I miei genitori avevano una coppia di amici, il cui marito lavorava nella ditta di mio padre. Ci incontravamo abbastanza spesso a casa loro, lui aveva 50 anni, lei 42. All’epoca avevo da poco compiuto 18 anni. Un giorno, all’inizio delle vacanze scolastiche passavo davanti alla loro villa quando mi venne l’idea di salutare la signora Elena. Suonai alla porta e mi venne ad aprire in vestaglia. Una visione favolosa, la vestaglia di seta azzurra avvolgeva il suo splendido corpo facendo risaltare le forme del seno e del culo stupendo. Mi fece accomodare nel salone e mi offrì un bicchiere di te. La conversazione si portò ben presto su argomenti piccanti, iniziò a parlarmi dei problemi sessuali che aveva con suo marito, ed iniziò a chiedere di me e delle mie donne. Nel frattempo accavallava con sempre maggiore frequenza le gambe, ogni volta la vestaglia scivolava lentamente e scopriva parte delle sue meravigliose gambe. La mia eccitazione era nascosta solo da un paio di pantaloncini corti, ed era sicuramente visibile alla signora, che si avvicinò a me e si sedette al mio fianco. “stai male?”- dice Elena, appoggiandomi una mano sulla fronte.”No” le rispondo mantenendo il mio sguardo sul suo seno prorompente, ben visibile attraverso la vestaglia.Posai la testa sulla sua spalla, mi accarezzò la nuca e una mia mano si appoggiò sulla sua spalla. Mi lasciò fare, ad ogni carezza la vestaglia si apriva sempre di più, ad un tratto apparvero due seni stupendi. La pelle era soffice ed i capezzoli si indurivano sempre di più sotto la pressione delle mie dita. Si mise a gemere, lasciandosi sempre accarezzare, appoggiò la testa sulla spalliera del divano rimanendo con gli occhi socchiusi. La vestaglia era aperta sino alla cintura ed io la aprii tutta scoprendole anche il ventre. Indossava delle mutandine di pizzo che le nascondevano il sesso. A quella vista non riuscii più a trattenermi, passai una mano attraverso le mutandine, le accarezzai la peluria, con le dita le aprii la vulva ed iniziai a masturbarla tintillandole il clitoride che, sotto le mie dita, diventava sempre più grosso e duro. Eccitata mi disse:-“Non farmi più soffrire, prendimi, sono tua”.La feci scivolare sul divano, le tolsi le mutandine. Vedevo un corpo di donna steso davanti i miei occhi. Mi allungai sopra di lei, la penetrai senza difficoltà perchè la sua vagina era abbondantemente bagnata. Venni per primo e lei subito dopo di me. La baciai con foga, la mia lingua si avvolgeva con la sua. Non smetteva di baciarmi e mi diceva:-“Cosa mi hai fatto? Che vergogna!”.Aggiunse che aveva vissuto il momento più bello della sua vita. da quel momento ogni volta che me lo chiede scopiamo a casa sua mentre il marito è al lavoro da mio padre.