stacca da me, ponendosi supina sull’altra metà del letto: è riuscita a controllarsi…non ha perso neppure una goccia! Una mano è ancora dentro di me che si muove piano, mentre il suo respiro si regolarizza: il seno sale e scende, gonfio e il pene è ancora lì duro, perfettamente eretto! Mi allontano dalla sua mano, portandomela alla bocca, per assaporare il gusto dei miei umori; mi sollevo, ponendomi sopra di lei, con le gambe oscenamente divaricate, cercando un contatto con quel membro straordinario. Nello scendere, allargo le labbra della vulva, ormai dilatata a sufficienza e mi lascio impalare dolcemente sul suo tronco. Monia mi lascia fare, si tira su col busto solo per mangiare ancora un po’ del mio seno, intanto che io la cavalco per sentirla dentro fino alla cervice. Continuo con grande gusto, finché lei non decide di prendermi diversamente: mi sfila da sé e mi pone carponi sul letto, lasciandomi tutta attenta, in attesa del suo arrivo. La penetrazione è violenta, mi sembra quasi di morire, ma non intendo farla smettere: sento quei testicoli gonfi strofinarsi con forza al clitoride, prima di riprendere il ritmo pieno della monta… Finalmente sento il mio corpo contrarsi per l’arrivo dell’orgasmo più forte mai provato e, insieme a me, sento le sue mani stringere il bacino e il pene giungere ancora più a fondo: percepisco distintamente almeno sei getti di seme bollente! Ancora piena del suo sperma, mi accascio su di lei e l’abbraccio forte, trattenendo una sua gamba tra le mie per farle sentire tutto il suo umore scorrere…poi con un filo di voce le chiedo: «Ma tu… cosa sei?» E lei, sorridendo come ad una bambina che fa la domanda più dolce del mondo: «Sono solo un uomo, che ha scelto di vivere completamente la sua duplicità… senza rinunciare a nulla… io sono così, come mi vuoi! »
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