Quella notte Maria non aveva dormito, un turbine d’emozioni l’aveva sconvolta. Paura, attesa, eccitazione si erano mescolate in un cocktail micidiale che le aveva impedito di chiudere occhio. Ora era disperata davanti allo specchio, cercando di mascherare con il trucco i segni di quella notte. La paura ora aveva preso il sopravvento, si guardava inorridita notando ogni imperfezione del suo corpo di donna di 45 anni. Era sempre andata orgogliosa dei suoi seni, ma ora le parevano troppo grandi e troppo cascanti, i fianchi maturi le sembravano enormemente larghi, le piccole e quasi insignificanti smagliature del ventre, le apparivano come orribili cicatrici. Tremava, ma continuava lentamente a prepararsi, ed il suo pensiero, tornava alle parole della sua amica Carla “Maria credimi, quel ragazzo può portare una donna in paradiso” le aveva detto qualche giorno prima confidandole la sua scappatella con Alfredo. Alfredo era un giovane di circa 25 anni, lavorava nel negozio che la famiglia aveva da poco aperto nel quartiere dove abitava Maria. Alto, prestante, decisamente bello era oltre tutto simpatico e gentile, sembrava corteggiare tutte le clienti. Maria non vi aveva fatto caso o meglio non aveva pensato ai possibili risvolti dei gesti e della parole gentili del ragazzo. Questo naturalmente sino a quando la sua amica Carla non le aveva aperto gli occhi. In pochi giorni il pensiero aveva lavorato come un tarlo nella mente di Maria, aveva turbato i suoi sonni di donna sola, scatenandole sogni che non faceva più da vent’anni, ed ora eccola li, emozionata come una scolaretta al suo primo appuntamento pronta, nonostante tutto, a correre verso un’avventura che nemmeno credeva possibile. Aveva pianificato tutto dall’abbigliamento sobrio ma sexy, al modo di agire. Aveva pensato di recarsi al negozio, di fare un grosso acquisto adducendo la scusa di parenti che sarebbero venuti a trovarla, poi avrebbe chiesto di essere aiutata a portare il tutto a casa nella speranza che fosse Alfredo ad offrirsi. Venne l’ora fatidica, e tremante, Maria entrò nel negozio, fece gli acquisti previsti cercando di controllarsi e di non lasciar trasparire le emozioni che provava. Pagò il conto e si lasciò sfuggire casualmente “Se potesse farmi portare tutto a casa mi farebbe una cortesia, sa per me tutta quella roba sarebbe troppo” il padre di Alfredo le sorrise amabilmente “Ma certo signora Maria, le serve tutto urgentemente?” le domandò “In mattinata se possibile, vorrei iniziare già nel pomeriggio a preparare qualche cosa” rispose lei con un po’ troppa fretta “Alfredo, puoi aiutare a la signora Maria a portare a casa le borse” disse chiamando il figlio. Lui accorse prontamente, sorridente e gentile come al solito e Maria provò una stretta al cuore “Dia a me, quelle sue belle mani non sono fatte per portare troppi pesi” le disse subito, affrettandosi a toglierle le borse dalle mani. Il tragitto era breve, ma per Maria parve un’eternità sommersa dal fascino del giovane che le parlava con simpatia, facendole mille complimenti. Arrivarono al palazzo dove abitava Maria, e salirono le due rampe di scale sino all’appartamento di lei. Maria Faceva strada e lui la seguiva, ed a lei parve di essere accarezzata per tutto il percorso dallo sguardo del giovane. Assalita da un ultimo assalto di panico, Maria cercò di far lasciare le borse davanti alla porta, ma Alfredo insistette ed entrò nell’appartamento, portando le borse sino in cucina. “Grazie, Alfredo, non so proprio come ringraziarti, gradisci qualche cosa da bere, una birra ” disse lei, cercando di non guardarlo negli occhi “Grazie signora Maria, non ho sete, ma se proprio vuole ricambiare, potrebbe farmi fare una doccia, meglio se ghiacciata” disse ridacchiando. Lei rimase stupita, e lo guardò incerta “Una doccia, non capisco ?” disse “Ma come, io credevo fosse così evidente” disse lui