Tra poco atterreremo a Genova. Dovevamo arrivare a Malpensa ma, come al solito in questa stagione, la nebbia ci ha costretti a ripiegare su di un altro scalo. Sono stanca. Durante il volo ho dormito poco e male. Comunque una crociera ai Caraibi e’ stato il sogno della mia vita e averlo realizzato mi riempie di felicita’. Tengo tra le mani un’agenda e, rivivendo alcuni degli istanti trascorsi, lascio scorrere la mia mano, fissando sulla carta i ricordi. Non mi preoccupo che qualcuno possa leggere quello che sto scrivendo… La nave mi sembra un mondo a parte, in perenne movimento, quasi un’astronave. In effetti e’ come una grande citta’, completa di ogni comfort. Ci sono negozi di ogni genere, d’abbigliamento, di scarpe e di oggettistica varia. C’e’ un centro di estetica, un attrezzata palestra, eleganti zone d’incontro. Un casino’ e una sala di video giochi. Quando si esce dalla propria camera si ha la sensazione di essere usciti di casa e di recarsi in centro citta’, come sul! la terra ferma. Ma in un certo senso e’ anche come trovarsi su di una nuvola, che spinta dai venti sorvola l’oceano per visitare ogni giorno posti diversi ed incantati. Esco dalla mia cabina. Indosso l’abito comperato nel pomeriggio in una delle eleganti boutique della nave. Percorro i corridoi lunghi e stretti. Arrivo all’ascensore e salgo, fino ad arrivare direttamente nel salone. Dopo la cena mi sento la pelle appiccicaticcia, per l’umidita’ e il gran caldo. Decido di uscire all’aperto e vado sul ponte. Mi metto a guardare il riflesso della luna che si perde all’orizzonte. Sento la pelle asciugarsi poco alla volta, grazie alla brezza che mi sfiora, scompigliandomi i capelli. Ad un tratto vedo una figura muoversi. Cammina nella mia direzione. E’ un uomo alto, vestito di scuro, con scarpe nere e lucide. Ha un foulard al collo e avvicinandosi fa scorrere la mano sulla balaustra in ferro bianca, con movenze femminili. Mi si affianca e si mette a sua volta ad ammirare il riflesso della luna. Non ci diciamo nulla, ma e’ come se ci parlassimo ugualmente, tramite i nostri sensi. Lo percepisco e mi sembra quasi di poter leggere nei suoi pensieri. “Non mi sembra di averlo mai visto, ma siamo cosi’ in tanti su questa nave che e’ difficile ricordarsi di tutti!” pensai. Lo sento deglutire, poi mi dice: – E’ bello il tuo abito rosso! Sei sola? E’ tutta la sera che ti osservo, sei carina! – Credo che il mio viso sia diventato piu’ rosso dell’abito che indosso. Non ci vuole molto per farmi arrossire. – Grazie per il complimento! Si’, sono sola… ma non mi pare di averti gia’ incontrato! – gli rispondo. – Io e’ da un po’ che ti ho vista. Sentivo che eri da sola ma non ne ero sicuro! – – Anche tu sei solo? – – Si’ – mi rispose sorridendo. La brezza che mi ha asciugato la pelle ora e’ piu’ fredda, tanto che inizio a tremare. Lui percepisce qualcosa, poi, guardandomi dritto negli occhi, mi dice: – Perché non ci facciamo compagnia? – Accetto, annuendo leggermente! con la testa e in quel momento sento di volerlo baciare. E’ cosi’ vicino a me che mi basta sbilanciarmi leggermente in avanti per poter baciare le sue labbra. Mi lascio attrarre e il gioco e’ subito fatto. La mia bocca ora e’ sfacciatamente contro la sua. Non appena ci stacchiamo, l’uomo mi chiede di seguirlo. Io, seppur spudoratamente consapevole del fatto che tra non molto sarebbe successo qualcosa tra noi, lo seguo. Mentre percorro il corridoio sento un forte conflitto dentro di me. Non avrei mai pensato di poter tradire il mio compagno con tanta facilita’ e per di piu’ con un perfetto sconosciuto. Avrei potuto tornarmene indietro, lasciando perdere tutto, ma era piu’ forte di me il desiderio di lasciarmi travolgere dagli eventi, di vivere questa avventura, qui e ora. Arrivati davanti alla porta della sua cabina, prima di aprirla, l’uomo mi guarda come per chiedermi se sono decisa ad entrare. Di nuovo, con la testa, gli faccio un cenno d’approvazione ed un sorriso. Mentre apre la porta, mi lascio tutto alle spalle: il conflitto tra la consapevolezza di quello che avrei fatto e le possibili conseguenze, il senso di colpa ed ogni altro pensiero. Entro nella cabina ove, stranamente, la luce e’ gia’ accesa. Mi accorgo che nella cabina c’e’ un altro uomo. Si alza e con fare garbato mi bacia la mano. E’ molto elegante, indossa una giacca nera ed un papillon. A differenza dell’altro uomo, e’ piu’ mascolino, ed ha i capelli corti. Capisco subito a quale gioco devo partecipare e la cosa, nonostante mi trovi impreparata, mi eccita e mi attrae sempre di piu’. Sono attratta