Erano circa le nove e mezza di sera. Avevo staccato a quell’ora assurda dal lavoro perchè in ufficio c’erano stati un sacco di casini per tutta la giornata. Salii in macchina e uscii dai cancelli della fabbrica in cui lavoravo per andare verso casa. Era una brutta serata, fredda e piovosa. Alzai il riscaldamento a palla perchè togliesse l’appannatura ai vetri e in pochi minuti l’interno dell’auto fu caldo ed accogliente.Presi la strada di casa attraversando la zona industriale della città lungo la via principale. Ad un tratto scorsi, non molto lontano da me, una figura che camminava sotto la pioggia. Era una ragazza di colore, una delle tante che la sera affollano le strade di quella zona della città. Le prostitute mi hanno sempre eccitato, lo ammetto, ma quella volta fu un po’ di umana pietà a muovere le mie azioni. Poverina, quella povera ragazza doveva essere stata scaricata dal protettore in un parcheggio lì vicino e ora si stava recando nella sua “zona di lavoro”. Mi era già capitato di vedere scene simili quando facevo tardi al lavoro ma di solito le ragazze si muovevano in gruppo e poi si andavano a posizionare ai vari angoli della strada. Questa invece era tutta sola e non aveva nemmeno un ombrello. Camminava a testa bassa sotto la pioggia, bagnandosi tutta. Faceva un freddo cane e mi si strinse il cuore a vedere quella ragazza che già non doveva avere una situazione generale molto felice in quello stato.Quando lei vide i fari della mia auto si voltò verso di me e si sbracciò chiedendomi di fermarmi. Non la vidi subito in faccia, ma immaginai degli occhi grandi e pieni di speranza. Era tardi e sarei dovuto tornare a casa, ma che vi devo dire? Sono allo stesso tempo un irrimediabile maiale ed un inguaribile bravo ragazzo e quella “lucciola nera” stimolava entrambi quei lati del mio carattere.Mi fermai accanto a lei ed abbassai il finestrino. Un colpo d’occhio mi rivelò una ragazza giovane, nè bella nè brutta, occhi, naso e bocca grandi, fisico un po’ tondetto, grandi seni e un culo bello largo. Però nel complesso era carina, niente di speciale, non una di quelle che ti giri a guardare quando passi in macchina, ma comunque non sgradevole.Le sorrisi e le dissi “Vuoi un passaggio?”Lei sembrò illumianarsi, il suo viso si aprì in un sorriso di denti bianchissimi che esplose in un “Sìììììììììììì” lungo ed entusiasta.Le aprii la porta e la feci salire. Entrata in macchina le uscì un mugolio di piacere nel sentire il calore proveniente dalle bocchette di areazione.Mi guardò, sorrise e mi disse “Vuoi scopare?”Beh, fu sicuramente una caduta di tono, ma quella prospettiva mi eccità facendo gonfiare il mio sesso nei pantaloni. Mi si vedeva il bozzo… ma io ripresi il mio self-control e risposi che no, non volevo scopare, che le avrei dato solo un passaggio, bastava che lei mi dicesse dove andare. Mi disse che doveva andare in un paese vicino, così avviai la macchina in quella direzione. La strada non era tanta, ma non era nemmeno dietro l’angolo, in più pioveva e c’era traffico. Ci sarebbero voluti dieci o quindici minuti per arrivare sul posto.Lungo il tragitto chiacchierammo del più e del meno: come ti chiami, da dove vieni, cose molto normali. La sua vicinanza però mi eccitava molto e non riuscivo a fare a meno di appoggiarle una mano sulla coscia quando le parlavo. Lei si accorse ben presto della mia eccitazione e mi appoggiò una mano sulla patta gonfia. Una scossa elettrica mi attraversò la schiena e il mio cazzo sobbalzò.”Davvero tu no’ vuò scopare?” mi disse lei nel suo italiano approssimativo.Io sorrisi ripetendole che non volevo. Mi disse che mi avrebbe fatto un buon prezzo, io la guardai sconsolato (avevo una voglia matta di fare sesso!) e le dissi che ero totalmente senza soldi visto che li avevo prestati ad un collega a cui si era fermata la macchina ed era dovuto tornare a casa in taxi.”Tu sei molto buono” mi disse, sempre sorridendomi e cominciando a muovere su e giù la mano accarezzandomi il pacco. Strinse il mio sesso da sopra i pantaloni e iniziò a menarmelo attraverso la stoffa. “Tu buono – disse -, tu aiutato me io aiuto te. Se no’ hai soldi io no’ posso scopare, ma tu hai voglia, io aiuto te lo stesso e faccio sega”.Eravamo fermi in colonna, la guardai un attimo e desiderai farle di tutto. In un impeto di eccitazione mi slacciai i pantaloni e le infilai la mano sotto i miei boxer. Quando afferrò il mio cazzo già in piena erezione ebbi un sussulto. Lo estrasse da sotto la stoffa e mi massaggiò piano, scappellandolo tutto. Mi piaceva molto quel trattamento. Mentre faceva questo mi diede le indicazioni e in alcuni minuti arrivammo in uno spiazzo dove mi disse di fermarmi.Mi guardò negli occhi e mi sorrise, cominciando a masturbarmi con più energia. Io ansimavo, la sua mano percorreva la mia asta con vigore e sensualità. Sentivo il mio sesso gonfiarsi e diventare rovente sotto i suoi abili colpi. Me lo menava con foga e mi piaceva un sacco.Preso dalla libidine le chiesi di farmi un pompino, lei scosse la testa e aumentò gli sforzi della sua mano. Ben presto sentii il glande gonfiarsi e iniziai a gemere forte. Lei tirò fuori un fazzolettino di carta, me lo avvolse attorno al cazzo e continuò a masturbarmi ora quasi con violenza, incitandomi con la sua voce calda.Venni violentemente, svuotandomi completamente in quel fazzolettino e, in parte, sulle sue mani. Urlai forte nell’estasi dell’orgasmo… una delle più belle seghe della storia! Lei aspettò che mi riprendessi, si accertò che stessi bene, poi scese e si mise in attesa di un cliente. Io la guardai dal finestrino, lei mi sorrise un’ultima volta e mi salutò con la manina che tanto piacere mi aveva donato ed io ripartii.
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