abbassando gli occhi, lei seguì il suo sguardo, ed all’improvviso si portò le mani alla bocca per non gridare, mentre gli occhi si fissavano, incapaci di spostarsi, sul grosso rigonfiamento che troneggiava nei pantaloni di Alfredo. “Per questo genere di problemi, esistono solo due cure. Una bella doccia ghiacciata, o una bella donna come te Maria” continuò lui e con rapidità le si avvicinò e la prese tra le braccia. Le sollevò il viso e si chinò, le sue morbide ed esperte labbra si posarono su quelle di Maria, la sua lingua forzò la bocca di lei penetrandovi ed andando a stuzzicare la lingua di Maria, mentre lui spingeva il pube contro il ventre di lei, facendole sentire la potenza della sua erezione. Maria si abbandonò ed emise un lungo gemito nella bocca di lui. Quando le loro labbra si staccarono, lui prese a baciarle il viso, mentre le mani frugavano avidamente i suoi seni “Maria, Maria, non sai quanto ho sognato questo momento. Mille volte ho sognato di fare all’amore con te, ti voglio, voglio prenderti tutta e darti tutto ciò che un uomo può dare ad una donna” le sussurrò tra un bacio ed un’altro. Con voce roca ed incerta, anche Maria rispose “Si Alfredo, anch’io ti voglio”. Lui si interruppe, “La camera da letto?” le domandò, e lei arrossì ma annuì, e ve lo condusse. Appena entrati lui la baciò nuovamente lei cercò di spegnere la luce “No, lasciala, voglio vederti nuda, imprimermi per sempre questo tuo meraviglioso corpo nella memoria” le sussurrò lui bloccandole la mano. Maria cercò di protestare, ma lui fu irremovibile, Con rapide mosse Alfredo si spogliò, e Maria credette di morire quando vide quel giovane e grosso cazzo svettare prepotente e baldanzoso sprizzando energia come solo a 25 anni si può fare. Lentamente, tenendo fissi gli occhi su di lui, Maria iniziò a spogliarsi rimanendo infine nuda davanti a lui “Bellissima” disse lui e la condusse al letto. La fece stendere e lei si gettò su di lui per baciarlo, lui con dolcezza, ma con fermezza, la respinse “Aspetta, non dobbiamo aver fretta, gustiamoci questi momenti” le disse. Le sue mani sfiorarono il suo corpo, forzarono dolcemente le sue coscie ad aprirsi per concedergli la vista della vagina, incastonata nel perfetto triangolo scuro del vello pubico. Le prese una mano e la portò al pube “Accarezzati, fallo per me, voglio guardarti e toccarmi, mentre lo fai” le disse con dolcezza e fermezza allo stesso tempo. Era una preghiera, ma anche un ordine, e Maria senza rendersene conto, prese ad accarezzarsi, mentre i suoi occhi si puntavano sul sesso di lui e sulla mano che lo accarezzava lentamente. Lui la lasciava fare, e di tanto in tanto, si chinava a stuzzicarle con la lingua i grossi e scuri capezzoli e Maria gemeva ogni volta accelerando il ritmo della mano. Maria sentì l’eccitazione crescere, gli umori allagarle la vagina e bagnarle le dita, il clitoride gonfiarsi di passione. Lui se ne accorse e la fissò dolcemente e le accarezzò il viso “Non posso resistere, voglio assaggiarti” le disse e senza attendere risposta si chinò su di lei, le baciò selvaggiamente i seni, poi scese con la lingua sul suo ventre, giù sino a sfiorare il vello pubico. Le spostò la mano e la sua lingua entrò in azione sul clitoride di Maria, iniziando a tormentarlo con diabolica abilità. Mentre il piacere l’assaliva, a Maria tornarono in mente le parole della sua amica Carla “Quel ragazzo può portare una donna in paradiso”, ed ora Maria si sentiva in paradiso, con il piacere che lentamente ma inesorabilmente s’impadroniva della sua mente e del suo corpo. Ormai Maria vibrava sotto la lingua e le mani di Alfredo in un crescendo di gemiti che si tramutarono in un lungo interminabile mugolio quando l’orgasmo le esplose nella mente ed il suo corpo si contorse sotto le ondate violente del piacere. Lui prontamente interruppe il lavoro di lingua e con la mano la solleticò