da entrambi. Dall’uomo con gesti e movenze femminili e dal maschio deciso e corpulento che a sorpresa avevo trovato ad aspettarmi. Forse era gia’ stato tutto scritto, deciso, ed io ero come una pedina di platino su di una scacchiera dorata. Il gioco si fa presto entusiasmante, appassionato e facile da imparare. Il mio corpo e’ stretto tra i due uomini che presto mi tolgono l’abito. ! Slacciano la cerniera dietro la schiena e lo lasciano cadere a terra. Sono nuda. Anzi, indosso il velo sottile del desiderio. Anche i due uomini si spogliano, toccandomi e toccandosi per non far svanire l’atmosfera creatasi attorno a noi. Le mie mani scivolano lungo la pelle umida dell’uomo con i capelli corti che sta di fronte a me. Si posano sul suo sesso, pulsante e incredibilmente caldo. Eccitata, scivolo tra i loro due corpi e m’inginocchio a succhiare alternativamente i loro sessi, mentre mi tocco la clitoride. Dura poco quel gioco, l’uomo dai capelli corti si sdraia nella cuccetta ed io vengo invitata a sdraiarmi su di lui. Anche l’altro uomo ci raggiunge. Le loro mani frugano in ogni dove il mio corpo. Sono la loro schiava e nel contempo la musa ispiratrice, al centro di ogni attenzione. Il sesso eccitato dell’uomo dai capelli corti scivola tra i miei umori, scomparendo tra le mie gambe, irresistibilmente attratto ed avidamente risucchiato. Lo cavalco, cercando di imporre il ritmo, ma presto e’ lui a muoversi con foga, conducendo il gioco. L’altro uomo nel frattempo mi afferra la schiena e mi obbliga a sdraiarmi, sollevando per quanto possibile le natiche. Sento la sua mano che accarezza i nostri sessi, alla ricerca di umori con i quali inumidire anche il mio buchetto posteriore. Capisco dove vuole arrivare. Non l’ho mai provato prima d’ora, ma non posso mostrare di avere paura. I due uomini sono terribilmente eccitati e padroni del gioco e io sento che comunque non potrei sottrarmi. In ogni caso sono decisa ad andare fino in fondo e lascio fare. L’uomo dai capelli lunghi appoggia ora la punta del suo sesso al mio buchetto, elastico e bagnato. Poi inizia a spingere, dapprima leggermente, quindi sempre piu’ deciso, scivolando dentro di me. Io provo dolore, mescolato ad una eccitazione perversa, che mi da’ la spinta per non cedere. Poi, poco alla volta, mi rilasso e accolgo tutto il suo membro dentro di me. Ora sono in due a riempirmi ed ! alternarsi nel ritmo, provocandomi una strana sensazione nelle gambe, fin dentro le vene, che mi sale lungo tutto il corpo. Li sento molto grossi ed accuso del bruciore. Ma l’ebbrezza provocatami dalla situazione e dalla consapevolezza di quello che stavo facendo, mista al morboso desiderio di continuare il gioco, iniziano ben presto a farmi sentire del piacere. Non appena sento il loro ritmo farsi sempre piu’ incalzante mi sfuggono dei gridolini, quasi delle urla soffocate, mentre mi rendo conto che mai mi sono sentita cosi’ eccitata in vita mia, come il mio sesso fradicio rende evidente anche ai due uomini. Ora sento benissimo entrambi affondare dentro di me, e insieme ci abbandoniamo alla lussuria, in un istante senza fine fluttuante nel limbo del piacere piu’ sfrenato. La cabina presto diventa satura dell’odore di sesso e del caldo umido generato dai nostri respiri affannosi. Io mi abbandono, lasciando che siano loro a suonare le ultime note, veloci, decise ed acute. Raggiungo un orgasmo mai provato in vita mia, piu’ completo e decisamente piu’ violento. Poi, mentre ancora non ho del tutto assorbito la vampata di piacere che mi ha sconvolta, sento diminuire l’attrito dei due sessi e percepisco un certo rilassamento nel mio sfintere. L’uomo che mi ha presa da dietro ha goduto. Lo sento uscire e insieme al suo sesso sento il suo sperma caldo e denso colare fuori e scendere fino allo scroto dell’altro uomo che, ancora dentro di me, sta cercando di godere. Ancora pochi e decisi colpi poi anch’egli raggiunge l’orgasmo ed io posso finalmente abbandonarmi, sfinita, fra le sue braccia. La cabina si riempie del nostro ansimare. Siamo tutti e tre fiaccati per la foga dell’intenso momento appena vissuto, e per le energie in esso riversate. Ed ora, sono qui, su questo aereo, con la mia agenda pregna di quei ricordi. Tra poco riabbraccero’ il mio compagno, ignaro di tutto. Non so ancora se confidargli quel che e’ accaduto oppure se, come uno scrigno, co! nservare gelosamente dentro di me quell’esperienza straordinaria. Chiudo l’agenda. Metto il tappo alla biro. Ci pensero’ quando guardero’ negli occhi il mio uomo.
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