Quando riaccese il motore, era ormai quasi sera. Entro un’ora sarebbearrivato al mare..E li’ avrebbe cercato qualcosa ancor piu’ arrapante di quel ricordo.Voleva poter provare ancora sensazioni come quelle; toccare e esseretoccato. Esplorare corpi nuovi e, perche’ no?, Essere esplorato dauna bella femmina.Arrivo’ nel paesino scelto, piccolo, sul mare. Affitto’ una cameranel primo albergo che trovo’ libero, poi usci’ a prendere un po’d’aria. Era quasi ora di cena; essendo fuori stagione,il posto eraquasi vuoto, ma la gente che c’era si muoveva pigramente per lestrade strette.Ogni occasione era buona per fermarsi a parlare, ogni persona incontrata, era un amico con cui fermarsi a fare quattro chiacchiere.L’ansia che Giulio sentiva dentro di se’, si placo’ come per incanto.Non poteva far altro che adattarsi a quella serenita’, e questo glipiaceva. Respiro’ profondamente, il sangue torno’ a circolargli nellevene a velocita’ normale. Dopo aver mangiato, entro’ in un bar.Mentre era seduto ad un tavolo penso’ che tutta quella compostezza esteriore doveva pur nascondere sotto qualcosa di piu’ movimentato.Era una sensazione, niente di piu’, ma giulio era abituato a “sentire” i posti e le persone. Bisognava solo essere attenti ad eventualisegni esterni e soprattutto essere molto, molto disponibili.E ancora una volta, il sesto senso di giulio non falli’.Mentre fumava una sigaretta, la porta d’ingresso del bar si apri’…Entrarono due donne: una giovane, sui 25 anni, l’altra piu’ matura,aveva superato i 30. Avevano nell’aspetto qualcosa di particolare,difficile da definire, ma che attrasse l’attenzione di Giulio,che non riusci’ piu’ a staccare gli occhi da loro. Si sedettero nelbar anche loro. Il bar era piccolo e il loro tavolo era vicino alsuo. Rimasero in silenzio guardandosi a lungo.A Giulio sembro’ evidente che tra loro c’era una fortissimatensione non paragonabile ad una semplice amicizia.Fu la giovane ad accorgersi per prima che lui le stava mangiando congli occhi e ricambio’ di colpo lo sguardo. L’altra, accortasi delladistrazione dell’amica, si volto’ anche lei ad ammirare quell’uomo,in particolare, quel grosso gonfiore che gli vedeva tra le gambe eche di certo non era il fazzoletto o le chiavi della macchina.Giulio vi senti’ dell’ostilita’ neanche troppo nascosta, il bisognodi annullare quella presenza insidiosa o, almeno, il bisogno dimettersi in competizione con questa. La donna comincio’ a parlare,quasi con ansia. Da dove era seduto, Giulio poteva sentirla bene.Era un parlare senza un filo nel discorso, ma solo per riportare leattenzioni dell’amica verso di se’. E questa sembrava ascoltarla piu’per compiacerla che per vero interesse.Ogni tanto annuiva lentamente, spesso si voltava verso di lui, e fulei, in una pausa del monologo dell’altra, ad alzarsi e ad andareverso giulio.-Non sei di qua, vero?- Gli chiese.-Infatti. Sono qui solo per il week-end- rispose lui pacatamente.La ragazza, parlandogli, non abbassava mai lo sguardo. Giulio sisentiva piacevolmente provocato da questo atteggiamento. Forseaveva trovato qualcosa per cui emozionarsi. In ogni caso valeva lapena di tentare.Parlarono per qualche tempo mentre l’altra donna, seduta ancora altavolo vicino, continuava a fissarli.Poi Sandra, cosi’ si chiamava la giovane, gliela presento’.Si chiamava Danila.Una volta riuniti tutti e tre, la conversazione ando’ avanti tralunghe pause piene di imbarazzo. Era evidente che Danila si sentivadi troppo e che, per questo, soffriva molto. Fu ancora Sandra arisolvere la situazione decidendo che era arrivato il momento didarle una svolta:-se vuoi tornare in albergo, ti accompagno!- Gli disse con tonodi invito a fare dell’altro.Poi si volse verso Danila e, sorridendole, le disse:-ci vediamo a casa. Torno subito. Ma tu vai a dormire!Mentre uscivano dal bar, giulio si volto’ verso danila. Era rimastaseduta al tavolino; si era accesa una sigaretta e con una mano sitirava indietro i capelli. Si guardarono, si sorrisero timidamentetutti e due imbarazzati dai possibili sviluppi di quell’incontrostrano e al tempo stesso eccitante e peccaminoso.Poi Giulio segui’ Sandra in strada, ormai era molto tardi, non c’eranessuno in giro. Le strade del paese erano vuote, silenziose. Sandragli propose di camminare un po’ prima di accompagnarlo in albergo.Lui accetto’. La giovane donna lo guido’ per il paese e in periferia.Si ritrovarono cosi’ in una stradicciola di campagna. Dopo un po’,sandra si fermo’ vicino al muro di una cascina abbandonatae vi si appoggio’. Giulio capi’ che era inutile continuare a parlare.Quella donna ora pensava solo al sesso, cioe’ a farsi penetrare,succhiare cazzi, facendosi schizzare in gola e tutto il resto.Le si avvicino’, la bacio’ prima delicatamente, poi con sempre piu’forza. Il suo corpo aderi’ perfettamente a quello di Sandra. Le suemani cominciarono a frugare il corpo della donna.
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