più decisamente, assecondando le esigenze dell’orgasmo, mantenendolo, prolungandolo quasi indefinitamente. Maria non aveva mai provato tanto piacere nella sua vita, e quando, ormai superato l’orgasmo, lui le chiese di ricambiarlo succhiandoglielo, vi si gettò con foga giovanile, desiderosa di dargli il meglio di se stessa. Fece cose che non aveva mai fatto, lo leccò con passione, dal glande sino ai coglioni, gli succhiò amorevolmente le dure palle, , lo ingoiò ben oltre il limite che credeva possibile, affondandoselo in gola sino quasi a soffocare, quando l’ebbe bel insalivato, lo accolse nel morbido abbraccio delle sue grosse tette e lo massaggiò freneticamente mentre lui la guardava dolcemente e le stropicciava i duri capezzoli. “Salimi sopra, voglio scoparti” le disse lui e lei lo accontentò con entusiasmo, affondandoselo lentamente nel ventre ancora fradicio d’umori, riassaporando quelle sensazioni da tempo dimenticate. Danzò su di lui frenetica e vogliosa, facendoselo affondare profondamente nell’utero. Il glande le sbatteva violentemente contro il collo dell’utero, dandole fitte dolorose, ma scomparivano di fronte all’immenso piacere che provava, ed anzi l’esaltavano, quando lui la attirò a se, prendendo a succhiarle ingordamente i grossi capezzoli, Maria esplose nuovamente e la nuova ondata di umori che le colò dal ventre, trasformò i rumori dell’amplesso in un osceno sciacquio. Impazzita, mentre l’orgasmo le scuoteva ancora l’intero corpo, Maria iniziò ad implorare Alfredo “Ti prego, Alfredo, godi, godimi dentro”, lui l’attirò a se e la baciò furiosamente, mentre con il pube assecondava i movimenti di lei affondandole profondamente e violentemente il cazzo nel ventre. “Si Maria, anch’io voglio venire, voglio goderti dentro, ma non nella ficca, nella bocca, voglio guardarti mentre bevi la mia sborra.” le disse “Vuoi farlo per me ?” le domandò fissandola con i suoi profondi occhi neri. Maria per un’attimo esitò, non l’aveva mai fatto, ma i colpi di lui le davano troppo piacere, e i suoi dubbi furono fugati in un solo istante. Non rispose, ma lentamente prese a scivolare sul corpo di lui. Il cazzo le sfuggì dal ventre, umido dei suoi stessi umori le scivolò sul ventre, passò nel profondo solco dei morbidi seni e finalmente giunse alle sue labbra. Maria lo impugnò saldamente, dischiuse le labbra ed accolse il glande in bocca, richiudendo le labbra intorno all’asta. La sua lingua prese a vellicare il glande, ripulendolo dei suoi umori, imperlandolo di saliva, mentre la mano iniziava lentamente a masturbarlo. Eccitatissima Maria alzò la testa, fissando Alfredo che a sua volta la guardava, lo masturbò e leccò sempre più freneticamente mentre i loro sguardi li tenevano uniti. Quando lo sentì irrigidirsi e chiudere gli occhi, capì che stava per godere. Lo vide riaprire gli occhi, erano lo specchio del suo piacere, e Maria fu felice ed accolse con gioia, il primo copioso getto di sperma che sgorgò dal glande andando a stamparsi sul suo palato. I getti si susseguirono sempre più frequenti e la bocca di Maria incominciò a riempirsi di bianco caldo e denso liquido “Bevi Maria bevi….” lo sentì gemere e Maria ingoiò la prima boccata e poi ancora, seguendo il ritmo dell’orgasmo di lui. All’improvviso in cazzo le si contrasse in bocca scaricandole l’ultimo schizzo, poi giacque calmo mentre lui si rilassava. Maria continuò a tenerlo in bocca ed a leccarlo golosamente mentre la forza dell’eccitazione abbandonava il membro. Poi lui l’attirò a se e la baciò voracemente “Ora debbo andare ma questa sera torno, ti voglio per tutta la notte preparati”. Alfredo si rivestì velocemente e se ne andò, e Maria rimase sul letto stanca ma felice, fantasticando su quello che lui le avrebbe fatto quella notte, qualunque cosa le avesse chiesto, glielo avrebbe dato con gioia………
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